Annientamento, la recensione: Alex Garland espande la frontiera fantascientica

Autore: Elisa Giudici ,

I grandi sceneggiatori sono i migliori o più terribili amanti delle loro fonti letterarie. C'è chi è eternamente fedele alla visione dello scrittore del romanzo che traduce in linguaggio cinematografico e, sul lato opposto dello spettro, ci sono traditori seriali come Alex Garland. Sin dai tempi in cui era solo un apprezzato sceneggiatore (Non Lasciarmi, The Beach), le caratteristiche distintive del suo cinema sono state la propensione alla fantascienza e un'attitudine molto predatoria nei confronti delle sue fonti. La predisposizione alla fantascienza non ha fatto che rafforzarsi nel salto alla regia, tanto che il passaggio delle elucubrazioni robotiche da Ex Machina agli incubi dell'Area X è stato quasi naturale. 

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Le protagoniste di Annientamento
Donne e scienziate: le scelte non banali di Jeff VanderMeer danno forza a un film finalmente diverso dal canone fantascientifico al cinema

Il fulcro narrativo e la magnifica ossessione del 47enne regista inglese sono sempre le stesse: il rapporto dell'umano con un altro alieno, che si ribella tenacemente alla riduzione in termini comprensibili alla mente del homo sapiens. Avventurarsi in una zona in cui le leggi della fisica sembrano aver smesso di funzionare non è poi molto diverso dall'esplorare i limiti dell'intelligenza artificiale, alla ricerca di una prova cerca che questa abbia sviluppato coscienza di sé. 

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Annientamento, la copertina italiana
Il film è notevole, ma il romanzo da cui è tratto è imperdibile.

Tuttavia nello splendido romanzo vincitore del premio Nebula di Jeff VanderMeer l'esplorazione dell'Area X - un tratto di terra, costa e mare circondato da una barriera permeabile di origine sconosciuta, da cui ciò che entra esce profondamente cambiato - è solo uno dei temi di una storia che sfiora l'allegorico e il mistico. 

Annientamento, la recensione: le visioni di Alex Garland

La grande abilità di Garland è quella di riuscire a immergersi nel materiale di VanderMeer (che attorno all'Area X ha costruito una trilogia complessa e talvolta contraddittoria), ricreando su grande schermo quell'atmosfera misteriosa e onirica che permea il romanzo. La voce che sussurra allo spettatore è però indiscutibilmente la sua. Nel suo team di scienziate inviate all'intero della barriera per scoprirne i segreti tutte hanno un nome proprio e uno scopo netto, preciso. Il raggio d'indagine si rimpicciolisce, l'immagine che ne emerge è più nitida. La biologa di Natalie Portman si offre volontaria per la missione per scoprire cosa sia successo al marito, creduto morto dopo il suo ingresso top secret nell'Area X, riapparso nella sua vita all'improvviso, profondamente cambiato e in pericolo di vita.

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I protagonisti di Annientamento Natalie Portman e Oscar Isaac
Come protagonisti di Annientamento Natalie Portman e Oscar Isaac danno una grande prova attoriale

Le altre tre protagoniste hanno tutte una motivazione precisa per far parte di una missione che pare suicida: sono tutte guidate da un passato, un segreto o una volontà autodistruttiva. Con l'esclusione della biologa, non sono che meri schizzi rispetto alla complessità dei personaggi di VanderMeer, eppure sanno simulare una complessità adulta che manca a tante figurine fantascientifiche che incarnano il ruolo dell'eroe nei film di genere hollywoodiani. L'unico protagonista maschile è proprio il marito della biologa, un ruolo risicatissimo ma centrale alla riuscita del film, che Alex Garland affida al suo attore feticcio Oscar Isaac, che da qualche sparuta scena tira fuori un assist notevole per una Portman sempre impeccabile. 

Annientamento, la recensione: questione di fede

Anche quanto arriva il delicatissimo momento di dare risposte al mistero di cosa sia succedendo nell'Area X, Garland supera brillante la prova. La sua risoluzione è sì visionaria e forse può inizialmente confondere chi non è avvezzo al genere, ma ha la precisione chirurgica di chi ha messo al centro del suo cinema la continua indagine dei limiti e della natura dell'essere umano. Annientamento è insomma un film notevole, scritto con grande maestria e girato con estrema eleganza.

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Le protagoniste di Annientamento entrano nello Shimmer
Arcobaleni e lensflare: l'ABC dell'ovvietà fantascientifica al cinema

Talvolta supera la barriera tra il buon e il grande cinema, ma purtroppo non riesce a rimanere saldamente nel territorio della qualità più alta e manifesta. A frenarlo non sono tanti i limiti o le impasse del cast e del suo artefice, quanto la scarsa fiducia che i suoi stessi produttori gli accordano. Cinquanta milioni di dollari e riprese in Digital Intermediate (4K) significa sostanzialmente avere un'altissima definizione che verrà minimamente ritoccata in post produzione, per mancanza di denaro. Il risultato è un film che mostra impietosamente i suoi limiti realizzativi, dove i trucchi di scena si stagliano nettamente su scenari boschivi sin troppo uniformati, privi di suggestione. I fiori e le piante ibridate non sono bellissimi ed angoscianti, appaiono piuttosto finti, applique disposte confusamente in quello che purtroppo spesso appare come un set e non un luogo impossibile ma reale. 

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Natalie Portman è la biologa protagonista in Area X
Nella profondità di Annientamento si cela un grande film che solo un budget consono avrebbe potuto portare alla luce

Per gli effetti speciali si può fare un discorso simile per come si "stacchino" dal resto dell'immagine, limite realizzativo da cui non si sfugge, anche sullo schermo di casa. Paradossalmente sarebbe stato meglio avere pochi soldi e un girato in pellicola (dove i colori caldi e rigogliosi dell'Area X sarebbero esplosi su schermo) o arrivare ai tanto sospirati 100 milioni di dollari dei progetti di grandi dimensioni, dando la possibilità a Alex Garland di giocarsela con le grandi produzioni dei colleghi come Villeneuve e Nolan. Il progetto invece a dovuto superare una serie di test e prove preliminari e ricreare una visione stupefacente con mezzi decisamente meno sorprendenti: il risultato è che Annientamento tende a rimanere un grande film solo in potenza.

A leggere le entusiastiche recensioni di queste ore e gli ottimi riscontri del pubblico (da casa), in casa Paramount farebbero bene a riflettere e mangiarsi le mani, per la grande opportunità sprecata. 

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Commento

cpop.it

75

Alex Garland sceneggiatore si rivela il perfetto traditore, che saccheggia il meglio dalla fonte per girare un film molto personale. Peccato che chi ha finanziato il progetto non ci credesse davvero.

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