1917, il record di Roger Deakins: è il suo secondo Oscar in tre anni

Autore: Alessandro Zoppo ,

Lavorare con un maestro come Roger Deakins è incredibile: lo dicono tutti quelli che si sono trovati sui suoi set. Un direttore della fotografia che fa miracoli con i tagli di luce e i colori mozzafiato che riesce a creare. Basta pensare ad alcuni dei suoi titoli, più o meno recenti: #Fargo, Barton Fink, #Fratello, dove sei?, #L'uomo che non c'era, #A Serious Man e #Non è un paese per vecchi dei fratelli Coen, #The Village di M. Night Shyamalan, #Sicario e #Blade Runner 2049 di Denis Villeneuve, #L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford di Andrew Dominik.

L'impresa è stata ancora più difficile nel caso di 1917, il war movie di Sam Mendes girato in un "finto" pianosequenza ininterrotto di quasi due ore. L'Academy ha riconosciuto il valore di quest'impresa e Deakins si è portato a casa l'Oscar 2020 per la migliore fotografia, aggiungendo un altro record ai primati della sua strepitosa carriera. La statuetta vinta per 1917 è la seconda conquistata in tre anni: nel 2018 era stata la volta di Blade Runner 2049.

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Deakins e Mendes sono alla loro quarta collaborazione dopo #Jarhead, #Revolutionary Road e #Skyfall. Il 70enne direttore della fotografia, 14 candidature complessive agli Oscar nell'arco della sua carriera, ha battuto l'agguerrita concorrenza di Rodrigo Prieto per #The Irishman, Lawrence Sher per Joker, Robert Richardson per C'era una volta a... Hollywood e Jarin Blaschke per #The Lighthouse.

Dopo aver ricevuto il premio da Will Ferrell e Julia Louis-Dreyfus, Deakins ha voluto ringraziare i suoi colleghi, la moglie James Ellis, i suoi collaboratori e operatori, la produzione, gli attori, la troupe e soprattutto il regista.

Penso che tutti loro vorrebbero che dicessi grazie a una persona: Sam Mendes. Grazie per quest'esperienza straordinaria, non la dimenticheremo mai.

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Nelle note di regia di #1917, il DOP inglese spiega così la metodologia di lavoro usata con Mendes.

Dal primo momento in cui ho condiviso con Sam l'idea di un film realizzato attraverso lunghe riprese non ripetibili, sapevo che avrebbe dato vita a un'esperienza completamente immersiva.

Deakins ha consegnato agli attori una mappa esatta dei movimenti della macchina da presa, che i due giovani protagonisti hanno seguito passo dopo passo sul set. La ricerca della luce naturale per i ciak è stato lo step successivo.

Fin dall'inizio ci siamo resi conto di non poter usare troppa luce artificiale per illuminare le scene. Quando gli attori corrono lungo una trincea e si muovono a 360 gradi, non c'è modo di piazzare le luci da qualche parte. Poiché abbiamo girato il film seguendo le scene in ordine cronologico, dovevamo girare sempre quando era nuvoloso, per ottenere continuità fra le varie scene. Quando c'era il sole e non potevamo girare, ne approfittavamo per fare le prove.

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Un Oscar più che meritato quello vinto da Roger Deakins, che soltanto nel 2018, con Blade Runner 2049, si è portato a casa la prima statuetta della sua gloriosa carriera.

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