Il diverbio con Robert Downey Jr. gli fa ancora male, le parole di Iñarritu

Autore: Francesca Musolino ,

Il regista, sceneggiatore e produttore messicano Alejandro G. Iñarritu è ritornato sulla scena dopo sette anni di assenza dietro alla cinepresa, per promuovere alla Mostra del Cinema di Venezia il suo nuovo film intitolato Bardo. In tale occasione durante un'intervista con Indiewire, Iñarritu ha dimostrato di avere ancora aperta una vecchia ferita, per una frase che nel 2015 gli aveva rivolto Robert Downey Jr., l'Iron Man del Marvel Cinematic Universe.

L'inizio del diverbio

Al tempo il regista aveva criticato i cinecomics di Marvel Studios, definendoli un "genocidio culturale" perché secondo lui sono dei contenuti adatti solo a un pubblico infantile o agli adulti che non vogliono crescere. Per tutta risposta alcuni mesi dopo, Robert Downey Jr. aveva espresso un commento al riguardo, ritenuto offensivo da Iñarritu in quanto le parole di Downey erano state le seguenti: 

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Per un uomo la cui lingua madre è lo spagnolo, essere in grado di mettere insieme una frase come genocidio culturale dimostra quanto sia brillante.

Nonostante la frase di Downey fosse ironica, effettivamente Alejandro G. Iñarritu si è dimostrato essere una persona brillante. Nella sua carriera ha infatti ricevuto cinque Premi Oscar, quattro Golden Globe, tre BAFTA e due David di Donatello per i suoi lavori di successo quali Babel, Biutiful, Amores Perros, 21 grammi, Birdman e Revenant - Redivivo. Bardo sembra prestarsi bene nel diventare un'altra pellicola degna di nota, non solo perché il regista è orgoglioso di questo lavoro in cui ci ha messo anima e cuore, ma anche perché tratta dei temi sempre attuali che offrono un grande spunto di riflessione, soprattutto sul discorso etnico.

Dopo sette anni Iñarritu ritorna sull'argomento

Parlando di tematiche di un certo tipo, il discorso con Indiewire è inevitabilmente ricaduto su Downey. Che con quella frase "incriminante", ha dato l'idea di deridere il popolo messicano, come se fossero delle persone incapaci. O almeno questo è ciò che ha percepito Iñarritu come ha dichiarato lui stesso: 

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Era come se intendesse dire 'Oh, ragazzi del paese delle banane'. Se venissi dalla Danimarca o dalla Svezia, potrei essere visto come un filosofo. Mentre se certi termini li usa un messicano, risulta pretenzioso.

Ma se da un lato c'è stato questo diverbio con Robert Downey Jr., da un altro c'è stata una persona del Marvel Cinematic Universe con cui invece Iñarritu è riuscito a condividere il suo punto di vista e ha ottenuto comprensione. Durante una festa organizzata da Netflix per l'anteprima del film Bardo, il regista ha avuto modo di parlare con Chloé Zhao che ha diretto il film Eternals. Sempre durante la sua intervista, Iñarritu ha dichiarato quanto segue:

Era molto commossa. Ha smesso di lavorare per un giorno perché era rimasta colpita dal mio film. È una sensazione che condividiamo. Non devi essere messicano. Ma se non hai mai lasciato il tuo paese e parli solo una lingua, se la tua cultura ti ha fornito tutto ciò di cui hai bisogno per tutta la vita, non capisci di cosa sto parlando.

Chloé Zhao è una regista, sceneggiatrice, produttrice cinematografica e montatrice cinese, naturalizzata statunitense. Di conseguenza ha vissuto la stessa esperienza personale e lavorativa di Iñarritu, lasciando il suo paese di origine e facendo dei sacrifici per potersi affermare altrove.

La trama di Bardo

Bardo - Cronaca di una falsa verità, è un racconto in parte autobiografico dove l'autore parla della sua vita e del suo paese, il Messico, con qualche aggiunta romantica e fantasiosa ma senza mai realmente dissociarsi dalla verità nuda e cruda. Il protagonista è il giornalista e regista di documentari Silverio Gama che dopo essere da anni emigrato negli Stati Uniti per lavoro, deve fare ritorno al paese natio in quanto ha ricevuto un prestigioso riconoscimento per il giornalismo di qualità.

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Una volta in Messico, Gama avrà una sorta di crisi esistenziale che lo porta a realizzare che il suo paese continua a soffrire di diverse problematiche, mentre lui vive e prospera proprio nella nazione che da un lato è colpevole di ciò che accade in Messico. Questo rimette in discussione tutta la sua vita, perché inizia a chiedersi se si merita davvero quel premio e se tutto ciò che ha costruito negli anni non sia solo un'ipocrisia: Silverio era andato in America proprio per cambiare le cose e raccontare la verità; ma cambiando paese ha cambiato anche vita e si è lasciato alle spalle, seppur in buona fede, la povertà che ancora sussiste in quel paese natale che in qualche modo sembra non appartenergli più.

Potrei essere troppo messicano per gli americani e troppo americano per i messicani.

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Questa frase detta da Alejandro G. Iñarritu e riferita a sé stesso, rispecchia perfettamente il pensiero di Silverio Gama, che è il suo alter ego nel film. In sostanza il regista reale e il personaggio di fantasia, si sentono stranieri in una terra straniera ed estranei nella terra di origine. Tutto questo perché alla fine, come spiega con trasporto e fervore lo stesso Iñarritu, l'etnia di ogni persona spesso può finire per diventare un vero e proprio fardello in determinati contesti; e a volte, anche tra stessi connazionali.

Questa relazione con il successo è sempre complicata. Ti avvelena e ti mette molto più in difficoltà, così diventi un bersaglio più facile. Senti una nauseante disconnessione tra la tua eredità messicana e la crescente prosperità di Hollywood. 

Bardo di conseguenza vuole essere un omaggio al Messico. Un tributo per riportare la vera storia del paese, da parte di chi vive in quel determinato contesto e che solo sulla propria pelle, a prescindere dal colore, può veramente capire e raccontare la realtà di tutti i giorni. 

Bardo uscirà nelle sale cinematografiche il 18 novembre 2022 e sarà disponibile nel catalogo Netflix dal 16 dicembre.

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