Bohemian Rhapsody: sospesa la candidatura di Bryan Singer ai BAFTA 2019

Autore: Claudio Rugiero ,

A pochi giorni dall'annuale cerimonia dei premi assegnati dalla British Academy of Film and Television Arts (BAFTA), che avrà luogo alla Royal Albert Hall di Londra domenica 10 febbraio, emerge una novità per Bohemian Rhapsody.

Come riporta Deadline, l'organizzazione ha infatti deciso di sospendere la candidatura di Bryan Singer per la "migliore regia". Una decisione, come intuibile, presa "alla luce delle recenti e gravissime accuse" emerse contro il regista.

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Per BAFTA "il suo presunto comportamento è del tutto inaccettabile e incompatibile con i suoi valori". La sospensione della sua nomina rimarrà quindi in vigore fino a quando non sarà fatta chiarezza sulle accuse gravanti su Singer.

GK Films, New Regency Pictures, Queen Films Ltd., TriBeCa Productions e 20th Century Fox
I Queen suonano in una scena dal film Bohemian Rhapsody con al centro Rami Malek (Freddie Mercury)

Il film potrà comunque continuare a concorrere nelle altre sei categorie assegnate, ovvero: miglior film britannico, miglior attore protagonista (Rami Malek), migliore fotografia, miglior montaggio, miglior trucco e acconciatura e miglior sonoro.

Qui sotto riportiamo una traduzione del comunicato ufficiale del BAFTA circa la decisione presa su Singer:

Alla luce delle recenti e molto gravi accuse, BAFTA ha informato Bryan Singer che la sua nomination per Bohemian Rhapsody è stata sospesa con effetto immediato.

BAFTA considera il presunto comportamento del tutto inaccettabile e incompatibile con i suoi valori. Ciò ha portato alla sospensione della candidatura di Singer.

BAFTA rileva il diniego delle denunce di Singer. La sospensione della sua nomination rimarrà pertanto in vigore fino a quando l'esito delle accuse non sarà risolto.

A scanso di equivoci, Bohemian Rhapsody rimane candidato nella categoria degli eccezionali film britannici e gli altri individui nominati per il film manterranno la candidatura.

BAFTA crede che tutti abbiano il diritto a una carriera soddisfacente in un ambiente di lavoro sicuro e professionale e continuerà a collaborare con il cinema, i giochi e le industrie televisive per raggiungere questo obiettivo.

BAFTA non rilascerà ulteriori dichiarazioni al riguardo durante il periodo della sospensione.

Le accuse contro Bryan Singer

Le accuse di molestie sessuali contro Bryan Singer risalgono al 2014 con la denuncia dell'attore e modello Michael Egan e un misterioso secondo querelante. Egan ha poi deciso di abbandonare il processo dopo aver rifiutato il patteggiamento, ma nel frattempo su Indie Wire si era fatto vivo un terzo denunciante, tale Cesar Sanchez-Guzman.

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Il regista e il suo avvocato avevano allora liquidato quelle accuse come "assurde e diffamatorie". 

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In più, Singer aveva parlato in un post su Instagram di un pezzo in corso di pubblicazione su Esquire incentrato proprio sulle controversie che hanno investito la sua persona.

Quell'articolo è poi apparso su The Atlantic e raccoglieva le denunce di ben quattro uomini che raccontavano di aver subito molestie sessuali dal regista all'inizio degli anni '90. Dai loro racconti emergeva inoltre una dinamica ricorrente che includeva la minore età della vittima, un approccio diretto e irruento da parte del molestatore e lo sfondo di una festa in qualche isola tropicale o nella villa del regista.

Soltanto uno di questi quattro uomini, Victor Valdovinos, ha deciso di non nascondere la sua identità. Quest'ultimo, che ha lavorato come figurante sul set di Singer durante le riprese de L'allievo, ha detto di essere stato avvicinato dal regista negli spogliatoi della scuola da lui allora frequentata.

Il regista ha di nuovo categoricamente negato la sua responsabilità accusando gli autori dell'articolo, Maximillian Potter e Alex French, di voler cavalcare l'onda del successo di Bohemian Rhapsody.

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Dal canto loro, Potter e French hanno invece confermato la veridicità di quanto sostenuto nel pezzo da loro redatto. I due hanno inoltre riferito che quest'ultimo è stato pubblicato soltanto in seguito ad un lungo processo editoriale, che comprendeva il controllo delle fonti e la firma di un avvocato di Hearst.

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