Bambini speciali nei fanta-horror, da Il senso senso a The Passage

Autore: Chiara Poli ,

Il più celebre è senz’altro Harry Potter. Il bambino che è sopravvissuto, prima di diventare il giovane mago più popolare di Hogwarts, era stato protetto dai genitori e, proprio grazie al loro amore, salvato da morte certa. L’unico che il mago oscuro più potente di tutti i tempi non è riuscito a uccidere.

A proteggerlo, quando è ancora un bambino e i suoi genitori non ci sono più da tempo, intervengono altri adulti. Da Hagrid a Silente, passando attraverso la famiglia Weasley e altri professori di Hogwarts, Harry Potter è un po’ il simbolo del bambino speciale che gli adulti proteggono. Fino a quando cresce abbastanza da cavarsela da solo, diventando a sua volta un protettore del mondo.

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Proprio come Amy (Saniyya Sidney), la ragazzina protagonista di #The Passage, in arrivo su FOX il 28 gennaio.

Bambini speciali, adulti speciali

Amy è sola al mondo, gli scienziati del Progetto Noah la vogliono per trasformarla nell’ennesimo soggetto dei loro esperimenti, perciò mandano gli agenti Doyle e Wolgast a prelevarla.

Ma Wolgast non può farlo: non può consegnare una bambina a gente spietata. La sua mente, il suo cuore, il suo codice morale glielo impediscono. Così, #Brad Wolgast diventa il suo padre putativo. L’unico adulto che si interessa alla sua vita, al suo futuro, alla sua libertà.

Non padre putativo, bensì padre a tutti gli effetti, era invece Kiefer Sutherland in #Touch. Suo figlio, Jake (David Mazouz), ritenuto autistico ma in realtà dotato di un potere davvero speciale, aveva costantemente bisogno del suo aiuto e della sua protezione. E Martin Bohm, il suo papà, era disposto a tutto pur di darglieli. Tenere al sicuro i bambini, in particolare quelli speciali, è un compito che moltissimi adulti hanno svolto al cinema e in TV.

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Bruce Willis, per citare uno fra gli attori più famosi che hanno ricoperto questo ruolo, l’ha fatto in diverse occasioni.

Ne Il sesto senso si occupava del piccolo Cole (Haley Joel Osment), in grado di vedere i fantasmi e di parlare con loro e bisognoso di capire che non doveva averne paura, bensì trovare il modo di convivere con il suo dono (o maledizione).

Nei panni dello psicologo Malcolm Crowe, Bruce Willis lo avvicinava per aiutarlo.

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In Codice Mercury, invece, l’attore interpretava un agente del FBI che prendeva a cuore il destino di un bambino autistico di 9 anni, Simon (Miko Hughes), sopravvissuto all’incursione dei killer che ammazzano i suoi genitori davanti ai suoi occhi.

In Unbreakable, infine, fra le persone che aiutava dopo aver scoperto di avere dei poteri straordinari, c’erano anche i due ragazzini tenuti in ostaggio da uno psicopatico nella loro casa. 

Willis era anche nel cast di Looper, in cui il piccolo Cid (Pierce Gagnon) entrava nella vita di Joe che, grazie ai viaggi nel tempo, si trova faccia a faccia con un se stesso più vecchio di tre decenni.

Poltergeist, Shining e il genere horror

Nei primi due capitoli di Poltergeist - gli unici degni di nota, dimenticando il terzo - i genitori Jobeth Williams e Craig T. Nelson erano disposti a tutto pur di proteggere la loro piccola Carol Anne (Heather O’Rourke), ambita dalle anime dannate che infestano la loro casa.

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Pietra miliare del genere, il film di Steven Spielberg metteva i genitori di fronte alla necessità non solo di capire quanto fosse speciale la loro bambina, ma anche di accettare che i fantasmi esistano e possano far del male ai vivi.

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Dopo Poltergeist, non c’è stato film sulle presenze demoniache - riuscito, almeno - che non l’abbia citato.

I bambini speciali sono spesso protagonisti di film riusciti, nel genere horror. Il capolavoro di Stanley Kubrick tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King (e notoriamente inviso allo scrittore), Shining, ci raccontava come toccasse solo alla mamma, Shelley Duvall, proteggere il suo bambino speciale, Danny (Danny Lloyd).

Dotato del potere che impariamo a conoscere come “luccicanza”, Danny viene braccato, insieme a mamma, dal papà che ha perso il lume della ragione (Jack Nicholson).

Se ci pensiamo, i bambini davvero speciali che necessitano di protezione sono centinaia in letteratura, al cinema e in TV.

#Stephen King, per il genere horror, ce ne ha raccontati tanti, che poi abbiamo visto anche su piccolo e grande schermo.

La bambina in un racconto spaventoso e dotata di poteri speciali, però era soprattutto lei: la piccola protagonista de L’incendiaria (al cinema interpretata da Drew Barrymore in Fenomeni paranormali incontrollabili).

Nel film del 1984, la ragazzina - Charliene McGee, detta Charlie - era figlia di una coppia che si era sottoposta ad alcuni esperimenti medici per potenziare le abilità telecinetiche. Inconsapevole vittima delle manipolazioni effettuate sui suoi genitori, Charlie scopriva di poter scatenare il fuoco con la sola forza del pensiero, entrando nel mirino della CIA.

Nel mix dei molti generi che hanno decretato il successo di Stranger Things, in particolare nella seconda stagione, c’è anche l’horror.

Undici, la ragazzina interpretata da Millie Bobby Brown, trova nello sceriffo Jim Hopper (David Harbour), e naturalmente nei suoi giovani nuovi amici, quella protezione e quella famiglia che il suo dono speciale le aveva impedito di avere perché qualcuno voleva sfruttarla. 

La storia di Undici fa riflettere, proprio come quella di #Amy in The Passage, sulla crudeltà di una ricerca che arriva a strappare una piccola innocente alla sua vita pur di fare dei passi avanti. Compromettendo non solo l’esistenza della sua vittima, ma la sicurezza dell’intera umanità. Oltre, naturalmente, alla propria coscienza…

Fantasy e fantascienza

Nella serie di Alfonso Cuaròn (Gravity) e Mark Friedman (Wayward Pines) intitolata Believe, la piccola Bo Adams (Johnny Sequoyah), dotata di eccezionali poteri come la telecinesi e l’abilità di prevedere il futuro, rimane orfana e viene protetta da un gruppo che si occupa di lei.

Quando la bambina compie 10 anni, però, i suoi poteri fanno un ulteriore salto in avanti e i True Believers - così si chiamano i suoi protettori - decidono di affidarla a William Tate (Jake McLaughlin), un uomo ingiustamente condannato a morte che il gruppo fa evadere di prigione, dando il via alla fuga di Tate e Bo. I due attraversano il Paese nel tentativo di restare al sicuro, sviluppando un legame molto forte.

Anche in Les Revenants il piccolo Victor (Swann Nambotin), uno dei “ritornati”, ha bisogno di protezione. Di una casa, di qualcuno che lo conforti e si prenda curo di lui. Ci pensa Julie (Céline Sallette), che ci porterà a scoprire come sia proprio il ragazzino il depositario della chiave di un mistero che riporta in vita persone del luogo, di ogni età, morte da molto o da poco tempo.

Meno suggestivo il remake americano della serie, The Returned, che ha però il pregio di trasformare la trama in una narrazione più lineare e più semplice da seguire per gli spettatori.

In The 4400 la bambina speciale da proteggere è Maia (Conchita Campbell), che al suo misterioso ritorno - dopo una sparizione altrettanto misteriosa - mostra di essere in grado di prevedere eventi che stanno per verificarsi. A occuparsi di lei è una degli agenti della NSA incaricati d’indagare sul caso dei 4400: Diana Skouris (Jacqueline McKenzie) non riesce a guardarla con occhi professionali. Sa che ha bisogno di una famiglia, e arriva ad adottarla formalmente per tenerla al sicuro.

Battlestar Galactica, nello straordinario remake nato dalla miniserie del 2003, ci racconta invece gli straordinari poteri di Hera (Alexandra Thomas). La prima bambina nata dall’unione di un umano e un cylone ha il potere di curare ogni malattia e ha anche delle preziose visioni.

Ma tanti, troppi, vogliono mettere le mani su di lei e la piccola si trova al centro di una situazione davvero complicata. Com’è, del resto, tutta la trama che riguarda la nuova “religione” attraverso la quale i cyloni considerano in modo differente la loro esistenza.

Infine, eccoci alla serie-principe della fantascienza in TV: tocca a Dana Scully (Gillian Anderson), in #X-Files proteggere il suo bambino davvero speciale. E lo deve fare pagando il prezzo più alto.

William ha dei poteri straordinari e l’agente Scully sa bene che, per tenerlo al sicuro, non ha altra scelta che allontanarlo da sé. Lo ritrova molti anni dopo, da adolescente, dopo aver sofferto per la loro separazione ogni giorno della sua vita. Ma il loro destino, all’inizio della sua vita né in seguito, non è quello di stare insieme…

I bambini speciali protetti dagli adulti sono davvero tanti. Ma se facciamo salire l’età, prendendo in considerazione anche gli adolescenti, allora i titoli si moltiplicano a dismisura: #The Gifted, Darkest Minds, Divergent, Heroes, Misfits, Smallville, #Teen Wolf

Le storie sono davvero, davvero tante.

Una che ancora non avete visto, però, vi conquisterà di certo.

La storia di Amy e di Brad Wolgast, che in The Passage costruiscono un legame che in qualche modo diventa la summa di tutti quelli dei loro predecessori.

Un legame che ci racconta, con la modernità di una grande produzione televisiva, le ragioni morali, personali, etiche e “umane” - da ogni punto di vista - che spingono un adulto a sacrificare la propria vita e la propria carriere per proteggere bambini speciali che non hanno nessun altro. Perfino subito dopo che li hanno incontrati.

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