2 Broke Girls: una sitcom che rompe le regole

Autore: Chiara Poli ,

2 Broke Girls è una di quelle commedie televisive che giocano con le regole di genere. Perché le conoscono e possono permettersi d’infrangerle.

Creata da Whitney Cummings (protagonista e sceneggiatrice della serie Whitney) insieme a Michael Patrick King (Sex and the City) nel 2011, giunta negli Usa alla sesta stagione e premiata con un Emmy Awards, 2 Broke Girls racconta le (dis)avventure di due ragazze.

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La tosta #Max Black (l’incantevole Kat Dennings) convive da sempre con problemi economici e famigliari. Ha alle spalle un’infanzia da dimenticare e non ha prospettive per il futuro. La sua vita cambia quando incontra la snob #Caroline Channing (Beth Bers), cresciuta nella bambagia e caduta in disgrazia in seguito all’arresto del padre e al congelamento di tutti i suoi beni.

Il punto di partenza, come sempre accade con le sitcom più riuscite, è uno solo: gli stereotipi.

I personaggi di Max e Caroline sono costruiti su personalità ben definite, la disillusa che ha imparato a fare dell’autoironia la sua arma più potente - un vero e proprio mezzo di sopravvivenza - e la viziata che rimpiange lusso, comodità e beni superficiali.

Su questi stereotipi gli autori basano la comicità del racconto, ma anche l’evoluzione che porterà Max a rompere il muro di cinismo che si era costruita intorno per evitare altre delusioni e Caroline a “sporcarsi le mani” per inseguire una vita dignitosa, nuova, costruita dal nulla.

2 Broke Girls: Martha Stewart
Martha Stewart ospite di un episodio di 2 Broke Girls

Per molti anni, le sitcom hanno avuto una caratteristica in comune: i personaggi non si evolvevano mai. Dopo la rivoluzione #Friends e gli anni ’90, che hanno riscritto le regole del linguaggio televisivo, le cose sono cambiate.

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Pur mantenendo gli ambienti e le dinamiche fra i protagonisti costanti - la rassicurazione del telespettatore è una caratteristica indispensabile del genere sitcom, in cui ci si aspetta qualcosa che si deve trovare - i personaggi hanno conquistato lo spazio per cambiare, crescere, evolversi.

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In #2 Broke Girls la comicità si evolve insieme ai personaggi: il rapporto fra Max e Caroline - un’amicizia sempre più sincera - porta a modificare e ridurre le frecciatine di Max alla bionda coinquilina, aumenta l’autonomia di Caroline negli scherzi (inizialmente ridotti alla questione “ex ragazza ricca”) e lascia emergere il sentimento di affetto che le lega.

Allo stesso modo, l’evoluzione del rapporto fra Sophie e Oleg, co-protagonisti molto amati dai fan, consente agli autori di introdurre tematiche nuove e di spostare l’attenzione sulla vita quotidiana di una coppia, abbandonando i tentativi di Oleg di sedurre continuamente sia Sophie che ogni altra donna.

2 Broke Girls: Oleg con Sophie
2 Broke Girls: Oleg e Sophie

E se la narrazione segue le linee-guida dettate dalla crescita dei personaggi, dall’introduzione di quelli nuovi e dallo spazio più ampio concesso a quelli preferiti dal pubblico, le regole base di 2 Broke Girls non cambiano.

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Al grido di “politicamente scorretto!”, Max e Caroline sparano a zero su tutto e tutti, ignorando i fondamenti razzisti (rivolti principalmente al personaggio di Han, ma mai eccessivi), sessisti (che, pronunciati da due donne, vengono automaticamente stemperati) e politicamente scorretti su cui 2 Broke Girls ha scelto di costruire la propria comicità… Rompendo in un colpo solo almeno una dozzine di regole televisive.

Perché? Facile: le protagoniste sono due ragazze (involontariamente) adorabili, e alle donne adorabili, si sa, in TV tutto è concesso.

E poi, Max e Caroline hanno avuto degli illustri predecessori. Fin dagli anni '70.

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Sono tutte le sitcom che hanno “giocato sporco”, che hanno combattuto i pregiudizi, l’omofobia e il sessismo. Passando alla storia come politicamente scorrette ma, puta caso, diventando tutte programmi di culto.

Da Alice a #I Jefferson, da M.A.S.H. a #Will & Grace, da #Scrubs ad Arrested Development e #Modern Family, ogni tematica è stata sdoganata: su tutto, ci dice la TV made in Usa, si può scherzare. Senza censure.

A patto che lo si faccia in serie di qualità.

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