La rivelazione arriva dall'Oxford University Press: Shakespeare ha avuto un co-autore e non solo per un'opera.
Nella prossima pubblicazione, che avverrà a novembre, Christopher Marlowe verrà segnalato per la prima volta come co-autore di Enrico VI (1592), celebre dramma storico in tre parti scritto da William Shakespeare. Il contributo all'opera da parte dell'autore de La tragica storia del Doctor Faustus (1592) sarebbe determinante, al punto tale da indicarlo nei crediti autoriali.
Allo studio di Oxford hanno preso parte studiosi da tutto il mondo. La conclusione a cui sono arrivati è ancora più netta: almeno 17 delle 44 opere teatrali di Shakespeare sarebbero state scritte con l'importante contributo di diversi co-autori.
Lo studioso Gary Taylor (della Florida State University) si è basato su uno studio del 2009 a cura di Hugh Craig e Arthur Kinney, che si erano concentrati sulla particolarità di alcuni vocaboli nel linguaggio di Enrico VI. Con un attento esame è stato possibile determinare la parziale paternità di Marlowe.
In ogni caso, secondo Taylor, questa scoperta non nuoce alla fama di Shakespeare, anzi lo pone in una luce estremamente positiva.
Shakespeare, come tutti i grandi geni, riconosceva il valore delle altre persone. E poi, per cosa è famoso Shakespeare? Per scrivere dialoghi, interazioni tra due persone. C'era da aspettarsi che, anche nella sua vita, intrattenesse discorsi con altra gente.
Christopher Marlowe, poeta coevo del Bardo, era (a differenza di Shakespeare) anche una spia per il governo inglese. Il loro rapporto di amicizia è rappresentato anche nel film Shakespeare in Love (1998): William era interpretato da Joseph Fiennes e Marlowe da Rupert Everett.
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