Gli anime a tema horror da non lasciarsi scappare, da Devilman alle opere di Junji Itou

Autore: Silvio Mazzitelli ,

La concezione di cosa fa paura, e dunque del gusto per l’horror, varia a seconda della cultura d’appartenenza. Il contesto storico, miti e leggende e credenze popolari formano lo status mentale di una popolazione, plasmando anche le paure più recondite che queste hanno. Sicuramente la produzione di film, libri o altre opere di genere horror possono essere uno specchio dell’anima per una determinata cultura; mostrare cosa ci fa paura è sempre un modo per capire chi siamo e da dove siamo venuti. Nella nostra cultura d’appartenenza, vediamo spesso un’influenza americana, data da film, serie TV, libri, ecc. che ci mostra una paura reale e diretta, fatta di mostri feroci pronti a fare a pezzi i poveri malcapitati e che spesso abusa dei cosiddetti jump scares (nome dato alle scene in cui qualche creatura spunta fuori all’improvviso, accompagnata da un aumento di volume nella colonna sonora).

Ovviamente all’interno della cultura occidentale esistono anche molte varianti, anche più evolute e approfondite, ma le radici sono comunque atte a mostrare orrori più tangibili alle persone. La cultura orientale invece affronta in maniera differente il genere horror. Prendendo come esempio il Giappone, uno dei paesi orientali dall’immaginazione più fervida, possiamo notare molte differenze nella concezione di horror.

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Gli horror giapponesi sono molto più psicologici e introspettivi, anche se le creature mostruose non mancano, il loro agire spesso è molto più sottile e subdolo nei confronti delle vittime. Nelle opere giapponesi dedicate al mondo della paura, vediamo proprio come l’autore tenda a giocare con la mente del suo pubblico cercando di trasmettere il senso d’angoscia profonda che provano i suoi personaggi. L’horror in Giappone è un genere molto popolare, che, come nel resto del mondo, trae le sue basi da racconti folkloristici che coinvolgevano diverse creature sovrannaturali.

Il gusto per l’orrore dei giapponesi ovviamente non si limita soltanto ai film, ma è arrivato anche in forma animata tramite gli anime. Questi spesso adattano alcuni capolavori dell’orrore a fumetti, dando una nuova dimensione alla paura. Questo genere è probabilmente quello che più sente le differenze tra la forma a fumetti e quella animata, proprio per le diverse tempistiche necessarie a instillare la paura nello spettatore.

Se vi volete avvicinare alla cultura horror giapponese ho qualche consiglio per voi per iniziare questo viaggio di terrore all’interno del mondo degli anime.

Indice

Yamishibai: Japanese Ghost Stories

Studio ILCA
Yamishibai horror animato

Il lato giapponese dei racconti horror. Gli episodi sono disegnati con uno stile classico delle storie Kamishibai degli anni ’30 nipponici, una sorta di teatrini mobili che raccontavano storie con dei personaggi di carta invece che con le marionette. Non esiste una vera e propria trama, ma ogni episodio racconta una storia tratta dai racconti classici del folklore horror giapponese, fatto di strani spettri e inquietanti apparizioni.

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Di Yamishibai sono state realizzate ben 7 stagioni dell’anime, da vedere come una raccolta esaustiva dell’horror classico in stile nipponico. Al momento la serie è disponibile su Crunchyroll, anche se non è presente con i sottotitoli in lingua italiana.

Highschool of the Dead

Madhouse
Highscool of the dead zombie

Un anime in 12 episodi che riprende il classico tema dell’invasione di zombie però ambientato in una scuola superiore giapponese. Emulo di The Walking Dead, ma con molto più fanservice, la storia segue un gruppo di studenti che, insieme all’infermiera della propria scuola, tentano di trovare un riparo dall’invasione di zombie che li ha presi di sorpresa proprio mentre erano a lezione. Oltre alla minaccia dei non morti, il gruppo dovrà vedersela anche con altri superstiti, ormai senza più una morale da seguire nella società decadente portata dall’invasione zombie.

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Una serie a metà fra l’action e l’horror, tra procaci fanciulle e il massacro di non morti, che reinterpreta il classico tema dell’invasione zombie alla maniera nipponica. La serie è disponibile su Netflix.

Jigoku Shojo

Studio Deen
Hell Girl

Esiste un sito web che compare solo a mezzanotte ed utilizzabile solo dalle persone cariche di odio e possedute da uno spirito di vendetta verso chi le ha perseguitate. Scrivendo il nome della persona odiata all’interno del sito, questa riceverà una bambola con un filo rosso, che, una volta tirato, condannerà la persona a finire all’inferno. L’uso di questo sito ha però un caro prezzo, infatti anche chi ha lanciato la maledizione sul sito web alla sua morte finirà negli inferi. A eseguire queste condanne è Ai Enma, uno spirito dal passato tragico che sonda le emozioni umane, cercando di capire se nell’umanità esiste soltanto il sentimento dell’odio.

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Un anime introspettivo che analizza fondamentalmente il sentimento dell’odio umano, e dove l’orrore sta nella mente di vittime e carnefici più che in spiriti e mostri vari.

Hellsing Ultimate

Madhouse
Hellsing Ultimate Netflix

Vampiri, lupi mannari, nazisti e tanta violenza. Questa è la formula vincente di quest’anime in 10 episodi da 50 minuti ciascuno. La storia mischia diversi elementi da varie leggende ed epoche storiche, come il vampiro Alucard al servizio della famiglia Hellsing che lo sconfisse (seguendo a grandi linee il racconto di Bram Stoker) un secolo prima. Da allora questo potentissimo vampiro serve l’organizzazione Hellsing, fondata dalla famiglia omonima al servizio della corona inglese, andando a uccidere altri suoi simili e altri mostri. Ovviamente la situazione a un certo punto precipita e si crea una guerra fra la Hellsing, i Nazisti e i preti geneticamente modificati del Vaticano, per una battaglia a tinte horror incredibilmente avvincente.

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Sicuramente un anime più action che horror (nonostante alcuni momenti da brividi non manchino), ma è da vedere anche solo per l’originalità con cui elementi apparentemente inconciliabili vengono uniti in un mix incredibile ed esplosivo. La serie è disponibile su Netflix.

Tokyo Ghoul

Studio Pierrot
Tokyo Ghoul personaggi

Kaneki era un semplice ragazzo fino alla sua trasformazione in un mezzo Ghoul a causa di un appuntamento con una ragazza finito male. Da questo punto in poi la sua vita cambierà trasformandolo in un essere con dei poteri speciali, ma con la necessità di nutrirsi di carne umana, status che lo renderà sempre più diffidente e solitario.

Una serie dalle tinte horror con una discreta dose di combattimenti e scene splatter, in cui la lotta fra i Ghoul e gli umani si fa sempre più violenta, e Kaneki, in mezzo ai due mondi, dovrà scegliere da che parte stare. L’anime è presente su Netflix con entrambe le due stagioni realizzate.

Devilman Crybaby

Netflix
Devilman Go Nagai

Tratto dal capolavoro di Go Nagai, Devilman Crybaby è una serie animata originale Netflix che riprende nel dettaglio l’originale manga del grande autore nipponico ambientandolo ai giorni nostri. La storia di Go Nagai è ancora molto attuale, e Crybaby non modifica quasi nulla se non il character design dei personaggi e l’ambientazione più moderna. Anche Crybaby nei suoi 10 episodi sonda lo spettro delle emozioni umane, riportando in vita la triste storia di Akira Fudo e del suo amico Ryo Asuka in una lotta che coinvolgerà l’umanità e i demoni.

Ma qual è il confine tra essere umano e diavolo, è soltanto l’aspetto esteriore a deciderlo o sono le azioni a fare di un essere un demone senza cuore? Devilman Crybaby è una serie da vedere per chi si è perso il capolavoro del fumetto di Go Nagai con tematiche scritte oltre 50 anni fa ancora attuali.

Junji Itou Collection

Studio Deen
Junji Itou collection anime

Una raccolta delle storie più importanti del maestro del fumetto horror giapponese. Junji Itou è il mangaka più rappresentativo quando si parla di fumetti dell’orrore provenienti dal Giappone, e questo anime raccoglie le sue migliori storie in una serie da 14 episodi. Realizzato da Studio Deen, l’anime adatta alcuni dei racconti più famosi dell’autore, da Tomie all’inquietante Sugio, con due storie quasi sempre autoconclusive per episodio.

L’anime è disponibile su Crunchyroll anche con i sottotitoli in italiano.

Higurashi no naku koro ni

Studio Passione
Higurashi personaggi

Tratto da un videogioco, Higurashi no naku koro ni è una saga molto famosa in Giappone, tanto che già in passato è stato trasposto in anime. Durante la stagione autunnale degli anime del 2020 è in programmazione un reboot della serie animata dopo 15 anni dal primo adattamento. Il titolo si può tradurre come “quando le cicale piangono” e la storia della serie è legata a un paese rurale chiamato Hinamizawa dove il giovane Keiichi Maebara si trasferisce.

Il paese è così piccolo che la scuola ha una sola classe fatta di 5 persone, Keiichi e altre quattro ragazze, anche se hanno età diverse. Tutto procede nella solita routine, ma le cose iniziano a cambiare con l’avvicinarsi del Festival del Watanagashi, una festa dedicata alla divinità locale. Negli anni precedenti in concomitanza con questo festival si è sempre verificato un omicidio e la scomparsa di un’altra persona, e non si è mai trovato un assassino per questi delitti. Keiichi e le altre quattro ragazze iniziano a indagare sui misteri di Hinamizawa.

Un thriller psicologico dalle tinte horror, che nasconde diverse sorprese nella sua trama apparentemente tranquilla. L’anime è trasmesso in simulcast sul canale VVVVID con i sottotitoli in italiano, e sarà composto da 24 episodi.

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