Il ritorno di Euphoria: perché vedere la seconda stagione della serie

Autore: Carlo Lanna ,

Finalmente la serie dei record è tornata. Quasi due anni dopo lo sconvolgente finale della prima stagione, Euphoria fa il suo ritorno sugli schermi della HBO. Il 9 gennaio negli States e il 10 gennaio (per ora solo in lingua originale con i sottotitoli in italiano) per gli abbonati di Sky e NowTV è andato in onda il primo episodio della seconda stagione. Un episodio che non ha deluso le aspettative, anzi, pare che Euphoria abbia già sfoderato l’artiglieria pesante, facendo presagire una storia ancora più estrema e ancora più drammatica.

Euphoria Euphoria Un gruppo di liceali si trova alle prime armi con droghe, sesso, identità, traumi, amore e amicizia. Apri scheda

All’inizio, o almeno durante i primi minuti, si è faticato a capire la nuova direzione intrapresa dalla storia. Ma è bastato un attimo e subito si è accesa la magia. Infatti, le aspettative non sono state deluse tanto da trovarsi di fronte a una perfetta season premiere, capace di ponderare l’azione alla caratterizzazione dei personaggi. Non un sostanziale balzo rispetto alla prima stagione, ma Euphoria riesce a mantenere alto l’interesse del pubblico e la qualità stessa della storia. Vale la pena vedere i nuovi episodi? Assolutamente sì. E ora vi spieghiamo il perché.

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Euphoria. Un party “selvaggio” apre gli eventi della stagione 2

È l’ultima notte dell’anno. Si respira aria di festa. Si beve. Si fuma e si fa del sesso. Tanto sesso. Tutti i protagonisti della storia, però, sono ancora alle prese con i propri demoni personali. Come Rue, caduta definitivamente nel baratro della droga e della perdizione. E come Nate, in cerca di se stesso dopo la fine della sua storia con Maddy. Come Jules, segnata da una vita che non riconosce più e dal legame tormentato con Rue.

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È durante una festa e tra i fumi dell’alcol che la storia prende forma. Un racconto brutale, che non lascia scampo. È in quella cornice così asettica che Rue e company cercano di trovare il proprio equilibrio e cercano di trovare una ragione in mezzo alla follia che loro chiamano vita. Non sono dei semplici adolescenti i volti noti di Euphoria, ma sono donne e uomini segnati da un percorso di crescita sbagliato e da cui non riescono più a trovare la retta via.

Nuove storie, nuovi equilibri

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La premiere di stagione è stata esaltante per un motivo ben preciso. Ha spostato l’attenzione su altri personaggi secondari della vicenda. Brillante, ad esempio, è stato il lungo flashback dedicato a Fezco. Ma allo stesso tempo è stato interessante lo scorcio sulla vita di Cassie, adesso legata a Nate con un doppio filo.

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Invece restano sullo sfondo i nuovi attori che, per il momento, interagiscono poco con Rue e gli altri. Ma la loro presenza è stata comunque di tutto rispetto, proprio perché questo fa intuire quanto saranno importanti per i prossimi sviluppi. Ancora una volta, Euphoria si conferma una serie a tutto tondo capace di esplorare più universi narrativi senza mai farli collidere tra di loro.

Un violento pugno nello stomaco

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Una parola basterebbe per descrivere il primo episodio che abbiamo visto in TV. È bellissimo, curato nella regia – rarefatta ma di grande impatto visivo-, curato nelle musiche e nelle interpretazioni. La serie non perde il suo fascino ma diventa ancora più cruda, più schietta e più sincera. Rivelandosi il teen-drama che non parla al mondo dei più giovani ma che rivolge uno sguardo disamorato alla realtà dei adulti. Un ritratto unico nel suo genere che stupisce per la sua veridicità. Con queste intenzioni siamo molto fiduciosi che la seconda stagione ha la possibilità di eguagliare (o superare) la prima.

 

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