Ballo ballo, com'è il film spagnolo che trasforma le hit di Raffaella Carrà in un musical

Autore: Elisa Giudici ,

Era solo questione di tempo prima che qualcuno ci pensasse: se gli Abba hanno avuto Mamma mia e Lucio Battisti il ben più modesto Un'avventura, perché Raffaella Carrà non può avere un film musical basato sulle sue hit più popolari? Non stupisce dunque troppo l'esistenza di Ballo ballo, un film la cui (labile) trama è tenuta insieme da una serie di canzoni irresistibilmente pop dell'inconfondibile caschetto biondo del Tuca Tuca. La (relativa) sorpresa è che non ci siano arrivati gli italiani da soli, limitandosi a supportare un progetto spagnolo.

Da Tiziano Ferro con la sua hit Raffaella è mia a Paolo Sorrentino con lo strepitoso remix di A far l'amore comincia tu nella scena iniziale del party in terrazza de La grande bellezza, Raffaella Carrà è da sempre considerata in patria un'icona popolare, pop e queer. Peccato che sia servito l'intervento del regista esordiente ispano-uruguaiano Nacho Álvarez - che Raffaella Carrà l'ha scoperta per caso da adolescente e ne ha capito la forza ancora più tardi, all'epoca di YouTube - per abbozzare il progetto. Certo poi dentro e dietro Ballo Ballo (Explota Explota) ci sono capitali italiani, con il coinvolgimento a vario titolo di Indigo Film, Rai Cinema e Amazon Prime Video.

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Rimane una certa amarezza nel constatare che a omaggiare Raffaella Carrà come si merita sia stata la sua seconda patria, il mondo ispanico che dalla Spagna all'America Latina la considera una grande artista. Forse in Italia è mancato come al solito quel quid, la distanza percepita tra il serio e il faceto, tra il popolare perché pop e il celebre ma alto: Battisti sì, Carrà no. 

La Spagna omaggia Raffaella Carrà 

Non che Raffaella Carrà abbia granché da invidiare a Un'avventura, il film sentimentale che ha tentato di lanciare una versione musical cinematografica sulla base delle canzoni di Lucio Battisti. Se avete completamente dimenticato quella pellicola, non c'è nulla di cui stupirsi: Un'avventura fu un flop, per quanto benintenzionato, di critica e di pubblico. La differenza con Ballo ballo a livello produttivo è comunque considerevole e tutta a favore del film italiano. 

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Con l'entusiasmo si può rimediare e mascherare tanto ma non tutto. Ballo Ballo si regge sull'esilissima premessa narrativa di un'orfana spagnola che finisce in convento romano (come prego?) negli anni '70 e, praticamente sull'altare, fugge dal suo primo amore e futuro sposo Massimiliano (il Giuseppe Maggio di Baby), facendo ritorno in patria. Qui stringe un'improbabile amicizia con una focosa hostess madrilena di nome Amparo (Verónica Echegui) e finisce per coronare il suo sogno di danzatrice autodidatta nella trasmissione televisiva più calda del momento, Las noches de Rosa. Ingaggiata come ballerina del corpo di danza, s'innamorerà del bel Pablo (Fernando Guallar), giovane chitarrista instradato dal padre nella ben poco invidiabile posizione di censore televisivo

Julio Vergne
Una scena di ballo collettiva dal film
Ballo ballo rimedia a molti dei suoi limiti grazie al suo approccio scanzonato e colorato

Al centro di Ballo Ballo ci sono le vanesie disavventure amorose della protagonista Rosa e della sua amica Amparo, punteggiate da ben più intriganti riferimenti alla censura televisiva e al clima bacchettone della Spagna del Generalissimo. Duole dirlo, dato che si parla pur sempre di un regista al suo debutto cinematografico, ma il lavoro di Nacho Álvarez si muove tra il televisivo di scarsa qualità e l'amatoriale. Si sente che sul set più che consolidate maestranze ci sono volenterosi aiutanti; una fotografia assurdamente virata sui toni del verde, scenografie e costumi al limite della recita scolastica, numeri musicali a cui non si può concedere più che la volontà e la voglia di far bene.

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Tuttavia a vincere su tutto è l'entusiasmo del progetto, che rende un film di fattura imbarazzante una visione tutto sommato godibile. Dove la storia perde verve, ci mette una pezza un tormentone di Raffaella Carrà (ridoppiato nell'edizione italiana, dato che le canzoni nel film sono tutte cantante nella loro versione spagnola) o qualche risvolto che sottolinea come (a differenza di quanto succede qui da noi) la società e il cinema spagnoli si sono lasciati alle spalle la mentalità figlia del perbenismo cattolico.

Laddove Un'avventura era decisamente più rifinito, girato con un certo criterio e discretamente prodotto, Ballo ballo riesce a tenergli testa con un'attitudine più spensierata, un entusiasmo contagioso, la voglia genuina di omaggiare le canzoni al centro del film senza prendersi (e prenderle) troppo sul serio. A confronto Un'avventura risulta sin troppo ingessato, poco spontaneo, nemmeno troppo sicuro di quale sia il suo pubblico. 

Julio Vergne
Maria si addormenta sulla spalla di Rosa
La storia di Maria è confusa e inverosimile, ma il film in qualche modo riesce a farla funzionare

Ballo ballo insomma non è di certo grande cinema (in tutta onestà ha un budget così risicato che non è nemmeno cinema vero e proprio), ma è l'ennesima prova di come le produzioni spagnole sappiano sempre portare a casa il risultato, mettendo al primo posto il godimento del proprio pubblico. Ogni tanto (parecchie volte) si sconfina nel territorio del kitsch, ma è lo stesso obiettivo di omaggiare Raffaella Carrà ad assolvere il film da queste sbandate. 

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Ballo ballo sarà disponibile su Amazon Prime Video a partire dal 25 gennaio 2021.

Commento

cpop.it

45

Tecnicamente è imbarazzante, ma Ballo ballo assolve egregiamente quello che sembra essere il suo unico scopo: divertire e divertirsi al ritmo dei successi di Raffaella Carrà.

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