10 motivi per cui la quarta stagione di Boris deve essere prodotta

Autore: Federica Lucia ,

Negli ultimi tempi non si parla d'altro che di Boris e di un suo possibile ritorno. La quarta stagione della famosa serie italiana nata nel 2007, è stata richiesta a gran voce dal fedele pubblico tramite una petizione online. E pare che anche i membri del cast non disdegnino l'idea e abbiano promosso la raccolta firme tramite i canali social personali.

Ma facciamo un passo indietro e rinfreschiamoci la memoria. 

Boris e il suo successo

Boris: La fuori serie italiana (questo il titolo completo), andata in onda dal 2007 al 2010, è la metafiction - una fiction nella fiction - prodotta per Fox International Channels Italy. La serie racconta il dietro le quinte della fiction fittizia Gli Occhi del Cuore 2, attraverso il lavoro di tecnici e attori con delle leggere digressioni verso l'assurdo che finiscono per prendere il sopravvento in ogni episodio.

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I protagonisti principali sono Alessandro lo stagista, interpretato da Alessandro Tiberi, il regista Renè Ferretti, che ha il volto e la voce di Francesco Pannofino e Arianna dell'Arti, assistente alla regia, interpretata da Caterina Guzzanti (la piccola di casa Guzzanti dopo Sabina e Corrado).

La serie ruota attorno alla produzione della seconda stagione di una fiction mediocre, prodotta da tecnici mediocri, scritta da sceneggiatori mediocri e interpretata da attori mediocri o addirittura cani. Ma questo non disturba nessuno, perché l'importante è aprire tutto e portare a casa le scene. 

Fox International Channels Italy
Francesco Pannofino, Roberta Fiorentini e Ninni Bruschetta in una scena di Boris

La serie satirica punta i riflettori sul prodotto scadente e dozzinale realmente proposto da un certo tipo di televisione, che mira più alla quantità (il minutaggio deve essere al di sopra dei 52 minuti) piuttosto che alla qualità (concetto temuto e boicottato spesso durante le tre stagioni).

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E lo fa attraverso l'incompetenza e la svogliatezza di tecnici come Duccio - il direttore della fotografia - sempre impegnato a pensare, che si limita ad aprire tutto e a smarmellare o Itala - la segretaria di dizione -  interpretata dalla compianta Roberta Fiorentini, sempre ubriaca e mai pronta ad assolvere ai propri doveri.

Boris denuncia - mettendoli alla berlina - tutti i luoghi comuni che ruotano attorno al mondo dello spettacolo e che spesso ci azzeccano. Ad esempio parliamo degli attori egocentrici e banali come Stanis La Rochelle o le attrici cagne come Corinna (interpretata da Carolina Crescentini), gli attori raccomandati o quelli protetti politicamente. Ci sono anche le attrici che si concedono a produttori e registi pur di lavorare, quelli a fine carriera che hanno bisogno di arrivare a fine mese in un ambiente che li ha completamente dimenticati e infine quelli bravi.

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Ci sono poi i luoghi comuni che riguardano gli addetti ai lavori come la produzione, riconducibile al ruolo di Sergio, sempre pronta a risparmiare sui costi e a sfruttare dipendenti e meccanismo. Gli stagisti - definiti anche schiavi - sfruttati e sottopagati, i compromessi, la qualità scadente e le sceneggiature copiate. C'è questo e molto altro nelle tre stagioni di Boris ed è tutto sapientemente narrato attraverso un registro - e non un regista - ironico agrodolce che sfocia spesso nel sarcasmo più crudo, ma che funziona.

Funzionava allora e funziona ancora se dopo 10 anni le citazioni tratte dalla serie sono all'ordine del giorno e se i fan richiedono a gran voce il ritorno del pesce rosso (Boris per l'appunto).

 

Ed io appartengo a quella schiera di nostalgici che invocano il ritorno di Biascica e del suo discorso finale Aiededrì, di Mariano Giusti - interpretato dal bravissimo Corrado Guzzanti - di Stanis e di tutti gli altri personaggi.

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Ed è per questo che di seguito troverete il mio personale e ironico elenco delle dieci motivazioni per cui la quarta stagione di Boris deve essere prodotta.

10 motivi per far ritornare Boris

  1. Perché così vorrebbe Lars von Trier
  2. Perché fare un'altra stagione è molto italiano
  3. Per capire chi ha votato Arianna in questi ultimi anni
  4. Perché negli ultimi tempi ci siamo chiusi e vogliamo di nuovo...aprire tutto
  5. Perché vogliamo Gli Occhi del Cuore 3 e rimanere basiti
  6. Per dare finalmente un significato all'anello del Conte
  7. Per sapere se Biascica ha ricevuto gli straordinari di aprile
  8. Per sapere se René ha mai risposto alla telefonata di Lopez
  9. Perché una nuova televisione non è possibile
  10. Perché Boris è la Locura della televisione italiana

Perché così vorrebbe Lars von Trier

Uno degli episodi che maggiormente ha sancito l'esuberanza della serie e la genialità dei dialoghi è stato il sesto della prima stagione intitolato Come Lars von Trier. Un'intera puntata creata attorno ad una scena di nudo che l'ingenua e cagna Corinna non era in grado di girare. Il compito di un regista è anche quello di mettere a proprio agio i suoi attori per la perfetta riuscita della scena ed è così che Renè Ferretti fa spogliare tutti i presenti sul set per condividere l'imbarazzo con l'attrice. Proprio come avrebbe fatto l'enigmatico e discusso regista Lars von Trier.

Perché fare un'altra stagione è molto italiano

Il protagonista della fiction, Stanis La Rochelle, è un egocentrico e mediocre attore fissato con il metodo americano che tenta maldestramente di far suo. Critica lo stile italiano, nonostante sia l'unico capace di sopportare la sua banalità. Ma noi fan - molto italiani - di Boris lo amiamo ed è per questo che chiediamo una quarta stagione piena di interviste farlocche e sproloqui megalomani del nostro Stanis.

Per capire chi ha votato Arianna in questi ultimi anni

Boris è una serie satirica che spesso critica il mondo delle raccomandazioni e della politica fonte di protezione e clientelismo. Ci sono tanti nomi fittizzi che vengono citati come politici corrotti (uno su tutti Romanelli, la garanzia di Itala), ma l'unico personaggio reale nominato è Silvio Berlusconi. Nome importante - soprattutto in quegli anni - che sarà protagonista di una situazione a dir poco esilarante.

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La forte attrazione tra Alessandro e Arianna viene interrotta sul più bello nel momento in cui lei rivela di aver sempre votato per il politico di Forza Italia e di aver fatto campagna elettorale attiva anche da minorenne. Questa rivelazione creerà molti problemi ai due protagonisti che ritorneranno spesso sull'argomento. Voi non siete curiosi di sapere per chi voterebbe oggi la nostra Arianna?


Perché negli ultimi tempi ci siamo chiusi e vogliamo di nuovo...aprire tutto

Duccio, Apri tutto! 

Basta essere chiusi, basta ricercare la qualità e lo stile da fighetti in ogni cosa. I fan di Boris sono cresciuti a pane e smarmellata, sono esseri sensibili e liberi. Duccio, l'inetto direttore della fotografia, ha fatto del concetto di minimo sindacale il suo modo di affrontare la vita. Tra un pensiero e un altro nella sua roulotte, la soluzione ad ogni problema è stata sempre aprire tutto e gli affezionati rivogliono quello stile inconfondibile. 

Perché vogliamo Gli Occhi del Cuore 3 e rimanere basiti

I personaggi di Boris sono tutti riusciti a farsi posto nel cuore dei fan, chi per una battuta divertente e chi per una scena emblematica, ma nella top ten non possono mancare sicuramente gli svogliati sceneggiatori. Il motto dei tre scansafatiche è sempre stato Liberi Tutti dopo appena 10 minuti di lavoro, fatto unicamente di copia e incolla da altre fiction oltreoceano e innumerevoli didascalie dei personaggi fatte di F5 ed F4, rispettivamente preoccupato e basito.

Per dare finalmente un significato all'anello del Conte

Il Conte - uno dei miei personaggi preferiti - era interpretato dall'instabile e irascibile Mariano Giusti (che aveva il volto del superlativo Corrado Guzzanti) ed era l'antagonista ne Gli Occhi del Cuore. Tra pacchetti azionari, tentati omicidi e rivelazioni incestuose, spuntava sempre fuori l'anello del Conte senza un apparente motivo. Anche nell'episodio pilota de Gli Occhi del Cuore 3 ritroviamo l'anello tra le mani di Giorgio - il dottore interpretato da Stanis La Rochelle - ma il senso non si capisce neanche in quel momento. I fan hanno bisogno di sapere. 

Per sapere se Biascica ha ricevuto gli straordinari di aprile

Fox International Channels Italy
Paolo Calabresi e Alessandro Tiberi in una scena di Boris

Una delle colonne portanti della serie e dei fan è stato sicuramente Augusto Biascica, il capo elettricista interpretato da Paolo Calabresi. Rozzo, ignorante e bestemmiatore - rivendicherà il diritto di bestemmiare sul set - Biascica ha il compito di smarmellare, ossia aprire al massimo gli otturatori dei faretti. Sfoga le sue frustrazioni sullo schiavo, lo stagista Lorenzo e dopo averlo perso per uno scatto professionale inizierà ad avere le vertigini e ad andare da una psicologa. Nella seconda stagione scaverà nella sua infanzia, ponendosi domande e dubbi da solo durante le sedute di terapia, per scoprire alla fine che la causa di tutto sono gli straordinari di aprile non pagati da due anni del set di Libeccio. 

Per sapere se René ha mai risposto alla telefonata di Lopez

La terza stagione di Boris si è conclusa con un cliffhanger che neanche Shonda Rhimes avrebbe potuto fare meglio. La scena finale vede Duccio e René come guardie forestali in Abruzzo mentre squilla il telefono del regista ormai fallito. Dall'altra parte c'è Lopez - delegato di rete - che ha il compito di richiamare Ferretti per produrre Gli Occhi del Cuore 3 e riprendere da dove avevano lasciato. Il tentativo di rivalsa e di ritorno alla tradizione - o merda come direbbe il regista- era riuscito, anche se con sei mesi di ritardo. 

Perché una nuova televisione non è possibile

La terza stagione di Boris era incentrata su una nuova fiction, Medical Dimension. La nuova serie, spin-off del più famoso e scadente Gli Occhi del Cuore, avrebbe dovuto sancire l'inizio di una rivoluzione televisiva fatta di qualità e storie più autentiche e credibili. Salvo poi rivelarsi un bluff e un fallimento, dimostrando che una nuova televisione non è possibile. Gli italiani non sono pronti ad andare avanti e anche noi rivogliamo il vecchio Boris.

Perché Boris è la Locura della televisione italiana

Il monologo più intenso e vero di tutta la fuori serie italiana è quello pronunciato sul finale della terza stagione da uno dei tre sceneggiatori. Benché fatto inizialmente di parole prive di senso e sconnesse tra loro, alla fine si dimostra una doccia fredda per tutti gli spettatori. Una presa di coscienza sulla società italiana dell'epoca che poco si discosta da quella odierna. Stiamo parlando della locura definita come:

Il peggior conservatorismo che però si tinge di simpatia, di colore e di paillettes.

Per concludere poi con la sarcastica ma quanto mai attuale definizione di Italia del futuro (quindi la nostra):

Un paese di musichette mentre fuori c'è la morte.

Continuiamo a sperare in una quarta stagione di Boris e nel frattempo è possibile rivedere la serie completa su Netflix per rimanere ancora basiti.

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