American Horror Story: Cult, la recensione dell'episodio 6

Autore: Chiara Poli ,

Il sesto episodio di #American Horror Story: Cult si apre con una sequenza ricchissima di suspense: la folla fugge in ogni direzione in seguito ad alcuni spari.

Stavolta, a diventare realtà è un incubo che tutti conosciamo bene: la paura di un attentato. E si tratta proprio di un attentato, anche se non è come sembra…

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Siamo a un comizio di #Kai Anderson, candidato per il consiglio comunale. #Ivy viene fatta sdraiare a terra da #Harrison, che le dice di scappare.

La polizia intima a qualcuno di gettare la pistola: si tratta di #Ally. Ally ha la pistola in mano e Kai giace riverso sul palco. Ma ancora una volta, in #American Horror Story le cose non sono come sembrano.

L’antefatto ci riporta indietro, alla notte in cui Ally aveva visto #Meadow alla finestra, che le parlava della setta e del coinvolgimento di Ivy. Credevamo che Ally l'avesse lasciata al suo destino, perché troppo spaventata per aiutarla. Ci sbagliavamo, come ci sbagliavamo su Meadow e su Ivy.

Ally fa tutto ciò che è in suo potere per salvare Meadow, e ci riesce. Quando la porta dal dottor #Vincent, per la prima volta usa la parola “cult” (setta) nella serie.

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Non sa più di chi fidarsi (e noi sappiamo che non può fidarsi nemmeno del suo psichiatra) e decide di contattare Sally Keffler (la guest star Mare Winningham), l’unica avversaria politica con una chance di vincere contro Kai per il consiglio comunale.

American Horror Story: Cult episodio 6
American Horror Story: Cult. Ally sul luogo dell'attentato a Kai

Meadow racconta ad Ally del loro piano per terrorizzare la città, evitando accuratamente di menzionare gli omicidi. Ma non servirà a molto: poco dopo, Ally si trova a essere testimone dell’assassinio di Sally, inscenato come suicidio.

Ne esce viva solo perché, nascosta, viene trovata da una donna mascherata da clown, che riconosce subito come Ivy.

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Questo episodio, ricco di colpi di scena e di approfondimenti sulla storia dei personaggi, è incentrato sul tema della manipolazione della realtà.

Quando Sally dice a Kai che i suoi follower non crederanno mai al suicidio, lui le risponde placidamente che ci crederanno, perché è vero: è su Facebook.

Sui social network, del resto, ci sono le nostre vite. Ci siamo noi. E qualsiasi cosa venga scritta sul nostro profilo, che ne siamo autori noi o altri, diventa immediatamente reale.

Noi siamo il muro.

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Anche le parole di Kai - che si riferiscono esplicitamente al famigerato muro con il Messico citato da Trump - sono reali. Tramite i media, i social network e la paura ha costruito una realtà. 

E c’è di più. La discussione contro Sally al consiglio comunale dimostra quanto sia facile manipolare la gente. Quando parla Kai, tutti sono dalla sua parte. Ma quando Sally gli risponde a tono, ecco che la applaudono e la incitano: hanno già cambiato idea. E se Kai parlasse ancora, lo farebbero di nuovo.

American Horror Story: Cult episodio 6
American Horror Story: Cult. Episodio 6: Sally Keffler

La classe degli elettori americani viene etichettata come “gregge”. Un gregge di pecore che seguono il leader del momento, senza identità e senza idee proprie.

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Non a caso, questo è l’episodio che ci svela il modo in cui Kai - paragonato da Ally a Charles Manson - conquista i suoi seguaci: facendoli sentire speciali, unici, ma soprattutto con uno scopo. Liberi da tutto, da tutte le convenzioni e costrizioni che li avevano oppressi per tutta la vita. 

Liberi e invincibili, onnipotenti.

Ecco come funzionano i culti. Kai Anderson è un fine psicologo: capisce chi ha di fronte e quale tattica deve usare. La paura, la lusinga, la sfida… Funziona sempre perché Kai conosce le paure e le insicurezze di chi ha di fronte e le sfrutta.

#Ryan Murphy e Brad Falchuk ci mettono in guardia da chi ci lusinga, ci terrorizza o ci sfida. Soprattutto se si tratta di un politico che lo fa per accaparrarsi il nostro voto…

Kai Anderson è un fine stratega. Pianifica ogni azione, incluse le mosse per far sembrare che Ally sia pazza e portarle via Oz, come vuole Ivy.

Ivy è determinata a risparmiare al piccolo Oz la morte della sua mamma naturale, che è anche il motivo per cui Ivy stessa ha iniziato a odiare Ally: perché è stata lei a dare la vita a Oz e Ivy si è sentita esclusa.

Quindi il piano viene adattato: quando qualcuno ostacola il cammino politico di Kai, lui lo uccide. Se ostacola la felicità di uno dei suoi adepti, lo fa impazzire. E se si oppone alle sue idee, lo fa “suicidare”.

Ora, e solo ora, siamo pronti per la verità. Per il finto attentato a Kai. Per il ferimento a una gamba. Per l’uccisione di persone innocenti. Per la trasformazione di Meadow in “amore puro”. 

Per la conferma che sì, forse i seguaci di Kai Anderson sono davvero inarrestabili. E onnipotenti. Perché manipolano la realtà.

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