Black Beach: la prigione e le location dove hanno girato il film Netflix

Autore: Alessandro Zoppo ,

Un cast dominato dal protagonista Raúl Arévalo e i paesaggi mozzafiato dell'Africa nera sono al centro di Black Beach, il thriller pieno di ritmo e atroci dilemmi morali che il regista Esteban Crespo ha presentato al Festival di Málaga prima dell'arrivo nel catalogo dei contenuti di Netflix.

Candidato a sei premi Goya, Black Beach è la storia di un negoziatore spagnolo inviato dalla compagnia petrolifera statunitense che rappresenta in un'immaginaria isola africana, dove deve mediare il rilascio di un ingegnere della multinazionale. Quel rapimento mette infatti in pericolo la firma di un contratto da milioni di dollari.

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Il film è stato girato per otto settimane in cinque location diverse tra l'Africa e l'Europa, con una tappa conclusiva in Belgio a Bruxelles ed Anversa. Ecco una guida ai set usati dalla produzione, in particolare la prigione di Black Beach che dà il titolo al thriller.

Il Ghana

Prima di dedicarsi al cinema, Esteban Crespo ha lavorato a lungo come architetto e ha vissuto in diversi Paesi dell'Africa. Ha girato documentari e cortometraggi in Namibia e in Botswana e ha trascorso tre anni in Guinea Equatoriale, impegnato nella progettazione e costruzione di un parco nazionale. Da quel periodo si è innamorato dell'Africa nera.

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La Black Beach del titolo è ispirata proprio ad una vera prigione dell'ex colonia spagnola, situata sull'isola di Bioko. Gli spagnoli la chiamano Playa Negra ed è il luogo dove sono rinchiusi gli oppositori politici del leader guineano Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, considerato uno dei più brutali e feroci capi politici al mondo.

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Mbasogo, nipote del sanguinario dittatore Francisco Macías Nguema, governa la Guinea Equatoriale dal 1979. Per rafforzare il suo controllo sulla vita politica del Paese, il presidente ha modificato la costituzione, introdotto la pena di morte e un finto multipartitismo, e affidato la censura dei media ostili al figlio maggiore, nominato vicepresidente. Teodorin frequenta i salotti buoni del potere democratico europeo per negoziare tra tangenti e bustarelle i prezzi del petrolio, la cui produzione è in costante aumento.

Grazie a gas naturali e combustibili fossili, la Guinea Equatoriale vanta il più alto livello di reddito pro-capite dell'Africa sub-sahariana: 22mila 300 dollari all'anno. Ma questa ricchezza è nelle mani di pochi perché la Guinea è anche una delle nazioni più corrotte dell'Africa. Gli oppositori della famiglia Mbasogo vengono spediti a Black Beach, centro detentivo noto per la sistematica ferocia dei secondini e gli strumenti di tortura praticati.

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Prima di passare due anni e mezzo nel carcere militare di Bata Central, l'italiano Roberto Berardi è passato per Black Beach. L'imprenditore edile originario di Latina è stato accusato di frode fiscale dopo aver scoperto la sparizione di oltre un milione di euro dalle casse dell'impresa che aveva aperto in collaborazione proprio con il figlio di Obiang.

Il giornalista Andrea Spinelli Barrile ha ricostruito la storia di Berardi in un libro, Esperanza. La vera storia di un uomo contro una dittatura africana, e ha raccontato al sito Africa ExPress i maltrattamenti subiti e le malattie contratte dall'imprenditore nell'inferno di Black Beach.

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#Black Beach si ispira alla situazione guineana, ma la sceneggiatura di Crespo e David Moreno è frutto di fantasia e le riprese non si sono svolte a Malabo e dintorni.

Gran parte dei ciak africani sono avvenuti in Ghana "per via delle strutture che abbiamo trovato", spiega Crespo a El Periodico.

Abbiamo trovato location importanti in Ghana. Un altro elemento a favore è che è essenziale che altri film siano già stati girati lì prima del nostro, che abbiano esperienza e che diversi progetti siano stati realizzati in questa zona. Il Ghana è un paese abbastanza tranquillo, è la prima democrazia in Africa e un posto sicuro. Tutto questo ci ha fatto decidere di sceglierlo.

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Le location ghanesi scelte sono state Accra, Elmina e Swedru. La produzione ha inoltre contato sulla collaborazione dell'esercito.

Abbiamo girato con soldati veri e si prevedeva anche l'apparizione di un carro armato, ma non c'è stata la possibilità e quindi non abbiamo potuto usarlo.

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L'unico problema è nato nella scena in cui Carlos e Ale devono prendere la barca per arrivare a Black Beach: la persona che avrebbe dovuto guidarla era uscito a bere la sera prima ed è arrivato ubriaco sul set.

Le riprese sono state sospese, ma Crespo ha avuto un colpo di fortuna. Qualche giorno prima, aveva usato un drone durante le prove. Il regista ha quindi potuto usare alcuni di quei girati e grazie al digitale ha aggiunto in post-produzione il personaggio di Lucía, la compagna di Ale interpretata da Lidia Nené.

Come se non bastasse, il motore del cayuco, provato poche ore prima dei ciak, la notte decisiva non ha funzionato bene. In compenso, il fiume ghanese – zeppo di bottiglie di plastica e spazzatura: nel film si vede l'acqua piena di punti brillanti – ha fatto apparire l'Africa di Black Beach meno da cartolina e decisamente più reale.

Pris&Batty Films/Netflix
Lidia Nené in una scena del film Black Beach
Lidia Nené impegnata con il motore

Il carcere di Black Beach è stato ricostruito in un vecchio forte portoghese che veniva usato per il commercio degli schiavi.

Il Ghana conta circa trenta "castelli degli schiavi", vere e proprie "porte del non ritorno" che fungevano da ultima tappa per gli africani prima di attraversare l'Oceano Atlantico. Uno dei più tristemente celebri è Cape Coast Castle.

Le Canarie

Le isole Canarie non sono soltanto mare, relax e divertimento. Sempre più produzioni scelgono Fuerteventura e le zone limitrofe (dal parco naturale delle dune di Corralejo alla spiaggia del Jablito) come set d'eccezione.

Soltanto negli ultimi tempi hanno girato alle Canarie Marvel Studios per Gli Eterni e Warner Bros per #Wonder Woman 1984. Senza dimenticare serie come #La casa di carta, #The Witcher e White Lines.

Nel caso di Black Beach, Crespo ha usato Gran Canaria – la terza isola per dimensione nella Macaronesia e seconda più popolata dell'arcipelago – per ambientare la villa spettacolare che il figlio di Ndong mette a disposizione di Carlos e le scene della giungla.

Il territorio di Las Palmas de Gran Canaria offre infatti colline con boschi subtropicali, zone rocciose con foreste di conifere e dune sahariane con vista mare.

Nello specifico, i set sono la zona del Sabinal, la Playa de Las Canteras – il "tesoro" di Las Palmas: una lingua di sabbia di vari chilometri che si estende lungo tutta la baia, con fondali popolati da migliaia di tipi di pesci – e il cantiere di riparazione navale Astican.

La giungla è quella del Barranco di Guiniguada (un burrone naturale lungo 22 chilometri e situato sul versante nord-est dell'isola) e del Barranco di Azuaje, un percorso ad anello che attraversa la cittadina di Firgas.

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Madrid

Se a Bruxelles è stata davvero girata la cena di gala iniziale per celebrare Elena (la mamma del protagonista nonché Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati), la capitale spagnola è stata scelta per le scene dei party, come la serata in discoteca e la festa a casa di Ndong.

In questo caso – rivela Crespo – gli specialisti degli effetti visivi hanno "regalato" al regista la tanto desiderata giraffa che il figlio del dittatore ha fatto piazzare nel salone dell'abitazione.

Era molto difficile girare con una vera giraffa, quindi, per ragioni di tempo e di budget, è stata fatta in digitale. È una specie di omaggio al film Remando nel vento di Gonzalo Suárez, dove c'è una scena simile. È stata una cortesia: non era fondamentale e non era nel budget ma, alla fine, è stata una sorpresa, un regalo che la squadra di post-produzione mi ha fatto perché sapevano che ero molto emozionato per questo.

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Toledo

L'ultima location dopo il Ghana, le Canarie e Madrid è stata Toledo, la terra di Don Chisciotte e Sancho Panza. La città "delle tre religioni" è stata scelta perché dista soli 70 chilometri da Madrid, un'ora di auto.

I raccordi di montaggio, a quel punto, sono diventati abbastanza complicati da gestire, come spiega sempre Crespo al Periodico.

Nella scena dell'inseguimento di Carlos, l'inizio della sequenza, quando Raúl comincia a correre, è in Africa, poi prosegue a Toledo, sale sulla macchina di Ale alle Canarie, fa l'incidente a Toledo, passa a Madrid e torna di nuovo in Ghana. Tutte queste sequenze sono state girate a molte settimane di distanza l'una dall'altra, quindi siamo stati molto attenti a rispettare la continuità della scena.

A Toledo, in una caserma dell'esercito, è stato ricostruito il villaggio africano dove Carlos recupera i documenti dell'ingegnere della compagnia petrolifera e si dà alla fuga. Quello spazio è stato scelto perché "si adattava molto bene ad avere tutto sotto controllo nella scena in cui appare l'elicottero".

Peccato che il set militare della Mancia sia stato funestato da contrattempi, come l'arrivo di uno sciame di zecche, le temperature che arrivavano a 47 gradi (cinque persone della squadra ricoverate in ospedale) e un attacco di appendicite che ha colpito un operatore della troupe.

Un'odissea che non ha impedito a Crespo di completare quello che definisce "un thriller senza un budget hollywoodiano, ma un film d'azione che ha dentro la verità".

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