Baby Driver, la recensione: rapine e sgommate a ritmo di playlist

Autore: Elisa Giudici ,

Segni particolari: si chiama Baby, ha una faccia d'angelo, un paio di occhiali da sole, un iPod sempre a portata di mano e al volante è davvero imbattibile. È questo l'identikit del protagonista del nuovo film scritto e diretto da Edgar Wright, uno dei cineasti dal lato umoristico più amati dell'ultimo decennio. Dopo aver diretto uno piccolo film di cult della generazione nerd come Scott Pilgrim vs. the World ed essersi imposto come uno dei registi di comedy più innovativi e amati con la celebre Trilogia del Cornetto (con protagonista l'amico Simon Pegg), Edgar Wright è finalmente alle prese la prova successiva: un film dal budget e dal cast all'altezza delle sue aspettative.

Warner Bros
Baby e Deborah osservano fuori dal finestrino di una macchina rossa
Baby Driver: inseguimenti e musica secondo Edgar Wright

Sarà Baby Driver il film che lo sdoganerà di fronte al grande pubblico, facendolo uscire dalla cerchia ristretta di cinefili, nerd e geek? 

Baby Driver: un sogno nato nel 1995

Dopo aver ottenuto da Warner Bros. la fiducia e il budget necessario a un progetto di vasta portata, Edgar Wright ha tirato fuori dal cassetto una delle prime sceneggiature che abbia mai scritto, risalente al 1995. Nella storia di Baby, giovane affetto da acufene ma sorprendentemente dotato alla guida, si sente tutta la passione di un cinefilo onnivoro, cresciuto coi grandi classici della vecchia Hollywood, tra rapine, inseguimenti e sgommate mozzafiato. C'è anche però il gusto di un 43enne per la musica del passato raccolta in playlist e mixtape, con un fine citazionismo musicale ai confini dell'approccio hipster. 

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Warner Bros
Lily Collins e Ansel Elgort si guardano negli occhi in una scena al diner di Baby Driver
Un ragazzo dal cuore d'oro e una dolce cameriera: sarà amore?

Queste due anime si fondono in Baby e nella sua storia: costretto da un errore del passato a fare da galoppino e palo per un boss locale (Kevin Spacey) e per i rapinatori che si rivolgono a lui (tra gli altri Jon Hamm e Jamie Foxx), Baby sogna di poter saldare il suo debito e tornare a vivere nella legalità, circondato dalla sua collezione di vinili e iPod. Quando conoscerà la dolce cameriera del vicino diner Deborah (Lily Collins) nel suo sogno entra anche l'amore, ma un colpo finito male lo costringerà a prendere delle scelte drammatiche... ma sempre a ritmo di musica

Baby Driver: lo stile non è tutto

Come ogni film di Edgar Wright, Baby Driver è il sogno del cinefilo più esigente. A livello visivo e registico, il film ondeggia tra l'esuberante e il travolgente, con il tipico montaggio serrato di Wright, per lo più quasi sempre realizzato a tempo di musica. L'apoteosi del film sono le splendide, lunghissime e virtuosistiche scene d'inseguimento in auto, con Baby che semina la polizia ispirato e guidato dai grandi classici del passato che compongono la sua playlist. 

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A differenza del passato però il suo stile personalissimo e inimitabile non riesce ad arginare le incoerenze e le problematicità della storia. Il film ruota tutto attorno a Baby e quindi quando il suo modo di agire e le decisioni che prende diventano incoerenti con le premesse del primo tempo, risulta più difficile affezionarsi davvero a lui e ai suoi patimenti d'amore.

Il fatto che poi si sia di fronte all'ennesimo personaggio sulle soglie dell'autismo, geniale ma socialmente poco spigliato, non fanno che acuire quel senso di supponenza hipster che lo rendono vagamente insopportabile. Purtroppo nella chiusa Wright - che in passato mai era stato tenero con i suoi protagonisti - cala il carico da novanta di un tentativo di santificazione e assoluzione totale del personaggio, restituendoci un ritratto ancora più superficiale di Baby. 

Per fortuna nel comparto delle spalle le cose funzionano meglio: Kevin Spacey la parte del mentore/boss minaccioso e sempre elegante la porta a casa ad occhi chiusi e fa piacere rivedere il grande Jon Hamm di Mad Men in un ruolo all'altezza del suo talento. Peccato che tutto venga sciupato dal personaggio esagerato di Jamie Foxx e dall'inconsistenza della dolce, scialba cameriera di Lily Collins. Eppure in passato i personaggi di Wright avevano saputo sorprendere per acume e pragmatismo! 

Baby Driver: andare al cinema o restare a casa? 

Stiloso, graffiante e splendidamente realizzato, Baby Driver rimane un gran bel film, anche se molto sbilanciato nei suoi diversi comparti. Se la colonna sonora e la regia sono da urlo, la sceneggiatura incoerente e un paio di personaggi poco carismatici lasciano a desiderare. La promozione di Edgar Wright nella lega degli studios però merita comunque un giro al cinema, anche se come action puro nelle prossime settimane usciranno pellicole decisamente superiori. 

Baby Driver arriverà nei cinema italiani il 17 settembre 2017

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