Paradiso amaro, la colonna sonora del film con George Clooney e Shailene Woodley

Autore: Alessandro Zoppo ,

Le Hawaii di Paradiso amaro, il quinto lungometraggio di Alexander Payne, non sono un patinato paesaggio da cartolina. I suggestivi scorci naturalistici di Honolulu, Kailua e della baia di Hanalei, tra verde lussureggiante, mare cristallino e cieli sconfinati, sono lo scenario emotivo dove si consuma la rinascita dell'avvocato Matt King (un intenso e stropicciato George Clooney), marito tradito (con moglie in coma irreversibile dopo un incidente nautico) e padre distratto della giovane Alexandra (Shailene Woodley) e della piccola Scottie (Amara Miller).

Discendente di un'antica principessa locale e di un banchiere yankee, Matt è chiamato a contrattare la vendita delle ultime terre vergini dell'arcipelago, ricevute in eredità con i cugini, e al tempo stesso a rimettere insieme i cocci della sua famiglia disfunzionale. Tutto è lontano dal luogo comune in #Paradiso amaro, commedia malinconica basata sul romanzo The Descendants di Kaui Hart Hemmings, edito in Italia da Newton Compton con il titolo Eredi di un mondo sbagliato.

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Vincitore di un Oscar (per la migliore sceneggiatura non originale) e candidato complessivamente a cinque premi, il film di Payne – che arriva da Omaha, in Nebraska, e ha origini greche – vanta un curioso primato: è la prima produzione mainstream statunitense ad avere una colonna sonora di musica esclusivamente hawaiana. Una scelta perfettamente in linea con il suo côté da cinema indie.

Paradiso amaro Paradiso amaro Le Hawaii non sono esattamente il paradiso in terra che tutti crediamo: almeno non lo sono più per uno dei suoi abitanti, Matt King. Sua moglie Elizabeth ha appena avuto ... Apri scheda

La musica hawaiana del film

Alexander Payne ha deciso di rinunciare al classico score orchestrale hollywoodiano e di far accompagnare il viaggio di Matt King dalle sonorità di un gruppo di significativi artisti hawaiani. Questa scelta è maturata quando il regista ha scoperto la musica di Gabby Pahinui, leggendario compositore di Honolulu scomparso nel 1980 e padre della chitarra kihoalu, la "slack key" guitar accordata in open G. Le origini dell'hawaiian slack key guitar risalgono alla prima metà dell'Ottocento, quando la chitarra venne introdotta nelle isole dai marinai spagnoli e dai "charros", i cowboy messicani.

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Pahinui è famoso per il suo fingerpicking acustico (la tecnica di pizzicare le corde con le dita senza usare il plettro) e per l'impressionante falsetto alternato alle tonalità profonde. Fino alla metà degli anni Settanta la musica tradizionale hawaiana non è molto conosciuta in Occidente. È grazie a Chicken Skin Music di Ry Cooder – con il quale Pahinui avvia una proficua collaborazione – e a The Gabby Pahinui Hawaiian Band - Vol. 1 (pubblicato dalla Panini Records di Steve Siegfried) che la slack key raggiunge prima gli appassionati e poi il successo internazionale.

Payne ha raccontato in un'intervista a NPR di essersi subito innamorato quando ha ascoltato per la prima volta la musica di Gabby.

Tanto che ho considerato per un po' di tentare di mettere la sua musica in tutto il film. E ho finito per non farlo solo perché ci sono tanti altri artisti hawaiani da mostrare e scoprire. Ma la sua rimane la voce di riferimento dell'intero film. Per qualche motivo, aveva nel modo di suonare la chitarra, nei suoi arrangiamenti e certamente nella sua voce un modo di agganciarti, di sedurti davvero, di ammaliare l'ascoltatore con la sua soulfulness unica e apparentemente spensierata.

Oggi l'eredità di Pahinui è portata avanti da Martin e Cyril, i figli di Gabby. Ma la colonna sonora di Paradiso amaro include molto altro. Ci sono canzoni di Raymond Kane, Sonny Chillingworth, Dennis Kamakahi e Keola Beamer – signori incontrastati e maestri riconosciuti della slack key – e di eredi quali Jeff Peterson, Makana e Charles Michael Brotman. Payne ha chiesto soltanto a Beamer e Peterson di incidere due pezzi espressamente per lo score del film. Dopo un'iniziale titubanza per il modo in cui le Hawaii sono state "mal rappresentate" in passato nel cinema americano, Keola Beamer ha accettato la proposta del regista.

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Dalla "Golden Age" della Hawaiian music arriva invece la splendida voce di Lena Machado, nota nell'arcipelago come "l'usignolo delle Hawaii". Diventata famosa negli anni Trenta, Machado conobbe una incredibile popolarità durante la Seconda guerra mondiale, quando il suo programma radiofonico in onda sulla KGU veniva trasmesso alle truppe americane stanziate in tutto il mondo. Fu la prima hawaiana a registrare per una major e divenne molto attiva per i diritti delle donne, lottando per chiedere una retribuzione equa per tutte le musiciste.

La tracklist con tutti i brani

Con il suo inconfondibile sound, lo score di Paradiso amaro, pubblicato pure in vinile rosso 180 grammi da Sony, è ricco di ritmi rilassati e melodie languide capaci di conquistare gli spettatori anche se ascoltati slegati dalle immagini.

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Supervisionata da Dondi Bastone, la colonna sonora contiene 18 brani di incantevole musica hawaiiana, la maggior parte dei quali sono composti per chitarra acustica, ukulele e armonie vocali.

  1. Gabby Pahinui - Ka Makani Ka Ili Aloha
  2. Keola Beamer e George Winston - Kalena Kai
  3. Gabby Pahinui - Hi Ilawe
  4. Rev. Dennis Kamakahi - Ulili E
  5. Pancho Graham - Pine Tree Slack Key
  6. Ray Kane - Auwe 
  7. Gabby Pahinui - Leahi
  8. Jeff Peterson - Hawaiian Skies
  9. Gabby Pahinui & Sons of Hawaii - He Eia
  10. Keola Beamer - Imi Au Ia Oe
  11. Gabby Pahinui - Kaua i Beauty
  12. Sonny Chillingworth - Hi Ilawe
  13. Gabby Pahinui - Wai O Ke Aniani
  14. Rev. Dennis Kamakahi - Pua Hone
  15. Charles Michael Brotman - Hapuna Sunset
  16. Makana - Deep in an Ancient Hawaiian Forest
  17. Lena Machado - Mom 
  18. Sol Hoopii's Novelty Trio - Ka Mele Oku U Pu Uwai

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Pur non avendo ricevuto una candidatura agli Oscar perché non è uno score nuovo di zecca composto appositamente per il film, la colonna sonora della commedia di Payne – ammette Bastone – "ha fatto per la musica hawaiana quello che #Fratello, dove sei? ha fatto per il bluegrass". È un'incredibile collezione di perle per far scoprire al pubblico un ricco patrimonio e una tradizione lontana dagli stereotipi sull'identità e la musica popolare.

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