Dal set al cast: 6 collegamenti tra Vis a Vis e La Casa di Carta

Autore: Simone Alvaro Segatori ,

Definita come la versione spagnola di Orange is the new black (anche se parecchio differente dalla serie americana), Vis a Vis è la serie TV ambientata in un carcere femminile in cui si stanno riversando gli spettatori orfani de La Casa di Carta in attesa delle ultime stagioni. Non è però solo il paese di provenienza ad accomunare gli show, ma tutta una serie di elementi che ci restituiscono le atmosfere, la tensione e la trama serrata ricca di azione che ha imposto La Casa di Carta al pubblico internazionale.

  1. Gli Autori
  2. Il Cast
  3. La Sigla
  4. Il Set
  5. Le Origini
  6. Le Tematiche

Gli autori delle serie

Netflix
la casa di carta cast

Le due serie TV nascono dalla mente dello stesso autore, lo sceneggiatore e regista spagnolo Álex Pina. Mentre ne La Casa di Carta figura come unico creatore, in Vis a Vis ha diviso il processo creativo con Iván Escobar, Esther Martínez Lobato e Daniel Écija. È però il solo Escobar l’ideatore dello spin-off #Vis a Vis: El Oasis.

Gli attori protagonisti

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Vis a Vis cast

Uno dei motivi per cui iniziare la visione di entrambe le serie è senza dubbio la varietà di personaggi interessanti messi in scena e l’abilità degli attori che li impersonano. Alcuni dei protagonisti che il pubblico ha amato di più sono poi interpretati dagli stessi attori. Saltano subito agli occhi Alba Flores, interprete di Nairobi ne La casa di carta e della gitana Saray Vargas de Jesús su Vis a Vis, e Najwa Nimri, l’astuta e spietata ispettrice Alicia Sierra nella prima serie e l’altrettanto malvagia Zulema Zahir nella seconda.

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Tra i personaggi secondari spicca per brevissimo tempo Belén Cuesta, che riveste i panni rossi di Manila durante la rapina al Banco di Spagna e quelli gialli di Yolanda nel carcere Cruz del Sur.

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Una menzione speciale va poi a tutti gli spettatori che sono stati in grado di riconoscere Antonio Romero, l’Antoñanzas de La Casa di Carta nei fugaci panni di un parroco.

La sigla

Le sigle delle due serie TV sono interpretate dalla cantante Cecilia Krull, con il brano "Agnus Dei" per Vis a Vis e "My life is going on" per La Casa di Carta. Due brani molto dolci che rappresentano quasi l’unico momento di pace e riflessione nelle vite turbolente dei protagonisti.

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La carriera musicale di Cecilia Krull è iniziata già prima della sua nascita, i genitori infatti sono una cantante e un pianista.

All’età di 7 anni Cecilia lavorò in alcune produzioni Disney anche come doppiatrice, mentre ad oggi ha pubblicato diversi album solisti e ha interpretato le colonne sonore di numerose serie TV e film tra cui… Tres metros sobre el cielo, la versione spagnola di Tre metri sopra il cielo del 2010.

Un unico set

Netflix
Vis a Vis il set è quello de La Casa di Carta

Oltre agli attori, agli sceneggiatori e alla sigla, c’è qualcos’altro che accomuna la Zecca di Stato e Cruz del Sur: sono lo stesso luogo!

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Le riprese delle prime due stagioni di entrambe le serie TV si sono svolte infatti nello stesso set interno con le debite differenze nelle scenografie.

Le origini, su Antena 3

Netflix
Le protagoniste de La Casa di Carta

Vis a Vis e La casa di carta sono state realizzate inizialmente come prodotti destinati alla televisione spagnola, precisamente dall’emittente Antena 3, una delle maggiori in Spagna e che già aveva esportato nel nostro paese Paso Adelante, Il Segreto e Velvet.

Visto l’incredibile successo ottenuto in patria le serie sono state acquistate da dei distributori esteri: La Casa di Carta da Netflix che ora ne è anche il produttore e Vis a Vis da Fox che ne ha impedito la cancellazione dopo la seconda stagione. Vis a Vis, inoltre, è stata trasmessa per la prima volta nel 2015, due anni prima dell’arrivo de La Casa di Carta, il suo successo internazionale tardivo è dovuto al fatto che Netflix l’ha acquistato soltanto lo scorso 2019.

Le tematiche affrontate

Netflix
Vis a Vis la marea gialla

La trama delle due serie TV è molto differente, ma possiamo trovare dei punti in comune nelle tematiche che trattano e nella loro realizzazione. Innanzitutto, entrambe mettono in scena dei piccoli ecosistemi, dei mondi che si ritrovano per un determinato periodo di tempo a vivere slegati e parallelamente alla società. Ad abitare questi mondi abbiamo dei reietti per eccellenza, dei criminali, quindi detenute e rapinatori, le prime completamente dimenticate dal mondo esterno, mentre i secondi esaltati a simbolo di libertà. Le loro personalità vengono però per necessità annullate, spersonalizzate con l’uso di tute uguali che impedisce di distinguere gli uni dagli altri a colpo d’occhio.

In entrambe le serie TV si creano poi due fronti contraddistinti tra i criminali e la polizia, lo stato e il sistema in generale assurto a vero cattivo della situazione. Infine, ogni serie si sviluppa attorno ad un piano dettagliato che serve in tutti i casi a garantire la libertà dei “buoni” che si aggrapperanno ad esso con tutte le loro forze, mentre la situazione contingente li spinge a compiere azioni di cui non si credevano capaci per puro istinto di sopravvivenza.

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