The Guilty, la storia vera dietro il thriller danese e il remake con Jake Gyllenhaal

Autore: Alessandro Zoppo ,

Antoine Fuqua torna a dirigere Jake Gyllenhaal e a lavorare su un copione di Nic Pizzolatto (lo sceneggiatore di #True Detective) per The Guilty, il remake made in Hollywood del thriller mozzafiato #Il colpevole, esordio del danese Gustav Möller (svedese di nascita) con uno strepitoso Jakob Cedergren protagonista e un imprevedibile finale.

Le differenze rispetto all'originale sono davvero poche. Anche la formula resta sempre la stessa: un poliziesco girato in interni tutto in una notte, nel rispetto dell'unità di luogo, tempo e azione, per tenere gli spettatori incollati allo schermo. Ma l'elemento ancora più sorprendente è un altro: alla base del film di Möller, come del rifacimento, ci sono una serie di storie realmente accadute.

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The Guilty The Guilty Quando una persona in grave pericolo chiama il 911, un operatore (Jake Gyllenhaal) fa di tutto per salvarla... ma presto scopre che niente è come sembra. Apri scheda

La trama del film

Joe Baylor è un detective della polizia di Los Angeles, accusato di omicidio colposo e per questo relegato a lavorare come operatore del 911 in attesa del processo. Baylor sta attraversando un periodo difficile: colpito dall'asma, tormentato dal passato e dal futuro della carriera, si sta separando dalla moglie e fa persino fatica a parlare con la figlia.

Durante il turno al centralino, Joe riceve una strana chiamata: una donna di nome Emily (nella versione originale la voce è di Riley Keough: nel cast spiccano pure le voci di Ethan Hawke, Paul Dano e Peter Sarsgaard) è stata rapita dal marito. Lei e sua figlia Abby sono in pericolo. Baylor si attiva subito e cerca di salvarla: ovviamente non è tutto come appare e quella notte sarà piena di rivelazioni e colpi di scena.

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Jake Gyllenhaal in una scena del film The Guilty
Jake Gyllenhaal è Joe Baylor, l'operatore del 911 di The Guilty

La storia vera

Nel dicembre del 2018 Gyllenhaal acquisisce i diritti di Den skyldige con la sua Nine Stories Productions e coinvolge prima Fuqua e poi Pizzolato per girare il remake. Le riprese di #The Guilty, avvenute nel pieno dell'epidemia di Covid, durano appena 11 giorni: due in più dell'originale danese realizzato in 13 giorni ma con una preparazione alle spalle di ben sei mesi.

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L'ispirazione di Möller arriva infatti da tanti film tesi che si svolgono in spazi chiusi o ristretti, da #Quel pomeriggio di un giorno da cani di Sidney Lumet a #La conversazione di Francis Ford Coppola passando per Locke di Steven Knight. Tuttavia all'origine del film c'è l'ascolto dell'acclamato podcast Serial di Sarah Koenig e Julie Snyder, spin-off di This American Life.

Serial è diventato il podcast con il maggior numero di download di tutto iTunes. Nei 12 episodi della prima stagione, le giornaliste ricostruiscono un caso tristemente celebre di cronaca, accaduto a Baltimora nel 1999: la morte di Hae Min Lee, una studentessa diciottenne di origini coreane che frequenta la Woodlawn High School. La ragazza, scomparsa misteriosamente dopo il primo giorno di scuola, è trovata priva di vita qualche settimana dopo in un parco della città del Maryland.

Le indagini stabiliscono che Hae Min Lee è stata strangolata a morte dal suo ex fidanzato, Adnan Syed, condannato all'ergastolo nel 2000 per l'omicidio. Quasi 15 anni dopo la condanna, è proprio l'accurata contro-inchiesta di Serial – che fa luce in particolare sulla testimonianza di Asia McClain, una donna informata sui fatti ma inascoltata dall'avvocato di Syed – a far riaccendere i riflettori sulla vicenda. Adnan si è sempre proclamato innocente e l'organizzazione non profit Innocence Project chiede la riapertura del caso: dopo l'iniziale decisione del giudice Martin P. Welch di ordinare un nuovo processo, la Corte d'appello del Maryland annulla questa richiesta.

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Un primo piano di Jake Gyllenhaal in una scena del film The Guilty
Cosa sta succedendo dall'altra parte del telefono? L'importanza della voce in The Guilty

Möller racconta in un'intervista concessa a Variety che la genesi definitiva di The Guilty si deve in realtà ad un altro episodio realmente accaduto e riportato in un video che ha visto su YouTube.

Nella clip si ascolta la chiamata al 911 statunitense di una donna rapita. Quella voce femminile parla in codice al centralinista e chiede aiuto proprio mentre è seduta accanto al suo rapitore.

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Mi sembrava di vedere delle immagini semplicemente ascoltando il suono. Mi sembrava di aver visto questa donna; avevo un'idea della macchina in cui era seduta e della strada che stavano percorrendo.

Intrigati da quest'esperienza sensoriale e dalla possibilità che ogni spettatore possa costruire immagini diverse a partire dallo stesso audio, Möller e il suo sceneggiatore Emil Nygaard Albertsen decidono di scrivere una storia "che si sarebbe svolta in modi diversi, in cui ognuno avrebbe avuto un'esperienza unica, come guardare il proprio film".

Per aumentare il grado di realismo, Möller e Albertsen trascorrono un lungo periodo di tempo al vero centralino per le emergenze in Danimarca. I due parlano con i veri poliziotti che lavorano all'alarmcentral e scoprono che gli operatori sono spesso agenti tolti dal servizio operativo e riassegnati al numero telefonico d'emergenza.

The Guilty mette quindi insieme varie storie reali. Nel remake, molto fedele all'originale, la Los Angeles assediata dalle fiamme sostituisce Copenaghen. Pizzolato mette in scena quanto accaduto nell'estate del 2020 e proseguito in quella del 2021: gli incendi in California in cui hanno perso la vita oltre trenta persone e che hanno devastato centinaia di chilometri quadrati di foreste e parchi naturalistici nazionali oltre ad almeno 700 case. Joe Baylor, ovviamente, è un personaggio di pura finzione. La scena della brutalità della polizia è un espediente per una riflessione più profonda su come una valutazione errata o un errore di giudizio, specie da parte delle autorità, possano rivelarsi fatali.

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