Perdonaci i nostri peccati: il commovente corto che ricostruisce l'orrore dell'Aktion T4

Autore: Alessandro Zoppo ,

Un cortometraggio sull'Aktion T4, uno degli aspetti più oscuri, agghiaccianti e spesso dimenticati dell'Olocausto. Perdonaci i nostri peccati debutta il 17 febbraio su Netflix e affronta uno dei capitoli più bui della storia del Novecento, oltre che una questione personale per la regista statunitense che l'ha diretto.

Ashley Eakin è nata con una grave disabilità fisica, una malattia ossea che tuttavia non le ha impedito di aprirsi un varco nell'indifferenza e costruirsi una carriera nel mondo del cinema. Sin da quando ha iniziato come assistente di Jon M. Chu sul set di #Crazy & Rich, il suo obiettivo – spiega alla non profit RespectAbility – è "voler cambiare il modo in cui il mondo ci vede".

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Prodotto all'interno dell'Emerging Filmmaker Initiative di Netflix, l'iniziativa della piattaforma a sostegno di nuove voci nella narrazione di genere, #Perdonaci i nostri peccati è scritto da Eakin insieme al marito Shawn Lovering e ricostuisce attraverso la fiction una vicenda ancora poco conosciuta come "promemoria per stare in guardia ogni volta che passa il messaggio di vite che valgono più delle altre".

Perdonaci i nostri peccati Perdonaci i nostri peccati Preso di mira dai nazisti intenti a uccidere le persone con disabilità, un ragazzo con una menomazione compie una scelta audace durante la sua fuga. Apri scheda

Perdonaci i nostri peccati: la trama del corto Netflix

Nella Germania del 1939, un ragazzino privo di una mano, figlio di una maestra convinta che "nessun calcolo può misurare il valore di una vita", è preso di mira dai compagni di classe e soprattutto dal regime che sta dando la caccia a tutte le persone con disabilità come lui. I nazisti stanno cominciando a mettere in atto il cosiddetto Aktion T4 e al piccolo non resta altro da fare che prendere una decisione coraggiosa ed audace per riuscire a salvarsi.

Il protagonista di Perdonaci i nostri peccati è interpretato da Knox Gibson, quindicenne australiano che ha subito l'amputazione del braccio destro dopo un incidente avvenuto quando aveva appena quattro anni. I genitori Kate e Jack hanno raccontato la sua storia all'associazione Limbs 4 Life. Knox è un advisor dell'inclusione e della diversità: recita, pratica diversi sport (calcio, rugby, nuoto, cricket) e suona la batteria. Con lui nel cast ci sono Hanneke Talbot, Justin Mader, Noah Lamanna e Nathaniel McParland.

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Aktion T4, l'assassinio deliberato di disabili e malati

Prima ancora che da ebrei e Rom, il genocidio nazista inizia dai disabili. La famigerata Aktion T4 è il programma di "eutanasia" del Terzo Reich promosso da Adolf Hitler per l'eliminazione di malati cronici e terminali, portatori di handicap, persone affette da epilessia, schizofrenia, disturbi dello spettro autistico e sindromi neurologiche, infermi e inabili al lavoro, inclusi i reduci della Prima guerra mondiale. Uno sterminio di Stato coperto dal segreto, che prevede la morte programmatica di chi non rientra nei piani di perfezione e produttività del regime. 

Il nome dell'operazione, T4, fa riferimento al numero civico della centralissima Tiergartenstrasse a Berlino dove ha sede (in una villa immersa nel verde confiscata a una ricca famiglia ebrea) la Gemeinnützige Stiftung für Heil- und Anstaltspflege, la fondazione di pubblica utilità per la cura e il ricovero in istituti. È questo centro ad occuparsi di quella che al processo di Norimberga sarà definita l'azione di "liberazione dalla sofferenza" messa in atto dal Reich.

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Forte delle teorie dell'eugenetica e delle politiche di "igiene razziale", Hitler lancia una massiccia campagna di sterilizzazione forzata delle persone affette da disabilità o con "tare mentali ereditarie" e a seguire l'operazione "morte misericordiosa" per quelli che chiama "gusci umani vuoti". L'obiettivo è liberare posti letto in ospedale per i soldati feriti nella campagna di Russia, far risparmiare centinaia di milioni di marchi all'erario sulla futura assistenza a inabili bisognosi di cure (Joseph Goebbels parla di "alleggerimento collettivo") e soprattutto purificare la nuova Germania da ogni zavorra superflua, da "mangiatori inutili" e da "inestetismi" come la malattia e la disabilità. Bisogna eliminare le "lebensunwerte leben", ovvero le "vite indegne di essere vissute".

Malati psichici, persone che hanno subito amputazioni e disabili ricoverati negli ospedali e negli istituti di cura, inclusi bambini e neonati nati con deformazioni e problemi fisici o mentali, vengono prelevati e trasportati negli autobus grigi del Gekrat, le "ambulanze caritatevoli". 

La deportazione avviene in appositi centri specializzati "di eliminazione" sparsi su tutto il territorio. Se ne contano sei: Bernburg (in Sassonia), Brandenburg (a ovest di Berlino), Grafeneck (nel Württemberg), Hartheim (ad Alkoven, in Austria), Hadamar (nell'Assia) e Sonnenstein nell'ex fortezza del castello vicino a Pirna. 

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I pazienti sono sottoposti alla "Sonderbehandlung": il trattamento 14f13 di "liberazione dalla sofferenza". La soppressione avviene in modo "industriale", in una atroce catena di montaggio, con docce di monossido di carbonio e Zyklon B, iniezioni di fenolo in vena e cocktail di morfina e barbiturici come il luminal e il veronal. I corpi sono seppelliti in fosse comuni e bruciati in forni crematori.

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I responsabili dell'Aktion T4 sono pezzi grossi del regime: il Reichsärzteführer Gerhard Wagner, il capo dei medici del Reich; a partire dalla fine del 1938 il suo vice, il patologo svizzero e generale delle SS Leonardo Conti; i chirurghi Philipp Bouhler e Karl Brandt, due fedelissimi di Heinrich Himmler; Viktor Brack, stretto collaboratore di Bouhler. Il T4 è emanato dal Führer in persona non con una legge vera e propria ma con una lettera di incarico: un ordine di servizio riservato, che impone a tutte le case di cura di fornire gli elenchi dettagliati dei degenti "incurabili" o terminali.

Gli ospedali e i manicomi tedeschi ricevono un questionario da compilare e restituire a Berlino, in Tiergartenstrasse 4. Soltanto nella fase iniziale della Shoah, si conta l'uccisione di più di 70mila persone. Il bilancio finale è di circa 200mila vittime, quando a partire dall'aprile del 1940 entrano nel programma anche i disabili ebrei come gruppo etnico. 

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Ai parenti che chiedono che fine abbiano fatto i propri cari ricoverati, i medici nazisti rispondono che sono stati trasferiti all'ospedale di Chełm, in Polonia. Ma nella cittadina a sud-est di Lublino non c'è alcun ospedale. I familiari ricevono un certificato che attesta la morte avvenuta per polmoniti, infezioni o cause naturali e la cremazione è giustificata con il pretesto di evitare il propagarsi di una possibile epidemia. Ogni traccia è rimossa: i beni dei degenti, come i loro denti d'oro e i pacchi inviati dalle famiglie, sono trafugati e rivenduti. Questa pratica diventerà nota come la truffa di Chełm.

Marco Paolini ha dedicato all'Aktion T4 il recital Ausmerzen, registrato al Teatro La Cucina, l'ex ospedale psichiatrico Paolo Pini di Milano. "Le vittime sono quasi tutte anonime, i carnefici sembrano solo aguzzini e sadici – ha spiegato l'attore –, ma dietro quella mostruosità c'è una normalità colpevole, ed è solo rendendola familiare e umana che si può comprendere e riconoscerne i segni anche fuori dalla storia, nel presente".

Si calcola che nelle unità pediatriche "speciali" siano stati uccisi tra il 1939 e il 1945 tra i 5mila e i 7mila bambini. Sono coinvolti anche gli ospedali psichiatrici italiani di Trieste, Venezia, Treviso e Pergine Valsugana, in provincia di Trento. Uno dei pochi a denunciare pubblicamente il T4 è Clemens August von Galen, il vescovo di Münster. Insospettito dall'esponenziale aumento dei decessi di disabili e malati di mente, il religioso indica nei bombardamenti inglesi il "castigo divino" per gli orrori del nazismo. 

L'Aktion T4 termina ufficialmente nell'agosto del 1941 ma in realtà va avanti almeno fino al termine della Seconda guerra mondiale e alla caduta di Hitler. Non a caso la maggior parte del personale del T4 è impiegata nella soluzione finale pianificata da Adolf Eichmann.

In memoria di tutte le vittime di questo massacro, lo storico Götz Aly, giornalista e professore universitario al Fritz Bauer Institut di Francoforte, ha ricostruito con materiale documentato il terribile sterminio dei disabili, coperto dal silenzio e insabbiato per decenni, nel libro Zavorre - Storia dell'Aktion T4: l'"eutanasia" nella Germania nazista 1939-1945, pubblicato nel 2017 da Einaudi.

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Il libro di Götz Aly

Il piccolo protagonista di Perdonaci i nostri peccati è uno dei tanti bambini costretti a morire perché "difformi" e mai citati nei libri e sui monumenti. Oggi al numero 4 di Tiergartenstrasse la sede della Gemeinnützige Stiftung für Heil- und Anstaltspflege non c'è più, bombardata e distrutta durante la guerra. Soltanto nel 2011 il parlamento federale tedesco ha deciso di costruire sull'area dell'edificio un monumento progettato dall'architetta Ursula Wilms, per non dimenticare.

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