Kirk Douglas: i ruoli più memorabili del titano di Hollywood

Autore: Emanuele Zambon ,

"Tra le più grandi star della storia del cinema". L'ha ribattezzato così qualche anno fa l'American Film Institute, in un misto di riverenza e rispetto che solitamente si riserva solo ai grandi. E Kirk Douglas grande lo è eccome. Un gigante senza tempo che ha toccato da vicino la gloria della Hollywood d'oro, trascorrendo una vita intera nei panni di qualcun altro per merito di quell'incredibile dimensione sospesa qual è la recitazione.

Quando è nato, il 9 dicembre 1916, il mondo era assai diverso da come si presenta oggi. Era ancora in produzione la Ford T, icona del capitalismo novecentesco, la televisione non esisteva (figuriamoci poi Internet e tutto il resto) e le nazioni si dannavano in quella che sarà poi conosciuta come la Prima Guerra Mondiale. 

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Douglas, al secolo Issur Demsky Danielovitch (figlio di una coppia di immigrati ebrei bielorussi), ha attraversato come un coltello nella carta velina guerre e crisi planetarie, eventi tragici personali e non, scoperte sensazionali e mode, scollinando il traguardo dei cent'anni, il che lo rende un mito vivente del XX secolo immerso nella realtà ipertecnologica del nuovo Millennio.

Universal pictures
Kirk Douglas sul set di Spartacus

Quel suo fisico imponente, la fossetta sul mento così caratteristica e l'aspetto di un uomo tutto d'un pezzo non possono che appartenere ad un'epoca passata, spesso immaginata - e ammirata sullo schermo - in bianco e nero.

Innumerevoli i film in cui il titano di Hollywood, papà dell'altrettanto famoso Michael, ha preso parte. Qualche fiasco, molti nella media, tanti memorabili. Titoli che coprono quasi 60 anni di cinema: dall'esordio ne Lo strano amore di Marta Ivers (1946) a Illusion del 2004, sua ultima interpretazione nei panni di un regista in punto di morte divorato dai sensi di colpa.

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Considerata l'ampia filmografia di Douglas - che in passato ha citato Spartacus, L'asso nella manica, 20.000 leghe sotto i mari, Il bruto e la bella e Solo sotto le stelle come film preferiti tra quelli girati - non è stato facile escludere da questa Top 10 ruoli altrettanto leggendari. In svariati decenni di attività, ha spaziato tra gangster senza scrupoli, marinai avventurosi, pittori tra genio e follia, boxeur aridi, produttori cinico, schiavi ribelli, miti omerici, ufficiali idealisti, senza contare poi le incredibili incursioni nel western.

Un unico volto, tanti sguardi diversi.

1) Le catene della colpa (1947)

Un anno prima aveva debuttato sul grande schermo con il noir Lo strano amore di Marta Ivers, diretto da Lewis Milestone. È ancora con uno dei noir per eccellenza che Douglas bissa il proprio appuntamento col cinema, impersonando un gangster calcolatore e dai modi sprezzanti. Nel film recita al fianco del protagonista Robert Mitchum - un gestore di un distributore di benzina risucchiato dal suo stesso passato - e della femme fatale Jane Greer.

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Le catene della colpa, con i suoi innumerevoli plot twist e uno splendido gioco di chiaroscuri, è ai primi posti con merito della nostra classifica dei noir più belli di sempre.

2) Il grande campione (1949)

United Artists
Kirk Douglas ne Il grande campione

Non è un film sullo sport, Il grande campione. In questo, la cifra stilistica anticipa Scorsese e il suo Toro scatenato con De Niro. La pellicola diretta da Mark Robson è il racconto tragico dello sgretolamento del sogno americano. Protagonista uno sbandato che sembra trovare momentanea redenzione sul ring prima di inanellare uno sbaglio dietro l'altro. 

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Il grande campione vede il fisico massiccio di Douglas prestato alla boxe, in un film in cui il protagonista Midge Kelly il colpo più duro lo riserva a sé stesso. Il ruolo di un uomo meschino che troverà la morte in uno spogliatoio, ormai abbandonato da tutti, vale a Douglas la prima nomination ai premi Oscar della sua carriera.

3) L'asso nella manica (1951)

Il regista per antonomasia della commedia brillante - Billy Wilder - offre a Kirk Douglas uno dei ruoli più memorabili della sua carriera: quello dello spregiudicato giornalista di provincia Chuck Tatum, che nel mirabile L'asso nella manica fiuta dietro un incidente l'odore di uno scoop in grado di fargli riacquistare popolarità.

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Una magistrale sineddoche di quasi due ore in cui l'ambiguità della società contemporanea è impressa nel volto dai lineamenti decisi di Douglas, reporter senza scrupoli accecato dal successo personale al punto da orchestrare un teatrino sul luogo della tragedia. Un film tremendamente attuale che parla di cinismo, ipocrisia ("si rimane indifferenti alle stragi ma si vuole sapere tutto di un uomo solo"), arrivismo e valori perduti.

4) Il bruto e la bella (1952)

Douglas al fianco di Lana Turner nei panni dell'arido produttore in rovina Jonathan Shields, deciso a tornare ai fasti di un tempo con un nuovo film. Ancora una parte piena di ombre, per il 102enne attore americano, avvezzo sia ai ruoli da duro che di canaglia.

Originariamente intitolato Tribute to a bad man (Omaggio a un uomo malvagio), il film era stato pensato inizialmente per Clark Gable, che invece lo rifiutò, lasciando il ruolo di Shields a Douglas. Pioggia di statuette per Il bruto e la bella: il film di Vincente Minnelli si aggiudicò tutte le nomination, eccetto quella di Douglas come Miglior attore non protagonista. Una maledizione Oscar, la sua, che si interromperà solo nel '96 con il riconoscimento alla carriera.

5) 20.000 leghe sotto i mari (1954)

L'antesignano dello steampunk cinematografico è anche l'adattamento più riuscito per il grande schermo del celeberrimo romanzo d'avventura (e di fantascienza) scritto da Jules Verne nel 1870.

Tutti a bordo del Nautilus per l'avventura più fantasmagorica di sempre, tra piovre mostruose e il fascino di una natura celata o solo immaginata. Produce Walt Disney, con Douglas che si cala nei panni inzuppati del fiociniere canadese Ned Land, agli ordini del famigerato capitano Nemo. 

Azione senza sosta ed effetti speciali ante litteram premiati con due Oscar per un film divenuto nel tempo un vero e proprio cult. La partecipazione al film di Douglas denota il suo notevole feeling con l'avventura: l'anno prima di 20.000 leghe sotto i mari girò con Mario Camerini in Italia il notevole Ulisse e, successivamente, prese parte sia all'avvincente I Vichinghi - sempre per la regia di Fleischer - che al bellico Gli eroi di Telemark, altro titolo degno di nota del titano di Hollywood.

6) Brama di vivere (1956)

MGM
Douglas in una scena del film

L'Oscar, ancora una volta, sembra essere alla sua portata. Lo vincerà invece Anthony Quinn per la straordinaria interpretazione di Gauguin. Douglas rimarrà ancora una volta all'asciutto (la categoria di Miglior attore protagonista quell'anno vedrà trionfare Yul Brynner per Il re ed io), ma ciò non cancella quella che è una delle performance più intense dell'attore classe 1916.

Ritratto di una delle figure più complesse della storia dell'arte, Brama di vivere (in originale Lust for Life) è retto alla grande da un Douglas lontanissimo dai ruoli abituali. Nel suo van Gogh vi è tutta la miseria di un uomo brillante ma disturbato, condannato ad una tragica fine (il celebre pittore olandese si sparerà in un campo di grano in seguito ad una crisi depressiva).

7) Sfida all'O.K. Corral (1957)

Uno dei titoli più acclamati del genere western: Sfida all'O.K. Corral vede Douglas al fianco dell'amico Burt Lancaster nella riproposizione della sparatoria di Tombstone che vide coinvolti nel 1881 lo sceriffo Wyatt Earp e l'amico Doc Holliday.

Un film che recupera l'atmosfera carica di morte dell'epopea western e che presenta un Douglas impeccabile, splendido nello scambiare parole e colpi di pistola con la stessa disinvoltura e nel reprimere la rabbia quando viene umiliato. Avrà modo, nel finale, di regolare i conti una volta per tutte (uno dei primi a farne le spese è un giovane Lee Van Cleef, futuro protagonista negli spaghetti western di Leone).

La pellicola di John Sturges - che più avanti dirigerà capolavori come I magnifici sette e La grande fuga, entrambi con Steve McQueen - non è l'unica incursione nel genere di Douglas degna di nota: impossibile non citare cult come Il grande cielo di Howard Hawks, Solo sotto le stelle per la regia di David Miller e L'occhio caldo del cielo, diretto da Robert Aldrich.

8) Orizzonti di gloria (1957)

United Artists
Kirk Douglas in una scena del film

Affresco antimilitarista firmato da un giovane ma già talentuoso Stanley Kubrick, reduce ai tempi dal fenomenale Rapina a amano armata. L'assurdità della guerra è messa nero su bianco - se non altro per la fotografia impeccabile - attraverso lo sguardo pregno di pietà del colonnello Dax (impersonato proprio da Douglas), ufficiale idealista che tenta invano di non mandare i propri uomini incontro a morte certa in un'incursione destinata al fallimento.

Ricordiamo il decano di Hollywood in alcune significative carrellate in soggettiva (e non) mentre percorre a passo spedito la trincea occupata da soldati sempre più smarriti. Ritroveremo quelle carrellate, solo per citare un esempio, nell'incipit de Il gladiatore.

9) Spartacus (1960)

Douglas voleva a tutti i costi il ruolo di Giuda in Ben-Hur, il kolossal di William Wyler. Il regista, però, gli propose la parte di Messala, che l'attore rifiutò. Per vendicarsi di quell'affronto (il ruolo da protagonista, come tutti sanno, andò poi a Charlton Heston), Douglas si dedicò a Spartacus, per cui rivestì anche il ruolo di produttore esecutivo, di fatto scommettendo su sé stesso.

Vinse la sfida, chiamando alla regia Stanley Kubrick, battendosi per la presenza nei credit del film di un nome scomodo come quello dello sceneggiatore Dalton Trumbo e dando anima e corpo ad uno schiavo gladiatore che osò sfidare l'impero romano. Peplum leggendario, l'ultimo grande acuto dell'attore statunitense, che da lì in poi intraprenderà una - seppur lenta - parabola discendente.

10) Sette giorni a maggio (1964)

Sottovalutato thriller fantapolitico diretto da John Frankenheimer (che molti ricorderanno per il film d'azione anni '90 Ronin con Robert De Niro e Jean Reno), Sette giorni a maggio vede uno contro l'altro gli amici di sempre Lancaster e Douglas.

Il clima di Guerra Fredda, la messa in scena di un tentativo di golpe e il gioco ideologico alla base lo rendono un film attualissimo.

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