Danganronpa Decadence: una folle avventura tra anime e videogioco

Autore: Silvio Mazzitelli ,
Videogames
9' 10''

Arriva su Nintendo Switch una serie di giochi molto amati da tutti i fan dell’animazione giapponese. La serie Danganronpa è infatti giunta sulla console di Nintendo in un esclusivo pacchetto, chiamato Danganronpa Decadence, che include ben quattro giochi. I titoli compresi sono la trilogia originale della serie (ossia Danganronpa: Trigger Happy Havoc Anniversary Edition, Danganronpa 2: Goodbye Despair e Danganronpa V3: Killing Harmony) e lo spin-off inedito Danganronpa S: Ultimate Summer Camp. La serie era nata in origine sulle portatili di casa Sony: il primo Danganronpa uscì su PSP nel 2010, per poi arrivare su PS Vita nel 2014 in una versione rinnovata. I titoli sono di base delle visual novel, ossia un tipo di gioco principalmente incentrato sulla storia. Non mancano le fasi esplorative e i mini giochi, ma il focus principale resta sulla trama narrata e i suoi personaggi. Lo stile molto da anime ha fatto la fortuna di questa serie, anche grazie a un’ottima caratterizzazione dei personaggi, tanto che poi sono nate delle vere e proprie serie animate che ripercorrono le vicende dei videogiochi.

I titoli arrivano ora su Switch, che sta diventando sempre più una console adatta a giochi di questo tipo, come i già presenti titoli della saga di Phoenix Wright o del Professor Layton. La prima citata, tra l’altro, è una grande fonte d’ispirazione per le meccaniche e la struttura dei Danganronpa. Segnaliamo inoltre che i quattro titoli di questa collezione possono essere acquistati anche singolarmente in versione digitale sullo store Nintendo.

Una trilogia da scoprire

Tutti e tre i Danganronpa sono titoli prevalentemente narrativi, con uno stile che prende a piene mani dall’immaginario degli anime. I titoli sono definiti come delle visual novel, un genere molto popolare in Giappone, in cui in pratica la storia è narrata tramite lunghi dialoghi e l’interazione del giocatore è molto ridotta. I Danganronpa in realtà hanno delle fasi di gameplay più elaborate rispetto alla media delle visual novel, dove solitamente si possono al massimo scegliere le risposte ai dialoghi, così da determinare diversi finali. La trama dei tre titoli è molto avvincente e ben raccontata, tanto che difficilmente si riuscirà a staccarsene, data la voglia di scoprire tutti i misteri che i giochi nascondono. L’incipit è simile per tutti e tre i Danganronpa: un gruppo di studenti di grande talento viene rapito e chiuso in un'area che fa loro da prigione e da cui non è possibile scappare. Ognuno degli studenti eccelle in una determinata disciplina, sia essa sportiva o intellettuale. A rinchiuderli è un sadico quanto misterioso orsetto di colore bianco e nero chiamato Monokuma, che coinvolge tutti gli studenti rapiti in un sadico gioco in cui dovranno compiere un omicidio per essere liberati. Se l’assassino riuscirà a farla franca senza essere scoperto potrà uscire dal gioco, mentre tutti gli altri moriranno; se invece verrà scoperto, sarà giustiziato.

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Queste le regole di base che guidano la narrativa dei Danganronpa, a cui ovviamente si aggiungono, in ogni titolo, un cast di personaggi caratterizzati a dovere, diversi colpi di scena ben congegnati e tanti misteri da risolvere, tra cui lo scoprire cosa c’è dietro questo folle gioco mortale e quale sia la vera identità di Monokuma. Ogni episodio della trilogia ha una sua storia, un cast di personaggi diverso e un finale diciamo conclusivo, ma per capire davvero tutto dovrete giocarveli dal primo al terzo, anzi, se non inizierete dal primo, è probabile che in alcuni punti importanti della storia del secondo e del terzo capitolo capirete poco.

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Il primo titolo, Danganronpa: Trigger Happy Havoc, è ambientato nel liceo Hope’s Peak Academy e i protagonisti sono 14 studenti che vengono selezionati per far parte di questa scuola per pochi eletti. Tra loro c’è anche Makoto Naegi, un normale ragazzo senza talenti particolari che, infatti, non ha idea del perché anche lui sia stato scelto per questo liceo d’elite. Durante il primo giorno, però, gli studenti capiscono di essere finiti in una trappola tesa dal preside della scuola, che si presenta nella forma di uno strano orso di colore metà bianco e metà nero chiamato Monokuma. Come già detto, soltanto chi riuscirà a compiere un omicidio e a farla franca potrà lasciare la scuola, tutti gli altri invece saranno uccisi.

In Danganronpa 2: Goodbye Despair avremo una situazione simile, stavolta però il campo di battaglia sarà un’intera isola tropicale chiamata Jabberwock, dove 15 studenti selezionati sempre tra i più abili in diverse discipline vengono imprigionati in un altro gioco mortale con le stesse regole di quello nel primo titolo. Il protagonista di questa storia sarà Hajime Hinata, studente che non ricorda in cosa eccelle, ma che di sicuro è molto in gamba nell’analizzare dati e nell’investigazione.

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Infine, in Danganronpa V3: Killing Harmony si torna ad atmosfere più simili al primo titolo. In questo caso 16 studenti vengono rapiti e portati all’interno della scuola chiamata Ultimate Academy for Gifted Juveniles, che ricorda molto l’Hope’s Peak Academy. Tutti gli studenti hanno perso la memoria e di conseguenza non sanno quale sia il loro talento. Stavolta avremo due protagonisti, Shuichi Saihara e Kaede Akamatsu, che anche in questo caso dovranno risolvere i misteri del gioco mortale messo in scena dall'orso robotico Monokuma.

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La saga dei Danganronpa prende a piene mani da molte fonti d’ispirazione, a cominciare dal film (e anche manga e romanzo) Battle Royale, dalla serie dei Phoenix Wright, per alcune parti della struttura narrativa e ludica, e dai classici stereotipi dei personaggi degli anime. Il risultato però non è derivativo, ma porta a delle storie molto originali e piene di colpi di scena difficilmente prevedibili. A questo aggiungete personaggi sopra le righe che nascondono ombre molto più grandi del loro apparente carattere stereotipato, momenti drammatici alternati ad altri che vi strapperanno più di una risata e una sana dose di follia: tutto ciò rende l’intera trilogia indicata per chiunque ami le storie scritte bene, specialmente se non disdegna lo stile tipico degli anime nipponici.

Detective per necessità

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I tre titoli della serie Danganronpa condividono un sistema di gioco molto simile e sono tutti strutturati allo stesso modo, con tre fasi specifiche che servono a mandare avanti la storia. La prima si chiama Daily Life: ci consente di esplorare l’ambientazione e, soprattutto, di parlare con i vari personaggi, aspetto questo molto importante, perché ci consentirà di aumentare l’affinità con loro così da ottenere nuove abilità da sfruttare nei mini giochi. Conclusa questa fase si passa alla seconda, chiamata Deadly Life: in questo caso, da novelli investigatori, dovremo indagare muovendoci per le aree della scuola alla ricerca di indizi sull’eventuale omicidio. Le aree in cui sarà possibile indagare sono segnalate e questa fase non finirà finché non troveremo tutti gli indizi presenti. Infine, arriviamo alla terza fase, che rappresenta anche la parte centrale di ogni Danganronpa: la Class Trial. Questa è una sorta di processo che vede coinvolti in un dibattito tutti gli studenti presenti e noi, nei panni del protagonista, dovremo scoprire la verità su un eventuale omicidio smascherando il colpevole.

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Per scoprire chi sia l’assassino dovremo superare diversi mini giochi, come ad esempio il Nonstop Debate, in cui dovremo letteralmente colpire le frasi compromettenti con le prove da noi scoperte nella precedente fase, utilizzandole a mo’ di proiettili da sparare contro le dichiarazioni sospette. Ci sarà poi un gioco in cui dovremo colpire delle lettere così da rivelare una parola fondamentale per incalzare l’accusato. E ancora, troveremo una sorta di rythm game, che rappresenterà la sfida finale con l’accusato di turno, in cui dovremo premere i tasti a tempo per smontare il suo alibi. Ci sarà infine un mini gioco in cui dovremo riassumere la vicenda dell’omicidio in una specie di fumetto da completare. Nel secondo e terzo capitolo di Danganronpa troveremo più o meno gli stessi mini giochi, alcuni con qualche variazione, ma a queste se ne aggiungeranno di nuovi: ci sarà ad esempio una sorta di gara di snowboard metaforica in cui bisognerà prendere la strada che dipinge la giusta teoria riguardo un omicidio, oppure dovremo letteralmente affettare le accuse che verranno lanciate contro le nostre teorie. Il gameplay è dunque fatto di mini giochi piuttosto semplici, oltre alle fasi di esplorazione e indagine. Questi piccoli giochi divertono e sono piuttosto vari, ma con l’avanzare della storia diventeranno sempre più difficili da superare; per fortuna le abilità ottenute parlando con gli altri studenti verranno in nostro aiuto per semplificare un po’ le cose, anche se è probabile che, nelle fasi avanzate, si incappi in qualche game over.

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Il quarto gioco del pacchetto, Danganronpa S: Ultimate Summer Camp, è invece uno spin-off che parte da un mini gioco del terzo capitolo e lo amplia di molto, inserendo tutti i personaggi dei precedenti tre titoli. Questo capitolo sarà una sorta di grande gioco dell’oca in cui ci dovremo muovere su un grande tabellone e completarlo entro 50 turni. Lo scopo sarà sbloccare personaggi sempre più rari e potenti per affrontare le battaglie più difficili e riuscire così a finire più facilmente il tabellone. Le battaglie saranno in stile RPG a turni classico, dove dovremo selezionare azioni diverse tra attacco, abilità o difesa per sconfiggere i nemici, il tutto in una resa piuttosto spartana. Tutto sommato il titolo diverte, specialmente se si è fan della storia dei Danganronpa, dato che andando avanti sarà possibile sbloccare diverse interazioni tra i personaggi, ma alla lunga diventerà molto ripetitivo, soprattutto perché ci vorrà molto tempo per ottenere i personaggi più potenti, dato che questo avviene con un meccanismo casuale.

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Tecnicamente i giochi, essendo delle visual novel, non sono particolarmente complessi. Di base avremo delle ambientazioni in 3D piuttosto spartane, in cui si muoveranno le sagome, principalmente in 2D (almeno nei primi due giochi), dei personaggi. Sul lato artistico invece nulla da dire se vi piace lo stile anime: i personaggi sono tutti ben caratterizzati e unici da vedere. Il porting su Switch non è particolarmente brillante, dato che non aggiunge niente di nuovo ai titoli usciti in passato e, anzi, a volte c'è qualche problema di frame rate in cui il gioco ha dei visibili scatti. Obbligatoria per giocare alla serie è una buona padronanza dell’inglese, dato che bisognerà leggere molto e purtroppo non esiste la traduzione in italiano.

Il verdetto

Prodotto Consigliato

Danganronpa Decadence - Nintendo Switch

Danganronpa Decadence è la raccolta perfetta per chi ha amato questa serie di titoli o per chi non li ha mai giocati e vuole scoprirli per la prima volta su Nintendo Switch. Dei quattro giochi presenti, i tre della saga principale offrono tutti delle storie avvincenti e appassionanti, piene di colpi di scena e personaggi degni di essere ricordati. Il gameplay è molto limitato, ma riesce a essere vario, pur con qualche piccolo problema. Il quarto titolo è più uno spin-off che omaggia la saga, consigliato solo ai fan duri e puri della serie. Se amate le storie ben raccontate e lo stile da anime, allora sicuramente la trilogia di Danganronpa sarà perfetta per voi.

Commento

cpop.it

80

Una trilogia con annesso un interessante spin-off inedito che farà la gioia di tutti gli amanti delle belle storie realizzate con cura e dai temi cari agli amanti degli anime.

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