Quel bravo ragazzo: dal cast alle location, tutto sul film con Herbert Ballerina

Autore: Emanuele Zambon ,

Volto da "scemo & + scemo" e corporatura esile, quasi sbilenca come le grandi maschere del passato. Ingenuità mista a dei modi impacciati che farebbero ridere già così, figurarsi se trapiantati nel mondo della malavita. È in questa maniera che Quel bravo ragazzo si prende gioco della mafia, mettendo un perfetto idiota - ignaro di tutto - a capo di una delle cosche più potenti, con tutte le conseguenze del caso.

Una farsa, quella diretta dal regista Enrico Lando, che strizza l'occhio alla tradizione slapstick nostrana, rimasticandone gag e cliché. Lo fa giocando sugli equivoci, gli stessi cavalcati dal Totò di Un turco napoletano o delle tante commedie fotocopia di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Quelle situazioni paradossali, quei misunderstanding con cui Benigni aveva modellato il suo irresistibile Johnny Stecchino.

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Quel bravo ragazzo, naturalmente, non raggiunge quelle vette di comicità ma fa il suo, e lo fa in un modo genuino e spensierato che non può non far sorridere, soprattutto se il protagonista è Herbert Ballerina, uno che un tempo desiderava "fare l'usciere" assieme a Maccio Capatonda, e che nella mafia comedy di Lando finisce per essere mattatore in mezzo ad un manipolo di fantastici comprimari, volti storici del cinema (non solo) siciliano votati qui all'autoironia.

Gag Fiction: trama e recensione di Quel bravo ragazzo

La sceneggiatura di Quel bravo ragazzo è poco più di un pretesto per un'ora e mezza di gag estemporanee e malintesi tutti da ridere. Un potente boss mafioso (Luigi Maria Burruano alla sua ultima apparizione sul grande schermo) scopre sul letto di morte di avere un figlio, Leone (Herbert Ballerina). Il padrino fa rintracciare il giovane dai suoi storici tirapiedi Vito (Tony Sperandeo) e Salvo (Enrico Lo Verso) per affidargli le chiavi dell'impero criminale. Affiancato dal consigliori Enrico Greco (lo impersona Ninni Bruschetta), l'inadatto Leone si ritroverà, suo malgrado, invischiato in una lotta di potere fra cosche mafiose. Come se non bastasse, l'ex chierichetto al servizio di Don Isidoro (cameo per Maccio Capatonda) finisce nel mirino dell'antimafia, che ha nell'affascinante quanto scaltra Sonia (Daniela Virgilio) il proprio agente sotto copertura.

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Quel bravo ragazzo seppellisce la mafia sotto una risata, riducendo addirittura il pizzo ad un'applicazione social (iPizzo). Se nel titolo il film di Enrico Lando omaggia il gangster movie capolavoro di Martin Scorsese, la commedia degli equivoci che imbastisce guarda pure a Pulp Fiction - vedere per credere i duetti "alimentari" tra Sperandeo e Lo Verso a suon di arancini e bacche di goji (al posto dei Big Kahuna burger del film di Tarantino), le trovate stilistiche come l'assegno che si illumina o il p.o.v. cieco dal portabagagli dell'auto - così come all'intera tradizione nostrana legata al cinema di denuncia della piovra mafiosa.

Da Lo Verso a Sperandeo: il cast di Quel bravo ragazzo

In questo, la pellicola raggiunge il massimo del paradosso affiancando al protagonista Ballerina (vero nome Luigi Luciano), un cast straordinario, prestatosi al gioco farsesco, a partire da Luigi Maria Burruano, palermitano doc - scomparso nel 2017 - apparso in titoli forti come Pizza Connection, Mery per sempre, La scorta e I cento passi. In quel bravo ragazzo, poi, il coming of age criminale dell'ingenuo figlio del boss, Leone, è tentato da un tris di tutto rispetto: Enrico Lo Verso (Il ladro di bambini e Lamerica di Gianni Amelio, Baarìa di Gabriele Salvatores), Tony Sperandeo - caratterista senza eguali dall'inconfondibile accento siciliano, apparso nei drammatici Il pentito, Il muro di gomma, Palermo Milano - Solo andata, ma a suo agio anche in commedie come Piedipiatti e I mitici - Colpo gobbo a Milano, vincitore di un David di Donatello nel 2001 per il ruolo di "Tano" Badalamenti ne I cento passi - e, infine, Ninni Bruschetta, che ha al suo attivo L'uomo in più di Sorrentino e La mafia uccide solo d'estate di Pif, oltre, ovviamente, alla serie TV demenziale Boris.

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Anche il lato femminile di Quel bravo ragazzo sfodera un background "criminale": Daniela Virgilio, che nel film impersona l'agente sotto copertura di cui si innamora Leone, era l'escort Patrizia nella serie Romanzo criminale. A dare un tocco internazionale al cast ci pensa invece lo spagnolo Jordi Mollà, che molti ricorderanno, oltre che in Blow, come il villain di Bad Boys II.

Le location "storiche" di Quel bravo ragazzo

Le riprese di Quel bravo ragazzo si sono concentrate nel ragusano, come si evince da alcune suggestive location della zona, su tutte il Castello di Donnafugata, leggendario edificio nobiliare dalla facciata neogotica coronata da due torri laterali disposto su tre livelli (per un totale di 120 stanze) e comprensivo di labirinto e parco di 8 ettari.

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Tra le località scelte figurano Ragusa Ibla, Scicli e Marina di Ragusa. Altre scene sono state poi girate a Chiaramonte Gulfi - spicca Villa Fegotto, il feudo del boss Cosimato nel film - con i ciak che hanno interessato pure il porto di Scoglitti (l'incontro da ridere con i colombiani, con l'offerta di "1 euro" da parte dello scemo protagonista).

La canzone di Quel bravo ragazzo

Per stessa ammissione del compositore Fabio Gargiulo, autore delle musiche di Quel bravo ragazzo, il film necessitava di melodie leggere e ironiche, ma anche dal sapore mafioso e austero. "Dopo aver scritto e cestinato molte cose, ho finalmente trovato una melodia semplicissima, in do maggiore, da poter essere suonata o pensata anche da un bambino, proprio come Herbert. Era la mia visione dei suoi sentimenti, della sua ingenuità e del suo modo di essere meravigliosamente impacciato".

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La collaborazione di Gargiulo con diversi musicisti siciliani ha permesso la realizzazione di una soundtrack che si avvale di strumenti della tradizione sicula come il friscalettu e il marranzanu. Insieme alla band Le Stanze di Federico, Il compositore ha prodotto la loro canzone “Quel Bravo Ragazzo” che fa da title track del film. 

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