The Tunnel - Trappola nel buio, la storia vera dietro il disaster movie norvegese

Autore: Alessandro Zoppo ,

In Norvegia ci sono oltre 1100 tunnel. Quasi tutti sono sprovvisti di uscite di sicurezza: la prevenzione del rischio si basa sul principio dell'autosoccorso. Non sono ammesse titubanze o incertezze: ognuno ha la responsabilità di salvare sé stesso, quando possibile gli altri. Sin dalle informazioni fornite prima dei titoli di testa, The Tunnel - Trappola nel buio mette le cose in chiaro: il film è tratto da una storia vera.

Prodotto da John Einar Hagen e Einar Loftesnes con un budget da 3 milioni e mezzo di euro e girato in veri tunnel nella Norvegia occidentale, il disaster movie di Pål Øie è stato scritto dalla sceneggiatrice Kjersti Helen Rasmussen con un chiaro ancoraggio alla stretta attualità: la lunga serie di incidenti che si sono verificati nel corso degli anni nei tunnel del Paese scandinavo. Una catena di disgrazie che ha spesso messo in discussione il meccanismo di sicurezza scelto, anche se in diverse circostanze la fatalità ha giocato un ruolo importante.

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Campione d'incassi in patria, dove è stato l'ottavo film più visto della stagione 2019-2020 con quasi 140mila spettatori, #The Tunnel - Trappola nel buio si concentra su fatti realmente accaduti a partire dal 2011. Da quell'anno ci sono stati otto grandi incendi nelle gallerie norvegesi e soltanto grazie alla tempestività dei soccorsi, all'eroismo dei vigili del fuoco e degli addetti delle società che gestiscono i trafori e al senso civico di alcuni cittadini non ci sono state vittime.

The Tunnel - Trappola nel buio The Tunnel - Trappola nel buio Un camion cisterna ha un incidente all'interno di un tunnel nelle gelide montagne norvegesi. Famiglie, adolescenti e turisti che stanno rientrando a casa per Natale, rimangono intrappolati nell'oscurità. Una tempesta ... Apri scheda

La trama del film

È la vigilia di Natale e tanti norvegesi stanno facendo ritorno a casa o stanno andando dai parenti per le feste. Stein (Thorbjørn Harr, Jarl Borg di #Vikings) è uno dei più validi e coraggiosi vigili del fuoco che si occupano della manutenzione di ponti, tunnel e viadotti. Vedovo da tre anni, l'uomo sta cercando di rifarsi una vita con Ingrid (Lisa Carlehed), ma la figlia Elise (Ylva Fuglerud) non approva la relazione del genitore.

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Dopo l'ennesima discussione con il padre, Elise lascia Bergen e prende l'autobus per raggiungere la nonna ad Oslo. Non immagina che quel viaggio imprevisto si trasformerà in un incubo: all'interno del tunnel che il bus sta attraversando, un camion cisterna ha un terribile incidente. Sono in tanti ad essere intrappolati nell'oscurità: Elise e Rafa (Daniel Alexander Skadal), un ragazzo che ha conosciuto a bordo; Laila (Ingrid Anne Yttri), il marito e le loro due bambine; l'autista ungherese Anatol (Igor Necemer).

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Una tempesta di neve ostacola i soccorsi e quando la cisterna prende fuoco, il fumo nero e acre che sviluppa rischia di soffocare tutti. È una corsa contro il tempo. A coordinare le operazioni ci sono Christian (Per Egil Aske) e il figlio Ivar (Mikkel Bratt Silset, il Ragnar di #Norsemen), mentre Andrea (Ingvild Holthe Bygdnes), l'operatrice telefonica del centro di emergenza di Oslo, gestisce le chiamate in arrivo con il capo Egil (Kyrre Haugen Sydness).

Quando Stein scopre che Elise si trova nel tunnel, in quell'ingorgo di fuoco e di fumo, si precipita all'ingresso per portare in salvo la figlia. La situazione è drammatica. Le fiamme hanno avvolto il tir in pochi minuti, gli autisti hanno cercato di rinculare ma sono rimasti bloccati uno contro l'altro, chi ha scelto di chiudersi in macchina aspettando le squadre di recupero rischia di soffocare avvelenato dal fumo e stroncato dal calore.

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Gli incendi nel Gudvanga

Il Gudvanga è la seconda galleria più lunga della Norvegia: collega il paese di Gudvangen al fiordo di Nærøyfjord per oltre 11 chilometri. Il mezzo che si blocca e va in fiamme nel tunnel è ispirato proprio a tre incidenti accaduti nel Gudvanga. Il primo è avvenuto nell'agosto del 2013: un camion ha preso fuoco al chilometro 3 del traforo. Per fortuna non ci sono state vittime: il tunnel è stato subito evacuato e le 55 persone presenti all'interno portate in salvo e ricoverate in ospedale.

Il secondo incidente risale all'agosto del 2015, quando un autobus turistico ha preso fuoco a 500 metri dall'uscita. L'autista ha avvisato la polizia e ha evacuato rapidamente il pullman. Il triplo allarme agli altri servizi di emergenza ha funzionato come previsto. Il VTS (il centro di controllo traffico) ha immediatamente chiuso il tunnel e i vigili del fuoco sono arrivati sul luogo dopo circa 15 minuti. Quando l'autista ha preso l'estintore dalla parete del tunnel per cercare di spegnere l'incendio, si è attivato in automatico il sistema di ventilazione antincendio. Tuttavia, come nel film, il fumo è arrivato verso la parte con il maggior numero di persone, esponendo i passeggeri più vicini all'incendio a un enorme pericolo, riducendo le loro possibilità di mettersi in salvo.

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Le 32 persone che erano a bordo del bus sono state fatte salire su un furgone e tratte in salvo. Inoltre 19 veicoli sono riusciti a fare inversione e a fuggire. Soltanto tre veicoli con cinque passeggeri a bordo sono rimasti intrappolati, ma la comunicazione via cellulare con i servizi di emergenza ha aiutato a garantire che tutti rimanessero nelle loro auto. Un impatto decisivo sulla loro salvezza l'hanno avuto i vigili del fuoco di Aurland (hanno invertito la direzione della ventilazione e portato in salvo in ospedale i cinque dopo un'ora e mezza) e un uomo di nome Olav Hylland.

Olav Hylland, un passato da vigile del fuoco volontario e proprietario dell'hotel-ristorante di famiglia Gudvangen Fjordtell, è stato uno dei tanti danneggiati dall'incidente del 2013. Con la chiusura del tunnel, la strada per raggiungere la sua attività è stata bloccata per quasi un anno e il flusso di turisti si è fermato. L'11 agosto 2015 Olav era a bordo del suo furgone, un Mercedes Sprinter, quando notò una luce insolita e vide qualcosa che andava a fuoco: era l'autobus in fiamme.

Decine di passeggeri asiatici si stavano dirigendo verso di lui per allontanarsi dalle fiamme, andando però dalla parte sbagliata perché l'uscita del tunnel era appena 500 metri più avanti, dietro la curva. Quando Hylland si è reso conto che l'autobus stava bruciando in modo così rapido e violento che sarebbe stato impossibile aggirarlo, ha fatto inversione col suo van e aperto le porte scorrevoli del furgone invitando i turisti a salire a bordo. Non solo: con la torcia dell'autista del bus, ha indicato agli altri automobilisti in senso opposto di marcia la direzione giusta d'uscita.

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Dopo aver informato i soccorritori in qualità di capitano del porto locale e aver ospitato i passeggeri del pullman nel suo hotel, Olav ha anche noleggiato una barca per portarli in salvo nel villaggio di Flåm, dove li attendevano un gruppo di medici per controllarne lo stato di salute. "Ho fatto solo quello che avrebbe fatto chiunque", ha detto Hylland raccontando la sua storia al Reader's Digest.

La storia si è purtroppo ripetuta nel marzo del 2019: un camion è andato a fuoco a circa un chilometro e mezzo dall'ingresso del tunnel. I vigili del fuoco hanno spento tempestivamente l'incendio e 32 persone (la maggior parte addetti alla manutenzione) sono state subito evacuate: quattro di loro sono state ricoverate all'ospedale di Lærdal. Il tetto del Gudvanga è stato gravemente danneggiato e il traforo è stato chiuso per diversi giorni.

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L'incidente del Skatestraum

Inaugurato nel 2002, il Skatestraumtunnelen è un tunnel sottomarino che collega le isole di Rugsundøya e Bremangerlande. È lungo poco meno di 2 chilometri e raggiunge una profondità massima di 91 metri sotto il livello del mare. Nel luglio del 2015 un'autocisterna si è schiantata all'interno del tunnel e il carico, ovvero 16mila litri di benzina, ha preso fuoco. L'autista, Tore Myrestrand, è riuscito a fermare il traffico e a far girare i veicoli che stavano entrando nel tunnel prima che si trasformasse in un inferno, quindi nessuno è rimasto ferito.

Sei persone sono state ricoverate in ospedale senza gravi danni da inalazioni. In seguito si è scoperto che il tir aveva avuto un guasto ai freni e che il rimorchio si è andato a schiantare contro la parete della galleria. Sono state le migliaia di litri di acqua di mare che hanno inondato il tunnel a ridurre i fumi. L'incendio ha provocato ingenti danni alla struttura. Prima della riapertura al traffico, il traforo è rimasto chiuso per la ristrutturazione per quasi cinque mesi.

Gli allagamenti e gli incendi dell'Oslofjord

L'Oslofjordtunnelen è un altro tunnel sottomarino norvegese: attraversa l'Oslofjord per oltre 7 chilometri e collega la municipalità di Hurum a quella di Frogn. La sua profondità massima è di 134 metri. I primi incidenti nel traforo, inaugurato nel giugno del 2000, sono avvenuti tra il 2003 e il 2008, quando il sistema di pompaggio automatico non è riuscito a drenare a sufficienza il serbatoio naturale d'acqua, provocando un enorme allagamento, e il crollo di una sezione di cemento di 12 tonnellate ha causato una frana rovinosa.

Nel giugno del 2011, 34 persone sono rimaste intrappolate nell'Oslofjord invaso dal fumo quando un camion che trasportava carta è andato in fiamme a causa di un guasto nel motore. Non ci sono state vittime, soltanto 12 ospedalizzazioni per le inalazioni. Dopo le operazioni di soccorso e la manutenzione di rito, le autorità norvegesi hanno impedito l'uso del tunnel a veicoli con un peso superiore a 7,5 tonnellate e abbassato il limite di velocità da 80 a 70 chilometri orari.

Il Parlamento e la Norwegian Public Roads Administration hanno inoltre finanziato la costruzione di 26 camere di evacuazione. Queste misure non hanno impedito quanto accaduto nel maggio del 2017: un camion ha iniziato a bruciare nella notte e due persone – il camionista che stava cercando di spegnere l'incendio e un autista, Terje Langsrud, che ha assistito all'incidente e l'ha salvato fecendolo salire nella sua macchina – hanno rischiato la vita, per fortuna senza riportare ferite gravi. L'Oslofjordtunnelen è rimasto chiuso per diverse settimane.

Non è un caso se la galleria stradale più lunga al mondo si trova in Norvegia: è il tunnel del Lærdal. Situato ad una profondità di 1500 metri sulla Strada Europea E16, sulla tratta Oslo-Bergen, è lungo 24 chilometri nella roccia sotto le montagne, record soffiato al San Gottardo. Non ci sono uscite di emergenza: in caso di incidenti, vale il principio di autosoccorso, favorito dalle presenze di telefoni ed estintori e da un impianto di trattamento dell'aria che rimuove il biossido di azoto con filtri a carboni attivi ed elettrostatici. Per fortuna, almeno al Lærdal, non si sono ancora verificati incendi. L'unico è avvenuto nel 2000, poche ore prima dell'inaugurazione: 50 persone sono state tratte in salvo da un bus in fiamme all'interno della galleria. I passeggeri dovevano assistere proprio alla cerimonia di apertura.

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