A Chernobyl c'è una specie di funghi che usa le radiazioni per crescere (e potrebbe essere utile all'uomo)

Autore: Silvia Artana ,

L'incidente nucleare di Chernobyl del 26 aprile 1986 è una delle più grandi tragedie della storia moderna. Secondo le stime del Chernobyl Forum (istituito dalla International Atomic Energy Agency - IAEA), l'esplosione del reattore 4 ha causato 30 morti (anche se un altro conteggio parla di 65) e 4mila casi di tumore alla tiroide. Inoltre, ha causato l'evacuazione di 116mila persone dalla cosiddetta "zona di esclusione" e di altre 220mila negli anni successivi.

Tuttavia, le reali conseguenze del disastro non sono ancora del tutto chiare e probabilmente non sarà mai possibile determinarle con certezza. Ma forse nella desolazione della città fantasma di Pryp"jat' e dell'area di alienazione di oltre 30 km che circonda la centrale in Ucraina si cela qualcosa di buono.

Jorge Franganillo/ CC BY 2.0
La desolazione della zona di esclusione di Chernobyl
Nella desolazione della zona di esclusione di Chernobyl potrebbe celarsi una importante scoperta scientifica

Come scrive Express, un team di scienziati della NASA, guidato dal ricercatore senior Kasthuri Venkateswaran, ha scoperto che alcuni funghi che si trovano a Chernobyl sarebbero in grado di trasformare le radiazioni in energia chimica per la crescita.

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La specie si chiama Cryptococcus neoformans ed è stata individuata nel 1991. Ma come spiega il popolare blog Boing Boing, è conosciuta dalla fine del 1800 perché può provocare gravi patologie. Tuttavia, a quanto pare, avrebbe anche una caratteristica che potrebbe essere utile all'uomo.

Secondo quanto riporta Express, il fungo in questione conterrebbe grandi quantità di melanina (il pigmento che determina la colorazione della pelle) e la utilizzerebbe per usare a proprio vantaggio gli elevati livelli di radioattività che contaminano l'area:

L'abbondante quantità di melanina [presente nel  Cryptococcus neoformans, n.d.r.] assorbe la radiazione nociva e la trasforma in energia chimica, nello stesso modo in cui le piante convertono l'anidride carbonica e la clorofilla in ossigeno e glucosio durante la fotosintesi.

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Il processo descritto si chiama radiosintesi ed è stato osservato anche in altri due funghi presenti a Chernobyl, il Cladosporium sphaerospermum e la Wangiella dermatitidis, che insieme al Cryptococcus neoformans sono stati battezzati dagli scienziati "funghi radiotrofici".

Jorge Franganillo/CC BY 2.0
L'abbandono e la desolazione nella zona di esclusione di Chernobyl
La natura nella zona di esclusione di Chernobyl: nasconde segreti che potrebbero essere utili all'uomo?

Ma quali applicazioni potrebbe avere la scoperta? Come riporta un articolo di Business Insider di qualche tempo fa, la radiosintesi potrebbe essere usata per realizzare una super crema solare per proteggere gli astronauti in missione di esplorazione nello spazio. Inoltre, sembra che i funghi radiotrofici siano in grado di produrre "molecole biologiche speciali" con applicazioni nella cura del cancro e della depressione.

Il Cryptococcus neoformans e le altre specie potrebbero anche essere dei preziosi alleati nella produzione di energia elettrica. Stando a quello che scrive Express, che cita il diretto interessato, la ricerca del dottor Kasthuri Venkateswaran verterebbe proprio su questo:

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Il mio studio riguarda l'uso della melanina in combinazione con l'acqua per trasformare le radiazioni elettromagnetiche in energia elettrica. Poiché si tratta di una tecnologia non tossica e biocompatibile, è probabile che verrà ascritta al settore delle biotecnologie.

Dal disastro di Chernobyl nascerà davvero qualcosa di utile per il progresso scientifico e l'umanità? Per saperlo, non si può fare altro che aspettare gli sviluppi delle ricerche in corso.

Photo cover credits: "IMG_2987" by Porco-Rosso is licensed under CC PDM 1.0

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Photo text credits: "Chernobyl Exclusion Zone" by Jorge Franganillo is licensed under CC BY 2.0e "Duga radar system: wreckage of electronic devices" by Jorge Franganillo is licensed under CC BY 2.0

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