I Migliori film, serie TV e documentari sul Calcio per prepararsi all'inizio della Serie A TIM 2023/24

Autore: Giovanni Arestia ,

Tutti gli occhi, al momento, sono puntati sul calciomercato che si sta dimostrando spettacolare e ricco di colpi di scena. Sono gli ultimi scampoli prima dell'inizio della Serie A TIM (a proposito, in questo nostro articolo vi spieghiamo dove e come guardare tutto il campionato) con la data d'inizio fissata per il 19 agosto prossimo. Tuttavia, i principali appassionati di questo sport potrebbero aver bisogno di una buona dose di calcio per sopperire alla mancanza. Non vi preoccupate, ci pensiamo noi ad aiutarvi a tenere a bada la nostalgia consigliandovi alcuni film, documentari e serie TV sul calcio che dovete assolutamente vedere.

Cercheremo di variare nel genere, in modo tale da accontentare anche i cinefili più esigenti. Ovviamente vi ricordiamo che l'ordine di inserimento è puramente casuale non trattandosi di una classifica.

I migliori film, documentari e serie TV sul calcio

Il presidente del Borgorosso Football Club

Iniziamo la nostra lista con un film italiano dal fascino intramontabile, datato ma ancora attuale, che merita di essere visto almeno una volta nella vita. La pellicola risale al 1970 ed è stata diretta da Luigi Filippo D'Amico, un regista, sceneggiatore e scrittore di talento. La magistrale interpretazione dell'immortale Alberto Sordi rende questo film un'esperienza unica.

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La storia ruota attorno a Benito Fornaciari, interpretato da Sordi, un impiegato del Vaticano che si trova a ereditare il Borgorosso, una modesta squadra calcistica di un piccolo paese della Romagna, alla morte del padre. Nonostante Benito non sia interessato al calcio, decide di fare del suo meglio per preservare la squadra, diventandone presidente e allenatore. Questa strana combinazione di circostanze ci offre una commedia ricca di spunti e riflessioni sulla società e sullo sport.

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Il film di D’Amico, attraverso una serie di situazioni comiche e personaggi caratteristici, riesce a mettere in luce i vizi del calcio contemporaneo, dal fanatismo dei tifosi alle spese eccessive. Pur non essendo perfetto, il film si dimostra sorprendentemente profetico nel cogliere i problemi che affliggeranno lo sport negli anni a venire.

L'opera ha avuto un successo tale che ha ispirato la fondazione del vero Borgorosso Football Club 1919 a iscriversi ufficialmente al campionato 2006/2007 di Terza Categoria laziale. In occasione di questa fondazione, è stata organizzata una mostra fotografica dedicata ad Alberto Sordi, l'indimenticabile protagonista del film, scomparso nel 2003. Alla presentazione della squadra, hanno partecipato alcuni degli attori del film, come Giuliano Pattuelli, noto come "il Salciccia," Anna Longhi e Aurelia Sordi, la sorella di Alberto.

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Il Presidente Del Borgorosso Football Club

Un film che ha fatto la storia del cinema italiano con il grande Alberto Sordi e una storia tanto attuale sul mondo del calcio.

Le riprese del film si sono svolte principalmente in Romagna, con location a Bagnacavallo, in provincia di Ravenna, ma anche allo stadio di Molinella (BO), alla Casa Vinicola Valli e allo stadio di Lugo (RA). Un dettaglio interessante è che i giocatori della squadra del Borgorosso erano veri calciatori del Baracca Lugo, che all'epoca giocava nel campionato di Serie D. Tra di loro, spicca il portiere Oriano Testa, in prestito dal Bologna per la stagione '69/'70, che, sebbene sia divenuto celebre per aver giocato solo tre partite in Serie A con il Bologna, ha lasciato un segno indelebile nella memoria dei tifosi.

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Questo film, con il suo humor intelligente e la sua capacità di anticipare le dinamiche del calcio moderno, rappresenta un'opera memorabile del cinema italiano che continua a emozionare e divertire il pubblico ancora oggi.

Victory – Fuga per la vittoria

Proseguiamo nel tempo, viaggiando fino al 1981, quando è stato realizzato un film che ha lasciato un segno nella storia del cinema sportivo. Victory - Fuga per la vittoria è una pellicola indimenticabile diretta dal rinomato regista, attore e sceneggiatore statunitense John Huston, una vera e propria icona dell'era d'oro di Hollywood. Il film prende ispirazione da un evento drammatico realmente accaduto, la famigerata "partita della morte" del 9 agosto 1942 a Kiev, durante la Seconda Guerra Mondiale, tra una squadra di detenuti di Dynamo e Lokomotiv e una formazione composta interamente da ufficiali dell'aviazione tedesca Luftwaffe.

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I prigionieri, guidati dal famoso calciatore John Colby, accettano di giocare la partita ma pianificano una fuga durante il match. Inizialmente, la sceneggiatura seguiva fedelmente la vera storia, con un accordo tra le due squadre: se i tedeschi avessero vinto, i prigionieri sarebbero stati liberati, altrimenti, in caso di vittoria dei prigionieri, sarebbero stati giustiziati. I prigionieri non si tirano indietro e riescono a vincere, ma purtroppo subiscono una tragica punizione, venendo giustiziati.

Immagine di Fuga per la vittoria

Fuga per la vittoria (1981)

17/06/1981 (en)
Dramma, Guerra,

A Parigi nel 1943 un generale della Wehrmacht, appassionato di calcio, promuove una partita tra la nazionale tedesca e una squadra formata da prigionieri di gue...

Immagine di Fuga per la vittoria

Oltre alla trama coinvolgente, ciò che ha reso celebre il film è la presenza di calciatori professionisti di grande fama, accanto a stelle del cinema come Sylvester Stallone, Michael Caine e Max von Sydow. Tra gli sportivi, spiccano il leggendario campione brasiliano Pelé (fondamentale per coreografare le azioni di gioco durante le riprese), il capitano della nazionale inglese Bobby Moore, Paul Van Himst, Co Prins, Russell Osman, John Wark, Osvaldo Ardiles, Mike Summerbee, Søren Lindsted, Kazimierz Deyna, Hallvar Thoresen e Kevin O’Callaghan.

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Alcuni calciatori professionisti sono stati scelti per interpretare i membri della Luftwaffe, come Werner Roth, Laurie Sivell e Robin Turner. Altri hanno ricoperto ruoli di controfigure per sostituire Michael Caine e Sylvester Stallone durante le azioni di gioco, tra cui Kevin Beattie e Paul Cooper.

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Fuga per la vittoria

Seconda guerra mondiale. In un campo di prigionia nazista vi sono diversi ex calciatori tra gli Alleati, che continuano ad allenarsi sotto la guida di John Colby. Riconosciuto dal Maggiore Karl von Steiner, quest'ultimo gli lancia una sfida...

Le principali scene del film, specialmente quelle della partita di calcio, sono state girate in soli tre mesi, da agosto a novembre del 1980, tra Parigi e Budapest. In particolare, il campo di MTK Budapest è stato scelto per la sua somiglianza agli stadi dell'epoca della Seconda Guerra Mondiale, essendo uno dei pochi privi di riflettori. Sylvester Stallone, inizialmente, si è sottoposto a un intenso allenamento con il portiere Gordon Banks per prepararsi al ruolo e ha persino perso 40 kg per ottenere una forma fisica più atletica e simile al suo personaggio storico.

Tuttavia, a causa del suo grande ego, ha deciso di rifiutarsi di seguire i consigli del campione dopo appena due giorni di allenamento. Ne è derivata una serie di infortuni durante le riprese, tra cui ferite alle gambe, una spalla slogata, due costole fratturate e una rottura di un dito mentre cercava di parare un tiro di Pelé. L'attore ha successivamente rivelato che l'esperienza sul set è stata più difficile delle sfide affrontate nei film di Rocky.

L’allenatore nel pallone

Restiamo negli anni '80 e torniamo in Italia con uno dei film più celebri della cinematografia nazionale. La pellicola, diretta da Sergio Martino e ambientata nel mondo del calcio italiano degli anni ottanta, ha come protagonisti Lino Banfi nel ruolo dell'allenatore di calcio Oronzo Canà, Camillo Milli e il duo comico Gigi e Andrea.

Oronzo Canà è un modesto allenatore di calcio pugliese, ma ha accumulato diverse esperienze in società di Serie B come Cavese, Foggia, Parma, Pescara e Sambenedettese. Il suo più grande sogno è allenare in Serie A prima di ritirarsi e per realizzarlo cerca di trarre ispirazione dal suo idolo, Nils Liedholm. L'opportunità della vita gli si presenta quando il commendator Borlotti, presidente della Società Sportiva Longobarda, lo ingaggia per guidare la sua squadra appena promossa nella massima serie. Le disavventure della sgangherata squadra, le prodezze sul campo di Aristoteles, le scaramanzie di Canà e il celebre schema 5-5-5 hanno reso questo film memorabile e un'icona della cultura italiana.

L'allenatore nel pallone fu realizzato dopo che il regista effettuò alcuni viaggi a Rio de Janeiro per scrivere la sceneggiatura definitiva. Durante uno di questi viaggi, riuscì a riprendere una delle ultime partite del campionato brasiliano allo stadio Maracanã. Nonostante vi fossero ben 55.452 spettatori, lo stadio era lontano dall'essere pieno, quindi le riprese furono integrate da alcune scene girate sugli spalti dello Stadio Flaminio di Roma.

La trama del film prese spunto da un fortuito incontro in aereo per Rio de Janeiro con Luciano Nizzola e Luciano Moggi (all'epoca al Torino) i quali stavano trattando il trasferimento del calciatore Júnior alla squadra torinese. Inoltre, le partite della Longobarda sono spesso intervallate da filmati di repertorio del campionato italiano di calcio 1983-84, utilizzando il particolare stratagemma di far indossare alla squadra di Canà una maglia bianca simile a quella di riserva di molte squadre dell'epoca.

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L'Allenatore Nel Pallone

La Longobarda è appena stata promossa in serie A, ma per il suo presidente è troppo gravoso sostenere gli altissimi costi, perciò recluta Oronzo Canà (Lino Banfi), un allenatore disoccupato e incompetente, per guadagnare la retrocessione. L...

Il film si colloca a metà strada tra il comico-demenziale e un ritratto realistico della società italiana dell'epoca. Il mondo del calcio viene ritratto in modo esagerato e grottesco, ma ciò era verosimile considerando il gran numero di truffatori e personaggi loschi presenti in quell'ambiente. Il film ottenne un grande successo fin dalle prime proiezioni nei cinema italiani. Tuttavia, gli autori decisero di realizzare un sequel solo 24 anni dopo, richiamando alcuni membri del cast originale e aggiungendo nuovi attori.

Il secondo film non ebbe lo stesso impatto del primo a causa della mancanza di attori celebri come Gigi Sammarchi e di una trama considerata ripetitiva, portando a un flop pesante al botteghino.

Febbre a 90°

Continuiamo il nostro viaggio nel mondo del calcio cinematografico e questa volta torniamo in Inghilterra con un altro film imperdibile per tutti gli appassionati. Uscito nel 1997 e diretto da David Evans, lo stesso regista della celebre serie Downton Abbey questa pellicola è tratta dall'omonimo romanzo di Nick Hornby e si concentra sulla storia di Paul Ashworth, interpretato magistralmente da Colin Firth.

Paul è un giovane inglese che vive nella periferia londinese, figlio di genitori divorziati e con una vita piena di difficoltà. L'unico elemento che gli dona gioia è il calcio, passione nata quando suo padre, fervente tifoso dell'Arsenal, lo portò per la prima volta allo stadio.

Da quel momento, il calcio diventa una passione costante per Paul, crescendo insieme a lui fino all'età adulta. Tuttavia, la sua passione per il gioco lo costringe a dividere il suo tempo tra l'insegnamento di lettere a scuola, l'allenamento della squadra calcistica della scuola e i pomeriggi allo stadio a seguire la sua squadra del cuore.

Questo equilibrio verrà messo alla prova nel campionato inglese del 1988-1989: l'Arsenal di George Graham è a un passo dalla vittoria dello scudetto, un traguardo che manca da ben 18 anni. Paul si focalizza così tanto sul calcio da trascurare sia il lavoro che la sua vita privata, mettendo tutto da parte per sostenere la sua squadra.

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Febbre A 90°

Paul Ashworth, insegnante di letteratura ed allenatore di calcio, è un tifoso accanito dell'Arsenal. Nella scuola dove insegna, conosce Sarah, una collega seria e riservata, che non condivide la sua passione sportiva.

Nella pellicola, il vero tifoso accanito dell'Arsenal è il co-protagonista Mark Strong, che ha una sorprendente somiglianza con il difensore Steve Bould. Colin Firth, prima del film, non aveva una squadra del cuore, ma dopo aver lavorato con Strong nel film, chiese a quest'ultimo di tenerlo aggiornato sulla situazione dell'Arsenal. Il film offre un intenso ritratto di come il calcio possa diventare una vera e propria ossessione per alcuni, toccando corde emotive e narrando una storia coinvolgente per gli appassionati di calcio e non solo.

Sognando Beckham

Questa volta rimaniamo fermi in terra inglese, ma ci immergiamo in una storia coinvolgente e stimolante. Sognando Beckham, film del 2002 diretto dalla regista inglese di origini indiane Gurinder Chadha, è interpretato da Parminder Nagra, Keira Knightley e Jonathan Rhys Meyers. La pellicola è stata prodotta e girata principalmente in Gran Bretagna, ma alcune scene sono state realizzate anche in Germania e negli Stati Uniti.

La storia affronta le difficoltà che le donne vivono nel perseguire i propri sogni nel calcio femminile, cercando di emergere e diventare qualcuna di importante in un mondo ancora troppo dominato dagli uomini. Al centro della narrazione c'è Jess, interpretata da Parminder Nagra, una giovane ragazza inglese di origini indiane che vive nella periferia londinese.

Ogni giorno sogna di diventare come il suo idolo, il celebre calciatore David Beckham. Ma il percorso verso la realizzazione dei suoi desideri è costellato di sfide e difficoltà, soprattutto perché si trova a confrontarsi con le aspettative dei suoi genitori, profondamente legati alla tradizione indiana e con il desiderio di vederla sposata secondo i loro costumi.

La produzione del film ha richiesto un budget di circa 6 milioni di dollari, ma il successo ottenuto è stato straordinario, incassando quasi 77 milioni di dollari. Tale successo ha portato il film a essere candidato ai Golden Globe del 2004 nella categoria "miglior film commedia". Sorprendentemente, Sognando Beckham ha raggiunto anche un primato unico, diventando la prima produzione occidentale ad essere trasmessa in televisione nella Corea del Nord, seppur con alcuni tagli di appena 8 minuti.

Inoltre, inizialmente, la 20th Century Fox aveva pensato di cambiare il titolo del film in Move it like Mia, preoccupata che il pubblico americano non fosse ancora familiare con il nome di Beckham, mentre la stella del calcio americano Mia Hamm era più conosciuta. La regista, tuttavia, si oppose fermamente a questa idea, dimostrando di avere ragione quando il film ebbe un grande successo al botteghino.

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Sognando Beckham

Jess è una ragazza diciottenne talmente appassionata di calcio che vorrebbe emulare le gesta del suo idolo, il calciatore Beckham. Ma purtroppo per lei, la sua famiglia non approva tale scelta. Di origini indiane, i genitori vorrebbero che...

Altra curiosità è che le attrici del film sono state addestrate da Simon Clifford, gestore del Futbol De Salao, una scuola di calcio brasiliana. Inoltre, la canzone Baddest Ruffest di Backyard Dog, presente nella colonna sonora del film, è stata anche la canzone tema dei Mondiali 2002 disputati in Corea del Sud-Giappone, un evento che gli italiani difficilmente dimenticheranno.

Sognando Beckham ha emozionato il pubblico di tutto il mondo con la sua storia di passione, determinazione e amore per il calcio, e rimane una pellicola di grande successo che continua a ispirare le nuove generazioni di appassionati dello sport.

Il mio amico Eric

Questo film è diventato un simbolo indiscusso della cinematografia mondiale nel campo delle pellicole che trattano il calcio. Realizzato nel 2009 dal regista, attivista e politico inglese Ken Loach, si basa interamente su un'idea originale del dirigente sportivo ed ex calciatore francese Éric Cantona. La sceneggiatura fu scritta da Paul Laverty, che decise di dare vita all'idea dello sportivo.

Il mio amico Eric narra la storia di Eric Bishop, un postino interpretato da Steve Evets, che vive a Manchester con i due figliastri in un periodo difficile e pesante da superare. Un giorno, quasi come per miracolo, Eric viene visitato a casa da Éric Cantona, il suo idolo, il quale, con i suoi consigli, lo aiuta a superare la crisi e affrontare i demoni del suo passato.

Il film fu presentato in concorso al 62° Festival di Cannes, dove vinse il premio della giuria ecumenica. Ricevette anche altri riconoscimenti ai British Independent Film Awards nel 2009, tra cui il premio per il miglior attore non protagonista assegnato a John Henshaw, e il Premio Magritte nel 2011 come migliore coproduzione. Sebbene fosse amato a Manchester, fu accolto con meno entusiasmo in altre città inglesi a causa dei rancori delle tifoserie avversarie nei confronti di Cantona.

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Il Mio Amico Eric

Eric, un postino di mezz'età che vive e lavora a Manchester, si trova in un momento critico della propria vita. Una sera gli si materializza davanti Eric Cantona, il suo idolo, stella del Manchester United del quale è un grande tifoso. Il c...

Infine, una curiosità riguarda il finale del film. Durante le proiezioni al cinema, c'era un finale segreto: pochi secondi dopo il vero finale del film, appariva una vera e propria conferenza stampa di Cantona. Molti giornalisti erano presenti in sala, le luci erano puntate su di lui e tutti aspettavano le sue parole. Con estrema nonchalance, Cantona esclamava:

"Quando i gabbiani seguono un peschereccio, lo fanno perché pensano che verranno pescate delle sardine."

Poi si alzava e se ne andava, lasciando il pubblico con un enigmatico e intrigante finale. Questo film tocca le corde dell'animo umano attraverso una storia coinvolgente e ricca di significato, e ha ricevuto l'approvazione della critica e degli spettatori di tutto il mondo.

Il maledetto United

I prossimi due film ci porteranno nel cuore del Manchester United, una squadra che, piaccia o meno, ha scritto pagine fondamentali nella storia del calcio mondiale. Il maledetto United, pellicola del 2009, è frutto della penna di Peter Morgan e della regia di Tom Hooper, che successivamente sarebbe diventato ancor più celebre per opere come Les Misérables e The Danish Girl.

Questo film ci conduce nell'universo dei 44 giorni in cui Brian Clough (interpretato magistralmente da Michael Sheen) fu allenatore del Leeds United. La storia attinge dall'omonimo romanzo di David Peace, e per chi non ne fosse a conoscenza, Brian Clough era un ex calciatore di Middlesbrough e Sunderland nonché un ex allenatore del Derby County, considerato da molti uno dei più grandi allenatori nella storia del calcio inglese.

Clough rivoluzionò il Manchester United dopo aver preso il posto di Don Revie, una figura fortemente contestata per il suo dubbio fair play. In una parte chiave della narrazione, troviamo Timothy Spall che interpreta Peter Thomas Taylor, il collaboratore più stretto di Brian Clough. Taylor, improvvisamente, decide di separarsi dall'amico per seguire una carriera autonoma come allenatore del Brighton.

L'idea alla base di questo film prese forma nel 2006, quando il regista Stephen Frears, in viaggio verso la 63ª edizione della mostra cinematografica alla Biennale di Venezia per presentare il suo film in concorso, The Queen - La regina decise di immergersi nella lettura del romanzo di David Peace. Colpito dalla trama, Frears propose l'opera al produttore di The Queen, Andy Harries.

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Il Maledetto United

Il film racconta i giorni da allenatore di Brian Clough, successore di Don Revie sulla panchina dell'odiato Leeds United.

Nel 2007, tuttavia, Frears abbandonò improvvisamente il progetto, proprio mentre le riprese erano già state pianificate. In tutta fretta, la regia passò nelle mani di Hooper, il quale si immerse con determinazione nell'approfondire la figura di Clough. Consultò la biografia Provided You Don't Kiss Me scritta da Duncan Hamilton, e intrattenne conversazioni con i familiari di Clough e alcuni dei giocatori che aveva allenato. Questo film offre uno sguardo penetrante sulla personalità complessa di Clough e sul suo impatto rivoluzionario sul mondo del calcio.

United

Restiamo ancora una volta a Manchester, ma questa volta immergiamoci in un film dal tono tutt'altro che allegro e spensierato. Datato 2011 e diretto da James Strong, United racconta una storia drammatica che ha lasciato un'impronta indelebile nella storia del calcio. Scritto da Chris Chibnall, il film si concentra sull'incidente aereo di Monaco del 1958, una tragedia che ha portato alla morte di otto giovani giocatori del Manchester United.

Tuttavia, l'attenzione si rivolge soprattutto alle conseguenze del disastro, sia fisiche che psicologiche, che hanno scosso il mondo del calcio, e in particolare quello inglese. Il film mette in luce il coraggio straordinario e la forza d'animo dell'allenatore Jymmy Murphy, interpretato magistralmente da David Tennant, e del giovane Bobby Charlton, interpretato da Jack O'Connell. Questi due personaggi si impegnarono con tutto se stessi per sostenere il Manchester United in uno dei momenti più oscuri e difficili della sua storia.

La sceneggiatura di Chris Chibnall si basa su interviste condotte personalmente con i sopravvissuti e le loro famiglie. Per ricreare in modo accurato l'incidente, Chibnall ha raccolto dettagliati resoconti degli eventi da parte proprio di Bobby Charlton. Il film ha ottenuto una nomination ai Prix Europa Awards 2011 come "Miglior produzione televisiva europea".

Tuttavia, non tutti sono rimasti completamente soddisfatti del risultato. In particolare, Sandy Busby, figlio di Matt Busby, ha pubblicamente espresso il proprio disappunto, dichiarando che il film non era stato realizzato in modo adeguato e che la famiglia Busby non era stata coinvolta nella produzione. Ha persino utilizzato termini forti, affermando di essere "disgustato" dalla rappresentazione del padre nel film.

Per coloro che desiderano approfondire ulteriormente la storia del Manchester United, suggeriamo di dare uno sguardo al documentario The United Way - La vera storia del Manchester United disponibile su Netflix. Questo documentario offre uno sguardo approfondito sui retroscena del club, dalla sua fondazione fino ai giorni odierni, permettendo agli spettatori di immergersi completamente nella storia di questa iconica squadra calcistica.

Pelé

La storia di Pelé è universalmente riconosciuta, persino da coloro che non sono appassionati di calcio. Il biopic realizzato nel 2016 dai fratelli Jeff e Michael Zimbalist offre uno dei ritratti più coinvolgenti e suggestivi che si possano trovare. Il film si focalizza principalmente sui primi anni di Edson Arantes do Nascimento, meglio conosciuto come Pelé.

Nei dettagli, il film illustra i suoi primi passi nel mondo del calcio, iniziati non con un pallone, poiché il padre non poteva permetterselo, ma con un semplice mango. Il padre, figura cruciale nella sua vita, è colui che ha acceso la fiamma della determinazione in Pelé. Dopo la sconfitta del Brasile nella finale del Mondiale del 1950 a Rio, Pelé si è impegnato a riportare la vittoria in patria. E così avvenne: il giovane prodigio di Bauru avrebbe trionfato alla tenera età di 17 anni, vincendo il Mondiale nel 1958.

Naturalmente, il vero Pelé appare nel film, in una scena che vede la Nazionale brasiliana giocare a pallone nello stile caratteristico della "ginga" all'interno dell'albergo che li ospita durante il ritiro in Svezia. In un momento di disattenzione, il finto Pelé colpisce involontariamente con il pallone la zuccheriera di un signore ben vestito seduto a un tavolo: costui si rivela essere il vero campione brasiliano.

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Pelè

Figlio di un ex calciatore che vede la propria carriera stroncata da un infortunio, Edson cresce lavorando per aiutare la famiglia e inizia a giocare a calcio usando un pallone fatto di pezza. A 15 anni viene notato per strada e ingaggiato...

Per coloro che scelgono di guardare il film doppiato in italiano, è interessante notare che la voce del commentatore durante la finale del 1958 appartiene a Bruno Pizzul, un apprezzato cronista sportivo italiano. È consigliabile prestare attenzione anche ai dettagli visivi e sonori: ad esempio, si può individuare Luca Toni tra il pubblico e si può cogliere un errore nella semifinale contro la Francia. In quest'ultimo caso viene detto che nel secondo tempo Pelé portò in vantaggio il Brasile, ma in realtà lui segnò il gol del 3-1 (e altri due gol successivi) quando già il risultato era favorevole ai verdeoro grazie ai gol di Vava e Didi. Il film costituisce un autentico tributo a un campione recentemente scomparso.

Maradona – La mano de Dios

Concludiamo questa panoramica di opere dedicate al calcio con un riferimento a un altro leggendario campione, Diego Armando Maradona. Sebbene vi siano molteplici produzioni che celebrano la sua figura, tra documentari e film, questo titolo del 2007 diretto da Marco Risi si erge in modo particolare grazie alla sua importanza e alla maestria con cui è stato realizzato.

Il film è stato persino riconosciuto come di interesse culturale nazionale dalla Direzione generale Cinema e audiovisivo del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo italiano. Quest'opera ripercorre l'intera carriera sportiva di uno dei più grandi talenti mai esistiti, da quando diede i primi calci al pallone tra le strade di Lanús, in Argentina, fino alla sua tragica autodistruzione fisica e sportiva. Per rappresentare questa transizione in modo efficace, il regista ha scelto di far interpretare Maradona da tre attori differenti: Gonzalo Alarcon e Abel Ayala per gli anni giovanili e Marco Leonardi per l'età più matura.

Il film rappresenta un altro grande tributo a un campione scomparso da qualche anno, ma che all'epoca della sua uscita aveva ancora molto da dire e da fare. Con grande abilità, il regista ha guidato lo spettatore attraverso i trionfi e le cadute di questo genio del calcio, rendendo l'esperienza coinvolgente sia per gli appassionati sia per chi si avvicina alla storia per la prima volta.

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Maradona la mano de dios

La storia del leggendario calciatore argentino, Diego Armando Maradona, ricordato per le sue spettacolari prodezze sul campo così come per la turbolenta e controversa vita privata.

Le scene che ritraggono i leggendari goal segnati con la maglia del Napoli negli anni ottanta sono accompagnate dalla musica di Je so' pazzo di Pino Daniele, un modo per enfatizzare l'incredibile legame tra Maradona e la città di Napoli, che gli ha tributato un amore straordinario. Nel 2019 è stato anche realizzato un documentario approfondito su Maradona, curato da Asif Kapadia, basato su oltre cinquecento ore di materiale inedito messo a disposizione dalla famiglia del campione.

Infine, un omaggio indiretto ma altamente intimo a Maradona è stato realizzato da Paolo Sorrentino nel film del 2021 È stata la mano di Dio, che è stato selezionato come rappresentante dell'Italia agli Oscar 2022 nella categoria Miglior Film Internazionale.

The English Game

The English Game è una miniserie Netflix che trae ispirazione da fatti storici autentici, catapultando gli spettatori alle radici del calcio nell'Inghilterra della fine del XIX secolo. La trama si sviluppa attorno alla vera storia di due calciatori scozzesi di nome Fergus Suter e Jimmy Love. Questi due talentuosi giocatori vengono reclutati dalla squadra del Darwen con l'obiettivo di competere per la vittoria nella FA Cup del 1879, sfidando gli Old Etonians. Quest'ultima formazione è composta da aristocratici e membri dell'alta borghesia londinese.

Nella serie, Fergus Suter viene ritratto come il leader della squadra di Blackburn che trionfa nella FA Cup del 1883, sconfiggendo gli Old Etonians in una finale avvincente. Tuttavia, è importante sottolineare che la vittoria di quell'anno fu conquistata dal Blackburn Olympic, mentre Suter faceva parte dei Rovers che avevano subito la sconfitta in finale nell'edizione precedente del 1882.

Nella mini serie, uno dei club protagonisti è il Darwen FC. Questo club ha una storia che si estende dal 1870 al 2009. Il Darwen FC, infatti, è da considerarsi pioniere nel panorama calcistico del Nord dell'Inghilterra, avendo ottenuto successi significativi nella neonata competizione calcistica. Successivamente, nel 1900, si unì alla Lancashire League, che attualmente costituisce una lega di calcio amatoriale comprendente le squadre riserve dei club non iscritti alla lega.

Ted Lasso

Ted Lasso è una serie TV Apple Original (quindi disponibile solo su Apple TV Plus) che ha debuttato nel 2020 affermandosi rapidamente come una delle produzioni più apprezzate e sorprendenti degli ultimi anni. Con un mix di commedia, emozione e spirito sportivo, la serie ha catturato il cuore di milioni di spettatori in tutto il mondo.

La serie ha avuto origine da un curioso spot pubblicitario per il network televisivo americano NBC Sports, in cui il personaggio di Ted Lasso, interpretato da Jason Sudeikis, veniva presentato come un allenatore di football americano chiamato a guidare una squadra di calcio inglese. L'inaspettato successo e l'entusiasmo suscitato dall'annuncio hanno portato alla creazione di una serie TV a sé stante.

Uno dei tratti distintivi di Ted Lasso è il suo contagioso sorriso, che ha guadagnato un posto speciale nei cuori degli spettatori. Questo atteggiamento positivo e incoraggiante del protagonista è diventato un simbolo di speranza e gentilezza, particolarmente apprezzato nei momenti di difficoltà. Infatti, sebbene il calcio sia un elemento centrale nella trama, Ted Lasso va oltre lo sport, esplorando temi di relazioni umane, empatia e resilienza. Gli episodi si concentrano sulla vita dei personaggi, creando una narrazione coinvolgente e appassionante.

L'interpretazione di Jason Sudeikis nel ruolo di Ted Lasso è stata universalmente acclamata. L'attore ha vinto numerosi premi, tra cui un Golden Globe e un Emmy, per la sua performance nel ruolo dell'allenatore dal cuore d'oro (la serie ha vinto in totale due Golden Globe e ben otto Emmy). La produzione ha suscitato importanti discussioni sui temi dell'empatia, della gentilezza e del superamento delle avversità. La sua capacità di affrontare argomenti seri con leggerezza e compassione ha reso Ted Lasso una fonte di ispirazione per molti.

Welcome to Wrexham

Welcome to Wrexham è una serie documentaristica pubblicata su Disney Plus che ha catturato l'attenzione di molti spettatori grazie alla sua affascinante esplorazione della trasformazione sportiva e imprenditoriale. Oltre alla trama coinvolgente, la serie offre anche una serie di curiosità intriganti che aggiungono ulteriore interesse al suo racconto unico. Questa serie documentaristica, uscita nel 2021, segue l'emozionante percorso intrapreso da due leggende dello spettacolo, Ryan Reynolds e Rob McElhenney, nel loro ambizioso tentativo di rivitalizzare il club di calcio gallese Wrexham AFC.

La serie è stata prodotta e ideata da due personalità incredibilmente famose nel mondo dello spettacolo: Ryan Reynolds e Rob McElhenney. I due attori hanno portato la loro visione e il loro entusiasmo nel progetto, dimostrando un sincero interesse nella trasformazione del club di calcio gallese. Uno degli elementi più sorprendenti della serie è la scelta di Reynolds e McElhenney di acquisire il Wrexham AFC, un club di calcio con una storia affascinante e una connessione profonda con la sua comunità. Questa decisione non convenzionale ha attirato l'attenzione di molte persone, mettendo in luce il loro impegno unico nel rilanciare il club.

Oltre agli aspetti seri dell'acquisizione e della gestione del club, la serie offre anche momenti di leggerezza e umorismo grazie al suo stile narrativo unico. Gli spettatori avranno l'opportunità di sorridere mentre seguono le avventure e le sfide affrontate da Reynolds e McElhenney. La serie è ambientata nella città gallese di Wrexham, che diventa quasi un personaggio a sé stante nella narrazione. Gli spettatori potranno esplorare le pittoresche strade della città e immergersi nell'atmosfera unica che essa offre.

Speravo de morì prima

In Speravo de morì prima, Pietro Castellitto interpreta Francesco Totti in una mini serie di 6 puntate che racconta gli ultimi anni di carriera del leggendario capitano della Roma. La serie TV si basa sulla vita autobiografia del calciatore, spesso in bilico tra le soddisfazioni professionali e le angosce interiori. Infatti, Speravo de morì prima si concentra molto negli affanni del calciatore Totti, tormentato dall'idea di dover dire addio alla propria carriera per via dell'età che avanza.

Speravo de morì prima è una miniserie italiana Sky Originals di sei puntate presente, ovviamente, in esclusiva su Sky e NOW che ha catturato l'attenzione del pubblico con la sua trama avvincente e il suo umorismo unico. Il titolo è un'espressione tipicamente romana che significa "Speravo di morire prima". Questa frase cattura perfettamente lo spirito irriverente e schietto del film, anticipando il tono comico della storia. La miniserie si è basata sulla biografia Un capitano scritta da Paolo Condò in collaborazione con Francesco Totti.

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