Nessuno ne uscirà vivo, il finale mischia sogno e realtà: ecco cosa è successo

Autore: Giuseppe Benincasa ,

Nessuno ne uscirà vivo è l'adattamento dell'omonimo romanzo scritto da Adam Nevill nel 2014, diretto per Netflix da Santiago Menghini, che è alla regia del suo primo lungometraggio.

La storia ruota attorno a una ragazza messicana di nome Ambar, che è immigrata illegalmente negli Stati Uniti dopo aver perso la madre. La situazione economica di Ambar non le permette di vivere da sola, e quindi lei si ritrova ad affittare una stanza - in quel di Cleveland - dove costa meno. Il luogo dove vive però nasconde dei segreti!

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Il film presenta una storia semplice e poco approfondita ma è ben gestita dal regista soprattutto nella sorpresa finale, che potrebbe aprire a un possibile sequel. I momenti di paura sono diversi a seconda della sensibilità di chi guarda, anche se spesso le morti sono nascoste all'occhio dello spettatore. Da questo punto di vista si poteva fare di più per rendere il film più cruento e spaventoso.

Attenzione: da qui in poi seguono spoiler sul finale del film e suoi suoi misteri!

Nessuno ne uscirà vivo Nessuno ne uscirà vivo Disperata e senza documenti, una donna messicana si trasferisce in una fatiscente pensione di Cleveland. Sarà lì che per lei inizieranno situazioni e visioni inquietanti con cui dovrà fare i ... Apri scheda

Il finale di Nessuno ne uscirà vivo vede Ambar riuscire a scappare dalla stanza del sacrificio e, subito dopo, liberarsi dai due fratelli che la tenevano imprigionata. Alcuni punti però restano un mistero: come ha fatto Ambar a slegarsi? Cos'è quella scatola? Da dove viene la creatura?

La storia della casa

È importante precisare subito che la casa di Cleveland dove alloggia Ambar non è sempre stata infestata. I fantasmi che ci vivono non sono nocivi per chi ci abita, ma sono intrappolati in una specie di limbo. Spesso queste presenze sono costrette a rivivere le brutalità che hanno vissuto in vita.

La scatola e il mostro

Alcune immagini di repertorio mostrano che Arthur Welles era un ricercatore che è stato in Messico nel 1963. In quello che sembra essere un tempio Maya vi sono teschi e scheletri di persone, e alcuni di questi riportano dei segni di pittura sul volto. Ciò che fanno pensare queste immagini è che il mostro, dopo aver "mangiato" la testa della sua vittima getta il suo teschio. Probabilmente quindi la creatura si nutre di cervelli.

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Un teschio
Le immagini di repertorio mostrate all'inizio del film

Nel tempio Maya Welles ha anche trovato una misteriosa scatola di pietra, che ha deciso di portare con sé negli Stati Uniti al fine di studiarla.

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Una vecchia foto
Una foto di Arthur Welles e la moglie insieme alla scatola misteriosa

Ciò si evince dal fatto che nello studio di Red, all'interno della casa, vi sono diversi libri che parlano di sacrifici e rituali antichi. Inoltre, il nastro che Ambar ascolta spiega come sacrificare anziani, donne e bambini al fine di ricevere delle benedizioni.

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Libri sui rituali antichi
I libri sui rituali antichi nello studio di Red

La scatola di pietra può essere considerata un portale dimensionale che offre accesso al nostro mondo a una creatura magica. Questa sembra non richiedere espressamente dei sacrifici ma accetta di buon grado per cena teste umane! La creatura - che sembra un incrocio tra una lumaca gigante e un ragno - offre una benedizione a chi le porta da mangiare. Becker per esempio, come raccontato dal fratello Red, ha iniziato a guarire da quando nutre la creatura.

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Un mostro soprannaturale
La creatura di Nessuno ne uscirà vivo

Un'altra caratteristica della creatura è che riesce a connettersi con i sogni delle persone. Queste infatti vivono dei sogni/allucinazioni durante i quali vedono la scatola di pietra (come nella sequenza iniziale ambientata dentro la casa) all'interno di un loro ricordo. Il film non spiega purtroppo il perché ma questo sembra un aspetto fondamentale per la creatura (sul quale tornerò più avanti).

Infine, è ipotizzabile che la colorazione del corpo o del volto della vittima, così come facevano gli antichi, sia del tutto inutile ai fini del sacrificio. Probabilmente si trattava di un modo di marchiare le vittime che è stato ripetuto inconsciamente da Welles e dai suoi figli.

Il significato delle farfalle

Le farfalle potrebbe offrire un punto di vista interessante sulla natura della creatura. La farfalla è considerato il simbolo della metamorfosi ovvero del cambiamento dell'animo umano in vari periodi della propria vita. Inoltre, questi insetti volatili rappresentano la rinascita.

Nell'economia del film si può pensare che ogni volta che la creatura mangia una persona essa rinasce un po'. Se ci si fa caso, dopo la prima vittima del film - la ragazza afroamericana - una farfalla imbalsamata prende vita. Inoltre, quando Ambar uccide una farfalla, questa rinasce. Ogni farfalla quindi presente nella casa potrebbe rappresentare uno degli spiriti mangiati dal mostro.

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Un quadro di farfalle
La prima farfalla prende vita

Inoltre è possibile che la creatura - collegandosi al concetto di cambiamento dello spirito umano - mostri nei sogni delle sue vittime i passaggi più importanti della loro vita. Per Ambar questo può essere il momento della morte della madre.

Pare che questo concetto l'abbia capito anche il personaggio di Arthur Welles. Questo ha infatti collezionato diverse farfalle nel suo studio.

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Una parete piena di farfalle
Le farfalle nello studio di Arthur Wells

Come si libera Ambar?

Quando Ambar sta per essere mangiata, la creatura mette le mani sulle tempie di lei al fine di "vedere" il suo sogno. Ambar sta parlando con la madre morente ma sembra disturbata da qualcosa. Lei pare essere cosciente che il posto che sta immaginando non è reale. Così Ambar rifiuta in sogno la richiesta d'aiuto della madre e le si ribella cercando di soffocarla con un cuscino.

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Ambar
Il sogno finale di Ambar

Ambar così esce dal sogno impossessandosi della sua realtà. Ciò evidentemente disturba la creatura, che libera Ambar dalle catene che la tenevano legata. Da questa sequenza si evince che il mostro potrebbe anche nutrirsi dei sogni delle sue vittime. In più la creatura potrebbe aver riconosciuto in Ambar la sua stessa origine ovvero quella messicana e per questo potrebbe aver deciso di sostituire Becker con Ambar come suo adepto. Alla fine infatti la caviglia slogata/spezzata di Ambar si rimette magicamente in sesto.

Nessuno ne uscirà vivo purtroppo non spiega quasi nulla della sua trama: molto deve essere "letto" tra le righe e intuito basandosi sulle immagini. Il film scritto da Jon Croker e Fernanda Coppel non offre (per fortuna) il classico "spiegone" ma offre veramente pochi spunti per capirne la storia. Si spera che un eventuale sequel (al momento non ci sono notizie in merito) faccia luce sulla vera natura della creatura.

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