Paganini non replica, Netflix sì in Work It, il film sulle dance crew scolastiche

Autore: Elisa Giudici ,

C'è un nuovo film sulla danza in città e a proporlo è Netflix, solo che la protagonista è una ragazza con una pessima postura e e sciolta come un pezzo di marmo. La riuscita di Work It dipende in larga parte da come mescola le proprie carte, rispolverando tutti i classici del filone danzereccio e amoroso al cinema, in un curioso esperimento che funziona il giusto.

Con una serie di facce poco note davanti alla cinepresa e dietro un nome dai trascorsi solidi ma senza guizzi come quello di Laura Terruso, Work It non è certo nato con le più sfavillanti ambizioni di riscrivere la storia del cinema sulla danza e sullo sport. All fine il suo lavoro lo fa egregiamente, rimanendo però una pellicola destinata a chi questi film li fruisce già con interesse e passione.

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L'aspetto interessante del film riguarda come Netflix approcci la lavorazione delle sue pellicole di media fascia, quelle destinate a rimpolpare il catalogo e fornire una discreta quantità di novità in ogni genere cinematografico, piuttosto che diventare punte d'eccellenza e conquistare pubblico e critica. Vedendo Work It infatti non si può non pensare a tutta una serie di titoli a cui guarda - o che direttamente scopiazza - molti dei quali non sono nemmeno incentrati sul mondo della danza. Un altro aspetto interessante è come Netflix tenti sempre più di creare una sorta di Netflix Universe in cui ambientare le proprie opere.

Una secchiona sulle punte 

La giovane Quinn (Sabrina Carpenter) è una studentessa con un unico obiettivo in mente: venire ammessa alla Duke University, "la Harvard del sud". Suo padre gliene aveva sempre parlato in termini entusiastici e, dopo la sua scomparsa, entrare nel prestigioso campus universitario è diventato l'obiettivo della ragazza e di sua madre. Niente grilli per la testa per Quinn: la mattina si lava i denti ascoltando Ted Talk, studia con zelo, infila una marea di attività extracurriculari nel tempo libero, suonando il violoncello e facendo da volontaria presso una casa per anziani. 

Netflix
Quinn e Jack si guardano divertiti
Work It non aspira certo ad essere un film d'eccellenza, impegnandosi il giusto

Sembra la candidata ideale per la Duke, salvo poi scoprirsi che manca di originalità: il suo curriculum è uguale a tanti altri aspiranti universitari. Durante il disastroso colloquio di presentazione, Quinn lascia ad intendere di far parte del team di danza del suo liceo, i Thunderbirds, intuendo che questa potrebbe essere la chiave per ottenere un posto all'università. Per sostenere la finzione dovrà però cominciare a ballare sul serio, finendo per fondare una sua crew con l'aiuto dell'amica Jasmine Hale (Liza Koshy) e dell'ex studente e coreografo Jake Taylor (Jordan Fisher).

Booksmart a passo di danza

Pur impiegando tutti gli stereotipi narrativi e romantici del genere (da Save the Last Dance e Step Up in giù, sin dalle sue battute iniziali Work It ricorda molto di più La rivincita delle sfigate, il film del 2019 diretto da Olivia Wilde che aveva riscosso un notevole successo di critica e pubblico. Quinn potrebbe essere l'amica delle due protagoniste di quella pellicola: anche lei vive una vita senza socialità, ragazzi o sbandate adolescenziali, assorbita dallo sforzo continuo di fare tutto e bene per non compromettere le chance di entrare al college desiderato. 

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Il fatto che il suo personaggio sia tragicamente incapace di muoversi con scioltezza (e rimanga ben lontano dal livello professionale che di solito esprimono le protagoniste di questo genere di film) dà quel quid di novità a Work It e lo aiuta molto a portare a casa il risultato. Avendo sbarrato la casella "originalità", la pellicola può tuffarsi a capofitto in tutti gli stereotipi dei film sulla danza, delle sfide tra crew, del sacrificio e dei sogni di gloria, con tanto di perfido rivale egomaniaco che si fa chiamare Julliard (Keiynan Lonsdale) e storia d'amore con un geniale coreografo tormentato dal suo infortunio invalidante. 

Netflix
La crew del liceo di Quinn in formazione
I numeri di danza sono gradevoli e ben coreografati

Sfortunatamente il film non fa molto di più per accattivarsi il pubblico dei non appassionati: la direzione della produzione sembra essere quella di centrare il risultato minimo e sufficiente, senza sforzarsi oltre. Work It però è consapevole dei suoi limiti e non si prende troppo sul serio: scanzonato, ritmato sia nei dialoghi che nelle accattivanti coreografie, ha dalla sua anche un minutaggio agilissimo di 92 minuti, che evita al film qualsiasi momento di stanca. 

Il mondo a misura di Netflix

Se nel cast (capace sulla pista da ballo ma non eccezionale nel campo recitativo) e nella produzione non spiccano performance importanti, a incuriosire è l'approccio di Netflix. L'impressione è che una volta individuata una formula che funziona (come quella di La rivincita della sfigate) Netflix tenti di applicarla di nuovo anche in filoni differenti, ottenendo al contempo un effetto di già visto nelle singole scene ma fresco rispetto a tanti film simili già prodotti nello stesso comparto. 

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Ancora più stuzzicante è constatare come continui questa sorta di "intessitura" di un mondo alternativo al nostro: i personaggi dei film originali Netflix respirano, si muovono e dialogano in un cosmo in cui non passa quarto d'ora senza che qualcuno butti lì una citazione a un altro prodotto del gigante dello streaming a pagamento. In Work It abbondano citazioni a Stranger Thing e Queer Eye, oltre a riferimenti non troppo lungimiranti alla cultura pop del momento: quanto senso avrà la battuta su 50 sfumature di grigio tra dieci anni? 

Work It Work It Intelligente ma maldestra, la diciottenne Quinn si trasforma in una ballerina pronta a esibirsi in una gara di danza per l'ammissione alla Duke. Con Sabrina Carpenter. Apri scheda

La verità è forse che nemmeno Netflix s'illude che un film come Work It avrà un senso o un motivo d'essere tra un decennio: è un fast movie, buono a rimpolpare il catalogo e non far uscire lo spettatore scontento da una serata di relax. L'aspetto più interessante è come Netflix tenti costantemente di riscrivere la realtà tratteggiando una quotidianità in cui le persone parlano con entusiasmo dei suoi prodotti o di quelli dei marchi con cui ha stretto accordi per apparizioni nei suoi film e serie. Che Work It sia più impegnato su questo fronte che sul realizzare il miglior film possibile date le premesse iniziali è più che indicativo sulla strategia di Netflix (e sulla nostra pigrizia di spettatori).

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Commento

cpop.it

60

Solido, scattante e divertente il giusto, Work It ha il grande pregio di saper attingere a quanto di meglio fatto da Netflix nel campo della commedia romantica, senza prendersi troppo sul serio.

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