A Lucca con Patrick Stewart: l'amore per i cani, la rabbia per la Brexit e il ritorno come Picard

Autore: Elisa Giudici ,

Fa una certa impressione vedere Sir Patrick Stewart dal vivo. Sulla soglia degli 80 anni l'attore inglese che nella sua carriera annovera davvero di tutto - da Shakespeare declamato sui maggiori palchi inglesi a uno dei personaggi più iconici e amati dell'intero universo di Star Trek - tiene con fiato sospeso l'intero Teatro del Giglio, ricolmo di fan. Non c'è un posto libero e, dopo la corsa ai biglietti gratuiti all'evento, tutti i fortunati possessori degli stessi sono stati per ore in fila, solo per sentirlo parlare. Lui non si sottrae alle domande di moderatori, fan e giornalisti, anzi: con un'energia vocale e morale sorprendente racconta senza tanti giri di parole quanto sia stato difficile convincerlo a tornare a vestire panni di Jean-Luc Picard. 

Elisa Giudici
Sir Patrick Stewart e gli attori di Star Trek Picard a Lucca 2019
La nutrita delegazione di attori di Star Trek: Picard sul palco del Teatro del Giglio

Amazon Prime Video e il trio Kurtzman, Goldman e Chabon hanno dovuto sudare più delle proverbiali sette camicie per convincere l'attore a calarsi di nuovo nei panni dell'iconico capitano Jean-Luc Picard, protagonista di più di 170 episodi della serie televisiva che ha segnato la seconda giovinezza di Star Trek: Next Generation. L'attore infatti inizialmente non voleva nemmeno sentir parlare di un ritorno nel franchise che l'ha fatto entrare nel cuore di tutti i trekker del mondo. 

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In tutta onestà, non  volevo tornare ad interpretare Picard. Dopo 178 episodi di Star Trek: Next Generation e 4 film, sentivo in maniera profonda di aver dato tutto quello che avevo come attore al franchise e a Picard.

Tornare a interpretare il personaggio e tornare a far parte del franchise mi sembrava privo di senso. Mi dicevo: “quello è il mio passato, è finita”.

Chi o cosa le ha fatto cambiare idea? 

Ho incontrato gli sceneggiatori e produttori Alex Kurtzman, Akiva Goldman, lo scrittore Michael Chabon e altri che avevano partecipato allo sviluppo dell’idea per Star Trek: Picard. Mi ha colpito molto parlare con Michael Chabon; è uno scrittore brillante ed è diventato uno dei produttori esecutivi di questa serie. Tutti loro hanno parlato e riparlato del progetto, tentando di convincermi. Dopo il nostro incontro io gli ho fatto sapere tramite il mio agente che volevo mettessero su carta tutto quello che mi avevano detto, in modo da poter studiare per bene la faccenda. Mi hanno mandato 45 pagine di appunti. Non ero ancora convinto però e ho chiesto un altro incontro per fare loro altre domande, anche se ero ancora molto scettico.

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Cos'è successo? 

In questo secondo incontro ho chiesto loro quanto questo Jean-Luc sarebbe stato differente dal vecchio Jean-Luc in Next Generation e loro mi hanno risposto che sarebbe stato parecchio diverso come personaggio. A quel punto mi sono convinto, perché ho avuto l’impressione di interpretare un personaggio nuovo e stimolante.

Cosa ci può anticipare del nuovo Picard? 

Ci sono elementi inaspettati e interessanti in questo nuovo Picard. Per esempio Jean-Luc ora ha un cane. Devo dirlo, è stata una mia idea ed è figlia del fatto che io e mia moglie siamo dei grandi appassionati di pitbull. Perciò ho detto ai produttori che nel caso Jean-Luc avesse avuto un cane, doveva essere tassativamente un pitbull. Non era importante se fosse stato un maschio o una femmina, ma doveva essere un pitbull. I fan apprezzeranno l'incontro di Jean-Luc con alcuni personaggi che tornano dal cast di Next Generation, come avete visto dal trailer. La loro presenza illuminerà la prima stagione di Star Trek: Picard.

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Jean-Luc Picard sul poster di Star Trek: Picard
Il cane di Jean-Luc Picard appare anche sul poster della serie TV

Il Teatro del Giglio è gremito nonostante la serie di Picard debba ancora esordire. Qual è secondo lei il segreto del successo di Star Trek?

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Per tutti noi coinvolti nel progetto è stato molto importante che Star Trek: Picard non fosse solo una storia di fantascienza, ma che facesse costante riferimento al molto di oggi. Lo stato attuale delle cose a livello globale è un caos assoluto e la serie riflette la nostra realtà. Questo non significa che ci saranno Donald Trump e Boris Johnson in Picard, tranquilli, ma lasciatemelo ripetere.

Sono profondamente imbarazzato e umiliato e ancora indignato che il Regno Unito abbia intenzione di tirarsi fuori dall’Unione Europea.

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Lei ha quasi 80 anni, di cui 60 passati tra palchi e cineprese. Cosa la stimola a continuare a recitare? 

In tutti i miei 60 anni di carriera sono stato sempre attratto da compagnie, un gruppo di persone che stanno bene insieme, lavorano duro insieme, si sento sicuri tra di loro e danno il meglio. Dalle compagnie teatrali shakesperiane a Next Generation, ho sempre provato questo sentimento di comunanza. Sono decenni che tento di descrivere questo ensemble, che riguarda anche i membri della troupe, da chi fa i costumi a chi cura le luci. Credo che sia uno dei temi cardine di Star Trek tra l’altro: l’unità, lo stare insieme.

È la sua prima volta a Lucca Comics & Games. Ci racconti un po' le sue impressioni a riguardo. 

Io e mia moglie siamo arrivati qui a Lucca questo martedì. Ci siamo subito divisi perché avevamo piani diversi. Mia moglie, che adora l’arte e studia gli affreschi e le antiche chiese, era già stata a Lucca due anni fa e aveva quindi ha preso contatti con la guida di allora, Carlo.  Lui ci ha portato in uno dei migliori ristoranti in cui io abbia mai mangiato e voglio prendermi una parentesi pubblicitaria per citarlo: abbiamo pranzato al Da Mecenate ed è stato strepitoso.

Tutti noi del cast qui a Lucca abbiamo un passato teatrale e ora mi sto trattenendo con tutto me stesso per non balzare in piedi cominciato a declamare versi di Shakespeare in questo bellissimo teatro. Non posso più resistere alla tentazione

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A questo punto Stewart si alza in piedi e, tra le ovazioni del pubblico, declama i primi versi del monologo di Oberon in Sogno di una notte di mezza estate, conquistando una standing ovation. 

Lei ha recitato nei teatri più prestigiosi e in prodotti cinematografici e televisivi molto commerciali. Come riesce a giostrarsi tra questo continuo cambio di registro?

Per me ci sono vari aspetti da tenere a mente quando si recita. Parlando da un punto di vista squisitamente personale, il primo per priorità è sempre l’intrattenimento del pubblico. Poi viene il contenuto, il soggetto di ciò che si recita. Il terzo elemento per me fondamentale è la capacità del contenuto di parlare di un mondo che possa essere migliore dell’attuale, per ispirarci.

Cosa collega il mondo del teatro a quello di Star Trek?

C’è una cosa che ho imparato dai miei anni a teatro e che mi sono portato in Next Generation. Sapete, non ci sono tasche nelle calzamaglie che si utilizzano nei ruoli teatrali classici, così come non ce ne sono nelle uniformi di Star Trek. Devi imparare a stare lì in piedi, senza ciondolare, senza poter mettere le mani in tasca. In questa serie vedrete come non mi tolgo quasi mai le mani di tasca, ora che posso usarle perché Picard indossa abiti civili.

Giunto a questo punto della sua lunga carriera, qual è il ruolo che la soddisfa di più o quello che rimpiange di non aver potuto interpretare?

Io come molti altri attori sono parecchio riluttante a rispondere a questa domanda. Non è una questione di darsi delle arie o voler evitare di sbilanciarsi. Credo che anche i miei colleghi come me pensino che il ruolo più importante, in cui riversare tutte le proprie energie, è quello che si sta affrontando al momento, l’ultimo in ordine di tempo.

Star Trek: Picard arriverà sugli schermi di tutto il mondo il 24 gennaio 2020 con 10 episodi che compongono la prima stagione. Amazon Prime sarebbe già al lavoro in un'ottima quadriennale e l'idea è quella di girare almeno quattro stagioni dedicate.

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