Maledetto il giorno che t'ho incontrato: il cameo di Richard Benson e altre curiosità su cast e film

Autore: Emanuele Zambon ,

Borotalco era stato il salto nel buio verso il cinema d'autore dopo i primi successi in TV e sul grande schermo. Compagni di scuola, invece, un grande freddo all'italiana che aveva soffiato cinismo sulle teste dei trentenni di fine anni '80. Maledetto il giorno che t'ho incontrato è invece il film con cui Carlo Verdone si svincola (salvo poi riabbracciarla a partire da Viaggi di nozze) dalla romanità - geograficamente e pure idealmente - per celebrare, tra Milano, Londra e la Cornovaglia, il mito di un maledetto del rock come Jimi Hendrix.

Inseguire le note di gioventù e insieme raccontare una storia d'amore sotto effetto di tranquillanti. Farlo in maniera sofisticata, dando al film un respiro internazionale da commedia garbata senza rinunciare al repertorio di battute e gag della casa.

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La pellicola del 1992 è forse la più completa di Verdone, quella che concilia in maniera più felice l'evoluzione dei personaggi (e del loro legame) col topos del viaggio, marchio distintivo dell'attore e regista romano classe '50. 

Maledetto il giorno che t'ho incontrato: la trama del film

Maledetto il giorno che t'ho incontrato è una raffinata rom-com che sostanzialmente, dopo le avvisaglie di Compagni di scuola, svela il Verdone ipocondriaco (etichetta che gli è rimasta appiccicata addosso) o comunque il Verdone più vicino alla realtà, quello preda di ansie eppure a suo modo rassicurante, bonario ma duro. Ha modo di raccontarlo lo stesso attore:

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Francesca Marciano mi aiutò molto a cambiare registro di commedia. Lei scrisse la Buy, io scrissi me stesso. Fu un ping pong perfetto. In quel film c’è tutto il Carlo Verdone vero. Tutto ciò che amo, che ho amato, che ero e che sono, sta tutto in quel film. Un omaggio ad Hendrix ma anche alla mia ipocondria che dopo quel film sparì notevolmente. In pratica avevo fatto una sorta di autoanalisi davanti al pubblico.

Bernardo Arbusti, giornalista romano trapiantato a Milano che si occupa di critica musicale, frequenta un analista perché, dopo essere stato lasciato dalla sua compagna Adriana, soffre di depressione e ipocondria. Tra alti e bassi, soprattutto affrontando un periodo piuttosto buio della sua vita, Bernardo lavora ad una biografia su Jimi Hendrix che promette di far luce sulla controversa morte del chitarrista rock. Durante una delle solite sedute conosce Camillla (splendida prova di Margherita Buy), un'attrice teatrale in cerca di successo, anch'essa schiava di ansiolitici come lui: tra i due nasce una sincera amicizia basata sulle reciproche nevrosi, che culminerà con un viaggio in Inghilterra che li vedrà insieme sulle tracce di Hendrix.

Richard Benson in Maledetto il giorno che t'ho incontrato

Ad inizio film viene svelata la professione del protagonista Bernardo. A presentarlo come critico rock nella sua trasmissione musicale in TV "Juke-Box all'idrogeno" è il conduttore Richard Benson, che in Maledetto il giorno che t'ho incontrato recita nella parte di sé stesso in un gustoso cameo. Dopo aver parlato dei grandi virtuosi Yngwie Malmsteen, Paul Gilbert, Joe Satriani e Steve Vai, e dopo aver chiesto all'ospite del rapporto "Hendrix/chitarra chitarra/Hendrix", Benson si esibisce in un assolo di chitarra così eccessivo da far sospettare a Bernardo di essere sotto effetto di stupefacenti.

Le curiosità su Maledetto il giorno che t'ho incontrato

  • Il film che Bernardo e Camilla vanno a vedere al cinema (come terapia d'urto per le loro fobie) è Arma non convenzionale, b-movie del '90 con Dolph Lundgen.
  • Durante le riprese, Verdone vinse una scommessa con la troupe inglese in Cornovaglia, facendosi fotografare vicino ad un cartello recitante la scritta, in gaelico, "Incrocio delle streghe", legato alle superstizioni del posto, considerato addirittura maledetto. L'attore disse ai presenti che il cartello invece gli avrebbe portato fortuna. Ebbene, Maledetto il giorno che t'ho incontrato incassò 13 miliardi di lire all'uscita, ricevendo il plauso unanime della critica.
  • La pellicola è stata premiata con cinque David di Donatello nel '92: Migliore sceneggiatura a Carlo Verdone e Francesca Marciano, Miglior attore protagonista a Carlo Verdone, Migliore attrice non protagonista a Elisabetta Pozzi, Miglior fotografia a Danilo Desideri, Miglior montaggio a Antonio Siciliano.
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