The Illusionist - L'illusionista, la spiegazione del film con Edward Norton

Autore: Giulia Vitellaro ,

The Illusionist - L'illusionista (The Illusionist) è un film del 2006 scritto e diretto da Neil Burger e arricchito dalla magistrale fotografia di Dick Pope. È tratto dal racconto breve Eisenheim the Illusionist, scritto dal vincitore del premio Pulitzer Steven Millhauser. 

Trama 

Nell’impero austro-ungarico di fine Ottocento, due adolescenti si incontrano e si innamorano. Mentre però il giovane Eduard Abromovitz (Edward Norton) è figlio di un falegname, Sophie von Teschen (Jessica Biel) è una duchessa erede di una nobile famiglia. Lei, affascinata dai giochi di prestigio del ragazzo, lo raggiunge spesso nella sua umile casa, sino a quando la famiglia non glielo proibisce. I due continuano a vivere il proprio amore di nascosto, finché, dopo aver tentato di fuggire insieme, non vengono definitivamente divisi: la piccola duchessa viene portata in un’altra città e il ragazzo viene minacciato affinché non la cerchi più. 

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I due crescono lontani, e quindici anni dopo ritroviamo Eduard come l’illusionista più celebre di tutta Vienna, conosciuto col nome d’arte di Eisenheim. I suoi trucchi sono così incredibili e inspiegabili che molti dei suoi spettatori lo credono un vero mago. La fama dei suoi spettacoli arriva in ogni punto dell’Austria, sino ad attirare le attenzioni del figlio dell’Imperatore, il principe Leopold (Rufus Sewel), che decide di assistere a un suo spettacolo. Al fianco di Leopold, Eduard scorge dal palco, inaspettatamente, proprio la sua Sophie. Senza sapere nulla del passato tra i due, Leopold la offre come volontaria per un trucco di magia. Il trucco sorprende il principe, tanto da richiedere la presenza dell’illusionista a corte. Nel mentre, pur non dicendo nulla, Eduard e Sophie si sono riconosciuti a vicenda e  il giorno dopo hanno una conversazione privata nella carrozza di lei. 

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Sophie e Eduard si riconoscono durante un trucco di magia sul palco

I due si salutano ma l'incontro non passa inosservato al capo della polizia Uhl (Paul Giamatti), al servizio della famiglia reale e incaricato già da Leopold per mettere in sicurezza il teatro in cui si sarebbe esibito Eisenheim prima dello spettacolo. Dopo l’incontro, il capo della polizia mette in guardia Eduard: lui stesso, pur essendo molto vicino al futuro imperatore, non lo sarà mai davvero, in quanto un semplice poliziotto figlio di un macellaio; allo stesso modo, neanche Eduard dovrebbe illudersi di poter far parte di quel mondo, malgrado il legame che lo lega a Sophie.

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Arriva il giorno dello spettacolo a corte, in cui Leopold, ossessionato dal capire come funzionino i trucchi dell’illusionista, lo obbliga a non usare nessun gadget o oggetto di scena. Eisenheim/Eduard riesce comunque a realizzare un trucco che imbarazza l’erede al trono. Da quel giorno in poi, per volontà di Leopold, nessun teatro di Vienna gli consente di esibirsi.

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Eduard riflessivo nel proprio studio

Quando Sophie si reca da lui con l'intenzione di aiutarlo, inizialmente litigano, ma presto la passione tra i due si riaccende e diventa chiaro che non hanno mai smesso di amarsi. Progettano di scappare dall’Austria, ma non prima di fermare Leopold da un terribile proposito di cui Sophie è venuta a conoscenza; il principe infatti progetta un colpo di stato ai danni del suo vecchio padre, l’Imperatore d’Austria Franz Joseph I. Il matrimonio con Sophie (una duchessa ungherese) è infatti una mossa politicamente calcolata per garantirgli il supporto della parte ungherese dell’impero. Inoltre, da Imperatore, Leopold sarebbe riuscito probabilmente a rintracciare i due amanti ovunque, per ucciderli.

Il detective Uhl non tarda a scoprire la storia d'amore clandestina tra i due ed inizia ad investigare sulla loro fuga, comunicando le sue scoperte al principe. Una sera, furioso e ubriaco, Leopold attacca Sophie, che confessa di non volerlo sposare e tenta di fuggire dirigendosi alle stalle. Lì, Leopold la uccide, tagliandole la gola. Il suo status ovviamente gli consente di non ricevere alcuna accusa e di non subire nessuna conseguenza. 

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Alla notizia della morte dell'amata, Eisenheim si abbandona alla disperazione e la città inizia a sospettare Leopold (sul cui convolgimento in un femminicidio correvano già voci in passato). L’illusionista decide di preparare un nuovo spettacolo (acquistando un proprio teatro) dove evoca degli spiriti, lasciando che le voci sui suoi poteri sovrannaturali si rafforzino. Leopold, in incognito e travestito, assiste ad uno di questi spettacoli, e incredibilmente compare lo spirito di Sophie, che annuncia che è stata proprio una persona in quel teatro a ucciderla. Leopold va nel panico e ordina l’arresto immediato di Eisenheim, che prontamente però si dissolve, come fosse lui stesso un fantasma.

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Il fantasma di Sophie compare sul palco, evocato da Eduard

Alla ricerca disperata dell’illusionista, Uhl si reca a casa sua. Lì trova un piccolo libricino (“L’arancio”), titolato come il trucco più famoso di Eisenheim. Curioso di conoscere il segreto della scenografica illusione, Uhl lo apre senza trovare nulla, se non lo schema per aprire il ciondolo dato in regalo da Eduard a Sophie in gioventù.

Durante l'indagine, Uhl si ritrova ad inciampare in prove man a mano più schiaccianti della colpevolezza di Leopold per l'omicidio della duchessa. Sempre più in preda al rimorso per aver coperto l’omicidio di Sophie, decide infine di rivelare all’Imperatore padre il progetto del colpo di stato di Leopold. L’erede al trono prova a convincerlo che si tratta dell'ennesimo trucco di Eisenheim, ma ormai è troppo tardi: le truppe dell'imperatore sono arrivate per punire il suo tradimento. Messo alle strette e prossimo all’arresto, si spara.

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Mentre Uhl esce, probabilmente per l’ultima volta, dal Palazzo Imperiale, un bambino gli porge un foglio titolato “L’arancio”, dove finamente è spiegato il famoso trucco dell’illusionista. Gli dice che è da parte di Eisenheim. Uhl vede per strada Eduard travestito e lo segue sino alla stazione, dove finalmente capisce l’immenso trucco attraverso cui l’illusionista ha inscenato la morte di Sophie ed incastrato il principe traditore. Decide di non inseguirli. Il film si conclude con i due amanti, finalmente riuniti e felici.

Il finale 

Quando l'ispettore Uhl ispeziona la stalla dove Sophie è stata uccisa nel tentativo di scappare, trova una gemma della spada di Leopold. Questa gli sembra la prova definitiva della colpevolezza dell'uomo. Il principe afferma che si tratta solo di un altro trucco, prima di scoprire che Uhl ha preso la decisione di tradirlo smascherando il suo intrigo al padre.

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Uhl, alla stazione, sorride nel capire l'ultimo trucco di Eisenheim

Eppure, dopo aver visto Eduard travestito alla stazione, in lui si insinua il dubbio. Mette insieme i pezzi e capisce che il dottore che aveva eseguito le analisi e l'autopsia sul "cadavere" di Sophie, è in realtà un amico di Eisenheim (lo vediamo anche noi, in una delle scene del film in cui Uhl spia l'illusionista che progetta la fuga con l'amata). Sophie, dal suo canto, aveva aggiunto una sostanza inebriante nel vino di Leopold per renderlo incosciente e farlo collassare nelle stalle, facendolo svegliare senza alcuna memoria precisa dell'accaduto. Le gemme trovate sulla scena del delitto invece erano stare prese dall'illusionista durante il trucco della "Spada nella roccia", durante la sua esibizione a corte. Sophie, come una sorta di Giulietta shakespeariana, aveva sparso del sangue finto sul cavallo e aveva bevuto un intruglio in grado di simularne la morte. Si era poi svegliata, aveva aiutato l'amato col suo ultimo trucco (l'apparizione in teatro come spirito) per smascherare Leopold, ed era andata via da Vienna, aspettando che gli eventi facessero il loro corso e il ritorno del suo amato.

Spiegazione e temi

Malgrado siano gli elementi che permettono alla trama di snodarsi, i temi principali del film non sono la grande storia d’amore tra Eduard e Sophie, né la magia e i trucchi di prestigio. In realtà, a differenza di The Prestige (uscito nello stesso anno), non è fornita una spiegazione di quasi nessun trucco (trivia: tutte le illusioni che Eisenheim compie nel film, compresa quella dell'arancio, sono effettivamente trucchi utilizzati dagli illusionisti del tempo). 

Uhl e le illusioni

Più che nel capire i trucchi, è un film che parla del processo che porta uno scettico a credere nel trucco, a mettere tutte le proprie convinzioni in discussione. Ed è questo che Eisenheim riesce a fare; l’ispettore Uhl, un poliziotto scettico la cui fedeltà è all’impero, si ritrova a mettere in questione la propria lealtà e a mettere da parte le proprie ambizioni. Paradossalmente, è attraverso il trucco di Eisenheim che l’ispettore riesce a ritrovare una parte di verità, ed infine, la lealtà a se stesso

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Sin dall’inizio della storia e prima delle accuse all’illusionista, il detective si mostra estremamente affascinato dai suoi trucchi. Come potremmo esserlo noi, spettatori, quando vediamo un film; sappiamo che spesso stiamo assistendo ad uno spettacolo di finzione, eppure ci facciamo intrattenere dall’illusione per tutta la sua durata.

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L'ispettore Uhl cammina in un corridoio prima di fare rapporto al principe Leopold

Eppure, con i buoni film, ogni tanto accade: malgrado restiamo coscienti di aver assistito ad un’illusione, ne traiamo una sorta di verità, di insegnamento, di riflessione. Quella riflessione è meno valida perché ad averle dato vita è una finzione?

Man a mano che il film va avanti, ci si accorge che il vero triangolo non è quello tra Eduard, Sophie e Leopold, ma tra Eduard/Eisenheim, Uhl e Leopold. Non a caso, quando Uhl espone a Leopold tutte le prove che lo incriminano dell’omicidio di Sophie, quest’ultimo tenta di convincerlo che si tratti di un altro trucco di Eiseinheim, e Uhl, laconicamente, afferma: “Eppure, forse, c’è verità in questa illusione”.

Leopold

Buona parte dell’evoluzione tragica del personaggio di Leopold si trova infatti in questo: è per lui inammissibile trovare la verità e la meraviglia dietro l’illusione. È troppo concentrato nel coglierne meccanismi e falle per intuirne il messaggio. Malgrado il personaggio del futuro principe non sia certo presentato come positivo, alla fine, anche nella sua storia la verità assoluta è inarrivabile.

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Leopold in uniforme a corte

Certamente si nota da subito la sua arroganza, ma le voci sull’aver già ucciso una donna prima di Sophie sono solamente voci, e il tradimento a suo padre sembra avere un senso intrinseco nel suo tragico monologo finale, dove disperato confessa di volere soltanto tirare fuori l’impero dalla decadenza quasi inevitabile, e mostra il disappunto per il tradimento di Uhl, sino ad allora a lui fedele. Lui ha fatto ciò che poteva. “Troppo”. Muore così un personaggio sicuramente più tridimensionale di quanto non sembri a primo acchito. Un seguace fedelissimo della realtà e della razionalità, ucciso dall’illusione creata da due amanti in fuga.

Le sovrastrutture sociali

Un altro tema che emerge sin dalle prime scene è la superficialità e la violenza delle strutture socioeconomiche. Sono rigide, e apparentemente non sovvertibili. Sophie è una duchessa e Leopold un imperatore. Come affermato da Uhl, il mondo suo e di Eduard non può mai incontrarsi veramente con quello di Sophie e Leopold. Ogni contatto tra queste due realtà, ogni mescolanza, è solo di superficie e mai realmente possibile.

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Sophie, in carrozza, felice di rivedere Eduard

Eppure, le illusioni di Eisenheim riescono, alla fine, a smascherare l’illusione più grande di sempre: le classi sociali. Il trucco della spada Excalibur (la spada nella roccia che solo il meritevole può estrarre), che gli guadagna l’iniziale antipatia di Leopold, mostra come si diventi dei veri leader per merito, e non per nascita.  E il suo amore per Sophie dimostra come nulla della nostra estrazione sociale possa dettare legge al nostro cuore. Anche Uhl, infine, rinuncia alla promessa di una brillantissima carriera, in nome della propria lealtà alla giustizia (il vero scopo del suo mestiere, oltre ogni imposizione dall’alto).

Morte e cambiamento

Lungo tutto il film, durante molti degli spettacoli di Eisenheim, lo sentiamo chiedere: “Che cos’è, la morte?”. La morte come rinascita è un tema molto presente e ritorna, in qualche modo, nelle vicende di ogni singolo personaggio. Il film è pieno di simboli che rimandano al cambiamento, come ad esempio la farfalla intagliata nel ciondolo che Eduard regala a Sophie da ragazzi.

Eduard, ad esempio, rinasce come Eisenheim, con un altro nome: è cambiato, perché adesso, a differenza di quando era giovane, ha la possibilità di far "scomparire" davvero lui e Sophie, come lo pregava di fare la ragazza quando erano giovani, poco prima di essere divisi.

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Eduard compie la famosa illusione dell'arancio sul palco durante uno spettacolo

Sophie stessa, deve passare attraverso una “morte”, seppur inscenata, per potere finalmente esperire una parte di sé più autentica, oltre la gabbia del titolo nobiliare, e vivere il proprio amore liberamente.

E in un certo senso, proprio dopo essersi trovato a un passo dalla morte (Leopold è sul punto di sparargli) Uhl decide di abbandonare per sempre il suo mestiere di ispettore. 

I simboli del vecchio mago

Nel raccontare a Leopold tutto ciò che ha scoperto sul passato di Eduard, Uhl fa riferimento ad un particolare evento della vita dell’illusionista: da bambino, in aperta campagna, aveva incontrato un uomo (forse un mago) che aveva dato vita alla sua passione per le illusioni. L’uomo gli aveva fatto comparire dal nulla una rana, poi una rosa, e poi un flauto, scomparendo infine nel nulla. In questi tre simboli mostrati all’inizio del film è rivelata quella che sarà l’intera vicenda di Eduard.

  • La rana, proprio come la farfalla, è un altro animale che simboleggia il cambiamento. Da uovo, diventa un girino (animale prettamente acquatico) sino ad evolversi, sviluppare i polmoni e diventare una rana adulta, che abita sia l'acqua che la terra. Un po' come Eduard, che crescendo diventa Eisenheim dividendosi tra il mondo del reale e e quello delle illusioni.
  • La rosa rossa, la più classica delle rappresentazioni dell’amore, gli annuncia probabilmente il suo amore imperituro e incondizionato per Sophie. Un amore che, per sua stessa ammissione, non lo ha abbandonato neanche un attimo dal loro primo incontro.
  • Infine, il flauto. Uno strumento che per definizione, riesce a incantare. Incanta i serpenti, e in molte storie (come quella de Il flauto magico) incanta anche i bambini. Che indichi il futuro da illusionista del giovane Eduard?

The Illusionist è un film scirtto e diretto di Neil Burger, con Edward Norton e Jessica Biel, distribuito in Italia da Eagle Pictures. Ha ricevuto anche una nomination agli Oscar per la Migliore Fotografia. 

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