Donne indimenticabili: i 25 migliori personaggi femminili della storia del cinema

Autore: Elisa Giudici ,

Come nella storia e nella vita di tutti i giorni, forse anche di più, i personaggi femminili al cinema si sono da subito rifiutati di rimanere all'ombra della compagine maschile. Nonostante tra i dirigenti degli studios e tra i cineasti non manchino esempi di gestione stereotipata o conclamata assenza di personaggi femminili, il cinema sin dai suoi albori è stato ricco di figure femminili. 

Le donne hanno incarnato ruoli che hanno colpito l'immaginario collettivo per la loro sensualità e bellezza, per intelligenza o stupidità, perfidia e bontà, lanciando carriere o rovinando per sempre la vita alle interpreti. I volti di donne vere prestati la cinema sono entrati prepotentemente nell'immaginario collettivo di maschi e femmine, ispirando le generazioni e influenzando la cultura, talvolta cambiando il mondo. 

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Dalla liberazione sessuale ai difficili interrogativi su maternità e famiglia, da personaggi storici a illustri sconosciute, ripercorriamo la storia del cinema con questi 25 iconici ruoli al femminile

1 - La donna robot (Metropolis)

Nel 1927 il cinema è ancora una landa artistica e scientifica largamente inesplorata, che però vanta già un genio all'opera, il regista austriaco Fritz Lang. Metropolis è forse il suo più grande capolavoro, il film fondativo del genere fantascientifico a cui tutti, da Ridley Scott a George Lucas, hanno guardato.



L'elemento più celebre dello stesso è l'androide femminile interpretato da Brigitte Helm. Maria è un donna bella e giudiziosa che viene rapita da uno scienziato che vuole sobillare gli operai a distruggere le macchine e ribellarsi contro i ricchi che spadroneggiano a Metropolis. Nonostante tutti i limiti dell'epoca, con la sua immagine fredda e la sua sensuale artificialità la donna robot è forse il primo personaggio femminile della storia del cinema ad entrare prepotentemente nell'immaginario collettivo e a rimanerci, anche 90 anni dopo. 

2 - Tira (Non sono un angelo)

Con un titolo che è una dichiarazione programmatica e un eufemismo bello e buono, l'indimenticabile Mae West ci ricorda che le donne bad ass non sono certo un'invenzione moderna. Tira è una sensuale ballerina e domatrice circense che ama flirtare con uomini ricchi tanto quanto addomesticare belve feroci. Sono almeno cinque gli intrallazzi amorosi tra cui si giostra con invidiabile agilità; un record scandaloso negli anni del perbenismo statunitense. 

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Mae West come Tira
Bellissima e senza peli sulla lingua, Tira ancor oggi è una fonte d'ispirazione per le donne che non vogliono mettere a tacere cervello e libido

Sensuale nel fisico e pungente nello spirito, Tira è l'alter ego perfetto di Mae West, che non solo la interpretò ma la creò in veste di sceneggiatrice. L'attrice scandalizzò l'America con questo personaggio allusivo, capace di dare voce al proprio desiderio sessuale e sempre pronto a giochi di parole a doppio senso. Divenne anche una delle prime attrice imprenditrici di sé stesse: nel 1933 fu proprio questo il secondo maggior incasso al botteghino statunitense. 

3 - Cristina di Svezia (La regina Cristina)

Passiamo da una diva alla divina, l'attrice più grande di ogni tempo: Greta Garbo. Siamo sempre nel 1933 e la storia dell'anticonformista Cristina di Svezia viene portata al cinema con una lettura senza compromessi e decisamente oltre la divisione binaria di uomini e donne. 

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Greta Garbo è la regina Cristina
Un'icona senza sesso e senza compressi: la regina Cristina di Svezia di Greta Garbo

Ambiguamente sensuale nel suo vestirsi da uomo e non avere sesso definito, fermamente intenzionata a morire da nubile e a viaggiare per il suo regno sotto mentite spoglie, Cristina è anche un'abile politica devota alla propria nazione, fiera sostenitrice della pace, una leader nata dal fine intelletto. Diretto da un regista armeno e con protagonista la celebre attrice svedese, fu il maggior incasso del 1933, lasciandosi alle spalle la sopracitata West e la bionda Fay Wray nel ben più tradizionale ruolo di fanciulla in difficoltà in King Kong.

4 - Dorothy Gale (Il mago di Oz)

Il regista Victor Fleming segnò l'immaginario femminile cinematografico non con una, bensì con due icone ancor oggi popolarissime, nel giro di soli 12 mesi. Nel 1939 infatti arrivò nelle sale la volitiva Scarlett O'Hara di Via col Vento e Dorothy Gale, la protagonista del Mago di Oz. 

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Judy Garland come Dorothy Gale
Dorothy già negli anni '60 era diventata un'icona per la comunità gay discriminata a livello sociale

Interpretata da una Judy Garland la cui vita venne segnata per sempre dal travolgente successo del film, Dorothy è una giovane, ingenua ragazzina che viene catapultata nel mondo di Oz e, con totale ingenuità, commenta con il suo cagnolino:

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Ho l'impressione che non siamo più nel Kansas!

Immersa nel turbinio di colori del Technicolor, dolce e ingenua fino all'eccesso, Dorothy si è ben presto trasformata in un'icona per la comunità LGBT, che ha fatto proprio lo spirito involontariamente camp della pellicola e il conflitto interiore della sua protagonista. 

5 - Pina (Roma città aperta)

Basto poco più di un minuto ad Anna Magnani a straziare il cuore del pubblico e a diventare un'icona mondiale del cinema nei panni di Pina in Roma città aperta. Nella perla del cinema neorealista italiano Pina è una vedova madre di un ragazzino che attende di sposarsi con un tipografo antifascista. Il giorno prima delle nozze però l'uomo verrà caricato dalle milizie fasciste su una camionetta, diretto verso morte certa. 

Non tutti hanno visto il capolavoro del 1945, girato in una capitale devastata dalla guerra a macerie ancora calde e gravide di morti. Chi però non conosce la celebre scena della corsa disperata di Pina dietro la camionetta, icona dolorosissima di una donna che pensa di aver perso ogni avere e vede portarsi via anche il futuro, non sapendo di star per perdere anche la vita? 

6 - Margo (Eva contro Eva)

Una diva di Brodway tagliente, acutissima ma dall'aura alcolica e disperata viene manipolata da quella che si presenta come un'innocente giovane segreteria e sua fervente ammiratrice. Mai vittima fu più brutale e iconica di Bette Davis in uno dei ruoli che le regalò la fama. 

Bette Davis interpreta con trasporto biografico e grande talento il compendio di ogni personaggio femminista degno di questa definizione: Margo è piena di difetti e debolezze, ma fermamente intenzionata a stare al comando del suo destino, lottare per il proprio amore, non rassegnarsi alla sconfitta senza colpo ferire. Un classico cinematografico con un ruolo femminile assolutamente imperdibile. 

7 - Norma Desmond (Viale del Tramonto)

Altro capolavoro assoluto della vecchia Hollywood, altro ruolo iconico nel suo essere decadente e grottesco. Archiviata dal mondo del cinema dopo la morte del cinema muto, Gloria Swanson verrà richiamata da Billy Wilder a interpretare l'ater ego folle e mostruoso di sé stessa: l'ironia del destino vorrà che diventi l'interpretazione della sua vita, una delle prove migliori dell'intera storia del cinema. 

Intensa, eccessiva, folle e con un disperato bisogno di essere amata, Norma Desmond è una donna incapace di arrendersi all'avanzare dell'età. Invischiata in una turbinosa storia d'amore con un gigolò che vuole sfruttarne le ricchezze ma che rimane intrappolato nel delirio d'onnipotenza di una cariatide che vuole disperatamente sentire su di sé ancora una volta le luci di scena. L'ironia più nera di Wilder confeziona un thriller capolavoro assoluto del cinema, capace di deridere e celebrare il prodotto più nero di Hollywood.

8 - Kyoko Hirayama (Viaggio a Tokyo) 

Tra tante donne ribelli, anche la devozione e l'affetto della giovane Kyōko verso gli anziani genitori nel capolavoro di Yasujiro Ozu appare rivoluzionario. La sua figura si pone in silenzioso, netto contrasto con l'egoismo e l'indifferenza dei fratelli che a cui i genitori sono andati a fare visita a Tokyo. La giovane donna si dimostrerà dolcemente irremovibile nel rimanere al capezzale della madre malata, sacrificando la propria felicità e diventando un'icona in Giappone (e non solo) dello spirito di sacrificio filiare

Takeshi Yamamoto
Kyōko Kagawa in Viaggio a Tokyo
Amore filiare e spirito retto, Kyōko sa dare concretezza e fascino a una donn che sacrifica sé stessa per il bene altrui

Passata alla storia per questo ruolo del 1953, Kyōko Kagawa è stata una delle grandi attrici giapponesi dell'epoca, lavorando dà protagonista al fianco dei mostri sacri come Akira Kurosawa. Ad 86 anni rimane l'icona vivente del periodo d'oro del cinema giapponese

9 - Mary Poppins (Mary Poppins)

Da bambinaia decisamente sopra le righe a icona stessa del mestiere, Mary Poppins fu uno dei due ruoli che sancirono un biennio magico per Julie Andrews, che tra il film Disney e Tutti insieme appassionamente nella storai del cinema ci è entrata di diritto.

Disney
Judie Andrews è Mary Poppins
Praticamente perfetta sotto ogni punto di vista

In attesa di veder come se la caverà Emily Blunt nei panni del personaggio perfetto sotto ogni punto di vista, vale la pena riflette sulla sorgente del fascino di Mary Poppins: il mistero che circonda la bambinaia che arriva (e se ne va) dal cielo. Single, impeccabilmente vestita, gusti peculiari e precisi, piglio da leader e una liaison anticonformista con uno spazzacamino: altro che ninna nanne e faccende domestiche.

10 - Séverine Serizy (Bella di giorno)

Passano 15 anni ma il mondo femminile sembra aver cambiato pelle. La rivoluzione sessuale è in pieno fermento, così come il cinema francese. È l'acclamato e controverso regista Luis Buñuel a consacrare una bellissima e inquieta Catherine Deneuve nello scandaloso capolavoro Bella di giorno.

Robert Hakim e Raymond Hakim
Séverine Serizy interpretata da Catherine Deneuve
Il film in Italia venne considerato così scandaloso che la scena della prima comunione della ragazzina venne censurata

Séverine Serizy diviene l'icona della ricca donna borghese incapace di sfogare la propria frustrazione sessuale. Fredda e scostante col marito, la donna comincia a prostituirsi per svago in una casa d'appuntamenti con l'alias di Bella di Giorno, sottoponendosi alle pratiche erotiche più estreme e alla brutale libido dei clienti, alla ricerca di una soluzione per la sua lacerante dicotomia amorosa.

11 - La signora Robinson (Il laureato)

Prima ancora che le venisse creata l'etichetta di MILF, Anne Bancroft s'impose come la più celebre madre pronta a irretire il fidanzato della figlia in un raffinato gioco erotico cominciato per noia e per una punta d'invidia verso la figlia. Siamo ancora nel 1967 e gli animi degli spettatori in sala vengono infiammati da quella gamba maliziosa che si affaccia nell'inquadratura mentre infila una calza di seta, lasciando sbigottito un giovane e impacciato Dustin Hoffman. 

Embassy Picture
La signora Robinson prova a sedurre Benjamin
Sta cercando di sedurmi, signora Robinson?

La signora Robinson alla fine ne uscirà sconfitta, dato che il promettente neolaureato sceglierà la giovane figlia. Tuttavia la storia ha dato ragione al fascino maturo e al carattere ben più intrigante e complesso della madre, divenuta un'icona di sensualità al di fuori delle convenzioni sociali.

12 - Foxy Brown (Foxy Brown)

Negli anni '70 della violenza armata che travolge mezzo mondo, nel cinema di seconda fascia nasce un'icona leggendaria e afroamericana, Foxy Brown. Se avete amato Jackie Brown di Quentin Tarantino saprete già che la protagonista Pam Grier divenne un'icona del cinema proprio grazie a questo cult della corrente della blaxploitation. 

Buzz Feitshans
Pam Grieg è Foxy Brown
Non è certo una principessa, ma non per questo Foxy Brown è stata meno d'ispirazione per una generazione di donne spettatrici

Foxy è una donna forte e indipendente, che non ha paura davvero di nulla; né dei papponi né degli spacciatori che affronta a viso aperto, alleandosi persino con le pantere nere. Caparbia, tenace, bellissima e con la fiera chioma di capelli sempre in strepitosa forma, Foxy divenne un'icona per tutte le donne e gli afroamericani che non avevano personaggi con cui identificarsi nei film degli studios. 

13 - Leila Organa (Guerre stellari)

Un'icona pop e culturale che non ha certo bisogno di presentazioni: questa è la principessa Leila, cristallizzata nella prima, celebre apparizione in Guerre Stellari nel 1977, tramutatasi in fantasia erotica e autentica ossessione per i nerd di mezzo mondo. 

Disney
Leila Organa interpretata da Carrie Fisher
Leila è un'icona capace di rimanere tale nelle varie fasi della storia della saga e della vita della sua interprete

Dietro l'ingombrante figura della principessa ribelle però si nascondeva una donna e un'attrice altrettanto grande. Carrie Fisher è purtroppo venuta a mancare, ma non prima di averci regalato un nuovo iconico capitolo della sua Leila, invecchiata nel fisico ma rimasta la stessa fiera donna combattiva di sempre. Un personaggio fittizio che ha attraverso scenari ben più rosei di quelli che ha affrontato la sua tormentata ma geniale interprete. 

14 - Ellen Ripley

Se Leila è l'incarnazione pop e positiva di una visione iperpositivista e scaccia pensieri della corsa allo spazio, nel 1979 Ripley ne diventa il lato estremo e oscuro. Costretta ad affrontare il peggior incubo evolutivo laddove nessuno può sentirti gridare, la combattiva e androgina protagonista di Alien è a sua volta diventata un'icona sexy, trasformando profondamente il concetto di bellezza femminile dell'epoca. 

20th Century Fox
Ellen Ripley
Sigourney Weaver rifugge i canoni classici di femminilità e buca lo schermo

A noi però piace ricordarla per la sua capacità di tenere testa all'alieno più letale della storia del cinema, mettendo a rischio la sua vita pur di salvare il suo gatto: combattente e gattara. Una vera icona, incarnata con piglio sicuro da Sigourney Weaver.

15 - Songlian (Lanterne rosse)

Prima di diventare un regista di kolossal filogovernativo e prima di diventare il compagno di Gong Li, il regista cinese Zhāng Yìmóu divenne famoso a livello internazionale nel 1991, adattando il romanzo di Su Tong che rivelava il soffocante mondo femminile dell'aristocrazia cinese d'inizio Novecento. 

BIM
Gong Li
La volitiva e bellissima Gong Li stregò e commosse il mondo in Lanterne Rosse

Una giovanissima Gong Li stregò il mondo nei ruolo della volitiva e ribelle Songlian, la quarta moglie di un ricco signore della Cina del Nord. Nel soffocante e statico microcosmo della sua villa, le compagne del signore vengono messe l'una contro l'altra da un sistema di favoritismi e umiliazioni, che costerà ad alcune anche la vita. 
Costretta a piegarsi ma infiammata dalla sua giovane età e dal suo orgoglio, Songlian è la vendicativa, disperata protagonista di una storia tanto indimenticabile quanto scomoda per la Cina, che ne proibì la diffusione entro i suoi confini.

16 - Clarice Starling (Il silenzio degli innocenti)

Profiler del FBI, adulta tormentata, donna omosessuale: la protagonista di Il silenzio degli innocenti calò come un fulmine a cielo sereno sul cinema anni '90, donando un'incredibile popolarità alla sua interprete Jodie Foster. Certo la fascinazione per Hannibal the Cannibal del mai troppo lodato film del compianto regista Jonathan Demme contribuì parecchio al successo nelle sale, ma anche Clarice occupa un posto tutto speciale nel cuore del pubblico.

Con il suo stile sciatto nel vestire, il suo caschetto rigoroso e il suo sguardo sfuggente, Clarice rimane una delle prime professioniste al comando delle indagini. Starling non punta sul proprio aspetto, ma sulla sua competenza per raggiungere il risultato e catturare un pericoloso, morboso killer. Sotto tutto quel rigore e quell'aria schiva si nasconde una grande donna, capace di confrontarsi alla pari con una geniale mente criminale, affascinando persino il disumano esteta e buongustaio Hannibal. 

17 - Mononoke (Princessa Mononoke)

Non mancano figure femminili affascinanti e memorabili nel cinema d'animazione, ma alla lunga e scontata carrellata delle principesse Disney ho deciso di contrapporre la principessa e ragazza lupo di Hayao Miyazaki e dello Studio Ghibli. Mononoke è la radicale protagonista di uno dei più bei lungometraggi del re dell'animazione giapponese, che nel 1997 raccontò il lacerante, inevitabile conflitto tra uomo e natura. 

Studio Ghibli
La ragazza lupo del lungometraggio di Miyazaki
Natura umana ma dalla parte della foresta: Mononoke dovrà fare i conti con questa sua esistenza contraddittoria

Pur essendo una ragazza umana, Mononoke vive e si batte con le creature della foresta, incalzate dall'avanzata degli insediamenti umani, braccate dalla sete di sangue dei villaggi. Questo la pone al centro di un contrasto insanabile: una guerriera che si batte per una fazione pur appartenendo all'altra. Intenso, talvolta brutale, il film che porta il suo nome è una delle più intense riflessioni sull'ecologia e l'equilibrio ambientale mai viste al cinema.

18 - Hermione Granger (la saga di Harry Potter)

Era appena iniziato il Nuovo millennio e tre giovanissimi attori muovevano i loro passi verso una fama che avrebbe valicato ogni confine terrestre. 17 anni dopo la studiosa e brillante Hermione è il personaggio che più di ogni altro ha ispirato e cresciuto almeno un paio di generazioni di adolescenti, spingendoli a dare il massimo nel diventare persone migliori e alimentandone la bibliofilia.

Non guasta poi alla fama e all'iconicità del personaggio che anche la sua interprete, Emma Watson, sia diventata per il pubblico un'icona femminista e propositiva. 

19 - Elle Woods (La rivincita delle bionde)

Doveva essere poco più di una commedia sciocchina sulle insospettate doti intellettive e professionali della bionda scema tipo, invece Legally Blonde è diventato un assoluto cult. Merito del messaggio dirompente che porta con sé, nascosto tra vagonate di accessori rosa shocking e sedute dall'estetista.

Elle Woods non sembra una svampita bionda, in un certo senso lo è: incarna ogni stereotipo che associamo a questo tipo di personaggio, microcagnetto stiloso al seguito. Eppure questo suo modo di essere non le impedisce di essere un brillante e geniale avvocato, ricordandoci quanto sia ingiusto mortificarsi nell'aspetto e nel vestiario per farsi prendere sul serio.

20 - Lee Geum-ja (Lady Vendetta)

Dal Sud Corea con furore, è proprio il caso di dirlo. Park Chan-wook dedica un intero capitolo della sua trilogia della vendetta a un'enigmatica, conturbante ex galeotta ingiustamente incarcerata per l'omicidio di un ragazzino, che sfoggia un ombretto rosso sangue "per sembrare meno buona". 

Pensavamo di aver già visto tutto il meglio con Old Boy, invece nel 2005 il più femminista dei registi d'Oriente ci ha sorpreso con un'innocente tradita che diventa il peggiore incubo di chi l'ha incastrata, senza però farsi accecare dal desiderio di rivalsa. Alla ricerca di una vendetta ma anche della propria umanità, Lady Vendetta rimane la protagonista di una storia di sangue, morte e violenza capace di esprimere anche una sensibilità femminile non scontata. 

21 - Miranda Prisley (Il Diavolo veste Prada)

L'aspetto più incredibile di una delle cattive più iconiche di sempre del cinema è che quello di Miranda rischia davvero di essere il ruolo a cui verrà associata in prima battuta un'attrice dalla carriera eccezionale come Meryl Streep. 

Il personaggio della potentissima e vendicativa direttrice di un'influente rivista di moda è già strepitoso di suo, così come la scrittura di un film davvero brillante per essere una "semplice" commedia al femminile. Se ogni battuta, gesto e alzata d'occhi al cielo della direttrice di Runaway è diventata cult lo si deve soprattutto all'eccezionale piglio con cui Meryl Streep la rende tale, regalando carisma, ritmo e ironia anche al passaggio più banale del film.

22 - Lisbeth Salander (Millennium: Uomini che odiano le donne)

In Svezia il personaggio fittizio protagonista della trilogia di Millennium è considerato un patrimonio nazionale. Il passaggio al cinema ha reso ancor più universale l'impatto di una giovane donna dalle geniali doti da hacker e dagli atteggiamenti estremi e anticonformisti. Lisbeth è calata in un contesto violentissimo e ingiusto, non ripone fiducia nella tutela del costrutto sociale, ma sa sempre prendersi la propria rivincita al momento giusto. 

Sony
Rooney Mara è Lisbeth Salander
Lisbeth Salander è tra i pochissimi personaggi femminili a poter vantare due incarnazioni molto diverse ma davvero vincenti

Il piccolo miracolo operato dal cinema è di averle regalato due incarnazioni molto differenti eppure ugualmente azzeccate: quella originale di Noomi Rapace e quella fincheriana di Rooney Mara. Entrambe le dotatissime attrici sono state lanciate a livello internazionale proprio dall'incredibile iconicità del personaggio interpretato. Sarà così anche per Claire Foy?

23 - Adèle (Vita di Adele)

Di coming of age capaci di colpirti al cuore ne abbiamo visti tantissimi, ma raramente la crescita sentimentale di un personaggio ha avuto l'intensità dirompente di quella valsa la Palma d'Oro da Abdellatif Kechiche nel 2013 con Vita di Adele.

Sguardo limpido, timidezza adolescenziale e una passione travolgente per una donna, Adèle è un personaggio che ti si imprime dentro per come riesce ad emozionarti e a farti soffrire con lei. Una ragazza semplice, espressione del proletariato francese, Adèle s'innamora di una giovane più matura ed esperta di lei, finendo per scontrarsi con un contesto culturale ed emozionale molto diverso dal suo. Il risultato è un ritratto vividissimo del primo grande amore di una donna comune eppure eccezionale, impossibile da dimenticare nella sua quotidiana, miracolosa semplicità. 

24 - Furiosa (Mad Max: Fury Road) 

Altro film che ha sconvolto la Croisette, altro simbolo di un cambiamento epocale: nella saga il cui assoluto protagonista è sempre stato il ramingo e folle Max, a sbaragliare la scena e relegarlo al ruolo di mero spettatore è la spettacolare imperatrix Furiosa. Capelli rasati a zero, braccio meccanico al posto di un arto amputato, indole ribelle e materna verso un gruppo di ragazze a cui spetta la sua stessa sorte, Furiosa è entrata all'istante nella storia del cinema. 

Warner Bros
Charlize Theron è Furiosa
Implacabile nell'uccidere, generosa e solidale nell'aiutare: Furiosa è l'unica speranza dell'incubo apocalittico di Miller

Il capolavoro inaspettato di George Miller ha come unica dimensione speranzosa quella femminile, che un mondo distopico e maschile tenta costantemente di soffocare. A guidare le guerriere e donne di questa apocalisse verso un futuro diverso e - si spera - più giusto, c'è una Charlize Theron ancora un volta in grado di sorprenderci, ricordandoci che la sua incredibile bellezza è la minore delle sue qualità attoriali. 

25 - Michèle Leblanc (Elle)

Era dai tempi dello scioccante Lezioni di Piano che l'attrice delle attrici, la francese Isabelle Huppert, non regalava un ruolo così iconico e spiazzante. Paul Verhoeven ha raccontato di quanto sia stato difficile trovare un'attrice disposta a interpretare una donna che subisce violenza eppure continua a sfidare lo spettatore con una condotta estrema e più che moralmente ambigua. 

Per fortuna al controverso ruolo di Michèle Leblanc è approdata lei, capace di incarnare la sua cattiveria sottile e la sua ironia fatale con un'eleganza impareggiabile. La più luciferina delle donne in classifica è anche una delle vittime di un mondo violento nei confronti del corpo delle donne. Michèle da questa violenza arriva persino a ricavarne vendetta e piacere. Solo Huppert poteva far funzionare un personaggio così estremo.

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