15 febbraio: il compleanno di Totò. Perché ci manca così tanto?

Autore: Chiara Poli ,

Antonio de Curtis Gagliardi Griffo Focas Comneno di Bisanzio, meglio noto come Antonio de Curtis, in arte Totò.

Un nome altisonante per un uomo che ha lasciato un'impronta indelebile nella nostra storia.

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Oggi, 15 febbraio, sarebbe il suo compleanno.

Nato a Napoli nel 1898, Totò non era solo il Principe della Risata: il suo contributo alla nostra cultura e alla nostra arte andava ben oltre.

Dal teatro al cinema, dalle poesie alla musica, Totò ha messo in scena, cantato e recitato tutti i vizi e le virtù del popolo che rappresentava.

Più di 110 film, che oggi costituiscono un vero e proprio patrimonio nazionale... Nel giorno in cui arriva la brutta notizia dell'abbandono dell'idea del museo, ma soprattutto della casa di Totò da parte del Comune di Napoli.

Eppure, molti oggi lo ricordano. Moltissimi. Perché come lui non c'è più stato nessuno.

Perché ci manca così tanto?

Io credo sia una questione di stile: che interpretasse l'uomo più umile o un Principe (vero o presunto), la sua dignità e il suo stile non cambiavano mai.

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Era capace di calarsi nei panni di mille personaggi senza perdere la fierezza che lo caratterizzava, risultando al contempo credibile.

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In qualche modo, Totò dava sempre l'impressione di essere chi stava interpretando. Trasformava la finzione in verità, e nello stesso momento manteneva la sua identità. 

L'identità dell'uomo che rappresentava un popolo intero, e lo faceva prendendolo bonariamente in giro, sottolineandone i difetti ma anche il cuore grande.

Le sue interpretazioni erano l'essenza stessa della satira, i suoi film erano diretti dai grandi registi che dettavano le regole di quella commedia all'italiana che ci aveva resi celebri in tutto il mondo.

Monicelli, De Sica, Steno... I loro nomi si legano a quello del nostro Principe attraverso opere che ancora oggi, a decenni di distanza, possono insegnarci qualcosa.

Si può ridere di tutto

Guerra, miseria, indigenza. Totò ci ha insegnato che si poteva ridere di tutto.

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Dopo il neorealismo, quando il dolore era già scaturito dalle pellicole girate verso la fine della guerra o subito dopo, venne il momento della ricostruzione.

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Il boom economico fu seguito da una fase di rinnovato ottimismo che permetteva di guardare a tutto, perfino alle ferite della guerra, con occhi nuovi.

Fu in questo contesto che Totò iniziò a raccontarci il nostro Paese, le nostre abitudini, la nostra ignoranza e la nostra simpatia.

Si poteva ridere di tutto. L'importante era farlo sempre con eleganza, proprio come lui.

Prendere in giro qualcuno diventa un gioco, e non più un'offesa, se si mantengono intatte la propria e l'altrui dignità.

Era sempre stata una questione di toni, di attitudine, di quello stile di cui vi parlavo prima.

Mille e una scena

Le battute di Totò hanno travalicato i confini dello schermo. Hanno contribuito a costruire i nuovi modi di dire e sono diventate parte integrante del nostro linguaggio.

Impossibile non aver visto mai nemmeno una delle scene più famose tratte dai suoi film, perché sono così tante da essere disseminate ovunque.

L'immaginario collettivo dell'appassionato di cinema italiano è ricchissimo degli sketch di Totò.

Senza dimenticare le sue performance al fianco degli altri nostri grandi, grandissimi attori: da Alberto Sordi a Peppino De Filippo, da Macario ad Aldo Fabrizi a Nino Taranto, da Paolo Stoppa a Sophia Loren, da Vittorio Gassman a Claudia Cardinale e Marcello Mastroianni...

Totò fa parte della nostra storia, della nostra cultura, della nostra stessa identità nazionale. 

Buon compleanno, grande Principe.

Continueremo a ridere con te, e grazie a te!

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