Black Hawk Down: 20 curiosità e aneddoti sul film di Ridley Scott

Autore: Francesco Ursino ,

Uscito nelle sale nel 2001, Black Hawk Down è un film di Ridley Scott che ha senza dubbio colpito l’opinione pubblica. La pellicola ha vinto due premi Oscar nel 2002, uno per il miglior sonoro e uno per il miglior montaggio; quest’ultimo premio, peraltro, riguarda da vicino il nostro paese, essendo stato vinto da Pietro Scalia.

Il film è ambientato in Somalia, nel 1992. In una terra ormai devastata dalla guerra civile, la comunità internazionale si mobilita per porre fine al conflitto. Gli Stati Uniti inviano sul posto la Delta Force, i Rangers e il 160th SOAR, reparto speciale dell’aviazione che fornisce supporto e appoggio aereo. L’obiettivo è sconfiggere Mohammed Farah Aidid, potente signore della guerra già protagonista di atti ostili verso i caschi blu dell’ONU. La storia si concentra soprattutto sulle vicissitudini di Rangers e Delta Force, in teoria impegnati in un raid di trenta minuti in quel di Mogadiscio. Il tutto non andrà secondo programma e, anzi, i membri coinvolti nell’operazione andranno incontro a pericoli sempre più grandi, tra scene crude e una storia che lascia spesso attoniti.

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Dopo aver ricordato molto sommariamente la trama del film, allora, vogliamo concentrarci sulle curiosità e gli aneddoti che riguardano questa grande produzione, capace ancora oggi di far riflettere ed emozionare.

Le 20 curiosità su Black Hawk Down

  1. Sebbene il film sia ambientato in Somalia, la maggior parte delle scene entrate a far parte della versione finale sono state girate in Marocco, nelle città di Sale, Sidi Moussa e Rabat, oltre che nella base aerea Kenitra.
  2. La famosa scena riguardante l’arrivo dei Black Hawk a Mogadiscio, che culmina con la caduta di Blackburn dall’elicottero, è stata girata interamente dal vivo, senza avvalersi di immagini generate al computer. Il dipartimento della difesa americana, infatti, ha concesso alla produzione del film di avvalersi di veri Ranger per girare le scene dove i militari atterrano con la tecnica Fast Rope (la cosidetta discesa con “Barbettone” o “Canapone”).
  3. All’inizio del film è possibile leggere una citazione attribuita a Platone, ovvero: “Solo i morti hanno visto la fine della guerra.” In realtà, la frase è stata scritta da George Santayana, nel libro The Life of Reason. In una versione preliminare del film, inoltre, la frase iniziale scelta era del poeta T.S. Eliot, e recitava: “La nostra ignoranza ci porta vicini alla morte”.
  4. Il film è l’adattamento cinematografico dell’omonimo libro Black Hawk Down, scritto da Mark Bodwen, e basato su una serie di reportage realizzati dal giornalista per il Philadelphia Inquirer. Il volume da cui è tratto il film è basato sull’azione di circa 100 protagonisti. Nella pellicola, però, questo numero è stato ridotto a 39.
  5. Gli attori coinvolti nella pellicola hanno partecipato a un corso intensivo di una settimana tenuto dai Ranger a Fort Benning. Gli attori che impersonavano i membri della Delta Force, invece, hanno partecipato a un corso di due settimane a Fort Bragg. Ron Eldard, inoltre, ha avuto la possibilità di confrontarsi con Michael Durant, il pilota di aviazione che l’attore interpreta nel film.
  6. Sembra che Ridley Scott abbia scartato il finale previsto originariamente per il film. Il motivo? Secondo il regista, l’epilogo era troppo pedante e noioso.
  7. Inizialmente, Russell Crowe avrebbe dovuto interpretare il ruolo del sergente Hooten, il leader della squadra Delta. L’attore australiano, però, si ritrovò costretto a rifiutare l’offerta per via dei suoi impegni sul set di A Beautiful Mind, e consigliò a Ridley Scott di affidarsi a Eric Bana.
  8. La pellicola avrebbe dovuto essere distribuita da Disney. La casa americana, però, rifiutò a causa della natura violenta del film. Il progetto, così, passò nelle mani di Revolution, studio guidato proprio da un ex membro di Disney, Joe Roth.
  9. Il tenente colonnello Danny McKnight, interpretato da Tom Sizemore, doveva essere impersonato da Michael Madsen. L’attore visto in Le Iene e Kill Bill, però, si trovò costretto a rifiutare perché già impegnato sul set di Big Apple.
  10. La foto che Michael Durant ha con sé durante il film è in realtà un’istantanea di Rebecca e Klaus, moglie e figlio di Eric Bana. La produzione del film, a corto di ritratti di famiglia, ha chiesto il permesso alla moglie di Bana (permesso poi accordato) prima di poter utilizzare l’immagine.
  11. Nel film, la maggior parte dei personaggi indossa un elmetto personalizzato con i cognomi di ogni soldato. Ridley Scott utilizzò questo espediente, non propriamente realistico, per aiutare il pubblico a identificare meglio i protagonisti.
  12. Nella scena in cui i protagonisti si preparano a decollare in elicottero, è possibile ascoltare in sottofondo la canzone Voodoo Child di Jimi Hendrix nella versione di Stevie Ray Vaughan. Quest'ultimo morì nel 1990 proprio in un incidente in elicottero.
  13. La parola in codice per identificare la missione oggetto del film è Irene, che nella mitologia greca corrisponde alla dea della pace.
  14. Il film ebbe un impatto culturale ed emotivo evidente a causa delle tempistiche di uscita. Black Hawk Down, infatti, è arrivato nelle sale americane il 28 dicembre 2001, pochi mesi dopo l’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre.
  15. La scena con protagonista l’asino fu sul punto di essere eliminata per esigenze di budget. Durante la riscrittura del copione, però, lo sceneggiatore Ken Nolan trovò un appunto scritto da Ridley Scott che diceva: “Mi manca quell’asino”. La sequenza, così, non fu rimossa.
  16. In una scena Nelson, interpretato da Ewen Bremner, dice a Twombly: “Ok. Non mi sparare con quel coso vicino alla testa, sono già mezzo sordo.” La frase non era totalmente frutto di finzione cinematografica, visto che Bremner perse parzialmente l’udito a causa di tutti gli spari, per poi recuperarlo in seguito.
  17. Le riprese furono disturbate ripetutamente da cani randagi che gironzolavano nelle vicinanze entrando nelle inquadrature. Ridley Scott, però, non volle scacciarli perché davano al film un tocco più autentico. A dimostrazione di ciò, otto cani furono adottati da vari membri della produzione, e portati negli Stati Uniti.
  18. Il soprannome dato dai Ranger ai somali, “Skinnies” (ovvero pelle e ossa, molto magro), non si riferisce alle difficili condizioni di vita e agli alti livelli di malnutrizione registrati in Somalia. Si tratta, in realtà, di una citazione del libro Starship Troopers di Robert A. Heinlein, che con questo termine identificava una razza aliena. Il libro era particolarmente popolare tra i soldati che partecipavano all’accademia militare federale degli Stati Uniti di West Point.
  19. Il noto “miglio di Mogadiscio”, ovvero la strada percorsa a piedi da alcuni membri del convoglio militare, non ha seguito esattamente il tragitto illustrato nel film. Nella pellicola, i soldati si sono mossi a piedi dal luogo dove sono precipitati gli elicotteri fino allo stadio di calcio, per una distanza superiore al miglio. Nella realtà, il miglio di Mogadiscio identifica la distanza tra il luogo dello schianto e la base del contingente pachistano, difatti andando in direzione opposta a quella del film. I soldati, inoltre, non correvano (come invece fanno nella pellicola), ma si muovevano utilizzando varie tecniche militari come coperture e fermate strategiche, anche perché reduci già da 12 ore di battaglia.
  20. Black Hawk Down è incentrato sulle storie del contingente militare americano, ma in realtà gli attori coinvolti provengono da numerose nazioni. Eric Bana è australiano, Kim Coates canadese, Ioan Gruffudd gallese, mentre Ewan McGregor e Ewen Bremner sono scozzesi. Ancora, Zeljko Ivanek è sloveno mentre Nikolaj Coster-Waldau, famoso anche per il ruolo di Jamie Lannister in Game of Thrones, è danese. Il gruppo di attori inglesi è il più nutrito, e include Hugh Dancy, Tom Hardy, Orlando Bloom e Matthew Marsden.

Revolution Studios/Universal Pictures
La cover di Black Hawk Down

Qual è la curiosità legata a Black Hawk Down che vi ha sorpreso di più?

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