10 serie TV simili a Prison Break, per i fan di Michael Scofield

Autore: Chiara Poli ,

Prison Break è una serie unica nel suo genere, perché unisce il filone carcerario all’avventura. 

Ma se vi è piaciuta tanto, magari più di tante altre serie, in attesa della sesta stagione potete trovare in questi titoli un aiuto per colmare il vuoto.

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Spesso la nostra passione per una particolare serie TV ci porta a scoprirne altre, che non conoscevamo o non avevamo preso in considerazione pensando che non fossero “giuste” per noi.

Se siete fan di Michael Scofield e della sua incredibile avventura in prigione, ecco una lista di 10 titoli che potrebbero davvero piacervi. Con le dovute - e peculiari, che vi segnalo - differenze.

  1. I signori della fuga
  2. Oz
  3. Orange is the New Black
  4. Rectify
  5. Buried
  6. Wentworth
  7. Prisoner 
  8. Mindhunter
  9. Vis a Vis - Il prezzo del riscatto
  10. Making a Murderer

1. I signori della fuga

Breakout Kings - questo il titolo originale - è stata prodotta solo per due stagioni, ma sono certa che vi piaceranno entrambe se avete amato Prison Break.

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Perché la storia è proprio quella delle evasioni carcerarie. Solo che, stavolta, a cercare di catturare i fuggitivi che s’inventano le idee più originali per evadere dalla prigione, ci sono degli ex evasi che collaborano con gli U.S. Marshal.

Siamo un po’ al concetto di White Collar: se vuoi prendere i falsari, avvalersi dell’aiuto del migliore di loro, in carcere - e in cambio di una riduzione di pena - è la strategia vincente.

Anche per i nostri Marshal la collaborazione con gli ex fuggitivi, in cambi di sconti di pena e agevolazioni, si rivelerà proficua.

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Una serie dal ritmo serrato, ricca di azione e di evasioni spettacolari, che certamente non vi deluderà.

Nel cast Domenick Lombardozzi (l’indimenticabile detective Hauk di The Wire, altra serie che vi consiglio sempre e a prescindere), Brooke Nevin (Call Me Fitz), Jimmi Simpson (Westwordl) e Malcolm Goodwin (iZombie).

2. Oz

“La” serie carceraria per definizione. Dura, violenta, cruda, appassionante e appassionata. La storia del “Paradiso”, il braccio sperimentale di un carcere di massima sicurezza, l’Oswald State Penitentiary (abbreviativo: Oz, appunto), in cui chi crede nel progetto (Tim McManus, interpretato da Terry Kinney, già visto in Sleepers) si scontra quotidianamente con le violenze, le minacce, i pestaggi e la droga che infestano la vita dei detenuti.

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Tom Fontana crea e produce, insieme a Barry Levison, questa serie di HBO in 6 stagioni che vi sconvolgerà, ma vi terrà anche incollati allo schermo. Garantito.

Un cast eccellente: Enrie Hudson (Ghostbusters), Harold Perrineau (Lost), Kirk Acevedo (Band of Brothers), Rita Moreno (West Side Story), J.K. Simmons (Spider-Man), Lee Tergesen (The Purge), Adewale Akinnuoye-Agbaje (Lost),  Dean Winters (John Wick), Eamonn Walkerk (Chicago Fire): imparerete a conoscere i nomi dei personaggi, a temerli o a solidarizzare con loro: il già citato McManus, Leo Glynn, Kareem Said, Augustus Hill, Miguel Alvarez, Sorella Peter Marie Reimondo, Vern Schillinger, Tobias Beecher, Ryan O’Reily e Simon Adebisi entreranno nelle vostre vite. Ne faranno parte, nei vostri incubi e nelle vostre speranze. Per sempre.

Guardare per credere.

3. Orange is the New Black

La storia vera di Piper Kerman, tratta dal suo libro autobiografico, ha contribuito a determinare il grandissimo successo di Netflix.

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Nella serie, divisa in 7 stagioni che vi faranno preoccupare, vi faranno piangere e vi faranno innamorare delle protagoniste, Piper si chiama Champan ed è interpretata da una straordinaria Taylor Schilling.

Incastrata dalla sua ex fidanzata, Alex Vause (Laura Prepon), che l’ha coinvolta nel traffico di droga, Piper si presenta in carcere il giorno previsto per entrare a Litchfield, il carcere femminile che le toglierà la libertà.

Piper lascia il fidanzato, con il quale pianifica una vita perfetta, ed entra a Litchfield, dove dovrà fare i conti con la paura, l’amore, il rancore, le regole dure della vita del carcere che non cambia, anche se sono madri e figlie a gestirla.

Piper ritroverà Alex, dovrà guardare dentro se stessa, imparare a capire chi è e chi vuole essere davvero, e sopravvivere giorno dopo giorno. Ci riuscirà con le amiche (la cuoca Red, un’eccezionale Kate Mulgrew), la Nicky (Natasha Lyonne), Daya (Dasha Polanco), Taystee (Danielle Brooks), Gloria (Selenis Leyva), Poussey (Samira Wiley), ma anche alle nemiche Doggett (Taryn Manning), il sorvegliante Healy (Michael Harney) e alcune guardie. Imparerà a conoscere Suzanne, detta Occhi Pazzi (Uzo Aduba), attraverserà diverse fasi, piangerà e sarà felice.

Ci saranno matrimoni, figli, rivolte, ingiustizie, violenza… 

Ci sarà tutto quello che vi farà considerare le detenute di Litchfield, anche quelle più pericolose, come amiche. Perché Orange is The New Black funziona così: ti cattura fin dal primo istante… E non ti lascia più. Fino alla fine.

4. Rectify

La metto vicino a Buried perché si tratta di un'altra serie emotivamente impegnativa... Ma qui siamo a livelli difficilmente visti prima. Perché Rectify è la storia di un uomo - Daniel Holden, interpretato da un Aden Young che non dimenticherete mai - condannato a morte per l'omicidio della sua fidanzatina.

Ma Daniel Holden è innocente, l'ha ripetuto fino a che ha avuto fiato... E finalmente, all'improvviso, il suo avvocato riesce a dimostrarlo. C'è una nuova prova, una prova del DNA, che scagiona Daniel agli occhi della legge, ma non a quelli della comuità. Dopo 19 anni - una vita intera - nel braccio della morte, Daniel torna a casa. La sorella Amantha (Abigail Spencer) ha sempre creduto nella sua innocenza, ma non il resto della città.

Daniel non può allontanarsi: deve restare a vivere negli stessi luoghi in cui il delitto, una notte di vent'anni prima, ha avuto luogo. Spezzandogli il cuore.

Ma cos'è successo alla sua Hannah? Chi l'ha uccisa? Prima di tornare in carcere, rischiando di non uscirne mai più, lottando contro la forze di polizia locali e l'opinione pubblica, Daniel dovrà scoprirlo.

Poetica, riflessiva, sconvolgente: Recity ci mostra come il carcere trasformi un uomo, la sua anima, il mondo in cui non ha vissuto per quasi vent'anni e che, all'uscita - quando la disavventura è ancora lontana dalla sua conclusione - non riconosce più.

Imperdibile. Per tutti.

5. Buried

World Productions
Buried: Lennie James
Buried: la serie carceraria con Lennie James

Lennie James (il Morgan Jones di The Walking Dead), molto prima di iniziare a combattere gli zombie, era stato "sepolto" in carcere. Condannato a 10 anni, cerca di sopravvivere in prigione cercando di stare fuori dai guai... Finché deciderà di crearli, i guai. 

Buried è una serie molto profonda, la cui complessità - nei personaggi e nel rapporto fra di essi - va molto oltre l'aspetto "puramente" carcerario della vicenda.

Nonostante sia stata apprezzatissima dalla critica, e dal pubblico che l'ha vista, purtroppo è rimasta lì: in attesa di un seguito che non è mai arrivato, nonostante la parola definitiva - cancellazione - non fosse arrivata.

Siamo in un carcere britannico, non negli USA: conosceremo un mondo al quale non avevamo avuto accesso e un cast (Stephen Walters, Connor McIntyre, Jane Hazlegrove...) che ci conquista da subito.

Una sola stagione non è poi così impegnativa in termini di tempo, ma lo sarà dal punto di vista emotivo... E ne sarete felici. Gli 8 episodi della serie voleranno, e continuerete a ricordarli mentre vi chiedete se la storia di Lee Kingley, il protagonista, potrà mai proseguire.

6. Wentworth

Dal 2013, la serie che - guarda caso - si chiama come l'interprete di Michael Scofield - ci racconta la vita all'interno di un carcere australiano. E lo fa con grande perizia.

Amatissima dal pubblico, la serie è giunta alla nona stagione senza perdere smalto. Cosa non da tutti.

La storia è quella di Bea Smith (Danielle Cormack), imprigionata con l'accusa di tentato omicidio ai danni del marito. Bea, separata a forza dall'amata figlia, è in attesa del processo e prima ancora di essere giudicata si scontra con la durezza della vita carceraria.

Grandi interpretazioni, una storia appassionante, una location suggestiva (appositamente costruita nella periferia di Melbourne), Wentworth - dal nome del carcere e da un'idea di Reg Watson (Prisoner) - ha tutte le carte in regola: i meccanismi sempre più complessi che regolano la vita all'interno della prigione, la conoscenza delle altre detenute e la scommessa di Bea - di chi ci si può fidare? - la vicenda giudiziaria e i fatti che stanno dietro all'accusa rivolta a Bea... Una vita stravolta e un amore materno che spezza il cuore.

Da vedere.

7. Prisoner

Da non confondere con The Prisoner, Il prigioniero, capolavoro degli anni '60 con Patrick McGoohan (che vi consiglio a prescindere, ma che - mi rendo conto - per gli spettatori più giovani ha un ritmo difficile da seguire), eccoci alla serie australiana di Reg Watson, che avrebbe poi ispirato Wentworth.

Prodotta fra il 1979 e il 1986, con un enorme successo di pubblico, Prisoner è la storia di un gruppo di donne dietro le sbarre di una prigione australiana.

Femminismo - anche radicale - omosessualità, riforme carcerarie, errori della giustizia: in questa serie c'è davvero tutto ciò che riguarda la vita delle detenute, in ogni aspetto pratico e psicologico, raccontato in puro stile soap opera, volutamente, per legarci ai personaggi fin dal primo istante.

Molti la definiscono semplicemente crime drama, altri la chiamano soap opera carceraria, ma non lasciatevi trarre in inganno dalle etichette: qui c'è davvero del materiale interessante. 

Soprattutto per gli anni che rappresenta, quelli in cui è stata girata, fra la fine dei '70 e la prima metà degli '80, in cui molti spettatori potranno (ri)scoprire un mondo che magari hanno dimenticato, o addirittura mai conosciuto. Unica nel suo genere.

8. Mindhunter

E se, per una volta, i protagonisti fossero fuori dal carcere e ci andassero per intervistare i detenuti?

Si tratta proprio del caso di #Mindhunter, con due (finora) stagioni imperdibili su Netflix e la storia - tratta dalla vera storia di John E. Douglas, e del suo libro autobiografico Mindhunter - della nascita della scienza del profiling.

Contro le opinioni di molti e la derisione di alcuni, due agenti dell'FBI iniziano a intervistare i più spietati assassini rinchiusi nei carceri americani per imparare da loro a stilare i profili psicologici dei killer a cui danno la caccia.

Jonathan Groff (il giovane agente Holden Ford) e Holt McCallany (il veterano Bill Tench) iniziano a lavorare con la dottoressa Wendy Carr (Anna Torv) per imparare ad analizzare la mente degli assassini.

Appassionante, ipnotica, Mindhunter vi trascinerà al cospetto di mostri come Richard Speck (soprannominato dalla stampa The  Night Stalker), David Berkowitz (il serial killer noto come Il figlio di Sam), Charles Manson (a capo della setta che commise, fra gli altri, l'omicidio di Sharon Tate e dei suoi amici nella villa di Cielo Drive) ed Edmund Kemper, stupratore necrofilo e assassino di 10 persone.

Una serie da brividi, che scava nella testa di coloro che siamo abituati a chiamare mostri ma che - ed è questa la parte più terrificante - non sono altro che esseri umani.

Da guardare tutta d'un fiato!

Imperdibile. Per tutti.

9. Vis a Vis - Il prezzo del riscatto

Una serie spagnola - dopo il successo de La casa di carta, saranno molte le serie TV spagnole che ci aspettano su Netflix - che ha un fascino soprattutto per noi europei: ci mostra la vita all'interno di un carcere femminile, ma non si tratta di un carcere statunitense. E le regole sono diverse. Sconosciute, per noi italiani, e quindi ancora più interessanti.

Macarena Ferreiro (Maggie Civantos) è una donna giovane, ingenua e innamorata del suo capo. Per lui, e solo per lui, finisce per commettere svariati crimini in ambito finanziario, dall'appropriazione indebita al falso in bilancio. Per questo viene accusata di quattro diversi reati fiscali e spedita in carcere, nella prigione di Cruz del Sur, in attesa del processo.

Secondo i giudici è a rischio di fuga e la cauzione è così alta che non potrà mai permettersela. Ecco quindi che Macarena si trova, da un giorno all'altro, catapultata in un universo completamente nuovo, sconosciuto e ostile, senza nemmeno avere il tempo di elaborare quanto le sta succedendo.

Fra lacrime e ingenuità - anche in prigione - imparerà a destreggiarsi in un ambito diverso, e a temere Zulema (Najwa Nimri), la boss locale.

Troverà delle amiche e capirà che gli alleati sono una cosa ben diversa... Appassionante, e inaspettatamente ricca di colpi di scena.

Quattro stagioni in totale, prodotte fra il 2015 e il 2019.

10. Making a Murderer

In mezzo a tutta questa fiction, ci vuole anche un po' di realtà. E vi assicuro che quella di questa docuserie di Netflix, in due stagioni di grandissimo successo, cambierà la vostra prospettiva.

Io non sono riuscita a staccare gli occhi dallo schermo, tanto che ho visto tutta la prima stagione (all'epoca la seconda non era ancora uscita) tutta d'un fiato, mettendo in pausa tutto il resto.

Perché la storia di Steven Avery, realizzata dalla produzione nell'arco di ben 10 anni per raccontarcela nel modo più completo possibile, è davvero incredibile.

Arrestato nel 1985 e condannato per l'omicidio di Penny Beernsten, nonostante il suo alibi, Steven viene rilasciato dopo 18  anni grazie al programma statunitense Innocence Project, che fa collegare il DNA di un uomo già condannato per reati di stampo sessuale all'omicidio di Penny.

Naturalmente, non è finita qui: dopo due anni in libertà, Steven viene nuovamente arrestato, per un altro omicidio. La vittima è Teresa Halbach, vista viva per l'ultima volta all'interno della proprietà di Steven.

Tutto ricomincia daccapo - perché, come saprete da film e TV, negli Stati Uniti non si può essere processati due volte per lo stesso crimine - e questa volta è proprio il DNA a incastrare Avery... Ma non tutto è semplice e lineare come sempre.

Una vicenda vera, con protagonisti veri, sconvolgente e capace di farci dubitare di ogni certezza. Anche quella più assoluta.

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