Thunderbolts: quando il villain diventa eroe (ma non troppo)

Autore: Manuel Enrico ,

Il futuro del Marvel Cinematic Universe, dopo gli eventi di Avengers: Endgame, ha perso la sua dimensione positiva, lasciando emergere una società che ha pesantemente sofferto degli eventi legati alla crociata di Thanos. Il sacrificio di Tony Stark e la comprensibile scelta di Steve Rogers hanno lasciato la comunità supereroica del franchise priva di punti di riferimento, in un momento in cui tensioni sociali e una ripresa complessa di una normalità hanno condotto a un radicale cambio nella percezione dei supereroi.

 Dalla nascita di movimenti rivoluzionari, come i Flag Smasher di The Falcon and the Winter Soldier, al radicale cambio di missione di Damage Control, passata dall’essere un ente di supporto ad agenzia di ricerca e controllo dei metaumani, l’eredità di Avengers: Endgame è quindi un mondo in cerca di nuove figure di riferimento, lontane dall’idea supereroico cui siamo stati abituati durante la saga dei Vendicatori, volgendo lo sguardo verso una differente concezione di eroe, creando le condizioni ideali per introdurre i Thunderbolts. 

Thunderbolts, la squadra black ops della Casa delle Idee

L’annuncio del film dedicato alla squadra di antieroi del Marvel Universe è stato accolto con particolare entusiasmo dai fan del mondo marveliano, soprattutto dopo che è stata svelata la formazione della versione del Marvel Cinematic Universe. Una rivelazione che, a ben vedere, era prevedibile, ripensando a come la strada per la formazione di questa squadra fosse stata tracciata da tempo, sfruttando in particolare l’anima seriale del franchise.

Marvel Comics
Thunderbolts

La Fase Quattro è stata essenziale nel dare vita alla nascita dei Thunderbolts del Marvel Cinematic Universe, ma questa genesi rispecchia la loro origine fumettistica.

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Thunderbolts, gli eroi per un mondo senza eroi

La nascita dei Thunderbolts è legata a uno dei momenti più intensi del Marvel Universe di fine anni ’90, l’evento noto come Onslaught. Legato al mondo mutante, che in quel periodo era la forza motrice dell’universo della Casa delle Idee, in questo maxi-evento venne profondamente sconvolto il contesto supereroico marveliano, a causa della scomparsa di alcuni dei volti più importanti, come i Vendicatori, che vennero dichiarati morti alla conclusione di Onslaught.

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Orfano di questa formazione supereroica, il Marvel Universe era comunque pronto ad accogliere un nuovo team di eroi, che fece la sua comparsa nel gennaio 1997 in The Incredibile Hulk (storia di Peter David e disegni di Mike Deodato). Inizialmente pensato per esser una squadra temporanea, questo gruppo senza nome venne poi trasformato nella prima apparizione della nuova supersquadra marveliana, con un’operazione di creazione e sviluppo divenuta storia del fumetto supereroico.

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Non rivelando nomi o identità, questa formazione ottenne il suo battesimo del fuoco nell’aprile del 1997, quando nel primo numero di Thunderbolts venne rivelato ai lettori che in realtà questi presunti eroi fossero nientemeno che i Maestri del Male, la congrega di villain guidati dal Barone Zemo.

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La caratterizzazione dei Thunderbolts venne realizzata da Kurt Busyek e Mark Bagley, che si basarono su vecchi personaggi della Casa delle Idee, riscrivendone in parte i tratti fondanti. Come ha ricordato Busiek parlando del percorso creativo che ha condotto alla creazione dei Thunderbolts:

Le vere origini dei Thunderbolts risalgono a quando vivevo nel New Jersey e andavo in macchina dai miei genitori nel New England. Per restare sveglio, mi assegnavo volumi da scrivere, lavorando su un orizzonte temporale di due o tre anni. In un viaggio, mi assegnai i Vendicatori, ed ebbi l’idea che alla fine i Maestri del Male ordissero un piano che infine consentisse loro di batterli presentandosi al mondo come dei nuovi eroi, soppiantando i Vendicatori. All’epoca pensai fosse una storia intrigante e la conservai

Una squadra dal misterioso passato che venne svelato con un colpo di scena: a comporre questo team erano in realtà i Maestri del Male. Un risvolto che divenne epocale, per il mondo Marvel, non solo perché dei villain vennero resi protagonisti di una propria saga, ma soprattutto perché quelli che erano de sempre considerati i ‘cattivi’ mostrarono l’intenzione di volersi redimere.

L'importanza dei Thunderbolts nel Marvel Universe

Calato all’interno del nuovo linguaggio fumettistico del periodo, l’ingresso dei Thunderbolts rispecchiava la volontà di andare oltre la tradizione del contesto supereroico, mostrando come anche i villain potessero avere una propria valenza. Soprattutto, se valutiamo come in questi anni di assisteva a una riscrittura del canone tradizionale in cui stavano emergendo nuove tendenze, non solamente all’interno dei due colossi del settore, ma anche con la nascita di personaggi slegati da questa tradizione, come Hellboy o Spawn. I Thunderbolts divennero quindi un elemento fondante della Marvel del periodo, in cerca di nuovi stimoli e di una narrazione scevra degli idealismi di precedenti decenni.

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Centrale in questa rappresentazione dei Thunderbolts era la presenza di una dinamica conflittuale interna alla squadra stessa. Laddove abbiamo visto figure dal passato criminale cercare una sincera redenzione in questa nuova vita da eroe, altre personalità vedono l’occasione per operare le proprie macchinazioni in modo subdolo. Una dinamica complessa e vivace che ha contraddistinto le avventure dei Thunderbolts, in cui si sono sviluppate tensioni non solo tra i membri del gruppo, ma anche con il resto della comunità supereroica, che specialmente dopo il ritorno di figure leggendario come Vendicatori e Fantastici Quattro.

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Il punto di contatto tra la dimensione cinematografia dei Thunderbolts e la loro origine cartacea può esser ricondotto al momento in cui, nei comics della Casa delle Idee, il governo americano ricompose la squadra dopo gli eventi di Civil War, rendendo i Thunderbolts una squadra operativa da utilizzare contro i supereroi che si opponevano all’Atto di Registrazione. Guidati nuovamente dal Barone Zemo, presto le mire della nemesi di Capitan America lo portarono ad esser allontanato, lasciando che il suo posto venisse preso da Norman Osborn, che grazie a questa suo ruolo di comando riuscì al culmine degli eventi di Secret Invasion a divenire il nuovo eroe degli americani.

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Anche durante le successive versioni del supergruppo, tra cui quelle guidate da Luke Cage e da Thaddeus ‘Red Hulk’ Ross, il ruolo dei Thunderbolts sembra esser sempre stato lontano da quel percorso di redenzione che era idealmente alle origini della formazione. L’ultima incarnazione del gruppo non ha certo modificato questa visione, considerato che i Thunderbolts sono stati impiegati da Wilson Fisk, sindaco di New York, come strumento durante la sua personale crociata contro i supereroi della Grande Mela durante gli eventi di Devil’s Reign.

Thunderbolts: le formazioni

Data la natura di questa peculiare formazione, profondamente diversa da altri supergruppi della Casa delle Idee, nel corso degli anni si sono presentate diverse formazioni del team, complice la presenza di grandi eventi, come Civil War o Assedio, in cui la presenza di una simile compagine si è tramutata in un perfetto strumento per dare tono a eventi di particolare pathos. 

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La formazione originale

Originariamente, I Thunderbolts erano un gruppo guidato da Helmut Zemo, alias Barone Zemo, sottolo pseudonimo di Citizen V. Lo scopo della storica nemesi di Captain America  era quello di creare un gruppo di eroi in grado di ottenere la fiducia dei cittadini di New York per perseguire i suoi loschi propositi. La storia dei Thunderbolts ha infatti inizio dopo la scomparsa dei Vendicatori e dei Fantastici Quattro in seguito all'attacco di Onslaught. Zemo intravede in quel momento l'opportunità di ottenere l'accesso ai documenti segreti dello S.H.I.E.L.D. per poter, infine, riuscire a controllare il mondo.

Accanto a Zemo, fanno parte della formazione originale dei Thunderbolts:

  • Paul Norbert Ebersol/Fixer sotto lo pseudonimo di Techno
  • Melissa Gold/Songbird con l'alias di Screaming Mimi
  • Abner Jenkins/Scarabeo col nome di MACH-I
  • Erik Josten/Golia rinominato Atlas
  • Infine Karla Sofen/Moonstone col nome in codice Meteorite

Tuttavia, senza che Zemo se ne renda conto, a un certo punto la gang di criminali, dimentica dei doppi fini che inizialmente li animava, inizia a credere alle sue stesse bugie e a comportarsi eroicamente. La vera svolta avviene quando Helen “Hallie” Takahama alias Jolt si unisce al team. La ragazza, con la sua spumeggiante personalità, dona al gruppo l'energia positiva che prima mancava.

I Nuovi Thunderbolts

Il gruppo viene ricostituito di volta in volta con diverse formazioni. Abner Jenkins, con la collaborazione di Songbird e Atlas, crea i Nuovi Thunderbolts, un team del quale fanno parte:

  • Donnie Gill aka Blizzard
  • Genis-Vell alias Captain Marvel 
  • Janice Yanizeski/Joystick
  • Chen Lu/Uomo Radioattivo

Insieme lottano contro i Fathom Five, il Barone Strucker (leader e fondatore dell'HYDRA), Spadaccino e Killgrave/Uomo Porpora.

I Thunderbolts di Norman Osborn

In seguito agli eventi della Civil War, Norman Osborn/Goblin diventa il leader di un gruppo di Thunderbolts in cerca di redenzione. Lo scopo iniziale dei Thunderbolts di Osborn è quello di acciuffare chiunque tenti di ostacolare la nuova Legge di Registrazione dei Superumani secondo la quale chiunque sia in possesso di abilità fuori dal comune dovrebbe essere schedato dal governo.

Durante Secret Invasion, i mutaforma Skrull si rivelano pericolosamente infiltrati all'interno di importanti posizioni di potere umane. Compreso lo S.H.I.E.L.D., sotto la guida di Tony Stark dopo Civil War, che viene considerata ora un'organizzazione fatiscente e incapace di contrastare una minaccia così letale, considerato che nemmeno le tecnologie della StarkTech si sono rivelate in grado di impedire questa infiltrazione.

Cogliendo l'occasione, Norman Osborn preme sul governo americano per essere messo a capo di un'altra agenzia, la H.A.M.M.E.R., che sfrutta i Thunderbolts come strumento contro gli alieni insediatisi sulla Terra. La formazione guidata da Norman Osborn finisce per aiutare gli Avengers durante l'invasione degli Skrull vista in Secret Invasion, che si conclude con Osborn che uccide pubblicamente la regina degli alieni, diventando un eroe per tutto il mondo, ottenendo un enorme prestigio e un pericoloso potere politico.

I Thunderbolts di Luke Cage

Norman Osborn continua a usare i Thunderbolts come un proprio strumento personale, mascherando le loro azioni come operazioni di sicurezza nazionale. Sotto questa maschera invia la squadra a compiere azioni sempre più critiche e criminali, arrivando persino a incaricare i Thunderbolts di impossessarsi della Lancia di Odino. Una missione che fallisce grazie all'intervento dei Potenti Vendicatori, che portano allo scioglimento della formazione. Chiusura di un ciclo, che consente poco dopo a Luke Cage di creare una nuova formazione dei Thunderbolts, questa volta con un approccio decisamente più eroico rispetto ai predecessori

I Thunderbolts nel Marvel Cinematic Universe

La radice narrativa dei Thunderbolts nel Marvel Universe viene preservata anche nel passaggio alla dimensione cinematografica degli eroi della Casa delle Idee. Le conseguenze degli eventi di Avengers: Endgame ci hanno lasciato con un mondo che ha una diversa percezione degli eroi, divenuti fallibili e quindi privati della venerazione dell’uomo comune, che dopo gli eventi del Blip sembra esser in cerca di una nuova sicurezza, non più garantita dai ‘tradizionali’ supereroi. Lo abbiamo visto nella disperata accettazione di Mysterio in Spider-Man: Far From Home o nella nascita dei Flag Smasher in The Falcon and the Winter Soldier, prove di come l'assenza di figure di riferimento come Iron Man e Capitan America abbia consentito la nascita di una nuova dimensione sociale del mondo supereroico. In questo nuovo ordine sociale (non a caso il prossimo film su Cap sarà Captain America: New World Order), si creano le condizioni per la nascita di nuove energie, come la nuova identità criminale di Sharon Carter, divenuta Power Broker, o la creazione di una squadra segreta di outsider che possa farsi carico di black ops precluse ad altri eroi.

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Momento ideale, dunque, per introdurre nel Marvel Cinematic Universe i Thunderbolts, caratterizzati da sempre dall’appartenenza a una zona grigia della moralità marveliana. Cosa fare quando le azioni eroiche non possono essere la soluzione, ma servirebbe qualcuno che accetti di compiere azioni necessarie per quanto moralmente sbagliate? Nelle condizioni attuali del Marvel Cinematic Universe, specie negli eventi di portata ‘terrena’, questo nuovo equilibrio viene sottinteso in diverse occasioni, dal finale di Black Widow a The Falcon and the Winter Soldier.

Non stupisce dunque che la formazione dei Thunderbolts che esordirà al cinema sia composta da una serie di personaggi che hanno sicuramente necessità di una nuova occasione, non solo per liberarsi da una vita vissuta come villiain, ma anche per trovare una nuova occasione per provare a fare la ‘cosa giusta’. John Walker (Wyatt Russell) dopo gli eventi di The Falcon and the Winter Soldier è stata arruolato dalla contessa Valentina Allegra de Fontaine per una sua squadra segreta, a cui era già stata invitata Yelena Belova (Florence Pugh) al termine di Black Widow. Sarà interessante scoprire come saranno coinvolti Bucky Barnes e gli ex villain Ava Starr (alias Ghost) e Antonia Dreykov (alias Taskmaster), considerato come il Soldato d'Inverno sia stato un leader della formazione fumettistico, così come Taskmaster lo è stato in tempi recenti. 

Con l'attuale situazione del Marvel Cinematic Universe, sembra maggiormente accreditata la teoria che vede Bucky come leader della squadra. La sua ricerca di una redenzione per le brutture compiute durante gli anni di controllo dell'Hydra e la possibilità di muoversi libero dall'amata ma pur sempre ingombrante ombra di Cap lo rendono il candidato perfetto. Non meno papabile è anche U.S. Agent, alias John Walker, subito arruolato dalla contessa de Fontaine, che potrebbe non solo essere una guida per la squadra capace di animare le dinamiche tra i diversi personaggi, ma offrirebbe quel taglio politico alla formazione che fornirebbe una certa credibilità in ambienti militari americani. 

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