Scarface: chi sono Howard Hawks e Ben Hecht, ai quali è dedicato il film con Al Pacino?

Autore: Giulia Vitellaro ,

Nel 1983, il 9 dicembre, gli Stati Uniti incontravano per la prima volta Tony Montana. Scarface è la pellicola che ha reso immortale il successo di Brian De Palma e Al Pacino, dando una nuova grinta ai gangster movie (grazie anche alla straordinaria colonna sonora curata da Giorgio Moroder). La leggenda del film non si è fermata dopo la sua uscita, ma ha ispirato anche tutta la cinematografia successiva sino ad oggi, con l’annuncio di Luca Guadagnino di voler girare un remake.

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Tony (Al Pacino) spara in una scena di Scarface

Scarface 

Tony Montana (Al Pacino) e il suo amico Manny Ribera (Steven Bauer) riescono a lasciare Cuba durante l’esodo di Mariel, nel 1980. Si ritrovano alla Freedom Town, una sorta di campo rifugiati/ghetto per cubani a Miami. Per ottenere subito la green card i due accettano di lavorare al soldo del boss criminale Frank Lopez (Robert Loggia), uccidendo su commissione una persona nel campo. Ben presto i due amici, stanchi di lavorare come lavapiatti, si ritrovano fissi sul libro paga del grande signore della droga per cui avevano già lavorato a Freedom Town. Tony dimostra il suo valore quando, durante una compravendita di cocaina con alcuni colombiani, un suo compare viene ucciso in un agguato e lui riesce a gestire astutamente la situazione, salvando soldi e merce.

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A poco a poco, Tony inizia a inserirsi sempre di più nel giro della malavita e a guadagnarsi la fiducia di Lopez. Proprio a casa del boss, il nostro protagonista incontra Elvira Hancock (Michelle Pfeiffer). Presto, il nostro protagonista decide di volere tutto quello che ha il suo boss: il potere, i soldi, Elvira. Si riunisce anche con la propria famiglia (a cui porta i soldi frutto delle sue recenti prodezze) e in particolare con la sorella Gina (Mary Elizabeth Mastrantonio), nei confronti della quale è morbosamente protettivo. La madre invece, cosciente dell’origine di quel denaro, lo caccia di casa.

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Tony Montana seduto nel suo lussuosissimo studio

Dopo una trattativa di coca in Bolivia dove Montana riesce a trovare un accordo con il grande produttore Alejandro Sosa (Paul Shenar); torna quindi a Miami assicurando a Lopez una fornitura costosa ma che presto frutterà ingenti somme di denaro. Il suo rapporto con il suo capo inizia a incrinarsi sempre di più, parallelamente allo sviluppo del suo flirt con la bella (e molto reticente) Elvira. 

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Quando infine Lopez tenta di ucciderlo con un agguato al Babylon Club, che entrambi frequentano, Tony riesce a scampare ai sicari e si reca da lui con Manny. Insieme, i due lo uccidono e si guadagnano la fedeltà dei suoi scagnozzi, ereditando il suo impero: Tony Montana diventa uno dei signori della droga più potenti di Miami. Inizia una velocissima scalata al potere, attuata attraverso azioni sempre più violente, crude e spietate. Il suo atteggiamento è sempre più arrogante, la villa in cui vive è enorme e sfarzosa ed Elvira è ormai sua; i due si sposano, tra sregolatezze e cocaina.

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Elvira fuma una sigaretta seduta al Babylon Club

Nel mentre il nuovo signore della droga è nei guai con la giustizia, e si accorda con il neo-boss cubano per l'omicidio di un giornalista che potrebbe risolvere a entrambi i propri problemi. Tony non riesce a portare a termine l'incarico, perché il giornalista al momento dell'attentato si trova con la propria famiglia, e non vuole che vengano coinvolti bambini e innocenti. Promette a Sosa che riprogrammerà l'omicidio ma al boss questo non basta: i due litigano e Sosa lo minaccia esplicitamente.

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Nel mentre, Tony si trova alla ricerca della sorella Gina, che la madre non trova più da nessuna parte: la sorprende con il suo amico Manny, e in preda a una violenza incontrollabile e a una gelosia cieca, uccide il suo migliore amico. Porta la sorella (sconvolta) al sicuro, con sé, nella villa, dove però lo raggiungono gli scagnozzi di Sosa. Tony muore così, crivellato dalle pallottole dei colombiani, accecato dal rimorso per aver ucciso Manny e avere ferito sua sorella.

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Il corpo inerme di Tony galleggia in piscina. Su una statua campeggia la scritta

A chi è dedicato il film

Chi ha seguito la storia di Tony Montana sino alla fine, sa che il primo cartello nei titoli di coda di Scarface è una dedica a Ben Hecht and Howard Hawks.

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Ben Hecht e Howard Hawks sono rispettivamente lo sceneggiatore e il regista del primo film di Scarface, Scarface – Lo sfregiato (1932), di cui il film di De Palma è un adattamento. Il produttore di Scarface, Martin Bregman, aveva visto la vecchia pellicola in televisione a tarda notte, e aveva pensato che sarebbe stato possibile ambientarlo nel proprio tempo, mantenendo fedeltà alla trama originale. Lo stesso film era ispirato ad un romanzo omonimo, scritto da Armitage Trail nel 1929, il cui personaggio principale era ispirato ad Al Capone (lo stesso Al Capone, il famoso gangster italo-americano, era soprannominato Scarface).

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Tony in vestaglia insieme a Gino, in completo, occhiello e fedora

Entrambi i film narrano l’ascesa di ragazzi immigrati nel mondo delle organizzazioni criminali, ed entrambi i protagonisti si chiamano Tony. Un grande omaggio di De Palma al film di Hawks è anche la scritta “The world is yours”, che campeggia su una statua vicino alla piscina di Tony Montana e che spunta come slogan di una scritta neon fuori dall’appartamento di Tony Camonte.

Scarface, Lo sfregiato

Negli anni 20, l’immigrato italo-americano Antonio “Tony” Camonte  (Paul Muni) si ritrova al soldo del gangster Johnny Lovo (Osgood Perkins). Su suo ordine, uccide Luis Costillo, il più grande boss del South Side, e diventa con questa prova di fedeltà il secondo in comando di Lovo. Sono i tempi del proibizionismo, e il gruppo criminale fa soldi vedendo alcolici di contrabbando e vandalizzando i bar appartenenti alla concorrenza. L’unica raccomandazione di Lovo a Tony è quella di non scherzare con i gangster irlandesi, gli O’Hara, a cui appartiene tutto il North Side.

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Tony Camonte (Paul Muny) nasconde una pistola in una busta di carta, circondato dai suoi scagnozzi

Tony, assetato di potere, lo ignora, e il suo capo inizia a capire che ad essere in pericolo non è solo la sua autorità di boss, ma anche la sua relazione con la bella Poppy (Karen Morley), che il ragazzo corteggia senza sosta. Inizialmente Poppy lo ignora, ma la situazione cambia con il crescente successo di Tony e i due sono sempre più uniti. Nel mentre, il nostro protagonista si mette d’accordo con il suo migliore amico, Gino (George Raft), per uccidere il boss degli O’Hara. Questo, più le avances a Poppy, inducono Johnny Lovo a tentare di far uccidere Tony e Gino, che non si fanno certo prendere di sorpresa, uccidendolo e rendendo il giovane Camonte il boss indiscusso del North Side e del South Side. Nel mentre, la stretta della polizia si fa sempre più insistente.

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Come Tony Montana, anche Camonte uccide il proprio migliore amico Gino, per gelosia della sorella, Cesca (Ann Dvorak). Mentre la sorella (che intende ucciderlo) e Tony tornano a casa dopo l’assassinio, vengono raggiunti dalla polizia. Muoiono entrambi.

Le vicissitudini di Scarface - Lo sfregiato

I parallelismi con Capone

Il film (così come il romanzo cui si ispira) è chiaramente ispirato ad Al Capone: sono inclusi anche molti personaggi della sua storia, anche se non con il proprio vero nome.

Lo stesso sceneggiatore del film, Ben Hecht (a cui, come già menzionato, è dedicato il remake di De Palma), aveva conosciuto Capone e non era estraneo all’ambiente della Chicago di quegli anni. Stando ai racconti di Hecht, il celeberrimo boss gli avrebbe mandato due dei suoi scagnozzi a casa per assicurarsi che il film non fosse basato sulle sue vicende biografiche; lo sceneggiatore si era allora giustificato dicendo che in realtà il personaggio di Camonte era l’unione di tanti personaggi diversi, e che il titolo “Scarface” (soprannome di Al Capone) non fosse un riferimento al famoso gangster ma che fosse stato scelto solo perché capace di intrigare il pubblico. I due scagnozzi si ritennero soddisfatti e lo lasciarono in pace.

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Toni Camonte al tavolo con altri gangster

I riferimenti alle vicende criminali dell'iconico gangster erano però chiarissime, specialmente per il pubblico dell’epoca. Eccone alcune:

  • Il personaggio di Camonte aveva la stessa cicatrice di Capone.
  • Camonte è un membro della Five Points Gang di Brooklyn (proprio come la sua controparte nel mondo reale).
  •  O’Hara viene ucciso in un negozio di fiori, proprio come Dean O’Bannion, un rivale del famoso boss.
  • Viene rappresentata l’uccisione di 7 uomini in un garage, proprio come nell’attentato simbolo di quegli anni: il Massacro di San Valentino, uno dei più citati della storia del cinema.

Malgrado i riferimenti fossero chiari, corre voce che ad Al Capone il film sia piaciuto così tanto da possedere una stampa della locandina. È probabile tuttavia che si tratti di voci volutamente esasperate dal regista, dato che il boss fu imprigionato (per evasione fiscale) proprio nel periodo dell’uscita del film.

La censura

Oltre alla trama di Scarface – Lo sfregiato, ad attrarre De Palma e Bregman furono le vicissitudini censorie affrontate dal film prima della propria uscita, tanto da essere definito dalla giornalista e storica J.E. Smyth “uno dei film più censurati in tutta la storia di Hollywood”. 

Lo Scarface del 1932 ha ricevuto critiche estremamente simili a quelle del suo remake del 1983: la violenza efferata e il linguaggio diretto (nel film di De Palma, la parola fuck variamente declinata viene usata 226 volte in due ore e mezza). Negli anni 30, la violenza del film era esagerata per i tempi e soprattutto per l’immagine immacolata che Hollywood voleva dare degli Stati Uniti, un'immagine che si rispecchiava perfettamente nelle regole per la censura del Codice Hays.

Nel 1930 infatti, il presidente del Motion Pictures Producers and Distributors of America (MPPDA, l’organo che si occupava della censura e della moderazione dei film americani), Will Hays, inizia a dare un taglio più severo alle proprie politiche di censura, ponendosi obiettivi come: eliminare le scene di nudo, i riferimenti alla sessualità, l’uso di droghe e la glorificazione della criminalità. In particolare, l’ufficio di Hays si concentrò su Scarface – Lo sfregiato per evitare che l’ascesa e il declino del criminale suscitassero un sentimento di empatia nei confronti del protagonista. Il debutto del film fu posticipato per via del braccio di ferro tra Hays e gli autori, che optarono per rendere più “evocative” le scene esplicitamente più violente.

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Tony Camonte, interpretato da Paul Muni

L’uscita nelle sale fu permessa solo quando vennero eliminate tutte le scene violente. Nel film si assiste a circa 20 omicidi, ma nessuno di questi è filmato direttamente; le scene in cui appare Tony Camonte sono state modificate, in modo da farlo apparire meno furbo e più brutale, rendendolo un personaggio con cui è più difficile empatizzare. I rapporti di Tony con gli altri personaggi sono stati totalmente snaturati: la madre nella sceneggiatura iniziale supporta Tony nell’attività criminale e ne accetta di buon grado i proventi; l’ossessione di Tony per la sorella è stata decisamente mitigata per soddisfare le esigenze di censura (in una scena la abbracciava dopo averla schiaffeggiata e averle strappato il vestito); era previsto un rapporto di parentela tra il gangster e un poliziotto, poi rimosso per evitare che desse adito a ipotesi di corruzione nel corpo di polizia; era persino presente il personaggio di un politico che condannava la criminalità organizzata di giorno per poi fare festa con i gangster di notte.

La censura riuscì non solo a cancellare alcune scene in modo da togliere al protagonista l’aura epica, ma impose anche agli scrittori e ai registi l’aggiunta di un prologo in cui viene esplicitamente condannato il gangsterismo e soprattutto un totale cambio della scena finale. Il regista però, Hawks, si rifiutò categoricamente di ri-girare la scena finale con i cambiamenti apportati da MPPDA, e le riprese furono affidate ad un altro regista.

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Tony Camonte alza una mano in direzione di Cisca

La scena finale scritta da Hetch vedeva Tony ignorare il gas lacrimogeno e i proiettili pronto a vendere cara la pelle. Va però incontro ad un inconveniente: la sua pistola è scarica. Viene crivellato di colpi di pistola e, dopo essere rimasto in piedi e cosciente, muore.

Questa scena non vide la luce se non diversi anni dopo l'uscita del film. Il finale fu infatti cambiato dai censori: nel primo finale finito sul grande schermo (quello modificato dall’ufficio di Hays), Tony decide di consegnarsi alla polizia, viene processato, portato al patibolo e giustiziato, in un trionfo della american justice che è proprio quello voluto da Hays e i suoi. In questo finale, oltre a mancare la regia di Hawks, manca Paul Muni, l’interprete di Tony Camonte per tutto il resto del film: ai tempi, quando il finale venne rigirato, l'attore era impegnato in una produzione a Broadway. In queste scene il suo body-double è infatti sempre inquadrato di modo che non si veda chiaramente in viso.

Scarface è un film del 1983 diretto da Brian De Palma, scritto da Oliver Stone e interpretato da Al Pacino.

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