Alien: 10 segreti del film che ha dato origine al mito dello Xenomorfo

Autore: Emanuele Zambon ,

"In space, no one can hear you scream". Nello spazio nessuno può sentirti urlare, recitava la tagline di Alien, must della fantascienza realizzato nel lontano 1979 da Ridley Scott, reduce a quel tempo dal suo primo lungometraggio, I duellanti.

Quello slogan angosciante, partorito in modo geniale dalla mente della sceneggiatrice Barbara Gips, chiarì fin da subito gli obiettivi dello sci-fi: ribaltare completamente le pittoresche galassie di George Lucas, annullare i toni comunque speranzosi del primo Guerre stellari e rendere esplicite le inquietudini latenti di un capolavoro come 2001: Odissea nello spazio, recuperandone (pure) il tema dell'interferenza di una IA subdola nel destino dell'Uomo.

Alien gioca con le nostre paure più recondite (il timore per l'ignoto, l'angoscia della sopraffazione per mano di una razza superiore) ammiccando ai film dell'orrore, amplificando le attese e accelerando poi nei momenti di maggior tensione.

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Un pathos insostenibile, quello a cui Scott e la sua squadra costringono lo spettatore, che finisce per essere terrorizzato ma allo stesso tempo affascinato da una macchina da presa a mano che si infila per la fitta serie di cunicoli che compongono l'astronave Nostromo.

Ma come nacque l'operazione Alien? Quando lo sceneggiatore Dan O'Bannon recuperò un suo vecchio soggetto per poi adattarlo al 2122 (anno in cui è ambientata la pellicola), non aveva certo idea che Alien sarebbe divenuto uno dei pilastri della science fiction cinematografica.

Lo script era incentrato su un "gremlin" infiltratosi all'interno di un bombardiere B-17 durante la Seconda Guerra Mondiale. O'Bannon stravolse l'ambientazione, trasferendo la mortale creatura su un'astronave nel futuro.

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Intitolato inizialmente Star Beast, venne ultimato dallo sceneggiatore assieme all'amico collega Ronald Shusett (che più tardi firmerà il copione di Atto di Forza) per poi essere proposto senza successo a diverse case di produzione. I due furono presi in considerazione solamente da Walter Hill e David Giler, a quel tempo legati a 20th Century Fox, affascinati dalla descrizione del soggetto come di un "Lo squalo ambientato nello spazio".

Hill e Giler misero mano al soggetto, migliorando i dialoghi e introducendo la backstory del personaggio dell'androide Ash.

In realtà, quella che diverrà in seguito la sceneggiatura di Alien traeva ispirazione da alcuni cult di fantascienza del passato come La cosa da un altro mondo (1951), Il pianeta proibito (1956) e Il mostro dell'astronave, diretto da Edward L. Cahn nel 1958.

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Non solo. Il film di Scott presentava pure una sequenza che sembrava uscita fuori dall'ottimo b-movie del '65 Terrore nello spazio di Mario Bava (il ritrovamento da parte dell'equipaggio di un gigantesco scheletro alieno).

A ciò va aggiunto il fatto che Scott, neofita dell'horror, chiese ed ottenne di visionare l'horror di culto Non aprite quella porta, film che lo influenzò non poco nella realizzazione di Alien.

10 curiosità su Alien

20th Century Fox
Una scena di Alien

Dopo avervi parlato della genesi di Alien, ecco 10 fra segreti e curiosità del film con protagonista l'indimenticabile Sigourney Weaver nei panni del Ten. Ellen Ripley:

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  1. L'astronave di Alien ha il nome identificativo "Nostromo". Esso è anche il titolo di un romanzo di Joseph Conrad . La navetta, invece, è chiamata "Narciso", curiosamente come il titolo di un altro libro di Joseph Conrad ("Il negro del Narciso").

  2. Lo scrittore di fantascienza A. E. van Vogt minacciò di intentare causa per plagio contro i realizzatori del film, accusandoli di aver tratto l'idea di Alien dal suo racconto del 1939 dal titolo "Discord in Scarlet" (edito in Italia nel volume Crociera nell'infinito). Le parti giunsero in seguito ad un accordo economico.

  3. Le prime parole di Harry Dean Stanton (Brett nel film) a Ridley Scott durante la propria audizione furono: "Non amo la fantascienza e neppure i film di mostri". Scott, divertito dalle parole dell'attore, lo rassicurò dicendogli che il film sarebbe stato più "un thriller alla Dieci piccoli indiani".

  4. Harrison Ford rifiutò la parte del Capitano Dallas, poi andata a Tom Skerritt.

  5. Uno dei titoli di lavorazione del film fu "They Bite" ("Essi mordono").

  6. Nella sceneggiatura originale di Dan O'Bannon e Ronald Shusett i nomi dei personaggi erano Standard, Roby, Broussard, Melkonis, Hunter e Faust (non c'era il personaggio di Ash). A Walter Hill e David Giler quei nomi non piacevano e li cambiarono più volte durante la pre-produzione. Alla fine optarono per Dallas, Ripley, Kane, Lambert, Parker e Brett, aggiungendo il personaggio di Ash. La sceneggiatura di O'Bannon e Shusett aveva anche una clausola che indicava che tutti i personaggi erano "unisex", nel senso che potevano essere interpretati sia da uomini che da donne. Di conseguenza, tutti i personaggi vennero indicati solo con il loro cognome.
  7. La voce secondo cui il cast, ad eccezione di Sir John Hurt, non sapesse cosa sarebbe accaduto durante la disgustosa scena del "chestburster", è in parte vera. La scena era sì abbastanza esplicita nella sceneggiatura, ma agli attori non furono forniti ulteriori dettagli. Ad esempio, Veronica Cartwright non si aspettava di essere imbrattata di sangue. Sigourney Weaver affermò in seguito che lei e il resto del cast sapevano che stesse per accadere qualcosa di drammatico perché, quando arrivarono sul set, operatori di macchina e tecnici indossavano degli impermeabili.

  8. Secondo Sir Ian Holm , la testa di Ash conteneva spaghetti, caviale a buon mercato e anelli di cipolla.

  9. I disegni originali dello Xenomorfo prevedevano che il killer alieno avesse gli occhi. Fu lo stesso artista H.R. Giger, autore delle concept art della creatura (poi realizzata dal nostro Carlo Rambaldi), a suggerire di eliminarli per rendere la creatura ancora più gelida, priva di emozioni.

  10. Ridley Scott ha affermato che Blade Runner (1982) è ambientato nello stesso universo narrativo di Alien.

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