I mostri siamo noi?

Autore: Redazione NoSpoiler ,

Non c’è bisogno che ve lo dica: chi scrive, come avrete notato, è affetta da Vampiromania. Da lungo, lunghissimo tempo. Forse, però, c’è bisogno che vi dica, subito ed in modo esplicito, che gli speciali “Vampiromania” hanno lo scopo di celebrare l’arrivo, in prima tv italiana su FOX, di True Blood. La serie vampiresca di Alan Ball per cui la sottoscritta, senza troppi giri di parole, è impazzita.


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Forse è perché True Blood è una serie della HBO e io ho difficoltà a ricordare il titolo di una serie HBO che non mi abbia conquistata. O forse perché True Blood realizza il sogno di tutti gli appassionati di vampiri: vedere le creature della notte integrate nel nostro tessuto sociale; al solo scopo di poter fingere, grazie ad una storia inserita in un contesto realistico, che i vampiri esistano davvero. Ebbene: in True Blood i vampiri esistono e la loro uscita allo scoperto viene trattata in modo assolutamente realistico: la popolazione si divide fra integrazionisti – convinti sostenitori dei diritti dei vampiri – e segregazionisti – detrattori che li additano come creature malvagie, incapaci di resistere alla loro oscena sete di sangue. E non ho scelto il termine “oscena” a caso.


Nello scenario fantastico dipinto da Alan Ball (American Beauty, Six Feet Under) il lato sensuale del vampiro diventa predominante e si incanala verso la trasgressione, l’illecito, il tabù; e in men che non si dica, nasce una congregazione di vampire groupies disposti a rischiare la vita pur di provare il brivido di una notte di passione con un immortale. Per questo, per via dei contenuti ad alto tasso d’impegno sociale (tutto, in True Blood, è metafora di qualcos’altro), per la celebrazione visiva del sangue e di tutte le sue implicazioni (il sangue è vita, la vita è dolore) e per via dello stile realistico, che al contrario di ciò a cui la tv mainstream ci ha abituati non stacca l’immagine “sul più bello”, True Blood è una serie adulta. Per spettatori adulti, nel senso di spettatori criticamente preparati a cogliere il significato nascosto dietro alle sequenze più esplicite.


True Blood è senza alcun dubbio la migliore fra le recenti novità proposte dalla tv. Come tutte le serie HBO (I Soprano, Six Feet Under, Oz, The Wire, Big Love…) vanta una delle sigle televisive più emozionanti. Una sigla in cui testo, musica ed immagini si fondono restituendo al pubblico una serie che per nessuna ragione è semplicisticamente provocatoria. True Blood ha tutte le intenzioni, tranne quella di servirsi dell’erotismo come mero strumento di attrazione per il pubblico. Al contrario, True Blood utilizza ogni singolo fotogramma per costruire accuratamente un mix di citazioni vampiresche classiche, rivisitazione del mito, omaggio al b-movie, al trash e al bizarre.

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Tratta dai romanzi di Charlaine Harris che hanno per protagonista Sookie Stackhouse, True Blood racconta la storia di una cameriera (Sookie, Anna Paquin) nata e cresciuta nella cittadina di Bon Temps, Louisiana, profondo Sud degli Stati Uniti. Sookie può leggere nella mente altrui e cerca di convivere con questa sua particolarissima dote, che le impedisce di avere una vita “nomale” sotto diversi punti di vista. Ad esempio, non ha mai avuto un fidanzato perché i “pensieri impuri” e banali dei ragazzi che frequentava la mettevano a disagio e le facevano perdere stima nei loro confronti. Perché Sookie è una brava, bravissima ragazza. La brava ragazza per eccellenza. Fino al giorno in cui, nel locale in cui lavora, entra Bill (Stephen Moyer). Bill Compton, vampiro.


E non un vampiro qualunque: il vampiro perfetto. Bello, sensuale, misterioso, tormentato. Immortale e umano al tempo stesso. Basta un attimo, quindi, perché il mondo di Sookie e la routine degli abitanti di Bon Temps vengano sconvolti dal suo arrivo. Anche perché Sookie non riesce a “sentire” i pensieri di Bill e perché tutti, a Bon Temps, si trovano all’improvviso a dover prendere una posizione sull’argomento “vampiri”. Senza contare il fatto che l’arrivo di Bill coincide con l’inizio di una catena di brutali omicidi…

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Nell’arco dei 13 episodi della prima stagione, su FOX ogni lunedì alle 23.00, viene esplorato il mistero degli omicidi di Bon Temps (a proposito: scordatevi Twin Peaks e simili; qui il “male” della città è in bella mostra, sotto gli occhi di tutti. Con tanto di ubriachi molesti, abiti appiccicaticci per il caldo e provincialismo all’estremo). Fra sensualità, erotismo, dramma, mistero, satira sociale e humour nero (quello che gli estimatori di Alan Ball conoscono bene), True Blood vi trascinerà in un vortice di passione, costringendovi a confrontarvi con le vostre paure ed i vostri desideri più segreti. E costringendovi ad interrogarvi sull’eterna questione: i mostri sono davvero coloro che riconosciamo come “diversi” oppure siamo noi, con i nostri pregiudizi e le nostre insicurezze?

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