A Casa Nostra, la recensione: nella Francia di Le Pen e Macron

Autore: Elisa Giudici ,

Ci sono almeno una decina di cinematografie dell'Europa unita nell'ascesa nei seggi elettorali delle destre xenofobe e nazionaliste che avrebbero potuto affrontare questo tema sempre più attuale. A pensarci è, non a caso, la Francia, a riprova dell'invidiabile vitalità del suo cinema. Mentre il Paese si spacca alle urne e attende con il fiato sospeso l'esito del ballottaggio tra Macron e Le Pen, arriva nelle sale italiane il film che ha fatto arrabbiare la leader del Fronte Nazionale.

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A Casa Nostra, la recensione del film sul Fronte Nazionale
Vi ricorda qualcuno?

Pur non essendo la protagonista di A Testa Alta, il focus del film è proprio lei, Marine Le Pen, interpretata da una Catherine Jacob così volitiva, bionda e corpulenta da non lasciare dubbi su chi sia il modello del suo personaggio, a cui è stato cambiato giusto il nome. Chez Nous è sì un racconto fittizio, ma il suo scopo è quello di fotografare l'ascesa di un movimento rinato sotto mentite spoglie, di denunciarne i metodi attraverso cui, circoscrizione comunale dopo circoscrizione, tenta di diffondere capillarmente il suo potere sull'intera nazione. 

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Se il sogno è nato con un movimento apertamente xenofobo e autoritario, a renderlo concreto è stata proprio la Marine Le Pen fittizia del film, ripulendone dall'immagine estrema e violenta, ma mantenendone inalterati fini e programmi elettorali. Con l'aiuto di un'ineccepibile classe borghese e degli ultras ed estremisti di pragmatica violenza, il partito arriva ad incantare persino le colombe come Pauline, la protagonista del film.

Figlia di un comunista duro e puro, infermiera a domicilio che assiste anziani malati e famiglie musulmane in difficoltà, madre single capace di tirar su da sola due splendidi bambini, Pauline è così distante dalle logiche politiche e così immacolata da diventare la forza necessaria a ripulire la lista civile del partito alle comunali. Pauline così si ritroverà candidata sindaco in una città che non pare porsi problemi sulla sua inettitudine per il ruolo, quanto criticarla o amarla per la sua adesione a questa visione politica interventista e protettiva. 

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A Testa Alta, la recensione del film che ha fatto arrabbiare Marine Le Pen
L'attacco dei cloni... di Marine Le Pen.

Il regista Lucas Belvaux ha per le mani una storia davvero esplosiva, che finisce però per detonare anzitempo, rovinando la riuscita del film. Chez Nous è però uno di quei fallimenti che non rimpiangi di aver visto: non si può che simpatizzare con un regista travolto dall'urgenza di raccontare questo enorme cambiamento cinematograficamente inesplorato, non si può che rammaricarsi del suo bisogno atavico di dividere già per lo spettatore i personaggi in buoni e cattivi.

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Un esempio di grande occasione persa è costituito dal fidanzato della protagonista, tragicamente diviso tra l'amore che prova per lei e per i suoi figli, e i fantasmi del suo passato e presente fascista che non riesce a lasciarsi dietro. Se il film non avesse urgenza di metterlo sulla lista dei cattivi, ne ricaverebbe un personaggio esemplare e davvero inquietante, così come sono i comprimari a cui non dà troppa attenzione.

Eppure è proprio tra quei bimbi dalle facce pulite che, presi dall'atmosfera del momento, si coalizzano spontaneamente in bande fasciste, è proprio in quell'amica di Pauline che si autoradicalizza che il film riesce davvero a fotografare la sonnolenta, silenziosa provincia francese travolta dalla crisi, la cui immobilità cela un'energia pronta ad esplodere. 

Chez Nous è nei cinema italiani dal 27 aprile 2017.

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