Una nuova stagione per Alias? Gli sceneggiatori ne parlano all'ATX

Autore: Danila Giancipoli ,

Grazie ad Alias, J.J. Abrams mise per la prima volta le mani sulle trame labirintiche delle serie TV (senza contare il comedy drama Felicity), lanciandosi alla scoperta delle tecniche in avanguardia di action ed esplorando la sua futura vena visionaria. Ha fatto parlare di sé mettendo la firma sull'ultimo episodio di Star Wars, ed ha dannato i fan di Lost con le sue invenzioni narrative da rompicapo.

Durante l'ATX, il Television Festival tenutosi ad Austin dal 7 al 10 giugno, gli scrittori della serie TV Alias hanno partecipato ad un talk dal titolo Alias Writers Room Reniunion. Durante l'incontro, si è accennato ad un possibile reboot della serie. Sarà solo un rumor o un work in progress prossimamente sui nostri schermi? Ed ancora, si tratterà davvero di un reboot o meglio ancora di un revival?

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La produttrice, Sarah Caplan, ha ricordato i motivi che l'hanno spinta a collaborare con J.J. Abrams. Da un articolo su Deadline, apprendiamo gli aneddoti dell'esordio e le varie affermazioni del cast.

Cominciamo con lo stupore di Sarah nel vedere le origini dell'idea di J.J. trovare forma in modellini di automobili. D'altronde, il percorso dall'idea alla sua realizzazione è sempre complesso e tortuoso, ed il regista ha escogitato spesso metodi ingegnosi per ottenere ciò che aveva in mente. 

Alias ha regalato emozioni ed adrenalina ai suoi spettatori per cinque serie TV ed un totale di 105 episodi, tracciando la storia dell'agente segreto doppiogiochista Sydney Bristow, interpretata da una promettente Jennifer Garner dal 2001. L'attrice, ex ballerina e studentessa di chimica, sfodera sin dall'inizio la sua abilità nell'interpretare il personaggio, assecondando le fantasie di J.J. nel caratterizzare una donna forte, intelligente e letale. 

Durante il talk si è parlato molto del pilot, definito un'esperienza estrema e particolarmente impegnativa. Caplan si esprime sulla visione di J.J.: “He had a very clear idea of what he wanted. I had the good fortune to have done a little bit of a special effects on a show before called The Others, so I had a bit of a concept on what needed to be done.”

Aveva un'idea molto precisa di ciò che voleva, ed io avevo la fortuna di aver maturato esperienza negli effetti speciali grazie ad uno show chiamato The Others, quindi avevo le basi per capire come dovevamo muoverci.

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Sarah Caplan ha inoltre avuto la fortuna di poter collaborare con Tommy Fisher, curatore degli effetti speciali per Titanic. Afferma: “J.J. would be giving the notes to the editor, writing the music and doing the graphics on the other computer, while a couple of us would be painting out the cables that held Jennifer up as she climbed the wall.”

J.J. doveva dare le sue note all'editor, scrivere la musica e occuparsi delle grafiche su un altro computer, mentre un paio di noi avrebbero verniciato i cavi a cui Jennifer doveva aggrapparsi.

Il lavoro sul set, la scrittura e la possibilità di un seguito

Il produttore Ken Olin parla di come si lavorava sul set; “We just really were trying to get through it, it was so complicated. This was the first time I think probably in television that a writer and creator had come in like J.J. and said, I’m going to write whatever story I want. I’m not going to be restrained by your preconceived notions of what can or cannot be accomplished on a television budget. I thought it was the best television pilot I’d ever seen. It had this incredible sense of humor, this incredible cast…He’s writing heart surgery, explosions….an indoor pool with karate sessions. I’d never even seen a film like this.”

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Cercavamo in tutti i modi di cavarcela, era davvero complicato. Era la prima volta probabilmente nella televisione che uno scrittore e creatore potesse venire da te e dirti "Scriverò ciò che voglio, non voglio restrizioni di preconcetti di cosa può andare bene per un budget televisivo". Ho pensato che fosse il pilota televisivo migliore che avessi mai visto. Aveva senso dell'umorismo, un cast incredibile, scriveva di operazioni a cuore aperto, esplosioni, una piscina interna con una sessione di karate. Non avevo mai visto un prodotto del genere.

In merito alla coerenza e la consistenza della trama, lo scrittore Josh Applebaum afferma: “We first and foremost looked at the show as a family drama. Often we would talk about, ‘What’s the spy story?’ We would put that up on the board, and that almost came easiest, but the hard part was, ‘How are we moving her forward with the story?’”

Abbiamo impostato lo show come una sorta di family drama, spesso ci chiedevamo di cosa stessimo parlando. Alle volte era facile, ma la parte più difficile era ‘come facciamo a portare avanti la storia di lei?’.

Olin parla ancora di Jennifer e di come non si fermasse di fronte a nulla, voleva fare tutte le mosse più pericolose nonostante avesse due stunt. Amava le lingue, era molto forte, ed erano molto belle le scene più emotive dove potevi vederla vulnerabile. 

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Un esempio della dedizione di Abrams verso la sua visione fu la scelta del colore della parrucca di Sydney, come appare nel pilota e nelle immagini pubblicitarie. La scelta era molto difficile, se non impossibile. Durante uno scouting alla UCLA, una ragazza si prestò per dare ad Abrams una sua ciocca di capelli, il colore giusto a quanto pare. Il regista la pagò trentanove dollari racimolati dal cast per il favore. 

Dopo cinque serie TV, Alias è terminato per ragioni pratiche come ad esempio il desiderio di Jennifer di avere figli e poter ricominciare un nuovo stile di vita. In merito ad un reboot gli scrittori non si tirano indietro, Applebaum confessa di averne parlato in precedenza. Ammettono che ci vorrebbe davvero un'ottima idea. Un'affermazione notevole in pubblico, non trovate?

Forse gli scrittori ne hanno già una, o forse no, nel dubbio attendiamo il momento giusto e ulteriori news su una delle serie TV più amate di sempre.

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