L'amico di famiglia: il finale (cambiato) del film di Sorrentino

Autore: Alessandro Zoppo ,

L'amico di famiglia è il terzo film di Paolo Sorrentino dopo il successo ottenuto con #L'uomo in più e #Le conseguenze dell'amore.

Una commedia grottesca e visionaria, metafora della solitudine (che ha accompagnato il regista napoletano per gran parte della sua vita) e dell'ossessione per i soldi, costruita sul corpo e sul volto equino di Giacomo Rizzo, comico brillante ed eccezionale caratterista del teatro napoletano capace di giocare su più toni e registri.

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Rizzo è Geremia detto "cuore d'oro", un usuraio ripugnante e claudicante, morboso e incestuoso. Abbandonato ancora bambino dal padre, vive in una casa fatiscente con la madre paralitica e ha come unico amico l'informatore Gino (Fabrizio Bentivoglio), un cantante country veneto che sogna il Tennessee ma è costretto a fare i conti con la dura realtà dell'Agro pontino.

Geremia, come Titta Di Girolamo, non ha fatto i conti con le conseguenze dell'amore, che si materializza quando la famiglia della futura sposa Rosalba (Laura Chiatti), avvenente "Miss Agropontino", gli chiede un prestito per il matrimonio.

Lo strozzino fornisce il denaro ma soccombe al sentimento e perde la testa, senza capire che il carnefice finisce presto per diventare vittima.

Caratterizzato dalla regia avvolgente di Sorrentino, dalla fotografia carracciana di Luca Bigazzi e dalle architetture razionaliste e rigorose di Sabaudia, Pontinia e Latina, #L'amico di famiglia poggia sulla colonna sonora elettronica di Teho Teardo.

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Questo score è stato realizzato in autonomia dal compositore e sound designer friulano. Alle sue musiche Sorrentino ha aggiunto brani originali di Antony and the Johnsons, Lali Puna, The Notwist, Isan, The Album Leaf, Laurent Garnier, Kaos ed Edward Elgar.

"La bellezza è brutta", sussurra Rosalba poco prima che le vicissitudini sordide di Geremia si chiudono con il colpo di scena finale.

L'amico di famiglia: il finale

Show hidden content Rosalba e Gino hanno raggirato il laido aguzzino e sono scomparsi con il malloppo: un milione di euro.Nel buio della sua abitazione, il "mignatta" si rivolge al genitore che non ha mai conosciuto, prima di immergere il volto nella fontana della sua città dechirichiana.

Ci siamo seduti dalla parte del torto papà, perché tutti gli altri posti erano occupati, e va bene. Ci siamo detti 'Facciamo i cattivi perché i buoni muoiono bambini', e pure questo va bene. Ci siamo solo dimenticati di dirci qual è il limite. Perché c'è il limite, papà... ma io non lo conosco.

Con la morte della madre e la perdita di tutti i suoi averi, Geremia si aggira completamente solo sulla spiaggia di Sabaudia armato di metal detector, ancora alla ricerca di spiccioli o orologi perduti.

L'amico di famiglia che gli spettatori hanno visto in sala nel 2006, però, non è lo stesso film presentato in Concorso al Festival di Cannes, il secondo italiano in competizione quell'anno insieme a Il caimano di Nanni Moretti.

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Sorrentino si è "pentito" del primo montaggio e in vista dell'uscita al cinema, "stimolato" dai produttori Domenico Procacci, Nicola Giuliano e Francesca Cima, ha realizzato un cut diverso rispetto alla versione ammirata sulla Croisette.

Il finale originale e quello visto al cinema

Il finale è accorciato di sei minuti, diventando meno lungo e "faticoso" per il pubblico.

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Particolarmente significativa è l'eliminazione di una scena in cui una ragazza bellissima fa letteralmente girare la testa a Geremia, che precipita in un'enorme buca aperta per lavori in corso.

Questo momento spiega l'altrimenti inspiegabile braccio fasciato del "cravattaro" nel finale.

Altre scene, invece, come quelle del metal detector, sono lontane dalla sceneggiatura originale e sono state concepite e realizzate direttamente sul set, frutto dell'improvvisazione degli attori.

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Durante la conferenza stampa di presentazione del film, prodotto da Fandango e Indigo e distribuito da Medusa, alla Casa del Cinema di Roma, Sorrentino ha spiegato che il montaggio iniziale è stato rapido e veloce pur di presentare in tempo L'amico di famiglia a Cannes.

Fandango / Indigo Film / Medusa Film
Giacomo Rizzo in una scena del film L'amico di famiglia
Giacomo Rizzo è l'usuraio Geremia de' Geremei

Quando "c'era il tempo di farlo", il regista ha rimesso mano al risultato trasformando quella versione allungata in una meno faticosa, più fluida e compatta.

Per essere pronti all'appuntamento di Cannes avevamo fatto un montaggio forse un po' troppo frettoloso, con alcune sequenze, nella parte finale, che appesantivano inutilmente il film e così, visto che avevamo tempo per farlo, abbiamo voluto rivedere e correggere queste imperfezioni in fase di montaggio definitivo.

L'amico di famiglia L'amico di famiglia Geremia, un usuraio di provincia, presta i soldi ad un padre che deve organizzare il matrimonio della figlia. Lo affianca Gino il suo assistente, con il cappello da cowboy sempre ... Apri scheda

Sorrentino ha comunque ribadito che un film non raggiunge mai "un grado di precisione assoluto", ma L'amico di famiglia passato nelle sale è privato di alcune "code di racconto" che non servivano.

Le scene in questione sono quella che vede il ritorno improvviso di Rosalba da Geremia e un'altra in cui l'usuraio viene sparato dal cliente che vuole comprare i titoli nobiliari del padre.

Rivedendolo due mesi dopo il Festival di Cannes, dove L'amico di famiglia era stato accolto comunque bene, ho trovato alcuni difetti prima non visti, così ho tagliato sei minuti del finale. Il montaggio era stato fatto velocemente e il film sembrava lungo e più faticoso da comprendere.

Il senso del film, tuttavia, "è rimasto lo stesso e si conclude sempre con le immagini di Geremia alla ricerca, con il metal detector, di monete perse nella sabbia".

Le scene tagliate, la versione di Cannes e l'approfondimento con interventi di regista e produttori sul montaggio alternativo sono contenuti nel secondo disco dell'edizione speciale in DVD del film, edita da Medusa Video.

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E voi cosa ne pensate?

Avete apprezzato il finale del film di Sorrentino oppure avreste preferito una conclusione diversa, magari più fedele al montaggio originale presentato a Cannes?

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