Argentina-Inghilterra 1986: 10 curiosità sulla partita, in chiaro il 30 novembre su La7

Autore: Alessandro Zoppo ,

Argentina-Inghilterra, la partita ha fatto carne il Verbo di Diego Armando Maradona, torna in televisione. Per ricordare la scomparsa del Diez, La7 ha deciso di trasmettere lunedì 30 novembre 2020 in prima serata il celebre quarto di finale del Mundial messicano del 1986.

L'appuntamento è alle 21.15 con la telecronaca di Riccardo Cucchi e Walter Veltroni. Quella mattinata ha cambiato la storia del calcio: è lo scenario della Mano de Dios, del gol del secolo, delle lacrime e della rivalsa di un popolo intero che aveva appena vissuto la guerra imperialista delle Malvinas.

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Ma il mito di quell'incontro è stato molto più di un semplice 11 contro 11 su un campo di pallone: ecco 10 curiosità su quei 90 minuti che hanno reso immortale il più grande genio del calcio mondiale.

  1. Un'antica rivalità
  2. La "clase 62"
  3. La maglia dell'Argentina
  4. La Mano de Dios
  5. Il gol del secolo
  6. Il ricordo di Fernando Signorini
  7. Hooligans vs Barras Bravas
  8. Record di spettatori
  9. Lo sgomento degli inglesi
  10. La seconda vita del gol del siglo

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Un'antica rivalità

L'antagonismo Argentina-Inghilterra ha profonde e antiche radici sportive, oltre che politiche. Il calcio è stato introdotto nel Paese sudamericano proprio dagli espatriati britannici, arrivati nella seconda metà dell'Ottocento.

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I primi contrasti risalgono addirittura al 1953, quando l'Inghilterra perse 3-1 una partita amichevole contro la Selección a Buenos Aires ma non considerò mai ufficiale quel risultato.

Quando le due nazionali si sono ritrovate l'una di fronte all'altra a Wembley per i quarti di finale del Mondiale 1966, i padroni di casa britannici vinsero 1-0 con rete di Geoff Hurst. Quel match, tuttavia, è ricordato soprattutto per la contestatissima espulsione del capitano argentino, Antonio Rattín, cacciato dall'arbitro tedesco Rudolf Kreitlein al 35' del primo tempo.

"El Rata", come era soprannominato il capitano, si beccò il secondo giallo semplicemente per aver chiesto spiegazioni all'arbitro sui motivi di un precedente giallo al compagno di squadra Artime.

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A fine partita, Kreitlein disse di aver espulso Rattín perché "mi guardava in modo truce" pur non avendo capito cosa gli avesse chiesto. La stampa argentina reagì scatenata a quanto accaduto, definendo quell'episodio "el robo del siglo", ovvero il furto del secolo.

Non contento, Rattín, che per dieci minuti si rifiutò di abbandonare il terreno di gioco, andò sul tappeto rosso di Wembley, quello riservato alla Regina, e "umiliò" una Union Jack sedendocisi sopra. Per quel gesto, il coach Alf Ramsey definì gli argentini un branco di "animali".

Dopo la rivincita del 1986, Argentina e Inghilterra hanno dato vita ad altre sfide infuocate e turbolente: la più celebre degli anni Novanta è quella agli ottavi di finale di Francia 1998, vinta 4-3 ai rigori dai sudamericani e ricordata per l'espulsione dello "stupid boy" David Beckham per un colpo di "tacco" su Diego Simeone.

La "clase 62"

Nell'esercito argentino, non c'erano soltanto professionisti. Tantissimi ragazzi nati tra il 1961 e il 1962 furono chiamati a combattere la guerra delle Malvinas.

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L'Albiceleste del 1986 aveva in rosa cinque "clase 62" che però, per ragioni diverse, non parteciparono al conflitto. Soltanto due di loro, Jorge Burruchaga e Carlos Tapia, vennero arruolati, ma evitarono il fronte.

Burruchaga ha ricordato spesso di aver scampato la "morte delle Falkland": dopo tre settimane al reggimento, lui e Tapia furono congedati.

La maglia dell'Argentina

Prima di Argentina-Inghilterra, l'allenatore argentino Carlos Bilardo decise di far cambiare "camiseta" ai suoi giocatori.

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Niente più casacca di Le Coq Sportif con tecnologia Air-Tech: la squadra scese in campo con una divisa blu più leggera e con lo scudo AFA (la Federazione argentina) cucito sulla maglia.

A sceglierla, a quanto pare, fu El Diez in persona. Bilardo chiese a Diego quale preferisse tra due tipi messi a punto da Ruben Moschella, un membro dello staff, e Maradona, indicando quella blu, disse:

È una bella maglia: batteremo l'Inghilterra con questa.

La partita, come noto, finì 2-1 e l'Argentina si laureò poi campione del mondo superando Belgio e Germania. Quella maglia indossata da Maradona, ottenuta dal calciatore inglese Steve Hodge nel tunnel a fine partita, oggi vale una fortuna.

Secondo l'esperto di cimeli David Amerman di Goldin Auction, due milioni di dollari.

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La Mano de Dios

Il gol dell'1-0, segnato di mano da Maradona al sesto minuto del secondo tempo, è ormai storia. Una rete fatta "un po' con la testa di Maradona ed un altro po' con la mano di Dio".

Diego, provocatore iconoclasta e leader politico, disse al Sun nel 2008:

Se potessi scusarmi e tornare indietro, lo farei, ma un gol è sempre un gol e grazie a quello l'Argentina ha vinto il Mondiale e io sono diventato il miglior giocatore al mondo. Non posso cambiare la storia: tutto quello che posso fare è andare avanti.

Dopo la scomparsa del Diez, il portiere inglese Peter Shilton, che stando alle cronache dell'epoca pianse molto quel pomeriggio, continua a non perdonare Maradona. In un'intervista al Daily Mail, Shilton ha definito el Pibe de Oro un campione che "aveva grandezza ma non sportività".

Non mi piace che non si sia mai scusato. Non ha mai ammesso di aver barato. La mia vita è stata a lungo legata a quella di Diego Maradona, e non nel modo in cui avrei voluto.

La parola definitiva sulla questione l'ha messa un altro genio tormentato e ironico: Paul Gascoigne. Ospite su ITV, Gazza ha zittito l'ex numero uno britannico.

Maradona è stato un'icona, la gente torna sempre sulla storia della Mano de Dios ma è così che Shilton è diventato famoso. Shilty, senza Maradona non ti conoscerebbe nessuno.

Poche settimane prima della sua scomparsa, in una delle sue ultimissime interviste a France Football in occasione del 60esimo compleanno, Maradona ha detto qual era il suo recente sogno ricorrente.

Sogno di segnare di nuovo di mano all'Inghilterra. Stavolta, però, con la mano destra.

A quest'episodio memorabile il cantante Rodrigo ha persino dedicato una straziante cumbia, rievocata in modo ancora più struggente da Diego nel film #Maradona di Kusturica.

Il gol del secolo

È stata la Fifa, la Fédération Internationale de Football Association, a conferire alla rete del 2-0 all'Inghilterra il prestigioso riconoscimento di "più grande gol nella storia della Coppa del Mondo".

Il premio è stato deciso da un sondaggio sul sito internet dell'associazione durante il periodo dei Mondiali 2002 in Corea del Sud e Giappone.

Al secondo posto della classifica, curiosamente, si piazza un altro gol segnato durante una sfida Argentina-Inghilterra: la rete di Michael Owen nel quarto di finale di Francia 1998.

Nella memoria, però, resta il gol 60 metri palla al piede in 10 secondi di Diego, un "animale" del calcio – come lo definiva il suo storico preparatore atletico Fernando Signorini – capace di sfidare le leggi della fisica.

Oltre alla rete del "barrilete cósmico", ricreata persino da Konami in occasione del lancio di Pro Evolution Soccer 2018, sono rimaste nella storia le parole del telecronista uruguaiano Víctor Hugo Morales: quel "¡Dios Santo, viva el fútbol!" urlato in lacrime ai microfoni di Radio Argentina.

Il ricordo di Fernando Signorini

Signorini ha lavorato a lungo con Diego, anche nei momenti bui della tossicodipendenza. È stato il suo preparatore, migliore amico e confidente. L'unico del suo entourage, a detta dell'allenatore del primo scudetto napoletano Ottavio Bianchi, ad avergli voluto davvero bene.

In un'intervista concessa al sito L'ultimo uomo, Signorini sostiene che nel caso di Maradona "un grammo di cervello pesa più di 76 chili di muscoli" e che "el gol del siglo" non è stato altro che "la sublimazione della sua estrema capacità di risolvere problemi nel momento stesso in cui gli si paravano davanti".

Nel calcio il tempismo è necessario per fare i movimenti giusti. Ma, in generale, la vita di Diego ha fatto sì che da quando era bambino si allenasse per quel gol: quando voleva arraffare un'arancia dal treno merci che passava per la stazione di Villa Fiorito calcolava perfettamente il tempo per saltare e prenderla al volo, e nel gol all'Inghilterra è successo qualcosa di simile...

Hooligans vs Barras Bravas

I gruppi violenti del tifo organizzato erano un problema sia in Inghilterra che in Argentina. Gli hooligans erano reduci dalla strage dell'Heysel, costata la vita a 39 persone a Bruxelles, e le barras bravas da tremendi incidenti durante le partite del torneo di Primera División. A Monterrey, dove l'Inghilterra giocò tutte le sue partite del Gruppo F, ci furono scontri all'interno e all'esterno dello stadio.

Gli ultrà argentini, del Boca in particolare, si "limitarono" a tafferugli durante la partita del girone contro l'Uruguay ma soprattutto fecero pressione sui giocatori per ottenere denaro. Furono Maradona e Jorge Valdano ad opporsi. Tito Benros, il magazziniere della Selección, ricorda ancora le parole di Valdano.

Se devo tirare fuori dei soldi, lo farò per darli a Tito, Moschella, Galindez – gli assistenti della squadra –, ma non ai tifosi.

Purtroppo, al termine della partita, ci furono incidenti tra hooligans e barras, conclusi con oltre cento arresti da entrambe le fazioni.

Record di spettatori

La partita, giocata allo Stadio Azteca di Città del Messico a mezzogiorno del 22 giugno 1986, venne disputata davanti a 114mila 580 persone.

Il pubblico accorse numeroso nonostante il caldo asfissiante dell'estate messicana e le difficoltà fisiche per i calciatori di giocare a 2250 metri di altezza.

Maradona e Valdano, sempre loro, si opposero fin dall'inizio del Mondiale alla scelta della Fifa di quegli orari, decisa esclusivamente per motivi commerciali. Diego, l'uomo che già allora idolatrava Che Guevara e Fidel Castro, lo denunciò apertamente.

Senza di noi giocatori questo Mondiale non esisterebbe. Quello che vogliamo è essere rispettati, come noi rispettiamo tutti. Per questo mi chiedo: perché non veniamo consultati quando si tratta di prendere decisioni o di applicare regolamenti?

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Lo sgomento degli inglesi

Giocatori della Nazionale britannica come Peter Reid, Terry Fenwick e Terry Butcher ricordano con un misto di delusione, tristezza e ammirazione il "gol del secolo".

Butcher, coriaceo difensore centrale inglese, è ancora infuriato per quella partita: non per la Mano de Dios, ma per come è maturata quella rete strepitosa entrata nell'immaginario collettivo.

Ero più arrabbiato per il secondo gol per il modo in cui Diego mi ha battuto. Ha dribblato tutti i miei compagni solo una volta, ma nel mio caso ha dato l'impressione di avermi battuto due volte.

La seconda vita del gol del siglo

Dopo la scomparsa di Maradona, il gol del secolo è diventato virale su YouTube grazie ai numerosi tributi, ai filmati d'epoca e al canale dell'AFA.

Il Federazione ha caricato un video dedicato all'Eterno "en nuestros corazones".

Il giornalista Brian Phillips ha scritto su The Ringer che in apparenza i due gol di Diego all'Inghilterra possono sembrarci "incompatibili" tra loro, ma in realtà "sentiamo che vengano dallo stesso luogo profondo".

Quel posto era Diego Armando Maradona, l'aquilone cosmico che ha cambiato per sempre la storia, non solo del calcio.

Credits photo: "Buenos Aires - La Boca: Diego Maradona" by wallyg is licensed under CC BY-NC-ND 2.0

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