Untold, la docuserie Netflix che racconta storie sportive inedite e rocambolesche

Autore: Alessandro Zoppo ,

Lo sport è un bacino immenso di record e imprese ma anche una fabbrica enorme di storie estreme e incredibili. Cinque delle più insolite sono al centro di Untold, docu-serie che Netflix ha affidato a Chapman e Maclain Way, i creatori di #Wild Wild Country.

Non è la prima volta che i fratelli si confrontano con materiale del genere: hanno già realizzato per la piattaforma dalla grande N il doc The Battered Bastards of Baseball, ricostruzione dell'assurda vicenda umana e sportiva dei Portland Mavericks, una sgangherata squadra di baseball fondata nel 1973 dall'attore Bing Russell.

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La struttura di Untold è quella basica dei documentari sullo sport raccontati da chi lo fa: sono cinque episodi di durata media intorno ai 70 minuti, veri e propri film in cui i protagonisti di discipline come basket, boxe, decathlon, hockey e tennis riavvolgono in prima persona non solo il nastro delle loro esperienze, ma parlano apertamente dei loro demoni interiori. Cinque avvenimenti che hanno segnato la storia dello sport statunitense.

La rissa Indiana Pacers vs Detroit Pistons

Il primo episodio del volume è Rissa in NBA e ripercorre quanto accaduto il 19 novembre 2004 al Palace di Auburn Hills, il tristemente noto "malice at the Palace", ovvero la rissa peggiore della storia dell'NBA. Tutto succede in campo a 45,9 secondi dalla fine della partita. L'ala dei Pacers Ron Artest schiaffeggia il centro dei Pistons Ben Wallace, la lite coinvolge le due squadre e arriva fin sugli spalti quando un fan lancia una bevanda addosso ad Artest.

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Quella zuffa cambia per sempre l'NBA: la National Basketball Association comincia a limitare la vendita di alcolici durante le partite, sospende nove giocatori per un totale di 146 partite (con 11 milioni di dollari di stipendi bruciati), cinque di loro sono accusati di aggressione e condannati a un anno di libertà vigilata e di servizio alla comunità, cinque spettatori subiscono il daspo a vita.

La regia è di Floyd Russ, l'autore dell'acclamato cortometraggio Zion, short doc sulla vicenda di Zion Clark, il 23enne nato senza gambe a causa della regressione caudale e diventato wrestler professionista.

I demoni della pugile Christy Martin

Tanti pensano che la boxe non è uno sport da femmine: Christy Martin è stata una delle prime a dimostrare il contrario. Sul ring è stata un mix di talento e intuito: picchiava duro e leggeva nella mente dell'avversaria, sapeva sacrificarsi quando necessario e al tempo stesso era capace di scegliere in fretta la tattica giusta. Ma la "Coal Miner's Daughter" (la "figlia del minatore", in riferimento al lavoro del padre) non è soltanto un'icona della boxe femminile e la campionessa assoluta dei pesi medi leggeri.

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Il suo personaggio pubblico nasconde demoni personali e abusi tremendi: il suo aguzzino è il marito e allenatore Jim Martin, sposato nel 1991 all'età di 23 anni. Quando Christy non ne può più delle violenze domestiche dell'unico uomo di cui si fida e decide di lasciarlo, Martin perde la testa: la pugnala e poi le spara mentre lei cerca di scappare di casa. La pugile finisce in ospedale in fin di vita e vince all'ultimo round il suo incontro più importante, come ha raccontato ad Allison Glock su Espn.

La regia di Patto con il Diavolo è di Laura Brownson, la filmmaker di The Rachel Divide, doc sull'identità e le battaglie dell'"afroamericana bianca" Rachel Dolezal. Per l'occasione, la regista ha raccolto interviste esclusive a Mike Tyson, Laila Ali e lo stesso Martin, condannato per tentato omicidio e alla prima apparizione pubblica dopo la sua carcerazione.

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Successi e controversie di Caitlyn Jenner

Di Caitlyn Jenner si sa più o meno tutto: il coming out transgender, il percorso di transizione, l'operazione di femminilizzazione, gli oltre 11 milioni di follower su Instagram, la recente candidatura a governatore della California. Sono meno noti – almeno in Italia – i successi di quando, oltre che famoso patrigno del clan Kardashian, era un campione olimpico di decathlon, doppia medaglia d'oro ai Giochi panamericani di Città del Messico 1975 e ai Giochi di Montréal 1976.

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L'episodio di Untold racconta la figura di Bruce Jenner prima di diventare Caitlyn attraverso un'intervista inedita all'ex atleta, testimonianze d'epoca e immagini d'archivio. Dietro la macchina da presa c'è Crystal Moselle, la regista dei documentari #Skate Kitchen (sulla comunità femminile di skater a New York) e #The Wolfpack (sulla storia di sei fratelli rinchiusi dal padre all'interno di un piccolo appartamento del Lower East Side di New York, vincitore del Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival) e della serie Betty, il teen drama di HBO che espande le storie di Skate Kitchen.

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La mafia dietro i Danbury Trashers

Il titolo dell'episodio è Corruzione sul ghiaccio e fa riferimento ad un'assurda vicenda già raccontata da Bryant Urstadt su Espn e che pare uscita da #I Soprano. I protagonisti sono padre e figlio, si chiamano Jim e AJ Galante e fanno parte di una famiglia legata alla mafia. Nell'aprile del 2004 vanno a vedere una partita di hockey di una squadretta del Connecticut e decidono di comprarla. Un po' per la passione dei due per lo sport, un po' per ripulire i soldi sporchi del loro traffico illegale di rifiuti.

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Nascono così i Danbury Trashers, il team dei ragazzacci dell'hockey, una squadra diretta da un manager 17enne e con la fama di essere composta da giocatori tanto bravi quanto violenti. Si definiscono i "bad boys" della UHL e raggiungono il culmine il primo dicembre del 2004, durante una partita contro i Kalamazoo Wings: l'ala sinistra Brad Wingfield spezza una gamba a un avversario scatenando una mega-rissa, alla quale partecipa pure il patron Jim. L'FBI non aspetta altro: al termine della stagione, Galante è arrestato con 72 accuse a vario titolo e condannato a 87 mesi di carcere. La regia dell'episodio è di Chapman e Maclain Way.

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I "twisties" del tennista Mardy Fish

Il quinto e ultimo episodio si intitola Breaking Point, "punto di rottura", come quello del "gentleman del tennis", ex numero 1 d'America, vincitore a 22 anni del primo torneo del circuito ATP a Stoccolma e medaglia d'argento alle Olimpiadi di Atene 2004. La carriera di Fish comincia a "rompersi" nel 2005, quando un infortunio al polso sinistro lo costringe ad una doppia operazione. È l'inizio di un calvario fisico e psicologico dal quale il tennista del Minnesota si riprende soltanto tra il 2009 e il 2011, con la finale del Masters 1000 di Cincinnati (sconfitto da un certo Novak Djokovic) e il settimo posto della classifica mondiale.

Nel 2012 Fish fa una tremenda scoperta: soffre di problemi al cuore. Un'aritmia lo costringe all'ennesima operazione per l'innesto di un catetere cardiaco. Il recupero è più lento del previsto e Mardy comincia ad accusare ansia, insonnia e attacchi di panico. Quando torna in campo a Wimbledon, inizia ad avere pensieri "ossessivi ed inquieti". "Come se fossi nervoso per qualcosa che doveva accadere, anche se poi questa non accadeva. E credo che ciò che il mio cuore ha dovuto attraversare fu sotto molti aspetti dovuto al trauma nascosto nelle ombre di quei pensieri", scrive nella sua lettera d'addio al tennis professionistico, pubblicata sul Players' Tribune.

Fish ha appeso la racchetta al chiodo a 33 anni ed è grazie a lui, insieme a Naomi Osaka e Simon Biles, se da un po' di tempo a questa parte si è iniziato a parlare di salute mentale nel mondo dello sport. I registi dell'episodio sono ancora i fratelli Way.

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Untold ha inizio su Netflix il 10 agosto e il servizio non pubblica in un sol colpo tutti e cinque gli episodi all'interno del proprio catalogo: ecco il calendario.

  • Rissa in NBA: 10 agosto 2021
  • Patto con il Diavolo: 17 agosto
  • Untold: Caitlyn Jenner: 24 agosto
  • Corruzione sul ghiacchio: 31 agosto
  • Breaking Point: 7 settembre

"Lo sport – spiegano i fratelli Way – è un grande unificatore negli Stati Uniti: oltrepassa la politica, permea la cultura. Con Untold abbiamo cercato di separarlo e analizzarlo come un settore a sé stante, ma proprio come l'arte e il cinema, lo sport è così pervasivo che genera un'ampia discussione tra le persone. Nello scegliere quali storie raccontare, ci siamo fatti una semplice domanda: è questa la cosa più importante che è successa nella vita di questa persona?".

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