Che cos'è l'Eurovision? Il nome, la storia e le vittorie italiane al Sanremo europeo

Autore: Elisa Giudici ,

L'Eurovision Song Contest (noto anche come Eurovision o semplicemente ESC) è un festival canoro nato negli anni '60 in Europa e tutt'ora organizzato dall'Unione europea di radiodiffusione. Chi ha qualche anno in più lo ricorda probabilmente come Eurovisione o Eurofestival, nomi cui talvolta viene ancora chiamato erroneamente.

Vi partecipano numerose nazione europee (nel 2021 sono 39), appartenenti all'Unione Europea o geograficamente facenti parte del continente. Due le notabili eccezioni: Israele e Australia, nazioni amiche "gemellate" con la kermesse. Composto da due semifinali ad eliminazione e una finalissima, il concorso canoro proclama ogni anno un vincitore in diretta televisiva e streaming. Ad ospitare ogni anno l'evento è la nazione che ha vinto l'anno precedente.

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Si tiene ogni anno, tradizionalmente a maggio. Per l'Italia partecipa la canzone vincitrice del Festival di Sanremo, qualora il cantante decida di accettare il pass europeo.

L'Eurovision è popolarissimo a livello internazionale: è l'evento televisivo non sportivo più seguito a livello mondiale. In Italia la sua popolarità ha conosciuto un crollo verticale dal 1997, quando a seguito di grandi polemiche la RAI decise di non partecipare più alla gara. Dal 2011 però siamo tornati a prendervi parte come nazione partecipante, sfiorando più volte la vittoria e confermandoci una delle nazioni dall'offerta musicale più variegata e carismatica. Non è un caso. Pur essendo un evento europeo, l'Eurovision Song Contest deve molto all'Italia, sia per la sua fondazione che nella sua storia. 

Come è nato l'Eurovision 

L'Eurovision Song Contest è nato ufficialmente nel 1965, su suggerimento del giornalista italiano Sergio Pugliese. Uscita da un decennio dalla Seconda guerra mondiale e appena entrata nell'era televisiva, l'Europa cercava di solidificare la pace e i rapporti tra nazioni che fino a pochi anni prima si erano fronteggiate in due guerre mondiali. 

Pugliese suggerì di creare un concorso canoro prendendo come modello proprio il Festival di Sanremo e sfruttando i mezzi dell'Unione europea di radiodiffusione, che esisteva già da 15 anni. Con il sostegno del fondatore Marcel Bezençon, nasceva l'Eurofestival. Alla prima edizione, svoltasi in Svizzera, parteciparono oltre all'Italia sei nazioni: Belgio, Germania Ovest, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Svizzera. 

Il significato di Eurovision 

Eurovision Song Contest significa letteralmente Concorso di canzoni in Eurovisione. L'acronomio delle tre iniziali, ESC, è molto utilizzato, soprattutto sui social e per gli hashtag dedicati, anche se colloquialmente lo si identifica come Eurovision. Il nome rimanda non solo al sistema di diffusione in diretta in tutte le nazioni europee partecipanti, ma anche a un ideale. Quello della visione di un'Europa finalmente unita nella pace, i cui legami di fratellanza potessero essere rafforzati anche attraverso cultura e tradizioni comuni. 

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Eurovision Song Contest
il logo 2021 dell'Eurovision
L'Eurovision è un concorso canoro che ha come centro il valore europeo di fratellanza, pace e cooperazione

In molti stati europei questo metodo ha funzionato. L'Eurovision è divenuto un appuntamento imperdibile, che si segue spesso tra amici o in famiglia, organizzando i cosiddetti europarty. Durante l'anno poi in molte nazioni si tengono concorsi per selezionare i partecipanti all'ESC.

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Nello spirito di solidarietà e comunanza della manifestazione, il regolamento prevede che ogni stato possa votare solo i partecipanti delle altre nazioni, dando vita a un processo più equo in cui non si vota (almeno in teoria) sulla base dell'appartenenza nazionale, bensì per gusto e preferenze personali del pubblico. 

La travagliata storia italiana all'Eurovision 

In quanto nazionale fondatrice dell'Europa e dell'Eurovision, Italia accede da regolamento direttamente alla finale, insieme a Francia, Germania, Spagna e Regno Unito (le cinque big con pass assicurato per la finale). In Italia però la manifestazione non è sentita come in altre nazioni, almeno tra le giovani generazioni. Il motivo è da ricercarsi nel lungo silenzio calato sulla kermesse dal 1997 al 2011, quando la Rai decise di non partecipare più al concorso. In quell'annata i partecipanti italiani furono i Jalisse, freschi vincitori di Sanremo, con la celebre Fiumi di parole. Partiti da favoritissimi, arrivarono solo quarti, con l'ombra lunga di sospetti e brogli. 

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Molte voci all'epoca espressero dubbi sull'operato Rai, che avrebbe intralciato in ogni modo la vittoria dei Jalisse per non doversi sobbarcare i costi di realizzazione del Festival l'anno successivo. A ospitare l'Eurovision infatti è la nazione vincitrice dell'ultima edizione. Travolta dalle polemiche, la Rai ritirò l'Italia dalla partecipazione. 

Dopo anni di diplomazia e dialogo e dopo che l'Eurovision è divenuto l'evento non sportivo più seguito al mondo, l'Italia è rientrata in gara ufficialmente nel 2011. Gli ascolti su Rai1 (che trasmette la finale dell'evento) non sono ancora a livello delle altre nazioni, ma sono in crescita, così come l'interesse verso la kermesse. A dieci anni dal rientro in gara, l'Italia è arrivata due volte seconda (con Gualazzi e Mahmood) e una volta terza (con il Volo) e solo due volte non si è piazzata in top ten. 

Partecipazioni memorabili dell'Italia all'Eurovision

La vittoria italiana all'Eurovision manca dal 1990, quando a trionfare fu Insieme: 1992 di Toto Cutugno. La seconda e unica altra vittoria italiana all'Eurovision è stata quella di Gigliola Cinquetti nel 1964 con Non ho l'età (Per amarti), super hit non solo italiana ma anche europea e mondiale. Cinquetti rischiò di replicare dieci anni più tardi, quando arrivò seconda con il brano Sì. Arrivò terzo ma segnò la storia eurovisiva Domenico Modugno con la celeberrima Nel blu dipinto di blu (1958).

Tra i brani celebri della musica italiana che passarono all'Eurofestival ci sono Occhi di ragazza di Gianni Morandi, I treni di Tozeur di Franco Battiato e Alice e Gente di mare di Umberto Tozzi e Raf. 

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Dal rientro del 2011, hanno riscosso grandissimo successo alcuni brani vincitori di Sanremo: innanzitutto Mahmood con Soldi, arrivato secondo da grande favorito e con un brano sdoganato da tutte le radio europee. Anche Grande amore di Il Volo (arrivata terza in un'edizione agguerritissima) è diventata una hit popolare e amata tra i cultori dell'Eurovision. 

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