Gli uomini d'oro: la storia vera dietro il film

Autore: Alice Grisa ,

Gli uomini d’oro, film del 2019 diretto da Vincenzo Alfieri, prende spunto da un fatto di cronaca nera realmente accaduto, a metà degli anni ’90 in Piemonte e oggetto già di un film del 2000 di Gianluca Maria Tavarelli, #Qui non è il paradiso, oltre che di una puntata di #Blu Notte di Carlo Lucarelli.

Alcuni impiegati postali hanno architettato una rapina sul posto di lavoro, terminata in un massacro. La storia vera ha ispirato la pellicola, di genere drammatico-noir (con qualche punta di commedia), che schiera Giampaolo Morelli. Edoardo Leo e Fabio De Luigi tra i protagonisti, affiancati da Matilde Gioli.

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Il regista Alfieri si è occupato anche della sceneggiatura e del montaggio del film, distribuito da 01 Distribution a partire dal 7 novembre 2019.

Ma qual è la storia vera alla base di questo script?

Gli eventi reali che hanno ispirato la trama del film

Luigi, Luciano e Alvise sono i protagonisti de Gli uomini d'oro. I loro nomi sono fittizi e rappresentano Domenico Cante di Bussoleno, Giuliano Guerzoni di Strevi e Enrico Ughini di Felizzano

La rapina (e cosa andò storto)

Era il 1996 e Cante e Guerzoni lavoravano entrambi come impiegati alle Poste di Torino. Il loro compito era particolarmente delicato: guidando un furgone, si recavano al deposito di Corso Tazzoli dove prelevavano denaro, assegni e vaglia postali in vari uffici postali e consegnavano il tutto alla sede centrale di Via Nizza, sempre scortati dalla polizia.

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Cante aveva 39 anni al momento della rapina, che fu ribattezzata “il colpo d’oro”. Guerzoni ne aveva 36, mentre Ughini, definito un “baby pensionato”, 40, ed era uno dei dipendenti ad aver usufruito del prepensionamento.

01 Distribution
Una scena de Gli uomini d'oro
Fabio De Luigi ne Gli uomini d'oro

L’idea partita da Guerzoni, l’autista, e condivisa da Ughini (suo amico da tempo) consisteva nello scambiare i soldi nel furgone con semplice carta (di giornali e fumetti di Topolino) di pari peso. Ughini aveva accettato di nascondersi nel veicolo per effettuare concretamente lo scambio mentre i colleghi guidavano e portavano a termine le loro incombenze per non destare sospetti.

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Il progetto consisteva nel versare immediatamente i soldi rubati e partire, con passaporti falsi, per la Costa Rica, dove cominciare una nuova vita grazie a dei complici mai identificati. Cante aveva recuperato i nuovi passaporti tramite un barista della Val Susa, Ivan Cella, suo amico da tempo.

Sulla carta l’idea non faceva una piega: non era priva di rischi, ma il bottino di 2 miliardi e 52 milioni di lire in contanti più gli assegni del valore di 3 miliardi valeva sicuramente la posta in gioco.

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Giuliano Guerzoni quel giorno – era il 27 giugno - guidava il furgone e Cante, accanto a lui, svolgeva il ruolo di “scambista”.

Il piano scivolò: Ughini lasciò erroneamente dei milioni sul furgone, destando subito sospetti. Lo stesso giorno un’altra banda criminale attaccò un ufficio postale, ma la polizia li arrestò immediatamente.

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Una scena de Gli uomini d'oro
Pronti al colpo

Le forze dell'ordine si resero conto subito che il colpo era avvenuto all'interno del furgone. Furono incolpati Guerzoni e Ughini, che erano spariti dalla circolazione.

Un duplice omicidio

Il mistero dei latitanti fu parzialmente risolto tre settimane dopo il fatto: i corpi di Guerzoni e Ughini furono ritrovati nella terra, avvolti da due sacchi a pelo, sotto un albero di nocciole vicino a Bussoleno, in Val di Susa.

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Il delitto prese forma, e dopo il dissipamento delle piste malavitose si delineò uno scenario particolare: quello di due coppie di amici in combutta, tutti desiderosi di cambiare vita.

Le vittime, Guerzoni e Ughini (ma soprattutto Guerzoni), come racconta il Corriere di Torino, amavano la bella vita, amavano spendere soldi.

Il sostituto procuratore della Repubblica di Torino, Antonio Malagnino, ha delineato un profilo del criminale Guerzoni a Blu Notte.

Il lavoro di autista che svolgeva gli stava stretto. Sognava di avere molto denaro e di frequentare belle donne. Già in passato aveva proposto a un collega di fare un colpo del genere, ma questi non aveva accettato.

Il padre di Guerzoni raccontò che doveva versare ogni mese 500mila lire al figlio per integrare il proprio stipendio.

Al contrario, invece, gli assassini conducevano una vita molto più tranquilla e low profile: Cante era sposato da quasi 20 anni, aveva una figlia di 11 e questa amicizia storica con Cella, anche lui anonimo barista di provincia, titolare della sua birreria.

Le indagini inchiodarono Cante e Cella come responsabili delle morti di Guerzoni e Ughini. Il delitto avvenne in Val Susa, nel camper di Cella, dove erano rimaste alcune tracce che non avrebbero lasciato altri dubbi. In pratica nel furgone erano rimasti due sacchi in più della quantità prevista, correttamente sigillati con la ceralacca e contenenti soldi veri.

I due uccisero i complici a colpi di pistola: Guerzoni con uno sparo in fronte, prima di essere sepolto nella campagna a breve distanza dalla casa di Cante; Ughini con un proiettile al petto. Entrambi i colpi provenivano da una piccola arma. Guerzoni indossava ancora la divisa di postino al momento del ritrovamento: probabilmente pensava di scappare in Costa Rica immediatamente, dopo la spartizione del bottino.

Il colpo aveva sfruttato il momento del pagamento dell'ICI per massimizzare i profitti, e Guerzoni aveva insistito per farsi assegnare quel turno quel giorno.

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Una scena de Gli uomini d'oro con Giampaolo Morelli
Guerzoni, il playboy del gruppo, è interpretato da Giampaolo Morelli

Cante fu anche tradito dalla testimonianza della moglie Gabriella Regis, che dichiarò di averlo visto tornare a casa a tarda notte, parecchie ore dopo la fine del suo turno.

Quello che ancora è a tratti nebuoloso è il movente.

Cella dichiarò che Cante aveva predisposto la morte dei complici perché “inaffidabili”. Cante raccontò che i due uomini erano stati uccisi per una lite sulla divisione dei soldi rubati.

Salvatore Mulas, capo della Squadra Mobile di Torino, aggiunge alle motivazioni anche una serie di distrazioni commesse durante il colpo.

A causare l'omicidio potrebbero essere stati anche i troppi errori commessi nell'attuazione del colpo. Studiato nei particolari e teoricamente perfetto, ma rovinato da tanti sbagli.

Cante fu condannato a 28 anni e 9 mesi di carcere. Affetto da cardiopatia, morì nel 2004 a Torino. Cella riuscì a fuggire con la fidanzata Cristina Quaglia in Albania. Furono arrestati, riuscirono a fuggire in Boliva, vennero catturati ed estradati.

Alla fine il bottino era andato in fumo quasi completamente: Cella raccontò di averlo inizialmente nascosto nella birreria e poi di aver fatto degli investimenti in Albania, risultati fallimentari.

Una piccola parte di soldi, consegnati prima degli omicidi, andò a due donne vicine a Ughini e Guerzoni. Cinzia Bononi (ex fidanzata) e Antonina Caruso (parrucchiera di Strevia) vennero condannate per ricettazione.

Alcune curiosità

  • I nomi dei protagonisti de Gli uomini d’oro sono stati presi dai giocatori storici della Juventus e del Torino
  • Fabio De Luigi interpreta la versione cinematografica di Cante, Edoardo Leo di Cella (che in questa storia è il pugile Lupo), Giampaolo Morelli di Guerzoni e Giuseppe Ragone Ughini.
  • Nella finzione la storia prende i contorni di un noir diviso in tre capitoli:
    • Il playboy
    • Il cacciatore
    • Il lupo
      (Il primo fa riferimento a Guerzoni, ovvero Morelli; il secondo a Cante, ovvero De Luigi; il terzo a Cella/il pugile/Edoardo Leo)
  • Del cast fa parte anche Gianmarco Tognazzi, nel ruolo del sarto d'alta moda
  • La pellicola è stata candidata al Premio Cagliari di Noir in Festival 
  • Nel film, condito da momenti comedy, la lite scoppia per una discussione calcistica e le due vittime muoiono nello stesso momento, scivolando in un burrone: nella realtà, come sappiamo, i motivi della loro dipartita sono ben diversi
  • Cella ha rivelato nel 1998 come in teoria è avvenuta la dinamica dell'incidente: Cante ha sparato per primo a Ughini, e poi lui ha ucciso Guerzoni.

Gli uomini d'oro Gli uomini d'oro Torino, 1996. Luigi il Playboy è un impiegato delle Poste deputato a guidare il furgone portavalori. Gli mancano tre mesi alla pensione, e già si vede gestire un chiringuito in ... Apri scheda

Che ne pensate? Vi è piaciuto questo noir tratto (purtroppo) da una storia completamente vera?

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