Andrea Pazienza: il grande fumettista oggi avrebbe compiuto 60 anni

Autore: Rina Zamarra ,

Oggi, 23 maggio 2016 Andrea Pazienza avrebbe compiuto 60 anni.

Per tratteggiare la personalità del grande fumettista, morto il 16 giugno 1988, bastano le poche parole della sua autobiografia: Disegno da quando avevo diciotto mesi, so disegnare qualsiasi cosa in qualunque modo.”

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Il mondo comincia ad accorgersi della sua abilità nel 1977 quando vengono pubblicate Le straordinarie avventure di Pentothal e Andrea diventa una sorta di guida per il movimento studentesco bolognese.

Da allora non si è più fermato. Uno dei momenti di maggior successo della sua carriera è coinciso con la pubblicazione nel 1981 di Giallo Scolastico nella rivista Frigidaire. In quel fumetto fa la sua prima comparsa Massimo Zanardi. Si tratta forse del suo personaggio più famoso, il liceale cattivo e privo di morale che, proprio nella sua storia di esordio, riesce ad indurre il bravo della classe ad uccidere la preside della scuola.

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Massimo Zanardi, Andrea Pazienza
Massimo Zanardi di Andrea Pazienza

Da questo momento in poi la sua attività diventa frenetica, così come la sua vita privata condizionata dalla dipendenza dall’eroina.

Disegna vignette, organizza mostre, stringe nuove collaborazioni con riviste come Linus, dà vita a nuove creazioni tra cui Frizzer, l’investigatore senza nome Riccardo Stella e Pertini, pubblica il romanzo grafico Pompeo, disegna il manifesto del film di Federico Fellini La città delle donne e scrive filastrocche per i bambini.

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Ma soprattutto racconta l’Italia tra gli anni ’70 e gli anni ’80 con il tratto ironico e riflessivo, satirico e spietato di un fumettista dall’atteggiamento e dal piglio da rockstar.

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Pertini e Pompeo del fumettista Andrea Pazienza

I suoi fumetti non hanno solo raccontato la realtà del suo tempo. Pazienza è riuscito anche a prevedere il futuro usando una lingua nuova, nata dalla fusione tra il dialetto e l’italiano.

L’influenza di Pazienza detto Paz sul fumetto italiano è stata notevole. Oggi, è considerato a tutti gli effetti il disegnatore che è riuscito a sdoganare il fumetto trasformandolo da forma minore di intrattenimento popolare a forma d'arte, sempre popolare.

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