Batman: tutto quello che c'è da sapere sul supereroe DC Comics

Autore: Dan Cutali ,

Batman è tra i personaggi di finzione entrati di diritto nelle icone popolari americane e mondiali riconoscibili ovunque e da chiunque. Fa parte dell'immaginario collettivo di ogni età, da quasi 80 anni ormai. La sua silhouette sinistra, oscura, terrificante, ha toccato ogni media oltre al fumetto, dalla televisione al cinema.

Batman è lì, è sempre stato lì, un rumore di fondo costante per chi non è appassionato di fumetti e non ne conosce il background, come una canzone della quale si conosce molto bene il riff ma non si sa bene chi la suoni o la canti. Il Cavaliere Oscuro è una presenza costante nella cultura pop, come quella di altri supereroi DC Comics e altri personaggi famosi, famosissimi, appartenenti ad altri mondi fittizi.

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DC Comics
Mezzobusto di Batman su sfondo di Gotham City
Batman sui tetti di Gotham City

A sdoganarne la presenza globale, anche grazie al merchandising collegato, sono stati due fenomeni mediatici di massa: la serie televisiva degli anni '60 con Adam West e Burt Ward e la pellicola cinematografica di Tim Burton del 1989, con Michael Keaton e Jack Nicholson. Il personaggio esce così dalle due dimensioni e approda in lidi distanti dalla carta sulla quale è nato.

Batman sui piccoli schermi

Da un lato, durante i solari e ottimistici anni '60, c'è il Batman camp con le sopracciglia disegnate sulla maschera. Un po' buffonesco e che agisce anche di giorno, interpretato da Adam West sentenziante frasi tra il serio e il faceto in mezzo a nuvolette di "bang" e "ka-pow". Dall'altro lato, c'è quello neogotico, cupo e depresso ma a tratti surreale interpretato da Michael Keaton, specchio perfetto delle visioni Burtoniane. In mezzo, c'è un lungo interregno tra le due tipologie di uomo pipistrello durante il quale l'audience è cambiata insieme alla società e al mondo.

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L'uomo pipistrello ha avuto due adattamenti live action sul grande schermo, prima del suo arrivo in televisione nel 1966. Nel 1943 e nel 1949 vengono prodotti da Columbia Pictures due serial cinematografici che vanno tanto di moda tra gli anni '30 e '40, ovvero due serie di 15 episodi girati soltanto per il grande schermo.

Columbia Pictures
Batman in piedi in un appartamento, mentre Robin entra dalla finestra
Batman e Robin nel serial cinematografico del 1949 della Columbia Pictures

Nella prima serie il personaggio è interpretato da Lewis Wilson, nella seconda da Robert Lowery affiancato da Johnny Duncan nei panni di Robin. Quella del 1943 è la serie che ha il merito di essere il primo adattamento in assoluto di Batman sugli schermi cinematografici, di aver introdotto per la prima volta la Bat-caverna e il look longilineo provvisto di sottili baffetti del maggiordomo Alfred Pennyworth.

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Questi ultimi due elementi sono poi entrati a far parte in pianta stabile anche negli albi a fumetti pubblicati da DC Comics. In piena Seconda Guerra Mondiale, il personaggio di Batman viene trasformato in un agente governativo che combatte una lunga lotta intestina con il Dr. Daka, figura rappresentante uno dei nemici del momento: il Giappone che ha colpito forte le truppe e l'orgoglio USA a Pearl Harbor.

Nonostante la serie del 1949 sia sottotono a causa di macroscopiche incongruenze, trame ed elementi scenografici molto raffazzonati, la replica in televisione a inizio anni '60 del serial del 1943 ha un successo clamoroso. Tanto che è molto probabile, ma non ufficialmente dichiarato, che grazie a tale replica venga data la forte spinta per la produzione della famosissima serie TV con Adam West e Burt Ward, nel 1966.

ABC Television
Mezzibusti di Adam West e Burt Ward nei panni di Batman e Robin, nella Bat-caverna
Batman e Robin nella serie televisiva degli anni '60

È il periodo della Bat-mobile che sputa fuoco dalla marmitta posteriore, delle lente e goffe arrampicate del dinamico duo lungo le pareti dei palazzi, dei villain pittoreschi e un po' kitsch come il memorabile Joker interpretato da Cesar Romero, il Pinguino di Burgess Meredith e la sensualissima Catwoman di Lee Meriwether. 

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Il Batman della serie televisiva degli anni '60 incarna e focalizza su di sé le speranze, i sogni di un America che esce dal Maccartismo ma entra a piè pari nella Guerra Fredda con l'Unione Sovietica di Kruscev. È l'America del benessere, del boom economico, del fumetto che deve essere "il bene contro il male" ma dove il male non è profondamente marcio e il bene è quello che mostra la morale di fine parabola.

I protagonisti agiscono quasi sempre di giorno e comunicano con il commissario Gordon tramite un telefono rosso che s'illumina quando squilla. Non mancano trovate kitsch, colorate, scazzottate divertenti, scaccia pensieri. Un Batman che lascia di buonumore e sorridenti, che ha talmente successo in quel periodo di brillantina e majorettes che viene prodotto un film per il cinema da 20th Century Fox, nel quale sono presenti i maggiori villain del telefilm. Insomma, un uomo pipistrello che si allontana molto da quello ideato dai suoi creatori Bob Kane e Bill Finger.

Batman sul grande schermo: al cinema

Dopo tre stagioni, dal 1966 al 1968, devono passare 21 anni per riavere sul silver screen il Batman che agisce nelle ombre della notte incutendo il terrore nei cuori superstiziosi dei criminali, com'era nei desideri di Finger e Kane. Nel 1989 arriva quindi Tim Burton al timone di un blockbuster che ridefinisce per sempre l'immagine dell'uomo pipistrello e rimane nella storia dei cinecomic come il primo del suo genere ad avere un successo di pubblico, di critica e, non da meno, economico di livello mondiale.

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Intitolato semplicemente Batman, ha per protagonisti assoluti Michael Keaton nel ruolo principale e Jack Nicholson in quello di un magistrale e istrionico Joker. Tutta la pellicola ruota intorno a Nicholson e, nonostante Keaton non abbia uno spiccato physique du rôle per il personaggio, in quel periodo però è l'attore feticcio di Burton ed entrambi arrivano dal successo di Beetlejuice. Morale: si cala bene nel ruolo del bel tenebroso. È l'esplosione della Bat-mania, come accade 23 anni prima per il telefilm con Adam West, mentre la pellicola raggiunge incassi da record insieme a una fama stellare. Il Cavaliere Oscuro è dappertutto, in ogni anfratto televisivo, pubblicitario e delle edicole.

Warner Bros.
Mezzibusti di Jack Nicholson e Michael Keaton in costume da Joker e Batman
Le versioni del Joker e Batman viste da Tim Burton

Tre anni dopo, nel 1992, arriva il sequel intitolato Batman: Il Ritorno e in televisione invece fa il suo debutto la famosa Batman: The Animated Series. Il secondo film dedicato al Cavaliere Oscuro vede tornare le visioni di Tim Burton alla regia, con la sua scrittura neogotica, algida, invernale e onirica. Il protagonista è ancora Micheal Keaton mentre i villain raddoppiano. I cattivi sono sempre personaggi ai quali viene data tridimensionalità, una psicologia approfondita anche se molto tarata verso la follia.

Anche questa volta gli interpreti sono d'eccezione: Danny DeVito, nei panni di un deforme e irriconoscibile Pinguino, e Michelle Pfeiffer, in quelli di una sinuosa e sensuale Catwoman. C'è anche un terzo cattivo ma non in costume. Christopher Walken, non nuovo a ruoli da cattivone, è Max Shreck, magnate dell'industria che, facendosi passare per munifico e generoso nei confronti della città di Gotham, nasconde invece loschi affari per il suo personalissimo tornaconto.

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Mezzibusti di Michelle Pfeiffer e Danny De Vito
Michelle Pfeiffer e Danny De Vito nei panni di Catwoman e il Pinguino

Seguiti dimenticabili: il Batman di Schumacher

Purtroppo anche i film di Tim Burton hanno dei sequel, nel 1995 e nel 1997. Entrambi dirette da Joel Schumacher, le due pellicole vedono nel ruolo di Batman rispettivamente Val Kilmer e George Clooney, mentre c'è un tentativo fallito di ritorno alle atmosfere fumettose e colorate dei bei tempi andati.

Batman Forever ha per protagonisti altri due villain memorabili e istrionici: l'Enigmista interpretato da Jim Carrey e Due Facce, un Tommy Lee Jones un po' sottotono rispetto al collega (e che non lo sopportava proprio). Schumacher però non è Burton: vengono lasciate alle spalle le visioni del regista californiano e abbandona anche Keaton. Arriva al fianco del prescelto Kilmer anche Chris O'Donnell nel ruolo di Robin. Il film ottiene tre nomination agli Oscar ma ormai la magia è svanita.

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Primi piani di Jim Carrey e Tommy Lee-Jones
L'Enigmista e Due Facce in Batman Forever: Jim Carrey e Tommy Lee-Jones

Batman e Robin, due anni dopo, vede l'avvicendarsi di George Clooney al posto di Val Kilmer nei panni del Cavaliere Oscuro, la riconferma di Chris O'Donnell in quelli di Dick Grayson/Robin e la novità Alicia Silverstone come Batgirl. Clooney è un Batman quasi defilato in questa pellicola, assente e svogliato, come se l'attore all'epoca famosissimo per E.R. si sentisse ormai a disagio nel costume dell'Uomo Pipistrello.

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Mezzibusti di Chris O'Donnell e Alicia Silverstone in costume da Robin e Batgirl
Robin e Batgirl interpretati da Chris O'Donnell e Alicia Silverstone.

I villain sono interpretati da Arnold Schwarzenegger, ovvero Mr. Freeze e la sua lacrimevole storia per salvare la moglie ibernata, e da Uma Thurman, una sexy e bellissima quanto folle Poison Ivy. Ormai il franchise è in caduta libera, le atmosfere di Burton sono solo un bel ricordo e la critica stronca in modo impietoso il film, impedendo così la produzione di altri seguiti. Per non parlare dei capezzoli finti sui costumi indossati da Clooney e O'Donnell. Due ore di quasi nulla.

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Mezzibusti di Uma Thurman e Arnold Schwarzenegger nei costumi di
Gli ultimi villain di Batman al cinema negli anni '90: Poison Ivy e Mr. freeze

Batman (ri)comincia da Nolan

Si deve attendere il 2005 perché l'Uomo Pipistrello torni in in grande stile al cinema. Dopo il successo di Memento e Insomnia, Warner Bros. affida il reboot del franchise di Batman al regista inglese Christopher Nolan e allo sceneggiatore americano David S. Goyer. Il film cala il personaggio in un contesto più realistico e moderno, vicino all'attualità dei giorni nostri, insomma risponde alla domanda: come sarebbe il mondo se davvero esistesse Batman?

Nolan e Goyer tirano fuori dal cappello una trilogia di film che segnano un solco indelebile nella storia cinematografica dell'Uomo Pipistrello e che diventano una sorta di pietra miliare. Batman Begins è il primo, nel quale il villain di turno è Ra's Al Ghul interpretato da Liam Neeson. La visione decostruttiva di Nolan affonda quindi le proprie radici nei fumetti degli anni '70.

L'allenamento del giovane Bruce Wayne in Tibet, la Lega degli Assassini, il terrorismo ecologico dell'immortale Al Ghul, il quale vuole decimare l'Umanità per far posto a un nuovo ordine mondiale insieme alla figlia Talia. Questo è il focus del primo film di Nolan, che omaggia in modo palese ed evidente la gestione fumettistica del Cavaliere Oscuro da parte di Dennis O'Neal e Neal Adams, nel 1971.

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Mezzibusti di Liam Neeson e Christian Bale
Liam Neeson e Christan Bale sono Ra's Al Ghul e Batman/Bruce Wayne

The Dark Knight – Il Cavaliere Oscuro è il sequel del 2008. Batman, coadiuvato dal Commissario Gordon (Gary Oldman) e dal procuratore distrettuale Harvey Dent (Aaron Eckhart), deve affrontare un nuovo personaggio pericoloso e folle che scala molto in fretta, a colpi di omicidi cruenti e attacchi terroristici, la gerarchia delle bande criminali organizzate di Gotham City: il Joker. Qui come nel primo film di Burton, a farla da padrone è un bravissimo Heath Ledger (Il destino di un cavaliere; I segreti di Brokeback Mountain), attore e regista australiano mancato tragicamente subito dopo la fine delle riprese del film.

Ledger sembra davvero folle e, pur non essendo particolarmente allenato fisicamente né abile nel corpo a corpo, dà molto filo da torcere all'Uomo Pipistrello. Calando i due personaggi di nuovo in un'ambientazione realistica che potrebbe essere quella attuale di una qualsiasi grande metropoli americana, Nolan fa venire alla luce le paure e le più profonde piscologie distorte dell'attuale società statunitense. Il suo punto di vista britannico è decostruttivo, come già accaduto una ventina d'anni prima con gli scrittori della British Invasion nei fumetti, e non sbaglia un colpo.

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Mezzobusto di Heat Ledger truccato da Joker con una carta da gioco in mano
Il terrificante Joker di Heath Ledger

Il terzo e ultimo film della Trilogia del Cavaliere Oscuro di Nolan, come ormai viene chiamata, è Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno, del 2012. Il villain della pellicola è Bane, un Tom Hardy in stato di grazia. Bane è un terrorista mercenario super-addestrato e la vicenda richiama la lunga run fumettistica Knightfall, in cui il criminale spezza la spina dorsale a Batman lasciandolo su una sedia a rotelle. Personaggi ambigui ruotano intorno all'Uomo Pipistrello, come la Catwoman di Anne Hathaway e Miranda Tate/Talia al Ghul, interpetata da Marion Cotillard.

Questa volta Nolan si focalizza sul capitalismo moderno e senza scrupoli, cavalcando l'onda della grande crisi economica all'apice del suo tornado distruttivo della società, nell'anno di uscita del film. C'è chi, sulla scena dell'irruzione in Borsa da parte di Bane, ha esultato sul retrogusto amaro e sottile del calice anti-capitalistico di Nolan. Una parabola, questa, raccontata dall'invidiabile posizione di milionario, oltretutto.

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Mezzobusto di Tom Hardy truccato da Bane in posa minacciosa
La versione di Bane interpretata da Tom Hardy

L'era-Snyder

Dopo la Trilogia di Nolan e il suo successo mondiale al botteghino, grazie alla spinta del successo del Marvel Cinematic Universe, ovvero l'universo narrativo coerente al cinema come nei fumetti iniziato dalla concorrenza nel 2008 con il primo film dedicato a Iron Man, Warner Bros. dà il via al proprio universo supereroico cinematografico. La prima pellicola del DC Extended Universe (DCEU), come viene chiamato, è Man of Steel del 2013 per la regia di Zack Snyder, autore cupo, decostruttivo ancor più di Nolan e controverso, che nel campo dei cinecomic ha all'attivo Watchmen e 300. È la prima pellicola dedicata a Superman dopo 7 anni di silenzio. Batman verrà invece coinvolto nel DCEU in Batman v Superman: Dawn of Justice, del 2016, ancora per la regia di Snyder.

Warner Bros./DC Films
Mezzobusto di Ben Affleck in armatura e occhi luminescenti
Un Batman maturo è la versione di Ben Affleck in Batman v Superman: Dawn of Justice

La versione di questo Cavaliere Oscuro è quella più vicina al fumetto The Dark Knigth Returns di Frank Miller. Un vigilante disilluso, tra i quaranta e i cinquanta, appesantito dall'età ma ancora agile e rabbioso nella sua missione di giustizia (leggi vendetta), interpretato da un ottimo Ben Affleck. Folle di una pazzia ossessiva, che non lo abbandona dalla notte in cui anni prima rimase orfano per mano di un rapinatore.

In questa pellicola però, l'obiettivo da combattere diventa l'alieno pericoloso che potrebbe soggiogare o distruggere il mondo con i suoi poteri divini. È una parabola di crescita durante la quale Bruce Wayne/Batman comprende sì la pericolosità del kryptoniano, all'inizio combattendola con ogni mezzo, ma anche il messaggio di speranza per l'Umanità che la figura messianica di Superman rappresenta.

Il Batman Snyderiano di Ben Affleck è comparso ancora in due pellicole appartenenti al DCEU, finora. In Suicide Squad del 2016, diretto da David Ayer, fa un breve cameo durante un inseguimento in auto con il Joker e Harley Quinn. Giusto per far capire che il film è legato agli altri, nello stesso universo condiviso, ma è troppo poco per essere giudicato in qualche modo.

Warner Bros./DC Films
Batman di schiena accovacciato sul tettuccio di un'auto colorata
La breve apparizione di Batman in Suicide Squad, all'inseguimento del Joker e di Harley Quinn

Poi, nel novembre 2017, è di nuovo protagonista in Justice League, la pietra dello scandalo di casa Warner a causa degli incassi molto sotto le aspettative. Zack Snyder è ancora accreditato come regista ma, a causa di un grave lutto familiare, dovette cedere il posto a Joss Whedon in piena lavorazione del film. Il Crociato Incappucciato diventa così un Batman più incline a lavorare di squadra, dal momento che deve andare alla ricerca degli altri metaumani sparsi nel mondo per affrontare la minaccia cosmica in arrivo.

È un Cavaliere Oscuro più socievole? No, affatto. Rimane il grande stratega che è sempre stato e il più grande detective del mondo. Però davanti al fascino e all'esperienza millennaria di Wonder Woman riesce anche ad abbozzare un sorriso e farsi consigliare dalla guerriera. Il Batman di Justice League è un combattente privo di poteri, stanco, che ha lottato contro la criminalità urbana per anni perdendo anche il suo pupillo Robin, a causa della follia omicida del Joker.

Warner Bros./DC Films
Ezra Miller (Flash), Henry Cavill (Superman), Ray Fisher (Cyborg), Gal Gadot (Wonder Woman), Ben Affleck (Batman) e Jason Momoa (Aquaman) in formazione per foto di gruppo della Justice League)
Batman all'interno del gruppo di supereroi che formano la Justice League

Quando incontra esseri super-potenti dei quali deve fidarsi per far sì che il mondo non venga soggiogato, si sente come un granello di sabbia nel deserto. È "solo" un essere umano che deve fare affidamento soltanto sulla sua intelligenza e le sue abilità fisiche, per cui riesce ad essere leggermente più malleabile di fronte a possibili catastrofi di portata quasi divina.

Purtroppo il Batman di Ben Affleck, come l'esperienza di Zack Snyder, molto probabilmente si ferma qui. Il mezzo flop di Justice League, un film tronco, una visione Snyderiana diluita dalle leggerezze di stile dei reshoot e delle riscritture di Whedon, fanno sì che Warner cambi tutta la dirigenza di DC Entertainment e DC Film.

Nel futuro del Cavaliere Oscuro c'è ancora un film standalone intitolato semplicemente The Batman. In un primo momento era stato affidato come regia e copione a Ben Affleck stesso, come a mantenere una sorta di continuità con il personaggio. Dopo che Affleck ne scrive lo script e il soggetto, tutto passa poi nelle mani di Matt Reeves, regista di Cloverfield e del reboot de Il Pianeta delle Scimmie. Il protagonista sarà molto probabilmente un Batman più giovane, il che di fatto mette fuori dai giochi Ben Affleck in mantello e cappuccio.

Batman: le Serie Animate

Batman: The Animated Series nasce da un'idea di Bruce Timm e Paul Dini, sull'onda del successo di Batman: Il Ritorno. Il target è ovviamente quello dei più giovani ma, per la prima volta, c'è qualcosa di diverso rispetto ai normali cartoon per ragazzi. Le trame scritte da Timm e soci sono molto vicine alle tematiche trattate nei fumetti. Storie cupe, intricate e a volte spaventose, con protagonisti e personaggi che non si discostano molto dal mondo dell'horror, del thriller e del mistero. Ovvero, quello che Batman in realtà dovrebbe essere da sempre.

I film di Burton danno quindi lo sprone all'affrontare argomenti che in una serie animata esulino dal puro intrattenimento e che soprattutto non siano indirizzati soltanto a un pubblico di minori. Timm e Dini hanno ragione e la serie ha un successo strepitoso, anche tra gli adulti, mentre crea un personaggio che entrerà a furor di popolo nella continuity seriale dei fumetti: Harley Quinn. La prima Serie Animata di Batman nel 1997 ha un sequel: The New Batman Adventures, sempre scritto da Bruce Timm e Paul Dini, nel quale Dick Grayson abbandona i panni di Robin per diventare Nightwing e il suo posto viene preso da quel Tim Drake che spopola nei fumetti.

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Mezzibusti di Batman e Harley Quinn in versione cartoon
La versione animata di Batman e Harley Quinn nel 1992

La lunga storia editoriale del Cavaliere Oscuro

Tutto ha inizio con due colpi di pistola. Una coppia distinta, benestante, molto conosciuta per la sua filantropia e la professione medica di lui, viene aggredita da un rapinatore armato dopo esser uscita dal cinema in cui hanno visto con il loro figlioletto Il segno di Zorro.

Lui, Thomas Wayne, si para davanti alla moglie Martha e al figlio Bruce per difenderli dal criminale, Joe Chill, che vedendosi minacciato spara in pieno petto all'uomo. La donna comincia a urlare, il bandito le strappa la collana di perle dal collo e per farla smettere di gridare spara anche a lei. Accade tutto in pochi secondi.

Thomas e Martha Wayne giacciono sull'asfalto ricoperto di sangue, alcune perle rimbalzano per terra e il bambino, rendendosi appena conto di quel che è accaduto, guarda l'aggressore fuggire nel buio. Terribile, inumano, crudele e ingiusto, il duplice omicidio sconvolge in pochi attimi la mente del piccolo Bruce Wayne. Lo scorrere naturale della sua vita si fermerà a dieci anni insieme a quella dei genitori, su quel maledetto marciapiede di Crime Alley.

Come poter anche soltanto immaginare cosa può accadere nella mente di un bambino di dieci anni che è testimone dell'assassinio a sangue freddo dei propri genitori? Solo due parole: follia e ossessione. Nasce così Batman, il vigilante in costume che combatte la criminalità per avere la possibilità di redimere la propria colpa di essere rimasto in vita, quella notte, e tentare di raggiungere la catarsi della pace interiore.

In realtà l'avventura editoriale di The Bat-Man, come veniva chiamato agli inizi, comincia nel maggio 1939 sul numero 27 della rivista antologica a fumetti Detective Comics. Il caso del Sindacato Chimico è il titolo della prima avventura dell'Uomo Pipistrello, scritta da Bill Finger e disegnata da Bob Kane.

DC Comics
Copertina del numero 27 di Detective Comics
Detective Comics n.27, il primo fumetto in cui appare Batman

Viene raffigurato come un vigilante senza scrupoli, che non pensa due volte a lasciar cadere il criminale di turno in un vascone di acido soltanto per dire poi al Commissario Gordon "che era la fine che si meritava".

Detective Comics smette di essere rivista contenitore di crime stories e viene completamente dedicata all'Uomo Pipistrello mentre, dal momento che il numero di lettori cresce e ha fame di storie del personaggio, le viene affiancata un'altra rivista a fumetti intitolata semplicemente Batman.

Batman attraversa gli anni '40 e gli anni '50 indenne, rimanendo prima la figura sinistra e tenebrosa creta da Finger e Kane e poi venendo reinventata dal leggendario editor Julius Schwartz. Quest'ultimo, dopo un periodo di invenzioni, personaggi e avventure piuttosto kitsch e particolari, prende in mano le testate dell'Uomo Pipistrello e riporta un po' d'ordine, cominciando a incupire il carattere spigoloso del personaggio e introducendo misteri degni del miglior detective del mondo (altro appellattivo del Cavaliere Oscuro). 

La visione di Schwartz però va a cozzare per qualche anno con quella televisiva naïf e solare del telefilm di Adam West e Burt Ward, causando alcune forzature sui fumetti che rispecchiano quanto accade nel telefilm del 1966. A causa del successo in televisione, viene dato più spazio al personaggio anche in altri albi DC Comics mentre tornano in vita alcuni personaggi che Schwartz aveva fatto scomparire (come Batgirl e lo stesso Alfred). Dopo la chiusura dello telefilm, però, Schwartz ha finalmente carta bianca.

Negli anni '70, infatti, l'importante editor di DC Comics chiama la coppia Dennis O'Neil e Neal Adams a lavorare sull'Uomo Pipistrello. Le storie di Batman assumono sfumature sociologiche a tinte molto fosche, con le quali viene tentato un ritorno alle origini più adulto, adattato ai tempi, talvolta ai limiti dell'horror.

I fumetti del Cavaliere Oscuro, con un rinnovamento di questo tipo, incontrano qualche difficoltà a imporsi sul mercato a causa dell'onda lunga del telefilm del '66 che segnò in modo indelebile l'immaginario popolare. Grazie, però, al grande talento di O'Neil e Adams Batman supera lo scoglio dell'essere diventato quasi una macchietta. Da qui in poi alcune grandi e indimenticabili storie non devono mancare di essere lette a chi voglia avvicinarsi a capire la vera essenza del Cavaliere Oscuro.

Tra i nuovi villain creati dalla coppia O'Neil-Adam c'è Ra's Al Ghul, protagonista insieme alla figlia Talia, interesse amoroso di Batman in questo periodo, di una lunga run nelle quali dà molto filo da torcere a Batman, in ogni parte del mondo. Grazie a trame intrise di eco-terrorismo, immortalità, sotterfugi e lotte all'ultimo sangue con sfide d'intelligenza ad altissimi livelli, Ra's Al Ghul diventa un nemico memorabile e pericolosissimo per l'Uomo Pipistrello.

DC Comics
Pagina del fumetto con primi piani di Ra's Al Ghul e la figlia Talia
Ra's Al Ghul e la figlia Talia

Gli anni '80 sono quelli della svolta epocale di Crisis on Infinite Earths, il crossover nel quale viene riscritta da zero da tutta la continuity seriale delle Terre parallele create negli anni dai differenti scrittori che hanno lavorato per DC Comics.

Anche Batman non ne esce indenne. Dopo che il primo Robin, il pupillo di una vita Dick Grayson, lo abbandona per diventare Nightwing, altro supereroe urbano a capo dei New Teen Titans, il mantello della spalla dell'Uomo Pipistrello viene dato a Jason Todd. Questo porta a un'altra importante serie di episodi raggruppati sotto il titolo di A death in the family/Una morte in famiglia scritti e disegnati da Jim Starlin e Jim Aparo, nei quali Robin viene massacrato e torturato dal Joker.

Primo e unico evento nel quale viene richiesta l'opinione dei lettori, Jason Todd viene fatto morire a grande richiesta e non tornerà per molti anni (lo farà con l'identità del criminale Red Hood/Cappuccio Rosso, impazzito a causa della resurrezione per mano di Ra's Al Ghul).

Sempre il Joker è protagonista di A Killing Joke, un racconto molto crudo sulle origini del pazzo assassino scritto dal mitico Alan Moore e disegnato da Brian Bolland. Durante la storia viene coinvolta nei folli piani del Joker la figlia del Commissario Gordon, Barbara, ovvero Batgirl. Il criminale le spara e la lascia ferita, paralizzata: è forte un trauma anche per i lettori.

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Pagina del fumetto in cui Barbara Gordon riceve un colpo di pistola dal Joker
Scena in cui Barbara Gordon rima ferita e paralizzata per mano del Joker

Altre due storie imprescindibili hanno caratterizzato e scolpito a fuoco il personaggio di Batman durante il decennio degli anni '80, decennio che dal punto di vista fumettistico si è rivelato una vera rinascita evolutiva per tutto il settore. Basta citare The Dark Knights Returns (Il ritorno del Cavaliere Oscuro, 1986) di Frank Miller e Arkham Asylum (1989) di Grant Morrison e Dave McKean.

Il primo è un "what if" basato sul presupposto che Batman, intorno ai 50 anni, si ritiri dalle attività e lasci la città alla mercé dei peggiori criminali, dovendo poi ritornare sul campo quando ormai sembra tutto perduto e combattere sia i suoi ex-amici che nemici al soldo di un governo fantoccio. È un capolavoro di decostruzione supereroica e speculativa assurto a pietra angolare del fumetto moderno dal quale non si può prescindere e che ha cambiato il fumetto americano, insieme a Watchmen di Alan Moore e Dave Gibbons.

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Sagoma di Batman stagliata contro un fulmine nel cielo notturno
La copertina de Il Ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller

Arkham Asylum ha come focus una rivolta dei peggiori nemici di Batman nel famoso (o famigerato) manicomio criminale di Gotham City. Tocca ovviamente al Cavaliere Oscuro tentare di sedarla discendendo nei meandri di Arkham Asylum, affrontando di volta in volta le minacce dei pericolosi pazzi criminali che ha contribuito a far rinchiudere. La chiave di lettura, però e non è così semplice e segna anche il successo della scrittura psichedelica di Grant Morrison. Sotto la superficie della trama si cela la discesa di Batman alla scoperta delle proprie ossessioni. Quando, alla fine, si trova davanti al Joker, incarnazione della pazzia pura, non gli rimane che rendersi conto di essere davanti ad uno specchio deformato di sé stesso.

Prodotto Consigliato

Batman Arkham Asylum

Gli anni '90 si aprono con la run intitolata Knightfall durante la quale l'Uomo Pipistrello viene letteralmente spezzato in due, parallelamente alla distruzione dell'altra icona di casa DC, Superman.  Il mercenario Bane, superpotenziato da una sostanza chimica di nome Venom pompata nelle vene, dopo aver fatto evadere tutti gli ospiti del manicomio di Arkham, inducendo Batman a forte stress e indebolendolo, lo sconfigge in un corpo a corpo all'ultimo sangue e gli rompe la spina dorsale con un ginocchio. È la trama più importante di questo periodo, insieme a Batman: Year One di Frank Miller e David Mazzucchelli nel quale viene raccontato il primo anno di lotta al crimine del Cavaliere Oscuro a Gotham City.

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Batman scaraventato da Bane sul proprio ginocchio
Scena nella quale a Batman viene spezzata la schiena da Bane

Negli ultimi 15 anni l'Uomo Pipistrello è stato protagonista di altri eventi traumatici come Batman R.I.P. di Grant Morrison del 2008, in cui viene creduto morto e invece, dopo un arresto cardiaco dovuto a un colpo di pistola, la sua mente fa esperienze intricate e psichedeliche, in puro stile Morrison.

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Batman: R.I.P. - 3ª ed.

Quanto elencato qui sopra di certo non vuole essere una lista esaustiva dei fumetti più importanti di Batman ma soltanto dei consigli per leggere alcune avventure imperdibili del Cavaliere Oscuro. Batman prosegue la sua storia editoriale ininterrottamente e l'interesse del pubblico nei confronti di questo personaggio, cupo, notturno e crepuscolare, non mostra segni di cedimento. L'Uomo Pipistrello è arrivato a rappresentare la rivalsa dell'uomo comune sull'ingiustizia, sul crimine, sul sopruso, senza per questo elevarsi a giuria ed esecutore. È un supereroe senza alcun potere, un uomo addestrato, astuto e intelligente e con infinite risorse economiche, come tutti vorrebbero essere. Come tutti potrebbero essere.

È anche questa la ragione del suo successo immortale, che lo avvicina a un'umanità dalla quale si è allontanato per sempre quella notte maledetta in cui i suoi genitori sono morti davanti ai suoi giovani occhi.

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