Resident Evil 7, tutti i film a cui si ispira l'horror Capcom

Autore: Andrea Guerriero ,

Ormai lo sapete tutti, Resident Evil 7 è disponibile per PlayStation 4, Xbox One e PC.

Quello che però molti ignorano è che l'ultima fatica di casa Capcom è un vero e proprio capolavoro horror, un titolo che, al netto dei moltissimi dubbi iniziali, riesce non solo a riportare il ventennale franchise giapponese ai fasti di un tempo, ma anche a riappacificarsi con i canoni del genere di appartenenza.

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Sì, il settimo capitolo di Biohazard si presenta ai videogiocatori con un timbro ferale, violento, esteticamente maturo.

Gli sviluppatori del colosso di Osaka hanno avviato una vera e propria rivoluzione - di fatto assolutamente necessaria per una serie che non aveva più nulla da dire e dare -, riconquistando il cuore degli appassionati. Nella lavorazione di Resident Evil 7 sono assai evidenti le fonti di ispirazione del team, che si rifanno in particolar modo ad alcuni dei lungometraggi orrorifici più amati dai cultori dell'universo in celluloide.

Non Aprite Quella Porta (1974)

La prima fonte di ispirazione è piuttosto evidente. La nuova incarnazione di Resident Evil, pur affermando con i denti e con le unghie una propria identità, si rifà fortemente al classico Non Aprite Quella Porta, datato 1974. Il cult di Tobe Hooper vede cinque ragazzi del Texas finire tra le grinfie di una famiglia di assassini cannibali, tra i cui componenti spicca Leatherface, che diverrà col tempo uno dei villain più celebri del cinema dell'orrore. 

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È dunque evidente che la famiglia Baker (e la villa della Louisiana) di Resident Evil 7 sia un chiaro omaggio a quella, ugualmente "putrida", di The Texas Chain Saw Massacre. Questa classica famiglia di zoticoni rapisce e tortura giovani ragazzi vivaci e intraprendenti in dubbie circostanze. A questo vanno sommati episodi di cannibalismo, interpretazioni distorte della religione e deliri vari.

Rimane indimenticabile la scena in cui il protagonista Ethan Winters è legato ad una sedia davanti al tavolo da pranzo ed è costretto a cibarsi di interiora, in pieno stile Non Aprite Quella Porta.

The Blair Witch Project (1999)

Il cult diretto da Daniel Myrick e Eduardo Sanchez si colloca a metà strada tra il genere documentaristico e l'horror, e viene ricordato in particolar modo per la sua geniale campagna di marketing prima del debutto nelle sale. Lo stesso si può dire di Resident Evil 7, che tra misteriose videocassette e trailer particolarmente curati ci ha terrorizzato ben prima dell'uscita su PC e console di ultima generazione. 

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Il tema della scomparsa trattato in "The Blair Witch Project" - ricostruita con una serie di montaggi da riprese amatoriali - è un po' quello che abbiamo visto nella demo di Resident Evil 7, che fa da effettivo prologo al gioco completo. Il film di Myrick-Sanchez rientra anche nella nostra classifica dei 20 film horror da vedere prima di morire.

La Casa (1981)

Diretto da Sam Raimi, La Casa racconta la storia di cinque ragazzi che vanno a passare un week-end in una casa di montagna. Il loro fine settimana si trasformerà in una macabra e sanguinaria esperienza quando trovano e ascoltano un nastro magnetico, che libera uno spirito maligno.

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Le stesse atmosfere vengono riprese in tre capitoli di Resident Evil 7, e vibrano comunque in tutto il corpo del videogioco, che a tratti ricorda anche La Casa dei Mille Corpi di Rob Zombie, soprattutto per le vicende legate alla moglie di Ethan, la sfortunata - e successivamente sanguinaria - Mia.

La produzione Capcom è a a conti fatti un compendio di suggestioni della cultura horror moderna di matrice occidentale: gli sviluppatori lasciano da parte per una volta l'abusata iconografia a tema zombie e il gusto giapponese per l'horror eccessivamente sopra le righe, consegnando alla community nerd un'antologia del terrore solida e concreta. 

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