Chiara Lubich, cosa aspettarsi dalla fiction Rai con Cristiana Capotondi

Autore: Alessandro Zoppo ,

Chiara Lubich è una delle figure spirituali più importanti della prima metà del Novecento. Fondatrice del Movimento dei Focolari, è stata protagonista indiscussa nel panorama ecclesiale del secolo scorso.

Insignita del Premio Unesco per l'Educazione alla Pace nel 1996 (per "il costante impegno a gettare ponti di pace e di unità tra persone, generazioni, ceti sociali e popoli coinvolgendo persone di ogni età, cultura e credo"), Lubich ha dato vita al movimento Gen (generazione nuova) rivolto ai giovani e fondato la Mariapoli di Loppiano, in provincia di Firenze, prima di una serie di altre comunità e cittadelle evangeliche.

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A cento anni dalla sua nascita e a dodici dalla scomparsa, Rai Fiction dedica a questa donna instancabile e coraggiosa un film TV diretto da Giacomo Campiotti e interpretato da Cristiana Capotondi.

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Campiotti è il regista di fiction e miniserie di successo come #Giuseppe Moscati - L'amore che guarisce con Giuseppe Fiorello, #Preferisco il Paradiso (basata sulla biografia di Filippo Neri) con Gigi Proietti, Maria di Nazaret con Alissa Jung e Paz Vega, #Braccialetti rossi e i più recenti Liberi di scegliere e #Ognuno è perfetto.

Scritto da Campiotti con Luisa Cotta Ramosino, Lea Tafuri e Francesco Arlanch, Chiara Lubich - Il mondo come una famiglia è un racconto della "fede come modello di vita". Prodotto da Rai Fiction con la Casanova Multimedia di Luca Barbareschi, il TV movie è presentato come "la storia di un percorso esemplare che nell'oscurità della guerra lancia il Movimento dei Focolari e offre un esempio di dedizione amorosa agli altri".

Se oggi i Focolari sono presenti in tutto il mondo, lo si deve alla sua fondatrice, considerata una delle personalità più rappresentative del dialogo interreligioso nel mondo contemporaneo, della spiritualità dell'unità fondata sul Vangelo e della centralità delle donne nella Chiesa cattolica.

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Il mondo come una famiglia è ambientato nella Trento del 1943. Chiara (all'anagrafe Silvia), figlia di una fervente cattolica e di un socialista e convinto antifascista, è entrata da un anno nel Terz'Ordine Francescano.

È una maestra poco più che ventenne che sogna di accedere all'Università Cattolica di Milano e vive la disperazione quotidiana dell'Italia massacrata dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale.

In pieno conflitto, affiora in lei un'illuminazione decisiva: insieme a poche amiche, si ritrova a leggere il Vangelo tra le macerie, la fame e la miseria e capisce che la riscoperta di Dio, "la scintilla ispiratrice", deve ripartire dall'amore, "la salvezza del XX secolo".

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"Che tutti siano uno" è il verso del Vangelo che colpisce di più Chiara e che diventa subito il suo programma di vita. Nei rifugi antiaerei, dove ad ogni allarme si trova con le sue prime compagne, porta la parola di Dio senza la presenza di un sacerdote.

Chiara e le sue amiche vanno a vivere insieme, creano il primo "focolare" e soprattutto si dedicano ai bisognosi e agli ammalati, in cui riconoscono la presenza di Gesù.

Attorno a lei e a questo nucleo si radunano sempre più persone: nasce il Movimento dei Focolari, che mette in comunione spontanea tutti i beni materiali e spirituali e sperimenta davvero il "date e vi sarà dato" e "chiedete e otterrete" promesso dal Vangelo.

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La radicalità dei Focolarini, il piano "Fraternità in atto" e il carisma di Chiara cominciano però a dare fastidio. A Trento, iniziano a serpeggiare critiche, incomprensioni e accuse di fanatismo nei confronti di questa "strana" comunità guidata da una donna.

Nonostante le rassicurazioni del vescovo Carlo de Ferrari, nel 1951 il Sant'Uffizio inizia una lunga indagine sui Focolarini e una serie di confronti con la fondatrice, che culminano con la richiesta di lasciare la guida del Movimento.

L'approvazione pontificia "ad experimentum" arriva soltanto nel 1962, ma nel frattempo Chiara vive una profonda crisi interiore, dalla quale torna alla luce anche grazie all'incontro con il deputato, scrittore e giornalista Igino Giordani, pioniere dell'ecumenismo.

A riabilitare definitivamente Lubich è Paolo VI: ben prima della stagione del Concilio Vaticano II, Papa Montini valorizza e incoraggia la dimensione fraterna del Movimento, che intanto si è diffuso in 182 Paesi e parla in 90 lingue e idiomi.

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Dopo la morte di Paolo VI, Chiara disse che per lei il Papa "non è morto, ha cambiato sede: dalla cattedra di Pietro dalla quale vigilava anche su di noi e ci proteggeva, alla presenza di Dio dove non può non continuare a proteggerci con quell'amore sensibile, fattivo, materno, costante di cui ci aveva colmati quando era su questa terra".

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Grazie al supporto della Trentino Film Commission, Chiara Lubich - Il mondo come una famiglia è stato girato in Trentino sui luoghi della "donna del dialogo".

Le suggestive location comprendono Trento, Rovereto, Pergine Valsugana e le alte valli del Primiero e di Fiemme: San Martino di Castrozza, Passo Rolle e Vanoi.

Il contributo decisivo è stato quello del produttore creativo Saverio D'Ercole e di Luca Ferrario della Trentino Film Commission. Come ha spiegato D'Ercole all'Ansa, Il mondo come una famiglia è "un film straordinariamente attuale".

È un progetto nato quattro anni fa che ci permette di conoscere Chiara Lubich a 23 anni, di incontrare una giovane donna e il suo sogno, quello di lavorare per realizzare la fratellanza universale.

Campiotti ha aggiunto che l'obiettivo è quello di "toccare il cuore delle persone tramite la figura di una donna speciale", mentre Capotondi ha rivelato che il suo approccio a Chiara Lubich è stato laico.

Desidero interpretare il suo messaggio universale, di pace, che deve essere fatto nostro.

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Una ricostruzione storica dell'esperienza vissuta da Lubich a Tonadico (Trento) nell'estate del 1949 con il primo gruppo di focolarine e focolarini è stata fatta da Silvio Cataldi e Paolo Siniscalco nel libro Verso un'estate di luce.

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La cornice storica dell'esperienza mistica di Chiara Lubich nel 1949

Chiara Lubich - Il mondo come una famiglia fa parte della collezione di TV movie biografici con i quali Rai Fiction vuole raccontare grandi storie e personaggi italiani "perché la nostra memoria deve essere nutrita e salvaguardata senza polverose strade agiografiche, ma sorretta dalla barra dritta del racconto".

Il primo biopic sarà Rita Levi Montalcini di Alberto Negrin, con Elena Sofia Ricci nei panni di uno dei simboli e dei personaggi più amati d'Italia, la scienziata premio Nobel per la medicina. Il TV movie va in onda giovedì 26 novembre 2020.

Il mondo come una famiglia va in onda in prima serata su Rai 1 domenica 3 gennaio 2021 alle 21:25

Nel frattempo, su RaiPlay è disponibile Il segno delle donne, una co-produzione Anele e Rai Storia dedicata a grandi donne italiane del Novecento, interpretate da attrici e "intervistate" dalla storica e critica d'arte Rachele Ferrario.

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Tra queste spicca Chiara Lubich, che rivive nel volto e nella voce di Anita Zagaria.

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