Estraneo a bordo: come finisce il film di Netflix?

Autore: Alessio Zuccari ,

Il pianeta Marte è una realtà che negli ultimi anni si sta avvicinando a noi sempre un po' di più. In uno già sterminato bacino di pellicole fantascientifiche è altrettanto sterminato il catalogo dedicato alle narrazioni sci-fi che vedono come oggetto di arrivo o di partenza proprio il Pianeta rosso. Si inserisce in questo solco anche Estraneo a bordo, film distribuito su Netflix diretto dal regista e cantautore brasiliano Joe Penna e scritto da lui stesso assieme a Ryan Morrison.

Film per certi versi atipico, che sfrutta come motore della narrazione un purissimo MacGuffin di hitchcockiana memoria e che si prende tutto il suo tempo per sviluppare un racconto molto lineare ma altrettanto preciso e pulito nello scandire i colpi giusti al momento giusto. Ecco, per Estraneo a bordo Marte è poco più di un punto di arrivo percepito in lontananza come terra promessa per un'umanità alla ricerca di nuovo spazio vitale, landa distante e sconfinata che potrebbe rappresentare il primo passo da compiere per toccare con mano le opportunità offerte dal cosmo.

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Il film è infatti interamente ambientato all'interno della nave spaziale dove viaggiano i tre astronauti interpretati da Anna Kendrick (Zoe), Toni Collette (la comandante Barnett), Daniel Dae Kim (David) e l'inatteso ingegnere Michael nei cui panni si cala Shamier Anderson. Dall'inaspettata convivenza dei membri originari della missione con il nuovo subentrato le cose si sposteranno ben preso nell'immancabile lotta per la sopravvivenza che, come detto, è articolata in maniera davvero ottima dalla sceneggiatura.

Il tocco a tratti elegante di Penna riesce a valorizzare i contorni di una narrazione che non apporta nulla di particolarmente innovativo al genere al quale fa riferimento, che tuttavia il regista sfrutta per attingere a una serie di tόpoi che conferiscono credibilità e dinamismo a questo piccolo viaggio nel cosmo. Estraneo a bordo paga forse un minutaggio leggermente eccessivo (sfioriamo le due ore) in cui alcuni tempi vuoti raffreddano un po' troppo l'arco del racconto che rimane, nonostante tutto, in grado di offrire intrattenimento di qualità.

Ma come finisce la pellicola?

Il finale di Estraneo a bordo

Il clima a bordo della nave dove viaggiano la comandante Barnett, Zoe, David e Michael è a dir poco teso. L'equipaggio ha scoperto da tempo che con il danneggiamento permanente del dispositivo dedicato al filtraggio dell'anidride carbonica non c'è abbastanza ossigeno rimanente da consentire a tutti e quattro di raggiungere sani e salvi la colonia su Marte, destinazione del viaggio.

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Se in un primo momento l'idea lasciata filtrare anche dal controllo missione sulla Terra è quella di porre fine alla vita di Michael (inizialmente a sua insaputa) per permettere quantomeno ai tre astronauti di arrivare sul Pianeta rosso, le cose dopo un po' precipitano ulteriormente. La coltura di alghe provvisoria sulla quale David ha iniziato a lavorare per garantire dell'ossigeno extra infatti muore e non può essere recuperata. L'ossigeno rimanente è a malapena sufficiente per due persone.

Netflix
Anna Kendrick in una scena di Estraneo a bordo

A questo punto l'unica cosa da tentare è provare a compiere un'operazione EVA (extravehicular activity) per controllare se c'è ossigeno da recuperare all'interno del vettore di lancio che è collocato all'estremità opposta della struttura che fluttua verso Marte. Sono oltre quattrocento metri di distanza nello spazio aperto del cosmo.

Si incaricano del primo tentativo Zoe e David che trovano nel vettore abbastanza ossigeno per garantire la sopravvivenza di tutti e quattro i membri della crew, ma a causa dell'improvviso arrivo di una tempesta solare riescono a recuperare solamente una delle due bombole previste. Bombola che, a causa di un incidente, viene persa.

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Zoe e David rientrano nel modulo dove attendono Barnett e Michael consci che non c'è nessuna speranza di arrivare tutti quanti su Marte. A questo punto è l'astronauta interpretata dalla Kendrick che decide di compiere un sacrificio che le costerà la vita sfidando le radiazioni mortali della tempesta solare e tornare nel vettore per recuperare la seconda bombola di ossigeno lì rimasta per consegnarla ai restanti tre membri dell'equipaggio.

L'impresa della donna riesce. L'astronauta, fiaccata letalmente da questa sua seconda sortita fuori dalla sicurezza della nave, si accascia sullo scafo mentre all'orizzonte appare, per la prima volta, la silhouette di Marte in lontananza.

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