American Horror Story: Hotel - Episodio 1: Benvenuti all'Hotel Cortez

Autore: Chiara Poli ,

La prima impressione di fronte all'attesissimo esordio di #American Horror Story - Hotel, è inequivocabile: troppo. Troppo perfino per Ryan Murphy. Troppa volontà di scioccare, scandalizzare, disturbare, provocare. Ma c’è un motivo. Murphy scrive e dirige un episodio che mette volutamente in scena tutto ciò di cui, da sempre, l’horror è accusato: di essere, appunto, scioccante, osceno, scandaloso, disturbante e provocatorio. Come a dirci: so esattamente a che gioco sto giocando, e queste sono le mie regole

Riferendosi, com'è nella tradizione di American Horror Story, a opere precedenti che hanno fatto la storia del genere, Murphy trasforma l’Hotel Cortez in una capsula del tempo in cui il passato - come avviene in ogni horror che si rispetti - torna a tormentarti. E in cui chi dovrebbe essere morto sembra vivo e vegeto.

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Da Shining (fin troppo numerosi ed evidenti gli omaggi) e Se7en, da Suspiria e dal videogioco Heavy Rain, tanto per citare alcuni degli omaggi, Murphy prende ispirazione per confezionare un episodio in cui vuole anticiparci il più possibile di ciò che vedremo in questa stagione.

E mentre la stessa agente immobiliare che aveva venduto la casa stregata della prima stagione si occupa di presentarci il nuovo proprietario dell’Hotel Cortez, la camera maledetta (perché ce n’è sempre una, all’Overlook Hotel era la 237, qui è la 64) è l’anticamera di un inferno di disagio, un disagio che diventa palpabile per tutta la prima parte dell’episodio.

Poi, quando arrivano gli immancabili flashback, e i personaggi iniziano a svelarci i loro segreti. Il detective che ha dato altisonanti nomi letterari ai suoi figli (Scarlett e Holden) e ha visto il maschietto scomparire nel nulla (lo ritroveremo al Cortez, circondato da videogiochi degli anni ’80 e ’90). La madre che vendica la spacciatrice responsabile della morte del figlio. Il travestito che si fa chiamare Liz Taylor ed evoca un fasto hollywoodiano che non esiste più mentre legge l’Ulisse di Joyce. E naturalmente loro, la coppia diabolica, con un Matt Bomer e una Lady Gaga trasformata in icona dell’horror, del rosso, del sangue e dei vampiri che si nutrono del peccato, del senso di colpa e dell’eccitazione. Mentre il Nosferatu di Murnau fa da sfondo alla cattura delle prossime vittime e la colonna sonora ci regala, sulle note di Hotel California, l'ammiccante chiusura di un episodio anticamera di una stagione che arriverà là, dove nemmeno Murphy era mai giunto prima.

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